La Città Uccide

la città uccide
la città uccide

Oggi quasi tutti vivono il falso mito dell’uomo d’affari o della donna in carriera, che vive nelle grandi città, presenzia alle riunioni, prende il taxi, mangia nei ristoranti vestendosi alla moda e bevendo aperitivi.

Questo miraggio ci ha fatto completamente dimenticare che luoghi angusti e malsani siano in realtà le nostre metropoli. Come una doccia fredda arriva il rapporto dell’OMS a riportarci tutti con i piedi per terra e a sancire che nelle città si muore, si muore avvelenati.


La Città Uccide

Un morto su otto in Europa è dovuto all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e alla grave mancanza di zone verdi nelle grandi metropoli. Si tratta di quasi 650.000 persone ogni anno. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’OMS, redatto assieme all’Agenzia Europea dell’Ambiente. Tra tutte le cause di morte l’inquinamento atmosferico gioca un ruolo chiave, soprattutto a causa della famose polveri sottili (PM10). Queste nano particelle, prodotte in larga parte dagli scarichi delle automobili e dalle fabbriche, hanno la possibilità di entrare nelle cellule e addirittura arrivare al nucleo creando diversi disturbi tra i quali le mutazioni del DNA.

Dunque vivere nella grandi città significa esporsi ad un maggior rischio di malattie e avere una possibilità in più di morire anzitempo. Il numero di persone che si espone a questo rischio è via via sempre crescente perchè il nostro modello economico ci spinge a vivere in agglomerati urbani sempre più grandi e malsani. Per tutta la storia dell’umanità la popolazione delle campagne ha sempre superato quella delle città, poi, nel giro degli ultimi cento anni abbiamo letteralmente rovesciato questi equilibri, con metropoli sempre più estese e densamente abitate.

Purtroppo poi, quando ci troviamo a vivere momenti di crisi così profondi e complessi come quello in cui siamo immersi ora, per la gente comune la possibilità di vivere lontani dalle città si abbassa ulteriormente. Visto che i consumi scendono causa la scarsità di denaro, le persone hanno maggior probabilità di sopravvivere avvicinandosi ai centri urbani. Tanto per fare un esempio banale l'alimentari o il parrucchiere di paese può contare su un afflusso di persone decisamente scarso e quando la propensione a spendere diminuisce, le cose si mettono male.

E pensare che in linea teorica i grandi centri urbani sarebbero più efficienti: si potrebbero avere generatori di quartiere alimentati a biomasse, facciate dei grattacieli con vetri fotovoltaici, treni elettrici e condivisione degli spazi per evitare la cementificazione selvaggia. Invece oggi accade l’esatto opposto: la popolazione aumenta continuamente, si ammassa, tutti si muovono in automobile e le metropoli si espandono senza un serio piano di sostenibilità.

E allora, se possiamo, andiamocene da questi luoghi malsani che negli anni a venire diventeranno sempre più tossici. Chiudiamo con il nostro lavoro e trasferiamoci in zone di campagna. Non abbiamo bisogno di sentirci uomini e donne in carriera, di fare la vita metropolitana esaltata dalle pubblicità e dai telefilm. Quelle sono trappole per chi non ha ancora capito come stanno veramente le cose. Abbiamo solo bisogno di vivere serenamente

Non dobbiamo mai dimenticare che tutti i soldi che guadagnamo e i lussi che possiamo permetterci non varranno niente nel momento in cui la nostra salute dovesse venir irrimedibilmente compromessa. Facciamo oggi la scelta giusta, lasciamo le città a chi non basta a se stesso e ha bisogno di tutto il resto per sentirsi qualcuno.

12 commenti:

  1. Condivido questo articolo, personalmente questa estate (con sacrifici e organizzazione) ho lasciato roma, ormai invivibile nel quotidiano, per Pesaro e adesso vivo a 10 minuti a piedi dal mare. mi sento rinata.

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    1. Il problema di Roma è che fa schifo. Io ho vissuto sei anni a Toronto ed è tutta un'altra cosa. Esperienza fantastica.

