Ci Portano via Tutto

Ci Portano via Tutto
Ci Portano via Tutto

Vi siete mai chiesti perchè le persone non impazziscono all’idea di dover lavorare per sempre? Voglio dire, tutti dovremmo cadere in una profonda crisi al solo pensiero che butteremo al vento la vita chiusi in una fabbrica o in un ufficio.

Beh questo non accade per due motivi, il primo è che non ragioniamo ad orizzonti temporali così estesi, al massimo arriviamo a pensare a ciò che faremo il prossimo weekend. Il secondo, ben più importante, è che il sistema velatamente ci fa credere che non sarà sempre così.

Ci Portano via Tutto

C'è un giochetto che il sistema fa con le persone, ovvero quello di alimentare il miraggio di un futuro tranquillo, via via sempre più prospero, suggerendo che comportandosi in un certo modo si arriverà ad un miglioramento delle proprie condizioni.

Per farlo sfrutta il noto “sistema di ricompense”. Il sistema fa passare l’idea che un buon lavoro sia la miglior ricompensa che una persona possa desiderare. Se studi duramente, prendi bei voti e fai una certa gavetta, un giorno arriverai ad avere un posto fisso e guadagnerai bene. La tua compentenza e la tua posizione ti permetteranno di ottenere diversi salti di livello o di cambiare impiego e guadagnare sempre meglio. Questo ti permetterà di migliorare la tua condizione ed esaudire molti desideri: una bella casa, un auto di discreto valore e chissà, se le cose andranno per un verso magari anche molto di più. Così tutti seguiamo questa strada convinti di quello che ci raccontano.

Purtroppo però nell’esatto momento in cui accettiamo di partecipare al gioco entriamo in un corridoio senza fine. Quello che infatti il sistema non racconta è che la maggior parte non guadagnerà poi molto, ma anche accadesse, più guadagnerà più verrà tassata, non facendo mai un vero salto qualitativo.

Bisognerebbe poter accedere a impieghi prestigiosi, quelli dove si guadagna veramente bene, ma questi non si ottengono per merito, ma attraverso le giuste conoscenze o appartenendo a precise classi sociali. Puoi per caso aprire uno studio notarile? No. E chi diventa dirigente d’azienda? Chi se lo merita o il raccomandato? Ma anche arrivassimo a percepire uno stipendio notevole, la prima cosa che il "sistema di valori" che ci viene inculcato ci spingerebbe a fare, sarebbe spendere, spendere e ancora spendere. All’aumentare dei guadagni continueremmo ad alzare l’asticella, a comprare vestiti, gioielli e auto sempre più costose. Tutto quello che entra finirebbe inesorabilmente per uscire.

Poi, la ciclicità delle crisi (che sono attese e fanno parte del sistema) finisce per mietere vittime e costringere molti ad un bel bagno di realtà. Chissà perchè la prima cosa che accade dopo le crisi è la messa in vendita di auto sportive, yacht, seconde case e attività commerciali. Molte di queste finiscono pignorate e poi all’asta per l’insolvenza di chi ha giocato al rialzo fidandosi delle false promesse di ricchezza suggerite dal sistema.

A mano a mano che si invecchia si realizza perciò che giocando a quelle regole in realtà non cambia mai niente. La corsa non ha fine. Non a caso il più grande rimpianto della maggior parte delle persone che si trovano al tramonto della propria esistenza è quello di aver sempre lavorato e solo marginalmente vissuto. Dopo un’intera vita passata a rincorrere un traguardo inesistente si finisce per realizzare che il sistema ci ha tolto tutto. Non solo il denaro, con tasse altissime, gioco d'azzardo, patrimoniali nascoste e incentivando il consumismo sfrenato, ma soprattutto il nostro tempo.

Quasi tutti, ignorando questi semplici concetti, finiscono per buttare al vento la propria vita.

11 commenti:

  1. Ma...la possibilità che uno ami il proprio lavoro e che non gli pesi non è contemplata? Io trovo degli utilissimi spunti nel tuo blog ma non starei mai a casa. Permettimi ma questa visione, per cui la vita è altrove, è un po' triste

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    1. Giusta riflessione. Aggiungo che la questione dei raccomandati è delle classi sociali ha fondamento solo probabilistica. Nessuno impedisce ad individui motivati e capaci l'affermazione individuale. Ho amici di certo non raccomandati che hanno superato il concorso notarile. Quindi sí: è possibile diventare notaio, ad esempio.

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    2. Aggiungerei che ci sono paesi in cui la mobilita` sociale e` piu` agevolata. In Italia, non siamo messi benissimo: https://www.ilsole24ore.com/art/wef-paesi-nordici-primi-mobilita-sociale-italia-ultima-i-big-ACXjZ5CB
      Quindi concordo con il fondamento probabilistico, ma sostengo l'opinione del Narmenni.
      Riguardo all'amore per il proprio lavoro, concordo sul fatto che possa esistere. Dipende molto dal tipo di lavoro. Quello che il Narmenni sottolinea penso che sia il fatto che e` esistita una generazione (quella degli anni 60/70) per cui il percorso di cui si parla nell'articolo non fosse nemmeno in discussione.
      Oggi, finalmente i nostri figli possono avere la consapevolezza del percorso che si scelgono. Ed e` grazie ad articoli come questo che la consapevolezza puo` crescere.
      Quindi, bravo Narmenni!

