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E’ una vera offesa al popolo italiano la libera circolazione di notizie che sottolineano come in Italia il lavoro esista, ma non si trovino persone disposte a farlo. Così come lo è l’idea che non siamo sufficientemente bravi e formati per ricoprire determinati ruoli. Come a dire che siamo un popolo di scansafatiche o di inetti e che tutto va a rotoli per colpa nostra, perché siamo bamboccioni che vogliono la pappa pronta, e accettano solo il lavoro comodo e ben pagato.
In verità le cose stanno diversamente e oggi capiremo perché, in modo da imparare a pesare una volta per tutte certe notizie (o affermazioni) e chi le divulga.
La Balla del Lavoro che c'è ma Non lo Vogliamo Fare
Di titoli come “Il lavoro c’è ma nessuno lo vuole” oppure “Non si trova personale qualificato” ne abbiamo letti a vagonate, soprattutto ultimamente. Sembra il paradosso di un'Italia perennemente in crisi, che si lamenta, ma al contempo non vuole lavorare.
La prima cosa che va detta è che è certamente vero che esistono numerosi posti di lavoro “vacanti” che nessuno accetta, ma questo perché in larga parte si tratta di impieghi non sostenibili. Prendiamo per esempio le innumerevoli offerte di lavoro come fattorino, magari per una di quelle note compagnie di consegna cibo a domicilio. Se sfogliamo i loro siti scopriamo che il compenso medio va dagli 8 ai 10 euro l’ora (lordi). Secondo uno studio della fondazione Rodolfo Debenedetti il guadagno medio di chi fa questo lavoro a tempo pieno è circa 840 euro al mese. Come può una persona vivere in costose città come Milano, dove questi impieghi vanno per la maggiore e sostenere anche solo affitto e bollette, se il compenso così basso? Non può, e questo ragionamento lo possiamo applicare alla maggior parte di quegli impieghi che non richiedono particolari competenze.
Tutto questo smentisce l’altra grande bugia che ci raccontano, ovvero che oggi sono gli immigrati a fare quei lavori che gli italiani rifiutano, insinuando che ormai snobbiamo certi lavori. Molti extracomunitari accettano queste condizioni per disperazione, magari dopo essere fuggiti da zone di guerra dove venivano torturati. Questo li costringe a vivere stipati in appartamenti di periferia o spesso in case occupate, senza luce o riscaldamento. Proviamo a pensare ai “raccoglitori” di arance che nel sud vivono in baraccopoli improvvisate a ridosso dei campi, con condizioni igieniche spesso drammatiche.
E poi esiste tutta quella categoria di impieghi di alto livello che richiedono competenze specifiche e precise specializzazioni che, ancora una volta, sembriamo lasciare vacanti. Anche qui fanno presto ad insinuare che il nostro sistema scolastico non formi menti all'altezza, ma la verità è un’altra. Se guardiamo i dati ufficiali del Censis scopriamo che nell'ultimo rapporto sulla situazione sociale del Paese (2019) si attesta come più di 100mila italiani si trasferiscano all'estero ogni anno, e in gran parte si tratta di giovani diplomati e soprattutto laureati. In pratica studiamo in Italia, ma poi andiamo via perché qui non ci sono grandi opportunità di carriera. I laureati vengono pagati poco e chi volesse fare imprenditoria troverebbe (tranne nella fase iniziale) tassazioni oltre ogni limite di decenza.
Di contro, se queste sono le condizioni, a nessuno salterebbe in mente di venire nel nostro Paese in cerca di carriera o al fine di aprire un’impresa propria, soprattutto se proveniente da altre zone dell’Europa.
Per concludere va ricordato che tutta questa disinformazione ha una sola origine: la politicizzazione della maggior parte dei quotidiani cartacei e/o online. Sappiamo bene che ognuno di questi ha una preferenza politica e, a seconda del caso, ha alternativamente interesse nel dire che è il Governo a non funzionare, oppure che tutto funziona ed è solo colpa degli italiani. Questo è il Paese in cui viviamo e questa è l’attendibilità delle informazione che quotidianamente subiamo.
Perfettamente d'accordo: il costo della vita è VERGOGNOSO qui nell'hinterland di milano, oltre ogni possibilità da parte di chi fa questi lavori.
