Una delle questioni che più di altre mi fa riflettere su quanto siano perversi alcuni meccanismi della società in cui viviamo è quello delle vacanze, e mi va di parlarne perché ci siamo, è arrivato per molti italiani il momento di andare in vacanza.
Qualcuno dirà: ma chi li ha i soldi per andare in vacanza dopo questa pandemia? Tanti. Una ricerca di mercatro eseguida da Doxa mostra come quasi il 70% di noi andrà in vacanza nell’estate 2021, anche se prevalentemente in Italia per via delle restrizioni. Dunque aprono le gabbie e tutti torniamo a comportarci come se nulla fosse.
Le vacanze ti rendono schiavo
Che la vacanza sia un modo per rilassarsi e godersi qualche giorno di tranquillità è abbastanza evidente, ma basta capovolgere il punto di vista per rendersi conto che nel concetto di “vacanza” si consuma forse uno dei più grandi assurdi della società in cui viviamo: nell’arco dell’intero anno infatti insistiamo nel vivere una vita dalla quale sognamo costantemente di scappare. Stiamo seduti dentro il nostro ufficio e non facciamo altro che guardare fuori dalla finestra ricordando quanto è stato bello l’anno scorso in Sardegna o quello prima a Bali, e quanti mesi mancano ancora ad agosto. Così per settimane e settimane lavoriamo duramente, per poterci poi permettere giusto una quindicina di costosissimi giorni dove sfogare tutta la nostra frustrazione spendendo e consumando come forsennati.
Quest’anno poi l’assurdità è ancora più evidente: siamo rimasti chiusi in casa per mesi a non fare nulla, aspettando di poter ritornare a quella vita che prima detestavamo. Denuciavamo l’incostituzionalità delle restrizioni e ineggivamo alla rivolta popolare contro lo Stato tiranno. Alla fine, non solo nessuno ha fatto nulla (se non scrivere qualche rivoluzionario post su Facebook), ma appena ci hanno liberati siamo tutti tornati a vivere secondo le regole di quel sistema che tanto criticavamo. Le vacanze sono l’esatto contrario della libertà, sono l’ora d’aria che il sistema ci concede affinché poi sopportiamo meglio la prigionia in cui siamo costretti. L’italiano, credendo che la vacanza sia finalmente la liberazione dagli obblighi quotidiani, in quel contesto spende e consuma il triplo del normale per scaricare tutta la sua frustrazione. Così facendo però altro non fa anche alimentare con maggior forza l’economia del sistema in cui vive, cioè rinforzando la prigione in cui si sente soffocare per tutto il resto dell’anno.
Il sistema non ci lascierà mai veramente andare; quando avremo ricaricato le batterie ci richiamerà all’ordine e noi saremo costretti ad obbedire. Se invece vogliamo veramente rompere le sbarre di questa prigione, allora dobbiamo capire che la via maestra è togliere al sistema la sua linfa vitale, cioè cambiarne drammaticamente l'economia, modificando le nostre abitudini. Invece noi vogliamo che tutto cambi pur continuando a fare quello che abbiamo sempre fatto, come se il cambiamento non dipendesse da noi, dal nostro modo di comportarci, e sempre dagli altri.
Al posto di passare il tempo a sognare e usare le nostre energie per programmare minuziosamente la prossima vacanza, dovremmo costruirci un’esistenza dalla quale non sentiamo costantemente il bisogno di scappare. Altrimenti persisteremo in un loop senza fine, dove la vacanza rappresenterà sempre la nostra triste fuga dalla quotidianità, il cui epilogo è già segnato: tornare tutti a produrre e consumare, composti e diligenti, con la schiena inarcata e la testa piegata sulla scrivania.
Ciao Francesco,
RispondiEliminanon posso che farti i complimenti anche per questo articolo e per questo pensiero che condivido in ogni singola parola.