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    3. alcuni pochi fortunati che fanno lavori estremamente piacevoli possono di certo amare il proprio lavoro, la maggior parte della gente che dice di amare il proprio lavoro però o è totalmente manipolata mentalmente o semplicemente un ebete che deve ripetere a pappagallo quello che altri gli hanno inculcato e che sono stati inculcati a loro volta in precedenza

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  2. Un altro motivo, il più triste e squallido per cui le persone passano una vita intera a lavorare per arricchire altri e raramente se stessi è la convinzione che il lavoro nobiliti l'uomo e se non fai sacrifici e ti schiavizzi sei un fancazzista.
    Per carità, nel 2020 poi, con l'automazione che avanza e che presto soppianterà tutti i maggiori lavori industriali, ospedalieri e di altri settori.

    Ma nessuno o quasi si ribella all'orrore nasci-vai a scuola- trova un lavoro-sposati -fai figli-vai in pensione-crepa dopo anni di varie patologie che non ti hanno fatto godere un solo giorno di quella pensione e per le quali hai speso un sacco di soldi tra ticket farmaci quando va bene, visite private, eccetera eccetera.
    Anzi, il singolo si sente protetto nel branco proprio perché porta avanti lo stesso identico modello di non vita e non osa farsi due domande onde evitare di doversi finalmente raccontare la verità, ovvero che è vissuto come una larva e non come un umano, mai.

    Ed è inutile poi prendersela col sistema, col governo ladri, con Dio e qualunque altra cosa: I peggiori nemici di noi stessi siamo noi, punto.
    E la vita sprecata è la nostra, di nessun altro.
    Ed ecco perché non mi sono pentita un solo giorno da quando dieci anni fa ho deciso che avrei lavorato solo ogni tanto per brevi periodi e avrei vissuto di pochissimo pur di non tornare a fare la schiava per multinazionali che neanche pagano più profumatamente come ai miei tempi, ma è comunque nulla a fronte del tempo che ti rubano e la totale mancanza di senso che la propria vita assume stando 8-10 ore in un ufficio ad arricchire altri.

    È decisamente ora che il popolo si svegli e cominci a capire qualcosa che per me e Francesco è ormai scontato e semplice.

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    1. Complimenti! Sono d' accordo con te, anche io ho lasciato il lavoro, vivo con poco e quando voglio farmi una vacanza, un obiettivo di risparmio, vado a fare qualche lavoretto... è bello non guardare l'orologio!!

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  3. Francesco,
    come già ti ho detto la scelta migliore che ho fatto nella mia vita é stata quella di chiudere la mia azienda amche ae andava bene e se aveva 16 dipendenti. Non ho più la Porsche ma una semplice 500, in compenso ho mandato a quel paese: F24, Irap, Ires, acconti, saldi, Inps, Inail, commercialista, consulente del lavoro, camera di commercio, corsi sulla sicurezza, direttore di banca, fido, anticipo fatture, leasing, ammortamenti e soprattutto quel cancro e sanguisuga dello Stato Italiano, adesso ci pensi lui a quei 16 dipendenti!

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    1. Ti ho sempre letto con piacere, sei uno dei lettori di Francesco più intelligenti e risvegliati.

      Stessi motivi per cui non ho mai voluto aprire una partita IVA.
      Mi sparo piuttosto che avere lo Stato come socio obbligatorio e strozzino legalizzato.

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    2. Buongiorno Anna,
      beh cè anche la partita iva con regime forfetario (un po' più agevolato),comunque
      dipende dal tipo di attività che si vuole aprire, e per questo bisogna informarsi bene. Ciao.

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    3. Anna, ti ringrazio per la stima che ricambio pienamente.
      Il problema è che il risveglio può essere frutto soltanto di un lungo lavoro su se stessi e, purtroppo, molto spesso avviene soltanto a poche fermate prima del capolinea... Quando ci si risveglia si tenta, ingenuamente, di risvegliare chi sta seduto al accanto ma si viene trattati come dei disturbatori. Insomma ci si sente come quel matto che guardando fuori dal manicomio e dice: accidenti quanti siete li dentro!
      La cosa peggiore è constatare come la scuola sia uno dei principali mezzi di addormentamento.
      Parlando della partita IVA ti assicuro che ha due momenti bellissimi: quando la apri (l'entusiasmo) e quando la chiudi (la liberazione). Nella maggior parte dei casi mi rivolgo a professionisti senza Partita IVA...

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    4. Io non svolgo un'attività prestigiosa e certo non mi arricchiro però vivo dignitosamente, ho tutto quello mi occorre e faccio, letteralmente, il lavoro più bello del mondo: insegno. Esco soddisfatta e non mi pesa

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