Attenzione a farti licenziare (multa!)

Attenzione a farsi licenziare (multa!)
Attenzione a farti licenziare (multa!)

Un tempo potevi startene a casa senza fare nulla, aspettare la lettera di richiamo del datore di lavoro, ignorarla e quindi venir licenziato. Cosa accadeva in questo caso? Beh, che il licenziamento naturalmente avveniva per giusta causa, ma il dipendente avrebbe comunque ricevuto la disoccupazione.

Sì, avete capito bene, in Italia (anche se è profondamente immorale e ingiusto) se si combina un guaio sul posto di lavoro, si è dei totali assenteisti o comunque si agisce in modo scorretto al fine di farsi licenziare, si ottiene comunque la disoccupazione. 


Attenzione a farti licenziare (multa!)

La somma che spetta ad ogni persona che viene licenziata è piuttosto interessante. Ascoltate questo video per comprendere meglio l’entità della cifra e tutte le opportunità che ne conseguono. Da oggi però le cose cambiano, anche se non di molto, perché la Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata in merito, introducendo un cambiamento che non si può ignorare.

Con la sentenza N° 160/2020 del 10/11/2020 la Corte di Cassazione ha confermato una sentenza del Tribunale di Udine, spiegando che (cito testualmente): “l’azienda costretta a licenziare il dipendente per via delle assenze ingiustificate, ha diritto a ottenere dal lavoratore il risarcimento del danno corrispondente all’importo del Ticket NASpI versato all’INPS”.

Non tutti infatti sanno che quando un datore di lavoro ti licenzia (per un motivo qualsiasi) deve pagare all’INPS un certo importo che viene chiamato Ticket NASpI. Anche questa è una porcata tutta all’italiana, una sorta di tassa nascosta se vogliamo, camuffata da disincentivo al licenziamento. Di quanti soldi stiamo parlando? Il datore di lavoro, per ogni anno di anzianità del dipendente, deve versare il 41% del massimale mensile della NASpI, che per l’anno 2020 è di 1.227,55 euro. Tanto per sparare un numero, per un lavoratore che è rimasto 3 anni in azienda e poi è stato licenziato, il suo capo deve versare all’INPS circa 500 euro per ogni anno, cioè 1500 euro.

Con questa nuova sentenza, se il lavoratore fa il furbetto e se ne sta a casa per farsi licenziare, sarà lui a pagare questa cifra. La sentenza parla solo di “assenteismo”, ma è facile capire che qualsiasi altro atto di malafede, volto a farsi licenziare, potrebbe rientrare tranquillamente in questa casistica. Immagino che la fantasia degli italiani, che pare fiorire proprio quando si tratta di trovare gabole e scappatoie alle regole, partorirà velocemente un qualche metodo stravagante e ingegnoso per farsi licenziare senza che vi sia la malafede.

Ad ogni modo, torniamo un secondo con i piedi per terra e ragioniamo: questo ammontare è sostanzialmente un risarcimento, che non preclude l’intera disoccupazione, per cui il lavoratore furbetto potrebbe essere disposto a risarcire il Ticket NASpI (che al massimo corrisponde a poco più di uno stipendio) pur di ricevere l’intera NASpI, che comunque garantisce un'entrata costante e importante per ben 24 mesi.

E poi, perché il datore di lavoro ottenga il risarcimento del Ticket (che intanto deve pagare il 16 del mese successivo al licenziamento) dovrà avviare una causa civile e i tempi, quando va tutto liscio, sono almeno di 2 anni, più tre mesi per rendere esecutiva la sentenza. In tribunale poi, si sà, nulla è certo, e magari, alla fine di tutto si scopre che l’ex lavoratore è ormai nullatenente e nessuna cifra o bene può essergli pignorato a favore del datore di lavoro.

5 commenti:

  1. Se gli anni di lavoro sono tanti diventa una bella cifra di risarcimento se ho capito bene. Ciao e grazie

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  2. Nella repubblica delle banane definita Italia i cosiddetti nullatenenti come me medesima infatti sono quelli che stanno meglio, non lo avete ancora capito? Tutto, ma proprio tutto il sistema legislativo, di tasse, di indennità di disoccupazione, di reddito di cittadinanza, è fatto per incoraggiare la gente a fregare il sistema, quello stesso sistema che si inventa queste porcate, appunto.

    I motivi non sono difficili fa comprendere per chi conosca la vera storia dell'Italia.
    Se questo fosse un paese basato sull'etica e sull'onestà non esisterebbe più da ben prima della sua unificazione fasulla e voluta dai poteri forti stranieri a suo tempo, benvenuti nell'illusione Italia spacciata per una repubblica fondata sul lavoro e sulla democrazia parlamentare (come stiamo vedendo dal 9 marzo 2020 ad oggi).

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    1. Anna, perché quando lo dico io mi prendono per pazzo! Come sempre hai fatto centro.

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    2. Anna, aggiungo una cosa. Io ho versato 300.000 Euro di contributi Inps e, secondo il sito, mi aspetterà una pensione di 930 Euro. A mia sorella che non ha mai lavorato e non ha versato un centesimo daranno la pensione sociale di 500! Chi ha vinto? Io o mia sorella? Ha vinto lei!!!

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    3. Ciao Fred, sempre un piacere leggerti.

      Ti prendono per pazzo come prendono per pazza me perché purtroppo non hanno chiaro come funzioni veramente il sistema Italia, dove tutto è fatto per fregare l'onesto e illuso lavoratore e incentivare il caos sociale e le mafie, prodotto dello Stato stesso.
      Durante il Covid sbaglio o i boss hanno fatto i bravi? Pure i terroristi, pare...

      Una volta capito questo vedi come smettono tutti di foraggiare questo schifo, e tutto crolla.
      Ci tengono per il cappio quando sanno che abbiamo qualcosa che a loro interessa, altrimenti elargiscono soldi per avere voti in cambio e per dimostrare che lo Stato sociale funziona.

      È tutto sovvertito, e allora tanto vale vivere di pochissimo e liberarsi da tutte le schiavitù imposte dal "libero mercato" facendosi i cavoli propri coi frutti del proprio ex lavoro.

      Ti auguro delle serene feste.

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