Ciò che Non Sarai Mai, se Lavori

Ciò che Non Sarai Mai, se Lavori
Ciò che Non Sarai Mai, se Lavori

Se una persona inizia a lavorare a trent'anni e va in pensione circa a 70, lavorerà per  quasi 10.000 giorni, ovvero più o meno il 70% del tempo, perdipiù nel fiore dei migliori anni della sua vita. 

È stato calcolato che se sfruttassimo a fondo il tempo trascorso lavorando, potremmo fare circa 7 volte, a piedi, il giro completo del mondo. Invece, quello che accade, è l’esatto opposto: restiamo lì, sempre chiusi dentro quelle quattro mura mentre la vita ci scivola tra le dita come la sabbia del mare. 



Ciò che Non Sarai Mai, se Lavori

Tutto quel tempo lo buttiamo in lavori perlopiù monotoni e spesso, quando sono interessanti, siamo costretti a svolgerli in condizioni che li rendono inutilmente complicati e assolutamente non divertenti. Non ci è concesso di smettere o cambiare, dobbiamo fare come ci dicono, piegare la testa e dire “sì signore”.

Anche se non ce ne accorgiamo diventiamo presto prigionieri di fattori esterni su cui non abbiamo alcun controllo. Rispettare orari precisi, sopportare il traffico, l’inquinamento, l’arrivismo dei colleghi, le decisioni e gli umori dei nostri superiori e, naturalmente, un sacco di regole assurde. Lasceremo il controllo della nostra vita a terzi, permettendogli sempre di decidere per noi.

Così ci sentiremo impotenti, obbligati a stare dove ci dicono e fare ciò che ci impongono. E mentre questo accade la distanza dalle persone che amiamo aumenta. Si finisce per non sapere più chi abbiamo accanto o cosa fanno e pensano i nostri figli. Estranei che vivono sotto lo stesso tetto, uniti solo nei rari momenti di libertà, troppo stanchi per ascoltare, troppo distratti per capire e troppo egoisti per aiutare. Anime che si allontanano invece di prendersi per mano e camminare insieme.

Lavorando sappiamo quello che otteniamo, cioè il denaro e forse lo status sociale con cui ci identifichiamo, ma perdiamo l’opportunità di diventare molto altro. Esseri consapevoli dell’effimera natura dell’esistenza, che può terminare in ogni istante, all’improvviso, e per questo deve essere vissuta a pieno, secondo dopo secondo. Non c’è tempo da sprecare facendo cose inutili o che destiamo, dobbiamo concentrare le nostre energie in progetti che hanno un senso profondo, per noi e per gli altri. Possiamo essere compagni attenti e premurosi, padri e madri presenti che diventano colonne per i propri figli. Anime libere che possono viaggiare dove desiderano e per tutto il tempo che ritengono necessario. Soggetti invisibili e inafferrabili, che nessuno può sottomettere. Menti che ragionano fuori dagli schemi, che possono dire ciò che pensano in ogni momento senza temere conseguenze. Non ricattabili, non corruttibili dal denaro, immuni ai velenosi tentacoli del marketing e del business.

Tutto questo è ciò che non siamo e mai saremo fintanto che lavoriamo, stupidamente fieri di dedicare la nostra intera vita a produrre per altri. E questo, che ci piaccia o no, ci riguarda tutti, perchè tra venti, trenta o quarant’anni non saremo delusi dalle scelte infelici o dagli errori commessi, ma solo dalle cose che non abbiamo fatto.

8 commenti:

  1. Aggiungo: e buona parte del ritorno economico se lo intasca lo Stato.

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  2. Caro Francesco, come e dove si trova la forza di lasciare tutto, contro le pressioni e i ricatti morali del partner e dei familiari, che ovviamente non capiscono e non approvano? Elena

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    1. Elena, non è così difficile come si crede a prima vista, almeno secondo me.
      Innanzitutto la cosa più importante è quella di agire lentamente ma progressivamente senza parlare troppo delle proprie scelte. Chi ci sta vicino è meno infastidito da un leggero e costante cambiamento del nostro comportamento che da lunghi e inutili discorsi.
      Incomincerei abolendo la televisione e poi lo smartphone, sostituendo quest'ultimo da un semplice telefonino. Basta social e wa! Manterrei una contabilità molto accurata evitando le spese inutili pur senza farmi mancare nulla, privilegiando la qualità alla quantità. In poche parole comincerei a consumare il meno ma meglio. Estinguerei i debiti e non ne contrarrei più, al diavolo ma macchina nuova! Ridurrei i ritmi, facendo una sola cosa per volta e facendola lentamente. Cercherei di mantenere pulita la mia mente filtrando le opinioni degli altri. Comincerei ad imparare una cosa nuova al giorno, sono 365 in un anno! Comincerei a vivere qui e ora, senza pensare troppo al passato e al futuro al contempo cercherei di valorizzare le cose buone fatte in passato. Abolirei l'utilizzo di tutto ciò che è usa e getta e comincerei a liberarmi degli oggetti inutili. Introdurrei il concetto di "nobiltà" intesa come tutto quello che resta dopo aver soddisfatto i bisogni primari, a questo puoi continuare da sola!

