Con il termine boomer viene identificata una persona nata a cavallo dell’esplosione demografica ed economica tra gli anni '40 e '60, diciamo quindi tutti gli attuali over 50.
Se qualcuno ti da del boomer però non vuol dire che tu abbia necessariamente quell’età, diciamo che ti sta semplicemente dando del vecchio rimbambito, non al passo coi tempi, che perde ancora tempo a condividere video di complotti sui gruppi Whatsapp o discutere con perfetti sconosciuti su Facebook.
La Generazione Z usa spesso questo termine, ma non si sta certamente comportando in modo migliore, anzi, come tutte le nuove generazioni ha difficoltà a vedere le proprie contraddizioni.
Boomer e Generazione Z, età diverse, stessa incoerenza
Più precisamente però il termine "boomer" viene usato in modo dispregiativo per indicare un’intera generazione che, a detta delle nuove, è responsabile di scelte sconsiderate e stili di vita non sostenibili che oggi rischiano di precludere un futuro ai giovani. Insomma i baby boomer hanno inquinato e usato in modo irresponsabile le risorse, e le nuove generazioni sono "arrabbiate" perché ne pagheranno le conseguenze.
Tutto questo è vero, la crescita economica sconsiderata ha dato vita al consumismo sfrenato, alla sovr-imissione di CO2 nell’atmosfera e quindi all’innalzamento delle temperature, che causeranno disastri naturali sempre maggiori. Quello che però la nuova generazioni non comprendono è che anche loro si stanno comportando esattamente come i boomer, solo che non si rendono conto dell’impatto delle loro azioni.
Prendiamo come esempio lo smartphone: usarlo per un’ora al giorno tutti i giorni pesa 63 chilogrammi di CO2 l’anno, sembra poco, ma se guardiamo il fenomeno nella sua totalità, cioè dalla fabbricazione allo smaltimento, questo oggetto da solo è responsabile del 20% della nostra impronta ecologica sul Mondo. E secondo i dati di Social Warning sono proprio i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni a farne l’uso più inteso, che mediamente si attesta sulle quattro ore giornaliere. Quest’utilizzo non consiste nel telefonare, attività che potrebbe anche avere un utilità lavorativa, ma soprattutto nello stare sui social, guardare video, film e giocare.
Insomma, come i boomer davano (e danno ancor oggi probabilmente) priorità ai propri desideri, infischiandosene dell’impatto, così fa anche la maggior parte dei rappresentati dell’attuale generazione Z. In tema di smartphone poi l’impatto va oltre quello ecologico: forse non sapete che una delle componenti principali di questi apparecchi è il coltan, una miscela di columbite e tantalite, estratti principalmente in Congo, nelle cui miniere lavorano anche bambini di 7-8 anni che spesso, per via della radioattività di questo materiale, sviluppano malattie del sistema linfatico che ne causano la morte. Le guerre sviluppate attorno all'accaparramento del coltan hanno portato sinora a circa 11 milioni di morti.
Questo ragionamento l’ho voluto fare per aiutare tutti a comprendere che ognuno di noi ha la sua bella dose di responsabilità e si fa presto a puntare il dito contro gli altri, ma rivolgerlo verso se stessi è l’azione più difficile. E il nostro impatto sull’ambiente aumenta ogni volta che scegliamo di prendere l’auto o il taxi invece di andare a piedi o in bicicletta, perchè siamo stanchi o in ritardo. Ogni volta che accendiamo l’aria condizionata perché sudare non ci piace, acquistiamo prodotti pre-confezionati al supermercato, mangiamo nei fast food o ci facciamo portare il cibo a casa; tutte azioni che contribuiscono alla creazione delle tanto tristemente note microplastiche. Anche banalmente continuare a cambiare scarpe e vestiti per inseguire le mode (cosa che tipicamente fanno i giovani) non fa altro che alimentare quel consumo responsabile della maggior parte della produzione dei gas serra.
Da questo punto di vista la Generazione Z e i Boomer hanno molto in comune, più di quello che si crede, solo che immersi nella globalizzazione oggi è semplicemente più complesso accorgersi delle proprie incongruenze. E non è certo scendere in piazza a protestare contro l'immobilità dei governi, con lo smartphone in tasca e la scarpette firmate, che cambierà le cose. Prima va cambiato il proprio stile di vita, poi, eventualmente, si apre la bocca.
Ciao Francesco ottima analisi..infatti questi z sono i figli dei boomerang tornano al mittente.. :) la mela non cade mai lontano dall'albero.Guardiamo avanti e insegniamo ogni giorno come possiamo, magari per osmosi qualcosa arriverà a quel povero neurone superstite,chissa'; io sono irriducibile e lo faccio comunque anche se non capiscono una mazza.E pazienza.
RispondiEliminaBeh questa volta mi sento chiamato in causa e posso leggermente dissentire? Secondo me dipende tanto dal livello di responsabilità individuale, caratteristica che - posso dirlo da "boomer" - non è proprio così diffusa nelle generazioni ultime...
RispondiEliminasenza contare l'inquinamento legato al consumismo, ai requisiti richiesti dai nuovi media e piattaforme sempre più esigenti e all'obsolescenza programmata sempre più scientifica.
RispondiEliminaAd esempio io quando pranzo metto la modalità aereo perché non voglio essere disturbato. La notte lo spengo e durante il giorno attivo le altre modalità solo quando servono. Ad esempio il bluetooth quasi mai, il gps solo quando serve il navigatore in macchina, i dati solo per consultare i social pochi minuti ogni due o tre ore, come una segreteria. In quest'articolo non si tiene conto poi che l'uso di tutte queste modalità ha tre effetti deleteri: l'incremento dell'elettrosmog, la diminuzione della vita media dello smartphone (nei modelli recenti non si può cambiare senza un lab di assistenza, è fissa) e l'inquinamento legato all'energia che si spreca per ricaricarlo più di quello che servirebbe se non si tenessero sempre accese in modo sconsiderato tutte le 5 modalità: telefono (quello si), wifi, dati, gps e bluetooth. Un Abbraccio
..dimenticato, avendo due figli 13 e 16 anni, che questa consuetudine da parte delle scuole, a inserire lo smartphone come strumento ordinario per organizzare i compiti a casa di fatto rende invece impossibile nella pratica quotidiana un controllo genitoriale dell'uso responsabile del device. Non è facile capire se veramente stanno studiando, giocando, chattando, ecc..non li puoi controlare ogni 5 minuti..provato anche con programmi di contrllo parentali per Android ma in pratica fai il poliziotto, diventa un secondo lavoro e alla fine loro sono più bravi di te. Vanno male a scuola ma futuri hacker. Io penso che oggi come oggi con tutte queste "opzioni" non so se mi sarei laureato..spero di sbagliarmi per loro...
RispondiEliminaQueste nuove generazioni sono social dipendenti, e i Social & Company sono gli strumenti utilizzati dal Sistema per annacquare i cervelli.
RispondiEliminaIndubbiamente l’obiettivo il Sistema l’ha raggiunto alla grande. C’è gente che si sente male se non posta su instagram/facebook/twitter le sue 3 o 4 cavolate giornaliere.
La maggior parte è ossessionata dall’apparire, piena di se e sempre in perenne posa.
Viva chi ancora preferisce un buon cervello a chi ostenta un corpo vuoto.
Sicuramente tra i pochi neuroni di certa gente non trovano spazio gli ideali e i buoni valori che farebbero migliore questo mondo.