Nella società moderna solo una piccola parte delle persone lavora veramente, infatti, anche se quello che fai ti permette di guadagnare e vivere, questo non significa automaticamente che sia indispensabile agli altri. Se guadagni producendo l’inutile stai comunque facendo tutto il giorno cose inutili e il fatto che dal tuo fare ottieni denaro, non le trasforma in cose utili.
Questa è la condizione oggi più diffusa: una massa enorme di persone che fa cose senza chiedersi perché. Se volessimo dare a tutti un mestiere realmente necessario o anche semplicemente funzionale al progresso, ci accorgeremmo subito che sarebbe impossibile.
In Realtà non Lavori Veramente
Immagino starete pensando: non tutti possiamo fare i contadini o i panettieri, e in effetti è esattamente questo il punto. Di mestieri che si possono definire “veri” ve ne sono ormai pochi, tutto il resto è fuffa. La maggior parte delle persone vive producendo o vendendo cose che non servono a niente. La controprova la può fare ognuno di noi chiedendosi se alle persone cambierebbe qualcosa… qualcosa di sostanziale, qualora l’attività in cui lavoriamo sparisse improvvisamente. Per molti di noi la risposta è “no”, non cambierebbe nulla.
La prima conseguenza è che quasi tutti ci occupiamo per tutto il giorno, per tutto il corso della nostra vita, di faccende che in fondo non hanno senso. Sì, certo che il manager ha bisogno delle nostre cravatte per le sue riunioni… ma qui si parla di cose che servono veramente. A cosa serve il conduttore televisivo, il pubblicitario, il social media manager, il trader, ma anche banalmente il barista o l’estetista che ti rifà le unghie ogni settimana. A niente. Sono tutti impieghi nati per dare dar da mangiare a milioni di individui ai quali altrimenti non si saprebbe che diamine far fare.
E questo sarebbe un problema. Il sistema non può permettere che la gente stia lì a non fare nulla, perchè altrimenti capirebbe subito che non è affatto necessario rompersi la schiena ogni giorno per vivere felici. Basterebbe fare solo ciò che serve ovvero lo stretto necessario, cioè poco.
Allora, per tenere tutti buoni e occupati ad andare avanti e indietro tutto il giorno serve creare lavori fittizi e raccontare alla gente che facendoli si trova dignità, che ci si nobilita e che se non lavori non sei nemmeno degno di vivere. E' incredibile che ci siamo bevuti quest'idiozia che senza il lavoro non siamo niente. Serve poi che queste persone vengano costantemente incentivate a correre attraverso il miraggio dei guadagni, crescenti al crescere dell'impegno. Ma allo stesso tempo è necessario tassare di più chi guadagna di più, vanificando ogni sogno di ricchezza. Serve poi che la massa rimanga ignorante e non comprenda nè il funzionamento dell’economia e della politica, nè realizzi veramente la propria condizione, così da non porsi domande e permanere nell'inettitudine.
In questo modo tutto va avanti nella cecità e nell'ignoranza globale. Non importa se tutti fanno quasi esclusivamente cose senza senso, che non servono a niente e non portano da nessuna parte. Quello che conta è che la massa non si risvegli, non inizi a voler dare un vero senso alla propria vita perché questo sarebbe un problema.
Ma noi, noi che tutto questo lo abbiamo compreso da tempo non siamo obbligati a vivere così. Se vogliamo possiamo cambiare. Possiamo vivere con poco e per questo fare poco, solo quello che serve, a noi e agli altri. Questo si che darebbe un significato al tempo che spendiamo ogni singolo giorno e questa rivoluzione si chiama "semplicità volontaria". Ecco il nostro manifesto.
Ciao, sono convinta che senza arrivare agli estremi si potrebbe vivere tutti semplicemente continuando a dividerci i compiti (l'autoproduzione non è fattibile per tutti..non possiamo ritrasferire tutta la gente dalle città alla campagna: ci vuole una via di mezzo) ma lavorando poco, bene e si, eliminando molti mestieri inutili. però se sei un infermiere invece di lavorare 8 ore...ne fai solo 4. Idem per il panettiere, il contadino ecc...invece di fare 8 + straordinarie, più i sabati..
RispondiEliminaConcordo appieno, siamo alla solita affermazione: il Re è nudo, ma nessuno se ne avvede.
RispondiEliminaAggiungerei che basterebbe scegliere di lavorare non per i soldi ma per sentirsi felici e sereni