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    2. Ciao a tutti bellissimi articoli condivido da sempre, il concetto di campagna non potete te immagginare quanti posti ce Ne Sono in campagna abbandonati non servono a nessuno, gente possiamo costruire dei bellissimi ecovilaggi, posto ce, siamo intrapolati dai soldi, ci tengono prigionieri nelle loro citta artificiale te costruite fer farci acquistare la loro merce che viaggiando inquina il Pianeta, scegliamo il Venus Project costruiamo un futuro da zero cercate sul Web se sarrebe troppo lunga Amore per tutti

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  2. Ciao Francesco, io sono d'accordo con molte delle cose che tu dici. Tranne il tuo invito ad andare tutti a vivere in campagna. Il consumo di suolo è già un grosso problema, se tutti volessero la casetta in campagna sarebbe il disastro ambientale. Magari trovare soluzioni sostenibili e alternative nelle città in cui viviamo, rendendole più vivibili e non deserti di cemento, quello sì, sarebbe un passo avanti per tutti.
    Maria

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    1. Non bisogna andare per forza in campagna. Io sto lavorando per spostarmi da Milano a Savona. Sempre in città ma più vivibile.

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    2. Di case in campagna vuote ve ne sono

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    3. Io sono andata vivere Las Palmas, a 200 metri dal mare, benché si tratti di una città. Una città con molti meno abitanti di Milano e che si estende pero in un territorio vasto tra mare e collina. Però ho dovuto aspettare di andare in pensione e sono comunque andata a vivere in città perché sono sola e ho bisogno di socialità, così come ho bisogno di ospedali e di altri servizi vicini. Ciò che voglio dire è che non sempre si può scegliere, scegliere di lasciare la città nella quale si ha il lavoro, scegliere di vivere in un paesino quando invece hai biogno di avere gli ospedali a portata di---mezzi pubblici, ecc.

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  3. Da quasi dieci anni vivo in campagna, sulla cima di una collina di un piccolo paesino e non tornerei a vivere in città nemmeno se mi pagassero mensilmente per farlo.
    Ho vissuto tanti anni in varie metropoli europee e non solo, trasferendomi per lavoro, e pur conservando dei bei ricordi non ci vivrei mai più.
    Oltretutto negli anni mi è capitato di tornare in alcune delle città dove ho vissuto, e ho constatato con orrore quanto fossero cambiate. Laddove prima c'erano centri culturali, musei e gallerie d'arte ora ci sono negozi e centri commerciali.
    Tutto è consacrato al dio denaro, al punto che in città come Dublino hanno eliminato le panchine ai parchi e i sedili alle fermate dell'autobus per costringere le persone ad entrare nei caffè e pub più vicini per sedersi, col risultato di dover consumare e dunque spendere soldi inutili.

    Sono rimasta profondamente disgustata, perché a me dei negozi non interessa proprio un bel niente visto che compro pochissimo e solo se strettamente necessario, e sono convinta anch'io che la città così come è strutturata oggi sia destinata a scomparire nel peggiore dei modi, poiché offre solo una vita che di umano non ha nulla.

    Di sicuro non si possono collocare miliardi di persone in campagna o montagna, ma bisogna ripensare totalmente al concetto di città, facendola diventare un luogo non sovrappopolato e soprattutto ecologico e rispettoso dell'ambiente.

    Se saremo ancora qui come specie tra cento-duecento anni, spero che i posteri saranno in grado di costruire città pienamente ecologiche e con un perfetto equilibrio tra natura ed edifici.

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  4. Purtroppo la dura verità è che siamo in troppi! Se l'essere umano si reputa superiore agli animali perchè non arriva a capire che proseguendo per questa strada danneggia se stesso e il futuro anche dei propri figli? Lara.

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  5. Se poi la città si chiama Roma allora ti uccide tutti i giorni! Rispondendo anche a Maria del post sopra, si trovano delle ottime offerte nei centri storici di molti paesini che negli anni si sono svuotati. Io me ne andrò in Umbria.

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  6. Io vivo a Bologna, per fortuna in collina, ma la città metropolitana è diventata invivibile. Beato chi vive in zone della regione più tranquille, fa una vita migliore.

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  7. Ciao Francesco.

    Da qualche tempo ho staccato con il mondo del lavoro e la tentazione di andare e vivere in posti più tranquilli è veramente forte.E'un pensiero costante.



    Fortunatamente viviamo in un piccola cittadina dove i disagi percepiti in una metropoli sono veramente ridotti.

    Ritengo però che decisioni importanti come questa necessitino di attente valutazioni e debbano essere veramente condivise dalla famiglia,che per noi è sacra.

    Non mi darei pace se dopo l'euforia iniziale prendesse il sopravvento il rimpianto del passato.

    Lo considerei una sconfitta personale.

    P.s.:ho comprato il tuo libro :Ricco solo risparmiando.

    Complimenti!


    V.

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