Eppure anche chi ammiriamo un tempo doveva necessariamente essere come noi, cioè un individuo comune, perché nessuno nasce “grande”: grandi si diventa. Oggi proveremo a comprendere qual è il loro segreto e come questa rivelazione può aiutarci nella vita.
Riuscire è una questione di immaginazione
Senza perderci in giri di parole voglio arrivare direttamente al dunque: il segreto delle persone che hanno successo in un particolare campo, sta quasi esclusivamente nella capacità di proiettare una precisa immagine di sé. In altre parole più siamo bravi ad immaginare nei dettagli il “noi” futuro a cui aspiriamo, più sarà probabile che un giorno diventeremo ciò che desideriamo essere.
Lo so, sembra una di quelle questioni filosofico/motivazionali da guru del marketing, ma concedetemi ancora qualche secondo per provare a spiegare meglio il concetto. Prendiamo un bambino che da grande vorrebbe fare l’astronauta, ma che degli astronauti non sa nulla tranne il fatto che indossano una tuta spaziale e camminano sulla Luna. Se a quel bambino nessuno spiega che per essere astronauta bisogna fare una certa scuola, mantenersi fisicamente in salute, imparare una certa lingua e probabilmente andare a vivere all'estero, il suo rimarrà per sempre un sogno, perché non farà mai le scelte (e poi le azioni) giuste, concrete, per trasformare il sogno in realtà. Ecco cosa implica proiettare un'immagine poco precisa del sé futuro: non imboccare mai la direzione giusta.
Al contrario, più ci è chiaro cosa fare (e non fare) più aumenteranno le probabilità di riuscire a diventare ciò che abbiamo sempre voluto essere.
Arrivati a questo punto immagino abbiate capito che il processo di immaginazione si muove di pari passo con quello della conoscenza, e la conoscenza si amplia solo tramite la costanza e la determinazione. La corretta proiezione del sé futuro deve quindi essere continua, ed è chiaro che si può mettere un tale impegno solo in qualcosa che ci appassiona in modo totale, viscerale.
Bisogna inoltre accorgersi dell’eventuale esistenza di ostacoli alla nostra immaginazione: per molti il luogo in cui si vive, gli ambienti che si frequentano e il "livello" delle persone con cui siamo soliti intrattenerci, rappresenta un limite. Torniamo all’esempio del bambino: se questo crescerà circondato da parenti e amici profondamente ignoranti, nessuno sarà in grado di aiutarlo a fare le scelte giuste per diventare astronauta.
Questo concetto vale anche per tutti noi: serve frequentare gli ambienti e le persone giuste al fine di coltivare la propria immaginazione, sacrificando i rapporti con chi ci limita o addirittura ostacola. Immergersi nel contesto giusto permette fin da subito di iniziare a comportarci in modo consono all’immagine del sé futuro, cioè come se già lo si incarnasse, perché non c’è niente di più potente che assumere le giuste abitudini.
E non dobbiamo ostinarci nel voler diventare esattamente come chi ammiriamo, perché vista l’unicità del singolo e la grande diversità che caraterizza le nostre vite, probabilmente non riusciremo mai a replicare esattamente quel modello: di Michelangelo o Albert Einstein ce ne saranno sempre e solo uno, noi dobbiamo solo ispirarci a loro, non diventarne la fotocopia.
Infine bisogna comprendere che probabilmente abbiamo un’idea distorta del modello a cui aspiriamo; proprio perché stiamo ancora camminando in quella direzione difficilmente ci è chiaro cosa voglia dire essere veramente grandi, arrivati, cioè tutti i pro e tutti i contro. Per questo dobbiamo mettere in cantiere la possibilità di una disillusione, di ritrovarci delusi e insoddisfatti anche una volta raggiunto il traguardo, perché diverso dall’immagine che si era formata nella nostra mente.
Insomma la regola numero uno per riuscire, per diventare come desideriamo, è quella di calarsi completamente nella parte; se aspettiamo che le cose accadano da sole, magari non cambiando nulla nella nostra quotidianità, il fallimento è certo.
Concordo pienamente! Bravo Francesco!
RispondiEliminabel post! grazie
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