5 prodotti troppo cari nel carrello

Troppo cari da eliminare

Quest’anno l’inflazione è tornata a galoppare: l'ISTAT  prevede un +4,8% su base annuae, e ormai anche i muri sanno che quando questo accade, aumentano tutti i prezzi, dal carburante alle bollette, arrivando naturalmente fino alla spesa alimentare.

Oggi parliamo proprio di questo; prenderemo i dati ISTAT e faremo la classifica dei 5 prodotti alimentari che hanno subito i maggiori aumenti. In questo modo capiremo cosa conviene evitare di acquistare e quali possono essere ottime alternative per risparmiare in questo difficile periodo.


5 prodotti troppo cari nel carrello

  1. Al quinto posto abbiamo le farine, e più in generale i cereali che sono cresciuti del 5,1%. É un aumento piuttosto importante per un alimento così basilare, che incide ovviamente sul prezzo di moltissimi altri prodotti derivati. In particolare la pasta, molto consumata dagli italiani, che ha subito un aumento medio del 10,8%.
  2. Subito dopo troviamo il pesce, che in generale ha visto una crescita che va dall’8,1% dei crostacei, fino al 9,4% dei frutti di mare, sia freschi che congelati. Il pesce non è mai stato un alimento economico, soprattutto in quelle regioni che sono lontane dal mare, ma rimane uno tra quelli maggiormente consumati ed apprezzati su tutto il territorio.
  3. Poi, ahimè, c'è la verdura, che ha visto una crescita complessiva che supera il 17%. Basta farsi un giro al supermercato per osservare come ormai certi ortaggi siano assolutamente fuori budget. In questo caso però non c’è stato un aumento generale; alcuni alimenti hanno subito rincari maggiori, mentre altri hanno visto il loro prezzo sostanzialmente invariato, poi vedremo perchè.
  4. Al secondo posto vi sono tutti gli oli alimentari, di qualunque genere e tipo, che hanno subito un forte aumento. Quello d’oliva ad esempio è cresciuto del 6,2%, ma la media si attesta ben oltre il 20%.
  5. Per finire, sul podio, c'è tutto il comparto frutta che ha visto una crescita assolutamente insostenibile, in particolare le pesche, che sono cresciute mediamente del 7%, fino ad arrivare alle pere che sfiorano un aumento del 30%.

Bene, queste sono le 5 tipologie di alimenti che, se acquistate, incideranno maggiormente sulla nostra spesa alimentare e in merito ai quali è necessario prendere dei provvedimenti per evitare di ritrovarsi con il portafoglio vuoto. La prima cosa da sapere è che questi rincari sono quasi sempre collegati alla mancanza di manodopera e all’aumento dei costi dell’energia e del carburante. Aumenta tutto perché è più onerosa l’intera filiera di produzione e di trasporto. 

Dunque un primo modo per contenere i prezzi è dare un’occhiata ai prodotti a chilometri zero presenti nella nostra zona; oggi, ve lo dico per esperienza personale, potrebbe essere più conveniente acquistare frutta e verdura direttamente dai contadini, piuttosto che al supermercato. Sì, ci sono quelli che i prodotti te li fanno strapagare perchè biologici (sapete già che da coltivatore nutro molto scetticismo verso il biologico), ma altri con 10 euro ti danno una bella cassetta di verdura o frutta, che al chilo, mediamente, ti costa meno che al supermercato.

Andando a ritroso abbiamo detto che in generale tutti gli oli sono cresciuti a dismisura: qui ciò che possiamo fare è cercare di contenerne l’utilizzo, magari acquistando un buon olio d'oliva extravergine da usare a crudo, e limitando gli altri consumi, come le grandi quantità che tipicamente impieghiamo per friggere. Ci si può munire di friggitrice ad aria (anche se non è una vera friggitrice) ma aiuta ad utilizzare meno olio. Infine un ottima idea è munirsi di un nebulizzatore per oili, cioè quei flaconcini che, una volta riempiti, permettono di spruzzare l'olio direttamente sugli alimenti. Questi ci aiutano a contenere i consumi e mangiare anche in maniera più sana.

Per quanto riguarda il pesce, ma anche la carne che è aumentata di quasi il 4%, direi che anche qui possiamo cogliere l’occasione per ridurne il consumo. Se proprio non riusciamo a farne a meno possiamo scegliere pesci freschi meno nobili, tipicamente quello azzurro oppure orate, branzino, sardine che hanno prezzi piuttosto contenuti. Sulla carne possiamo prendere diversi accorgimenti che dipendono dalle nostre abitudini alimentari: ad esempio acquistare solo il macinato e preparare noi il ragù o gli hamburger, pratica questa che da sola permette di risparmiare circa un 20% sul prezzo.

Su farina, pane e pasta c’è veramente poco da dire perchè sono alimenti essenziali per quasi tutti gli italiani, quindi non ci sono strategie particolarmente efficaci; se siamo soliti usare molta farina si può provare ad acquistare grandi sacchi direttamente dai produttori, ma tipicamente i prezzi della grande distribuzione sono più convenienti. Anche l’autoproduzione del pane o della pasta, causa aumento dell’energia, oggi non sono particolarmente convenienti, a meno che non si abbia un forno a legna o il fotovoltaico. Per fortuna gli aumenti in questi comparti, anche grazie ad un'iva ridotta, sono ancora sopportabili.

Bene, come sempre credo abbiate capito che per contrastare gli aumenti sui beni di prima necessità, la cosa migliore che possiamo fare è cambiare le nostre abitudini alimentari: invece di esigere che sulla nostra tavola ci siano sempre determinati prodotti, diventiamo più flessibili e acquistiamo solo ciò che è in offerta (o particolarmente conveniente). Alla fine il maggior risparmio si ottiene sempre con la flessibilità.

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