La rivoluzione disincantata

La rivoluzione disincantata
La rivoluzione disincantata

Smettere di lavorare e cambiare vita è un percorso di consapevolezza e comprensione, una rivoluzione disincantata che non lascia spazio alle credenze o, peggio ancora, si affida alla buona sorte

È un cambiamento basato sulla concretezza dei numeri, sulla corretta gestione del tempo, del denaro e sulla consapevolezza che sono le azioni quotidiane a creare il nostro futuro. Le cose non si aggiustano da sole e la vita non prende la direzione della felicità per caso, serve impegno, costanza e fatica per arrivare a vivere liberi e sereni.

La rivoluzione disincantata

Tuttavia, non so per quale strano motivo, molte persone credono che amare la natura, il silenzio, l’ozio, mettere al primo posto il rapporto con chi amiamo e vivere in modo salutare e semplice, siano concetti contrapposti alla scienza, alla conoscenza dei meccanismi economici, alla finanza personale e alla profonda comprensione tecnica del mondo moderno. C’è questa idea diffusa che o sei un figlio dei fiori o sei un colletto bianco.

Credo che, in questo senso, ci sia una grande incomprensione, un ostacolo che impedisce a tanti di crearsi la vita che hanno sempre sognato. Un conto è non alimentare alcuni meccanismi del sistema, cioè non esserne parte attiva, un altro è ignorarne completamente il funzionamento e talvolta l’esistenza. 

Il denaro, per esempio, è spesso usato dalle persone per comprare l’inutile e consumare senza sosta, atteggiamento deleterio per se stessi e per la natura. Questo però non significa che non si possa trarre il meglio da questo strumento; esistono ad esempio modi etici d'investire i propri soldi ottenendo guadagni e facendo contemporaneamente del bene. Allo stesso modo tenere i soldi sotto il materasso non è una scelta di libertà, è solo ignoranza, perché il denaro perde valore nel tempo e tu stai buttando via il frutto del tuo lavoro, cioè sprecando. Internet e i social network sono una trappola per quasi tutti, fucina d'informazioni false, incredibile perdita di tempo e volto fasullo della società. Solo che se non ne conosci i meccanismi, se li snobbi o dici “a me quella roba lì non interessa”, beh quella “roba lì” ti raggiungerà comunque, e tu ne sarai vittima e non saprai difenderti, proprio perché non la conosci. La stessa cosa vale per la tecnologia, la scienza, la medicina, ma anche la storia, la geografia e persino le religioni.

Mi viene in mente un esempio sciocco, ma piuttosto chiaro: nella famosa favola di Collodi il gatto e la volpe fanno credere a Pinocchio che sotterrando delle monete crescerà un albero che lo renderà ricco. Pinocchio, che segue le loro istruzioni, diventa vittima della sua stessa ignoranza perché, come ben sapete, lascia sottoterra l’oro che ovviamente gli viene rubato.

Insomma io non riesco veramente a capire come si possa credere che l’ignoranza (cioè non voler studiare, usare e capire le cose) sia un bene. O meglio, lo capisco, si tratta dell’effetto Dunning-Kruger, cioè un pregiudizio cognitivo secondo cui le persone con meno capacità, abilità e conoscenze tendono a sovrastimare se stesse, a ritenere cioè di sapere tutto e di non essere vittime della propria ignoranza. Dicevo, non capisco come non ci si possa accorgere di questo quando la quotidianità ci mostra costantemente che quasi tutti viviamo una vita che non è quella che vogliamo, e questa condizione non è quasi mai legata al caso, ma conseguenza della nostra ignoranza. È l’ignoranza ad averci portato sulla strada sbagliata, a fare scelte sbagliate (ritenendole giuste) o non-scelte che ci hanno fatto imboccare direzioni casuali o perdere opportunità. E non parlo delle grandi decisioni, ma di quelle piccole che prendiamo ogni giorno.

Insomma, la semplicità volontaria non è questo, non è vivere nell’ignoranza, è tutto il contrario. È studiare, capire il mondo e trarne il meglio per se stessi e per gli altri. Ecco perchè dico sempre che si tratta di una rivoluzione disincantata.

2 commenti:

  1. La semplicità volontaria richiede sacrificio che non tutti riescono a fare, purtroppo.
    Ci vuole impegno, costanza, tempo e ancora tempo prima di arrivare alla meta finale.

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  2. Tutto vero! Un po' per ignoranza, un po' "perché tutti fanno così" (pecore), la gente continua la propria vita in modo un po' stupido... Non ci si ferma a riflettere sullo stile di vita del criceto sulla ruota e di tutto il meccanismo del superfluo.. ��‍♂️��‍♂️

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