C’è un insopportabile tendenza che da tempo si sta instaurando nel nostro Paese e che riguarda la precisa volontà di rendere tutto a pagamento. Non ce ne accorgiamo perché sta avvenendo per gradi, un passo alla volta, lentamente, di modo che la popolazione si abitui senza accorgersene e quindi senza protestare.
Il problema è che ciò che stiamo subendo è un inesorabile privazione di alcune libertà fondamentali a favore del business, ovvero il consolidarsi di quello che viene comunemente definito “neoliberismo”, cioè il prevalere del denaro sull’uomo.
Pagare fa schifo
Se oggi vuoi goderti una bella giornata al mare è molto probabile che tu debba pagare. Pagare chi? Forse i proprietari del mare? No, perchè il mare non può (almeno fino a questo momento) essere di qualcuno. Tuttavia dovrai pagare per poter parcheggiare ad una distanza ragionevole dalla spiaggia e anche per poterti sdraiare sulla sabbia, visto che le coste sono un susseguirsi di lidi a pagamento. Certo, puoi sempre impazzire per trovare un buco nei parcheggi gratuiti che stanno a due chilometri dal mare e poi stiparti nelle poche strisce di spiaggia libera che ci hanno lasciato, tra gli sguardi sprezzanti di chi paga 30 euro per un lettino e ti giudica un pezzente solo perché scegli di non sottostare a questo ricatto.
Causa pandemia, poi, ad alcune spiagge libere come quelle di Portonovo, Mezzavalle e Sirolo nelle Marche, si può accedere solo previa prenotazione tramite app. Ora la motivazione è quella di garantire il distanziamento sociale, ma molti temono che il sistema verrà mantenuto anche dopo, con la scusa di rendere "più vivibili" le spiagge, e chissà se poi finiranno per chiederci uno o due eurini simbolici.
E la stessa cosa accade con sempre maggior frequenza per i laghi o le località di montagna: devi pagare cinque o dieci euro al giorno per poter lasciare l’auto e andare a farti un bagno, oppure avvalerti di costosissime navette. Qualcuno dirà: ma lo fanno per preservare la natura! No, se lo facessero per quello non allargherebbero continuamente i parcheggi a pagamento, incentivando il traffico, lo fanno per aumentare i profitti. Inoltre non permetterebbero (ad esempio) di salire in auto fin sotto le Tre Cime di Lavaredo pagando la bellezza di 30 euro cadauna, incentivando il formarsi di code chilometriche, con centinaia di auto che tengono i motori accessi per ore, nel bel mezzo delle Dolomiti.
Così, lentamente, anche alcune delle nostre meravigliose città stanno diventando a pagamento: a partire dall’estate 2022 per accedere a Venezia sarà necessario acquistare un biglietto, probabilmente via via più costoso in base alla stagione. La scusa è quella di contingentare gli ingressi e rendere la città più vivibile, peccato che per farlo non servirebbe far pagare, ma visto che ci siamo, perché non spennare ancora un po’ le persone? E, badate, abbiamo altri esempi in Italia, come Civita di Bagnoregio, luogo incantevole, ma accessibile solo previo pagamento di 5 euro.
Ci sono poi casi ancora più vergognosi: A Positano, sulla Costiera amalfitana, se estrai dallo zaino un panino e te lo vuoi gustare sul meraviglioso lungomare, arriva una guardia che ti invita ad alzare le chiappe e consumare il pasto un po’ più in là, in un piccolo ghetto defilato, appositamente creato per chi non vuole farsi spennare nei ristorantini ultra costosi.
Insomma viviamo una lenta tendenza a rendere ogni cosa a pagamento, dimenticandoci che spesso si tratta di patrimoni che appartengono già alla collettività, costruiti dalle persone e mantenuti con le nostre tasse, ma che ad un certo punto ci vengono letteralmente sottratti. La natura, così come l'arte, non sono dei pochi che riescono ad appropriarsene a scopo di lucro e ognuno di noi ha il dovere di ribellarsi a questa ignobile volontà, impedendo che domani ci obblighino a pagare anche l’aria che respiriamo.
Non so voi, ma io ne ho piene le scatole di essere preso in giro da questa gente, e allora come ci si oppone a tutto questo? Beh, ma evitando di frequentare luoghi a pagamento, così, quando i loro affari andranno in fumo, si ritroveranno costretti a fare marcia indietro, a trovare un'alternativa diversa E sì, proveranno a rendere a pagamento anche il poco che rimane libero, ma non abbiamo molte altre alternative, se non quella di rimanere fermi sulla nostra posizione e tenere duro fino a quando questa battaglia non sarà vinta. Non dobbiamo dimenticare che in questo caso sono loro ad avere molto da perdere, noi dobbiamo solo boicottarli e un giorno riavremo ciò che ci appartieme.
Bell' articolo, cose che dico gia' da tanti anni ma... la gente ha le fette di salame sugli occhi e paura di tutto.. nessuno si ribella al sistema.. pecore..
RispondiEliminaEvitare di frequentare quei luoghi non risolverà di certo il problema, perchè ci saranno sempre orde di cittadini in fila per andarci!
RispondiEliminaBisognerebbe organizzare petizioni, raccolte firme, proposte di legge etc per sensibilizzare i cittadini ed obbligare i politici ad intervenire
Si. Corretto. Per esempio io e mia moglie siamo stati una settimana in val badia. Abbiamo dormito nel Vivaro sui passi, mangiato con tavolino e due sedie (portandoci roba da casa)...fatto il bagno con una tanica che lascevamo a scaldare al sole sul tetto tutto il giorno...i bisogni dove capitava....speso solo per la benzina! E ogni giorno del pane e tre bottiglie di vino...meglio di così!!!
RispondiEliminaPrivilegiare luoghi di vacanza lontani dalle rotte turistiche modaiole, dove poter riscoprire borghi antichi, laghi e montagne "dimenticati", mangiare e dormire a prezzi onesti, vivere la natura e le vere tradizioni dei territori...le Prealpi venete e friulane (e immagino ancor di più l'Appennino) offrono una incredibile quantità di località che possono soddisfare queste esigenze...
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