La crisi fa anche questo, toglie ciò che c'è di buono e che potrebbe permetterci di vivere una vita migliore, in questo caso da pensionati. Se avete letto Mollo Tutto e Vado all'Estero, il mio secondo libro, certamente saprete che ci sono alcune mete dove i pensionati pagano pochissime tasse, addirittura zero.
Ecco, le cose stanno cambiando e di questo dobbiamo essere coscienti, perché ciò che ha intenzione di fare il Portogallo potrebbe essere presto imitato da altri Paesi.
Dal 2009 il Portogallo è diventato un vero e proprio paradiso per i pensionati, visto che vivendo lì per almeno 183 giorni l'anno, si ha diritto alla pensione senza tasse per i primi 10 anni. Prendete la vostra pensione italiana, toglietegli le tasse (elevate) e quella è la cifra che ricevereste trasferendovi per 6 mesi l'anno in un qualsiasi luogo del Portogallo. Le cifre parlano chiaro: la pensione media data dall'INPS agli italiani residenti in Portogallo è di circa 2.700€al mese. Tra l'altro in Portogallo c'è un costo della vita più basso di quello italiano, quindi il vantaggio è doppio.
Trasferirsi, poi, non è per niente complesso: è sufficiente prendere la residenza, aprire un conto corrente bancario estero, andare all'INPS e farsi accreditare là la pensione. In Portogallo ci dovete vivere veramente però, tanto che dall'INPS è necessariamente richiesta l'iscrizione all'AIRE, ovvero l'anagrafe degli italiani residenti all'estero.
Questo però non significa che serva stare sempre in Portogallo, come dicevo bastano 6 mesi l'anno e forse è proprio questo possibile stato di "residente non abituale" (perfettamente legale), il motivo per il quale ora il Governo ha deciso di fare un passo indietro.
A fine gennaio il nuovo governo socialista di Antonio Costa ha infatti deciso di introdurre un emendamento nella legge di bilancio 2020, per imporre una tassazione anche a questi pensionati "speciali". Si tratterà probabilmente di pagare un 10% sulla pensione lorda, in modo da eliminare la totale assenza di imposte. La causa, come dicevamo, è probabilmente l'insostenibilità dell'agevolazione, che inizialmente era stata pensata per attirare capitali, ma che si è rivelata un'arma a doppio taglio. L'utilizzo ambiguo di questo vantaggio ha infatti reso l'iniziativa un peso per il Governo, con pensionati che godono dei vantaggi fiscali in Portogallo, ma che continuano ad impiegare una parte importante dei loro capitali in Italia.
L'approvazione dell'emendamento viene praticamente data per scontata, questo perché i socialisti hanno 108 deputati su 230 seggi e sono dunque in maggioranza. Di buono c'è che la normativa non sarà retroattiva, quindi chi già gode di questa agevolazione la manterrà e, chi sta pensando di trasferirsi, beh dovrebbe semplicemente affrettarsi. Di meno buono c'è che a livello europeo sono molti gli stati che considerano illecito questo vantaggio (presente in diverse zone dell'Europa) e per questo non è da escludere che in futuro si legiferi per impedire che si possa agevolare i pensionati in maniera così plateale.
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