La riforma del catasto farà spendere di più agli italiani? Cioè, si tratta dell’ennesima patrimoniale nascosta che tanto piace fare ai nostri politici per aumentare le tasse senza perdere il consenso popolare, oppure è tutta una preoccupazione infondata?
Oggi proveremo a capire esattamente di cosa si tratta e chi dovrà preoccuparsi per questo imminente cambiamento che alcune forze politiche stanno cercando di contrastare, ma che prima o poi dovrà necessariamente essere attuato. Come spesso accade scopriremo che il pericolo non è imminente, ma forse si stanno fondando le basi per nuove tasse future.
La riforma del catastato è una patrimoniale?
Per chi non lo sapesse il catasto è un grande archivio dove sono censite tutte le nostre case, compresi i negozi, i capannoni e i terreni. Ad ogni possedimento viene associata una rendita catastale che determina quanto si deve pagare ogni anno per il solo possesso di quel bene (IMU) oppure le tasse sulle compravendite immobiliari. Tralasciando che trovo ingiusto pagare per il solo fatto di avere una proprietà (anche questa è una patrimoniale nascosta se ci pensate) quello che qui ci interessa sapere è che ciò che il Governo vuole fare NON è modificare la rendita catastale.
Se cambia la rendita catastale infatti aumenteranno o diminuiranno immediatamente le tasse che le persone dovranno pagare su quell’immobile, ma per il momento la paura che molti hanno non sembra essere fondata. Draghi, lunedì 7 marzo a Bruxelles, ha detto: «Nessuno in Italia pagherà più tasse per la riforma del catasto», ma questa affermazione può essere vera nell’immediato, ma falsa se contestualizzata in un’ottica futura.
Ecco, qui arriva la parte più delicata del nostro ragionamento: Il comma 2 dell’articolo 6 del testo sulla riforma del catasto dice che dal primo gennaio 2026 verranno integrate le informazioni presenti nel catasto «attribuendo all’unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita attualizzata sulla base dei valori di mercato». Si vengono cioè a creare dei nuovi indicatori; il primo dirà quanto vale sul mercato quell’immobile, il secondo quanto potenzialmente può rendere se (per esempio) affittato o sfruttato ad uso commerciale. Questi indicatori affiancheranno la rendita catastale e per ora (e questo è importante) non verranno usati per far aumentare le tasse.
Nell’immediato quindi la riforma non sembra preveda un aumento delle tasse proprio perché non cambia la rendita catastale, ma domani? Beh domani non lo possiamo sapere, perché di fatto si tratta solo di una volontà politica: se nei prossimi anni un politico volesse utilizzare questi nuovi indicatori per ricalcolare le tasse applicabili ad un immobile, beh lo potrebbe fare molto agevolmente.
Dunque da un lato la riforma del catasto oggi è necessaria per scovare le migliaia di immobili in Italia ancora non accatastati, cioè abusivi, o accatastati in modo scorretto e poi tutti quei terreni di fabbrica registrati come agricoli, forme (queste) di evasione fiscale. Dall’altra si tratta di un cambiamento che tra alcuni anni potrebbe portare all’introduzione di nuove tasse basate su questi nuovi indicatori.
Se questo dovesse accadere chi verrà colpito maggiormente? Beh, considerando le modifiche introdotte dal testo, tutte le vecchie abitazioni con metrature importanti probabilmente cresceranno di valore: grandi case con poche stanze, ma molto ampie, oggi hanno un valore catastale molto simile a quello di piccole abitazioni con lo stesso numero di stanze, ma dalla metratura ridotta. E poi aumenterà di valore dei vecchi immobili siti nelle zone centrali delle città o nei luoghi turistici, perché potenzialmente più remunerativi se affittati o usati a scopo commerciale. Se vogliamo dare una regola generale chi possiede vecchie grandi case o chi possiede immobili nella zone centrali delle città, potrebbe ritrovarsi a pagare di più. Chi invece ha piccoli appartamenti, soprattutto in periferia, potrebbe pagare meno.
Insomma, nell’immediato non cambierà nulla per nessuno, ma come tutte le modifiche impopolari è probabile che gli effetti si vedranno sul lungo periodo: una piccola modifica oggi, un’altra piccola modifica domani, nessuno se ne accorge, ma poi si finisce tutti per sborsare di più.
Ringraziando per le informazioni preziose,chiedo se possibile avere un canale telegram con cui interagire in modo più libero. Grazie
RispondiEliminasarebbe bello anche secondo me avere un riferimento su telegram
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