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  3. Pienamente d'accordo.

    Ho avuto lavori molto ben pagati all'estero, dove stavo anche facendo carriera, peccato che fossero per lo più lavori per odiose multinazionali per le quali mi ero ripromessa di non lavorare mai, poi dopo lavori più creativi ma meno remunerativi ci ero cascata in pieno pur odiandoli ogni giorno di più.
    E infatti duravo sempre poco tempo, massimo un anno e mezzo- due, mi illudevo che il prossimo lavoro sarebbe stato migliore, con superiori più simpatici, ma alla fine ho smesso di prendermi in giro, e in concomitanza con la crisi (come assai spesso accade) del 2008 ho capito che ero in crisi anch'io perché avevo soldi in tasca per togliermi ogni sfizio ma non più il tempo o la voglia di uscire a spenderli o divertirmi con gli amici.

    E allora a fine 2010 sono tornata in Italia e mi sono detta che la mia vita doveva assumere un senso vero, pieno e profondo.
    Trasferirmi in campagna nella terra del mio compagno ha fatto la magia.
    Da allora sono padrona del mio tempo e lavoro solo ed esclusivamente se ho urgente bisogno di liquidi, non ho interesse nemmeno a fare lavori in linea col mio CV e i miei studi visto che non voglio assolutamente restare in un posto troppo a lungo, non ho più alcun interesse nei miei vari pezzi di carta ma solo nel disporre liberamente del mio tempo, il bene più prezioso insieme alla salute, quella vera, non da gel e mascherine e vaccini, ma quella del trascorrere la maggior parte dell'anno all'aria aperta facendo attività fisica e spirituale per il mio benessere psico fisico.

    Non so se provare pena o tristezza per tutti quei giovani incastrati nella narrazione tutta italiana del dover trovare un lavoro quanto prima onde evitare di passare per fancazzisti, per poi incanalarsi nel percorso banale già scritto del matrimonio- figli- pensione- morte.
    E tutto questo senza aver mai veramente sfiorato la vera vita.
    Che sono poi le stesse persone che vanno a fare i camerieri all'estero o i friggi patatine da MacDonald's e credono alla narrazione del Covid.

    Il mondo ha bisogno di più sognatori, idealisti, persone che sanno avere il coraggio di mollare il noto per l'ignoto e che siano più importanza ad etica e spirito che alla marca dell'auto e dei vestiti.
    Di gente mediocre incapace di avere una sua idea originale ne abbiamo già fin troppa e ci ha portato dritti all'attuale catastrofe.

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    1. ciao Anna, ti vorrei scrivere in privato

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    2. Tutto giusto, ma quella del Covid potevi risparmiartela... Esiste, eccome.

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  4. Bella storia! Chissà come ci andrà a finire! Una vita passata tra studio e lavoro...e facile per chi usa questo mood no è affatto...per cosa poi?

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  5. Io ho sbagliato a lavorare nel settore privato in Italia, un incubo, una delusione senza fine anche nelle aziende più blasonate. Se si vuole stare bene, nel nostro contesto italiano, bisogna lavorare nel settore pubblico ed io questa opportunità l'ho pure avuta buttandola via da giovane! Mi mancava l'esperienza e la lettura del contesto in cui stavo, che nel frattempo è degenerato.
    D'accordissimo che non dobbiamo vivere per lavorare, in contesti civili (Germania, nord Europa) si sono già organizzati per stare un po' meglio e conciliare meglio i due mondi. Non bisogna per forza non lavorare o partire da soli in campangna/montagna, bisognerebbe ESIGERE (votando) un contesto diverso da quello attuale. Noi stiamo vivendo il declino italiano. Il rifugiarsi di molte persone intelligenti in campagna/montagna con uno stile di vita diverso è il rifiuto del modello declinante italiano. Non ho soluzioni al momento, come dicevo il settore privato funziona male, anch'io forse mollerò il lavoro alla fine e gliela darò su. Non è un paese per persone intelligenti.

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