Vivere aspettando che arrivi la sera, il weekend o le prossime vacanze è un modo orribile di vivere (o meglio di sopravvivere), ma ci hanno insegnato che è perfettamente normale.
Prima il dovere e poi il piacere, sempre scissi, sempre in antitesi, dove il dovere deve essere sofferenza e schiavitù perché è giusto così.
La vita invece dovrebbe essere nella sua interezza un libero mutare di emozioni e di vitalità, senza inscatolare in orari o giorni prestabiliti quello che bisogna fare.
Grazie ancora per quello che fai e per come cerchi di cambiare il mondo!
A presto,
Dario
Il tuo articolo è di un interessante che non ha limiti! Condivido appieno il tuo pensiero!
RispondiEliminaE pensa che la gente va a fare la schiava tutto l'anno per potersi permettere di fare una settimana o due di "vacanza" e poter dire di esserci stata anziché smettere di lavorare e fare vacanza tutto l'anno.
RispondiEliminaI paradossi della vita.
Sia mai venga loro in mente che ogni cosa, vacanze incluse partono dalla mente, ovvero basta ritagliarsi qualche ora tutta per sé ogni giorno e quella è già vacanza, ovunque si è.
Ma stiamo parlando come sempre di masse del tutto inconsapevoli e senza personalità, per le quali l'esistenza umana si basa necessariamente su vestiti firmati e vacanze fuori casa, altrimenti poi vicini, parenti e colleghi cosa pensano?
E quindi vai di stipendio sequestrato da rate infinite e mutui e prestiti per potersi permettere oggetti inutili e vacanze che sono appunto l'ora d'aria del carcerato prima di rientrare nei ranghi della schiavitù omologata.
Poi uno si ammala e muore.
Lo dico chiaro, per questo tipo di mentalità e paradigma non c'è più spazio sul pianeta, qui bisogna evolvere piaccia o no e ribaltare tutto, e quando sento che le masse stanno correndo a vaccinarsi pur di poter prendere un aereo e andare in ferie mi dico che per fortuna è in atto una speciazione, quella finale, e il pianeta nel giro di poco tempo si sarà di molto alleggerito, e ne sarà ben felice.
Caro Francesco, dopo anni continuo a seguire ed ammirare le tue idee. Il tuo stile verbale è forte e scultoreo, oltre che assolutamente pieno di logica e buon senso. Probabilmente la maggioranza di noi si merita questo, gli va bene così. Per me è un po' meglio, perché sono psicologo libero professionista, ma il rovescio è che, non a caso, da un anno sono praticamente senza lavoro. Quello che pochi sanno, ed a cui anch'io ahimé, non avevo riflettuto abbastanza, è che ogni giorno muore nel mondo un numero di bambini per fame, malattie e guerre di molti ordini di grandezza superiore al CV, e pochi fanno qualcosa in merito. Ulteriore conferma che ci meritiamo questo ed altro. Però sono meno d'accordo che nessuno fa niente per la situazione attuale: il risveglio c'è eccome, solo che siamo ben lontani dalla metà della popolazione, ci vorrà ancora molto tempo. Però non possiamo disperare, o finiremo tutti cavie delle industrie farmaceutiche. Grazie per quello che fai, un caro saluto
RispondiEliminaSarà! Ma staccare non è malvagio! Sistema o no!
RispondiEliminaSarà! Ma anche staccare non è malevolo! Sistema o no
RispondiEliminaCondivido pienamente il tuo pensiero. Io speravo che questo lungo periodo di sosta forzata servisse a molti per cambiare le priorità, rivalutare certe cose e tagliare rami secchi. Invece vedo una folle corsa al recupero degli spritz perduti, delle vacanze non fatte, quasi quasi rimpiango le strade deserte del lockdown...
RispondiEliminaPanem et circenses dicevano i latini. Basta il pensiero delle vacanze e allora
RispondiEliminasi sentono tutti più forti, basta parlare degli europei di calcio e allora tutto va bene, i problemi magicamente spariscono...
