Negli ultimi 10 anni ho sentito molte persone dire: “ora non si può fare, non ci sono certo le condizioni di quando lo hai fatto tu”, riferendosi naturalmente alla mia dipartita dal mondo del lavoro. Le motivazioni addotte sono più o meno sempre le stesse: non c’è lavoro, c’è la crisi, le banche non danno prestiti, gli immobili costano troppo, gli investimenti non rendono più come un tempo e ora la pandemia.
Eppure, mai come in questo periodo difficile stiamo assistendo a un boom di dimissioni volontarie, un numero davvero enorme di persone che decide di mollare il proprio lavoro e vivere una vita diversa, dove la produzione e il consumo non sono più al centro. Come è possibile?
Big qui: è boom di licenziamenti volontari
Su Wikipedia è recentemente apparsa una nuova voce: “Big quit”, un concetto coniato appositamente per identificare la tendenza al licenziamento di massa. Lì scopriamo che dopo aprile 2021 abbiamo iniziato a toccare i massimi storici dei licenziamenti volontari: Negli Stati Uniti il 2,4% dei lavoratori ha lasciato il posto di lavoro di spontanea volontà, in Olanda il 2,9%, in Inghilterra il 4,7% e in Germania addirittura il 6%.
Il motivo di questo grande cambio di rotta è da ricercarsi nel fatto che la pandemia ha permesso alle persone di ripensare ai propri obiettivi di vita, questione sulla quale prima pochi si interrogavano, ingoiati dalla frenesia del quotidiano. Paradossalmente la pandemia ha obbligato le persone a risparmiare, permettendo di ripagare almeno i piccoli debiti e quindi aumentando la propria stabilità finanziaria. Contemporaneamente è aumentato il livello di stress generale dovuto alla preoccupazione per la situazione sanitaria, ma anche per il futuro. Inoltre molti hanno assaporato i vantaggi di poter lavorare da casa, quindi si sono licenziati a favore di impieghi che concedessero maggior libertà.
La combinazione di questi fattori sta guidando il “grande licenziamento di massa” cioè la riscoperta della vita a scapito del lavoro.
Ma come fanno le persone a licenziarsi proprio ora che l’economia sta andando a rotoli? Non rischiano di non avere i soldi per arrivare a fine mese? Beh, che ci crediate o meno chiunque abbia smesso di lavorare vi dirà esattamente ciò che sto per dirvi: non servono molti soldi per vivere se si cambia modo di vivere. Lo so che sembra impossibile, che siamo convinti che servano un sacco di soldi per campare e che, a dimostrarlo, c’è il fatto che non arriviamo a fine mese, ma non è così. La maggior parte di noi non riesce ad avere una visione chiara di dove finisce gran parte dei propri soldi: non sono l’affitto o le bollette il vero problema, sono le incessanti micro-spese che facciamo ogni giorno, che vanno (per esempio) dalla colazione al bar all’aperitivo, dallo shopping alle sciocchezze che acquistiamo in edicola.
Quando cambi vita, quando non vai ogni giorno al lavoro e quindi non sei più parte integrante della società, la maggior parte delle micro-spese spariscono. Non devi più vestirti in un certo modo, usare l’auto, pagare il carburante o i mezzi e pranzare fuori, pagare la babysitter, o la signora delle pulizie. A casa hai il tempo di fare una spesa intelligente, cucinare e ottimizzare ogni processo, come banalmente lavare i piatti a mano o fare le lavatrici solo a pieno carico. E lo so che possono sembrare sciocchezze, ma sono così tante le azioni su cui possiamo intervenire che se in un mese per ognuna di queste risparmiamo anche solo 5 euro, si fa presto a ritrovarsi con 400 euro o 500 euro in più. E quando a fine anno, come accaduto in pandemia, ti accorgi di aver messo da parte 5000 o 6000 euro, comprendi che non serve lavorare così tanto, e che magari in famiglia basta che lavori una sola persona o che entrambi facciamo part time.
Per molti (ovviamente non per tutti) la crisi, la mancanza di lavoro o la pandemia sono solo scuse; e va benissimo, non è detto che si debba per forza vivere senza lavorare, ma chi ha questo tarlo nella testa, chi non vuole passare la propria esistenza a produrre per altri, facendosi massacrare dalle tasse senza mai raggiungere un traguardo, deve sapere che vivere senza lavorare non è così difficile come sembra. Evidentemente, se così tante persone lo stanno facendo ora, nel centro di una delle peggiori crisi degli ultimi 100 anni, forse ci manca solo un pizzico di coraggio.
se uno decide di abbandonare il proprio lavoro senza averne già trovato un altro la spiegazione è molto semplice... o ha già una rendita oppure punta al reddito di cittadinanza. Vediamo quanto dura...
RispondiEliminaPer me dovresti cambiare il titolo e il leit motiv SMETTERE DI LAVORARE. La gente che si licenzia, NON smette di lavorare, ma va a fare un lavoro diverso. Per esempio, molti scelgono di convertirsi in agricoltori o allevatori, di fare il formaggio in casa e poi venderlo direttamente al consumatore, di aprire un'attività d artigianato..e via discorrendo. Questo concetto del vivere senza lavorare, permettimi, non passa! Nessuno può permettersi di non lavorare, nemmeno tu! Infatti, lavori in ...proprio. Vivi in maniera semplice e in mezzo alla natura e cerchi di evitare spese superflue, però gestisci un blog, scrivi libri e, mi sembra, fai anche conferenze. quindi dei soldi ti entrano, altrimenti come potresti sopravvivere, tu e la tua famiglia!!
RispondiEliminaSmettere di lavorare è uno slogan, serve per attirare le persone verso la semplicità volontaria, che è molto più importante. Un trucco, se vogliamo, ma molto efficace, quindi no, non va cambiato, MAI.
EliminaForse ti sei sentito ingannato? Forse volevi cercare di far rientrare anche Francesco in uno stereotipo commerciale? Il mondo è metà da vendere e metà da comprare e nei suoi libri si parla appunto anche di rendite. Come ti ha già risposto lui stesso il "Smettere di lavorare", oltre che al titolo, è anche un messaggio sintetico ed il più breve per cercare di far capire che si può vivere benissimo anche, e soprattutto, smettendo di fare e compiere quotidianamente gesti e azioni che paradossalmente non ci piacciono.
EliminaEsatto, a mio parere la locuzione "Smettere di lavorare" è una porta d'ingresso verso un mondo diverso
Elimina"E quando a fine anno, come accaduto in pandemia, ti accorgi di aver messo da parte 5000 o 6000 euro" ste cifre non sono per noi poveracci.
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