Vi siete mai chiesti per quale motivo le persone, donne o uomini che siano, cercano di fare carriera, puntando ad avere un ruolo lavorativo importante e uno stipendio elevato?
La risposta più banale che possiamo dare a tale quesito è: "perchè la carriera garantisce privilegi, cioè sostanzialmente più potere e più soldi, che permettono una vita agiata e maggior sicurezza per il futuro".
Beh, c’è molto di più dietro al desiderio di scalare la piramide sociale e adesso lo capiremo insieme.
Troppo Lavoro ti Rovina la Vita
Per comprendere a fondo il motivo per cui una persona ricerca la carriera dobbiamo fare un passo indietro e parlare di competizione. L’essere umano, in quanto animale, è vittima dei propri istinti primordiali: se fossimo puro istinto agiremmo d'impulso, ammazzadoci l'un l'altro senza alcuna remora, ma fortunatamente abbiamo la ragione, a cui però non riusciamo sempre a dare retta.
Talvolta, quando lasciamo che l’istinto abbia la meglio sulla regione, finiamo per comportarci in maniera sconveniente. Cedere, ad esempio, al desiderio sessuale nei confronti di una giovane ragazza quando si ha già famiglia, è un atto istintivo, soddisfacente nell’immediato, ma che può finire per rovinare la vita a noi e ai nostri figli.
Anche la competizione è un istinto, mosso dal bisogno ancestrale di accaparrarsi delle risorse limitate, come il cibo o il denaro, ma anche un ruolo di potere nel gruppo. Ecco quindi che chi si fa sopraffare dal bisogno di arrivare primo, guadagnare di più e comandare gli altri, rischia di incappare in problemi che, usando la ragione, magari eviterebbe.
Se ci si fermasse un secondo a riflettere sui problemi che, sul lungo periodo, la competizione (e quindi la carriera) generano, forse si smetterebbe di inseguirla. Si capirebbe facilmente che avere più potere non serve a nulla e tutto il denaro che si guadagna grazie alla carriera, nemmeno. Il potere infatti è un'illusione, esiste solo dentro la propria testa e dentro le quattro mura aziendali che si frequentano quotidianamente. Ti fa sentire importante con le persone con cui lavori, ma poi esci da quell'edificio, cioè dove la vita vera si consuma, incontri banalmente un estraneo che non ha niente a che fare con te, e lì il tuo potere finisce istantaneamente.
I soldi, allo stesso modo, tanti soldi, più di quelli necessari, a cosa servono se sei sempre al lavoro? Se li gode di più chi ne ha pochi, ma li può usare, ad esempio dedicando la vita alle proprie passioni come fa un pittore, oppure chi gira il mondo vivendo esperienze incredibili come fa un nomade digitale, o ancora chi vive con poco, immerso nella natura, nella pace e nel silenzio, cioè li usa per essere totalmente libero da regole e condizionamenti. Quando hai i soldi, ma lavori, ti compri la Ferrari per poi ritrovarti in coda sulla tangenziale come tutti gli altri, e la barca vela o la villa per andarci due settimane l’anno… e tutto il resto del tempo? Beh tutto il resto del tempo lo usi ancora per fare carriera, perché questa va mantenuta, altrimenti un altro, più giovane e grintoso, ti sottrae tutto quello che hai costruito.
Ecco il risvolto a cui generalmente non si pensa quando si lascia che l’istinto competitivo abbia la meglio sulla ragione: il tempo e le energie impiegate nella carriera non fanno altro che spingerti sempre più a fondo in quel meccanismo, imprigionandoti. Fai carriera per avere dei privilegi che poi non hai il tempo di sfruttare. E intanto che questo teatrino va avanti, la vita, là fuori, passa e nessuno te la restituisce più.
Ecco allora perchè serve fare un reset mentale, il vero grande reset: comprendere che le scelte giuste per la nostra felicità si attuano quando si impara a governare i propri istinti primordiali, usando la ragione e smettendo di agire come scimmie ammaestrate. Chi sa governare i proprio istinti, chi ragiona oltre quello che gli hanno detto di fare, non vede in chi insegue la carriera un esempio, una figura da imitare, ma un individuo poco consapevole del significato profondo ddel termine "felicità", cioè lo scopo dell’esistenza stessa.
Senza una fonte di reddito sufficiente puoi fare molto poco se abiti in città, se poi sei in affitto e non lavori, non so proprio come puoi goderti la vita.
RispondiEliminaSemplicemente si investe il denaro su persone e società malate di lavoro, carriera e successo. questo Ti permetterà di goderti le bellezze della vita che non torneranno per chi sgomita notte e giorno.. è il gioco dei contrapposti
RispondiEliminaegregio
Eliminadott nermenni
grazie per il suo ultimo video, se mi posso permettere non sono totalmente in accordo con lei.
credo che il "fare carriera" non sia solo "fare soldi" , ma acquisire quelle esperienze lavorative, che possono formare una persona, si spera in meglio.
cordiali saluti
luca nicolazzi
in Italia per lo più si fa carriera solo per anzianità..cioè verso stipendi più alti..uno può anche imparare delle cose, ma lo può fare anche fuori dal contesto lavorativo, e meglio usando il tempo che si tiene per sè. Tutti questi contenuti formativi attraverso il lavoro non li vedo (banca? poste? supermercato? operaio?..) se non come eccezione.
EliminaAvevo fatto carriera, avevo un'azienda con molti dipendenti, una macchina sportiva che costava quanto un monolocale e non mi mancavano i soldi. Viaggi inutili, cene esageratamente costose,..
RispondiEliminaMi sono liberato di tutto: impegni, scadenze, responsabilita'...
Come si sta bene senza fare niente!
Mi occupo sempre di piu' di meno cose e sto benissimo! L'avessi fatto prima!
Dico sempre che andrebbe proprio abolito il termine "lavoro" perché indica fatica, sudore, stanchezza.
RispondiEliminaChi ama ciò che fa, ovvero un'attività, non lo vede come un lavoro ma come una passione senza la quale la sua vita non sarebbe la stessa né felice. Mi riferisco agli artisti di ogni tipo, gli artigiani, coloro che fanno dei loro hobby la loro attività principale.
Il lavoro fatto solo per portare uno stipendio a casa è ciò che rende l'uomo schiavo, così come un'attività fatta per arricchirsi e fare una vita di lusso.
Andrebbe compreso, e Fred ne è un esempio, che il vero lusso dei nostri tempi e della vita umana in generale è la semplificazione, ovvero fare pochissime cose per farle bene e trarre da esse il massimo benessere psicofisico e spirituale. E avere più tempo a disposizione per coltivare se stessi e la propria evoluzione.
I grandi saggi orientali elogiavano l'ozio, un motivo ci sarà no?
Solo in Occidente (e nei paesi asiatici che hanno dimenticato la propria saggezza millenaria) l'ozio è considerato il padre dei vizi.
L'inconsapevolezza è la madre di tutti i mali in realtà.
Si può vivere di pochissimo anche in città ad elevato costo della vita ed essere felici, perché quando ci si rende conto che il 90% dei nostri bisogni sono falsi e indotti, si smette di spendere per cose inutili, e si vive di esperienze vere e non legate allo shopping nei centri commerciali o all'apparenza.
Se una persona si mettesse a lavorare solo per soddisfare i pochissimi veri bisogni che ha, le basterebbe lavorare al massimo tre mesi all'anno, o due-tre ore al giorno 4 giorni a settimana.
È quello che faccio io.