RispondiEliminaE poi permettermi di dire una cosa: ODIO le persone che li chiama "lavoretti", con tono da superiore, dall'alto della sua arroganza, per altro senza i quali non mangerebbe (non si vive di project managing, ma si vive di cibo).
Detto questo, io mi auguro che quando usciremo da questa grave crisi sanitaria, le persone impoverite faranno calare il prezzo del mercato di case e costo della vita. Altrimenti davvero non ripartiremo più e sarà sempre peggio.
A parte la situazione attuale, che inevitabilmente ridurrà i posti di lavoro, c'è da dire che la maggior parte di quelli che dicono che "il lavoro c'è, ma che nessuno vuole farlo" sono gli stessi che pretendono che tu quel lavoro lo faccia per quattro noccioline e a condizioni da terzo mondo.
RispondiEliminaA me, che ho da poco compiuto 49 anni, mi hanno assunto a tempo indeterminato qualche mese fa, dopo tre anni di continui rinnovi di contratti a tempo determinato.
Eppure ho una qualifica elevata e anni di esperienza alle spalle. Sicuramente tre mesi bastano e avanzano per valutare se sono IDONEO.
Qualcuno dirà BEATO TE, hai un contratto a tempo indeterminato.
Peccato che al colloquio iniziale mi avevano detto che l'inquadramento a tempo determinato sarebbe stato SOLO di 3 MESI (non tre anni).
E nel mentre ho dovuto incazzarmi in continuazione, sia perché lo stipendio arriva costantemente e cronicamente in ritardo e sia per le varie SFORBICIATE FRAUDOLENTE che mi hanno fatto sulla già esigua retribuzione. (2.843,31€ RUBATI in 3 anni e mezzo vi sembrano pochi?).
Per fortuna che ho le spalle larghe e un caratterino tutto mio, per cui i piedi più di tanto non me li faccio pestare.
Ma tornando al BEATO TE di qualche riga sopra … (scusate il linguaggio) non c’è un cazzo da stare beati.
Vedo intorno a me giovani che vengono sfruttati fino all’osso, quando gli va bene con degli STAGE sottopagati.
E’ vero che la sana gavetta va fatta, ma quando vedo persone con qualità essere prese per i fondelli a me (ri-scusate il linguaggio), mi girano terribilmente i coglioni. Sia che a sfruttarli sia una carogna, sia (nel caso specifico) un FIGLIO DI PAPA’ che si è ritrovato i soldi in tasca e l’Azienda avviata, ma ha il quoziente intellettivo di un’ameba (e i risultati si vedono) e, sicuramente ha molte meno facoltà (a parte quelle economiche), dell’ultima arrivata in Azienda.
Potrei parlare per ore, ma per oggi basta così.
Chiudo salutando, come sempre, il GRANDE Francesco.
Francè, non finirò mai di ringraziarti per quello che fai, per come sei e per le tue dritte. Anche grazie a queste ultime, tra meno di 12 anni, uscirò DEFINITIVAMENTE da tutto questo delirio.
G R A Z I E !!!
RICKY LONE WOLF
Vogliamo parlare di come i tedeschi vengono a prendere i GIOVANI medici APPENA laureati, gli offrono tirocinio PAGATO e alloggio... l'altro ieri ha dimostrato che i medici ci sono in Italia, ma NON si vuole assumere, spesa pubblica e bla bla bla
RispondiEliminaSe ancora non si è capito che l'immigrato serve ai capitalisti, per sfruttarli e fare ancora più utili, è semplicemente uno stupido.
Se uno si informa la situazione che c'è a dubai... capitalismo puro.
Nel 2005 un mio amico iraniano, laureato in Elettronica, qui in Italia (Nord) prendeva 600€, netti erano poco più di 300€ con i vari spostamenti che doveva fare ogni girono. E' andato in Inghilterra dove prende il triplo a SETTIMANA e ha l'alloggio pagato dall'Università.
Però lui era uno di quelli che non voglio fare niente.
Concludo con una delle cose più drammatiche del nostro paese, la politicizzazione della scuola.
Io sono un impiegata amministrativa e prendo 8 euro lordi l'ora, lavoro full time, no quattordicesima e molte responsabilità.quasi quasi vado a fare le consegne a domicilio
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