Ogni tanto penso che la triste vita che conduciamo, fatta quasi esclusivamente di un lavoro che detestiamo, ce la meritiamo proprio. Un paio di settimane fa il principe Harry, noto membro della famiglia reale britannica, è apparso sul web in un video dove lanciava un messaggio rivolto al mondo del business dicendo: “Le aziende dovrebbero dare a ogni dipendente il tempo di concentrarsi su di sé”.
Oh, anche se non è la prima volta, è interessante osservare che qualcuno appartenente al mondo della nobiltà e della ricchezza, suggerisca l’idea che il lavoro è diventato qualcosa di prepotente, che va regolato in un modo nuovo, altrimenti rischia di fare del male alle persone.
Forse ci meritiamo tutto questo
Ma perchè il principe è arrivato a dire pubblicamente tutto questo? Beh egli stesso ha in seguito confessato di essere stato vittima di burnout, quella precisa forma di stress da lavoro che ti esaurisce e ti consuma dentro.
Se credete che il burnout lavorativo sia una sciocchezza, beh dovreste sapere che ormai è una patologia riconosciuta a livello medico, che si manifesta sia in forma psicologica che fisica. È, di fatto, uno dei grandi mali del nostro tempo, causato da quella folle idea che l’uomo sia il suo lavoro e che se non ti voti anima e corpo all’azienda sei un fallito.
Tra i passaggi più interessanti del suo discorso, ha affermato anche che “Tutti noi abbiamo giornate frenetiche, per questo occorre trovare un momento per fare ginnastica, portare fuori il cane, fare una passeggiata, magari meditare. Come padre, marito e uomo d’affari, so che ho bisogno di fare meditazione tutti i giorni e spero che tutti abbiano la possibilità di farlo”.
L’importanza di ritagliarsi ogni giorno uno spazio per se stessi, per riflettere e capire di cosa abbiamo veramente bisogno per essere felici, è un chiodo sul quale, attraverso questo blog, battiamo da ormai 10 anni. Qui, noi, abbiamo acquisito molta consapevolezza in merito, ma il mondo non è pronto a questo genere di ragionamenti e si è rivelato ancora una volta piuttosto indietro.
Ciò che ha infastidito le persone è stata l'ammissione, da parte di Harry, di essere caduto in depressione a seguito dell’esagerata mole di lavoro e responsabilità a cui era sottoposto, affermazione che ha scatenato una vera e propria ondata di polemiche e indignazione, soprattutto sul web, dove i commenti di disprezzo verso la sua figura sono arrivati a tonnellate. La maggior parte delle persone infatti non ha perso occasione di screditare la sua figura, facendo notare che certamente un principe non ha mai lavorato un solo giorno in vita sua e che probabilmente non conosceva nemmeno il significato della parola lavoro, pertanto non poteva permettersi di dire ai lavoratori quello di cui hanno bisogno. Qualcuno si è spinto addirittura ad affermare che: “pesasse di meno e lavorasse di più”, così forse avrebbe più successo.
Sinceramente questa serie di affermazioni non mi stupiscono minimamente: le persone, nel 2022, sono ancora convinte che lavora solo chi si spacca la schiena dalla mattina alla sera, non importa se quello che fai magari è perfettamente inutile o addirittura dannoso per te, per gli altri o per l’ambiente. L'importante è che sia un lavoro manuale, alienante e sottopagato, solo così puoi essere fiero di te stesso dire di contribuire a questo società.
Invece di comprendere l’importanza che può avere una figura di questo tipo a capo di una start up con sede nella Silicon Valley, il cui scopo è proprio quello di migliorare le condizioni lavorative delle persone, si preferisce fare del becero populismo. Insomma, le pessime condizioni lavorative a cui siamo sottomessi forse ce le meritiamo, se non siamo nemmeno in grado di comprendere che le cose potrebbero veramente cambiare se a volerlo, come in questo caso, sono le persone più influenti al mondo... e chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
forse non hai considerato che non tutti sono sottopagati e non tutti fanno un lavoro inutile e che non tutti odiano il loro lavoro. Se hai un lavoro interessante e appassionante per cui hai imparato e ti sei dato da fare, il lavoro puó darti molte soddisfazioni. Non fare di ogni erba un fascio, se a te non piace lavorare o non hai mai trovato un lavoro appassionante ció non vuol dire che sia cosí per tutti.
RispondiEliminae poi, dove saremmo se nella storia dell´umanitá tutti avessero avuto come obbiettivo quello di non fare niente dal mattino alla sera?
saluti
Il lavoro, in ogni sua espressione, è sempre una forma di schiavitù. I lavori che ho svolto sono sempre stati correlati ai miei interessi, ma un conto sono gli interessi ed un altro il lavoro con tutti u suoi vincoli ed il suo sfruttamento. Adesso, a 58 anni. non lavoro più perché non ne ho bisogno. Continuo a coltivare i miei interessi ma il lavoro proprio non mi manca!
EliminaMa se tu sei così contento del tuo lavoro e ami contribuire al proseguo della fantastica società che ci ospita, perchè segui un blog in cui ci si lamenta del lavoro alienante e della cattiva qualità della vita a cui siamo costretti?
EliminaEGREGIO
RispondiEliminaDott NErmenni
SONO IN PARTE IN ACCORDO CON LEI, POICHE' NON E' SEMPLICE USCIE DA QUESTA GABBIA LAVORO , SPESA NON PER BENI DI LUSSO MA PER LA SOPRAVVIVENZA, SI E' COSTRETTI A LOVORARE ORE IN PIU' PER UN MISERO STIPINDIO.
GRAZIE CIAO A TUTTI