Francesco hai dimenticato che ad agosto nelle fabbriche c'è qualcuno che lavorerà duramente: i manutentori di produzione. Loro le ferie se le posso anche sognare ! Io sono uno di questi sfortunati.
Il pensiero di andare in vacanza solo quando mi possono concedere i giorni non mi basta! Io ho bisogno di libertà. L' unico rimedio è la semplicità volontaria, accumulare e smettere di lavorare prima.
Forza Francesco, continua così !
Sono in vacanza tutti i giorni: quando guardo le mie piante crescere, quando degusto un buon bicchiere di vino, quando fumo un buon sigaro, quando accendo la mia pipa, quando leggo un bel libro, quando mi cucino un buon piatto e mi faccio un caffè. Il problema è solo uno: come faccio a spiegarlo a mia moglie?
RispondiEliminaBravo Fred, giusta considerazione: ottimo stile di vita, concordo pienamente (adoro le piante e gli alberi, apprezzo il buon vino, fumo sigari dominicani e tabacco da pipa scozzese e danese, leggo di tutto e sempre, mi piace stare tavola, non bevo caffè, solo orzo e qualche tisana che curo con erbe da me raccolte, malva, camomilla, melissa, tarassaco, fiori di cicoria...)!! Il resto delle altre opinioni ci stà (italiani popolo di omologati con le catene) e non ci stà (le vacanze, non dimentichiamolo, rappresentano il 13% del pil: non è cosa da poco per una nazione che economicamente sta affondando).
RispondiEliminaArticolo, come sempre succede con i tuoi, che fa riflettere.
RispondiEliminaMi fa sorridere però leggere queste righe e vedermi a fianco il banner "Ota Viaggi - Prenota Prima" xD
Pensa quelli che spendono soldi per far apparire banner su cui nessuno clicca... :)
EliminaCiao Francesco, ti seguo spesso ma su questo non sono d'accordo, ci sono vacanze e vacanze, e lavori e lavori. Io amo il mio lavoro anche se sottopagato e sempre meno considerato, snaturato da burocrazia infinita ma pieno di soddisfazioni. Più che un lavoro è una vocazione. Anche quest'anno salutando le mie quinte pronte a salpare verso nuovi lidi dopo la maturità una lacrimuccia mi è scesa. Me li ricordo impauriti in prima e ora mi ritrovo uomini e donne pieni di sogni e desideri. Per me le vacanze e i viaggi sono cose per cui vale la pena di spendere i soldi risparmiati con fatica, perché sono il modo di conoscere mondi e culture diverse, persone di altre culture e religioni, di vedere e sperimentare dal vivo i miracoli della natura, le opere d'arte nei musei, le bellezze nascoste nei piccoli paesi e nelle grandi città del mondo. Io viaggio low cost e faccio da anni scambiocasa, non solo per risparmiare ma per vivere la vacanze immersi in una cultura, a partire dalla casa che tanto racconta di una famiglia e di un popolo. Se mai avrò un figlio, farò di tutto per farlo viaggiare, perché viaggiare apre la mente e il cuore, ti fa sentire piccolo di fronte al mondo e fratello della famiglia umana. Mille parole non valgono l'esperienza di un viaggio che non è sempre sinonimo di fuga o consumo spasmodico. Amo viaggiare e amo tornare a casa dai miei affetti, amo raccontare e passare quel che imparo viaggiando ai miei allievi sperando di stimolare in loro la voglia di conoscere il mondo, perché in viaggio impari a conoscere anche te stesso negli imprevisti e nelle difficoltà, e quell'esperienza te la trovi poi nelle situazioni della vita. Quindi no, su questo non condivido, si alle vacanze e ai viaggi tutta la vita.
RispondiEliminaCara professoressa, comprensione del testo quattro meno meno. Le pare che Francesco si fosse scagliato contro questo tipo di visione del viaggiare?
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