Il Latte Causa Indicibili Sofferenze

Il Latte Causa Indicibili Sofferenze
Il Latte Causa Indicibili Sofferenze

Ciò che fa tutta la differenza del mondo è la presa di consapevolezza sui nostri gesti quotidiani. Può sembrare assurdo ma anche il semplice recarsi in negozio e acquistare un litro di latte per i nostri bimbi, può essere causa di atroci sofferenze.

In questo articolo scopriremo cosa si nasconde dietro la filiera del latte e come un piccolo gesto quotidiano può contribuire a rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore, sia per gli animali che per gli uomini.




Il Latte Causa Indicibili Sofferenze


Non tutto il latte è uguale. Esiste latte che viene munto da esseri viventi che conducono una vita dignitosa, pascolando in meravigliosi prati verdi, e latte che proviene da allevamenti intensivi dove, soprattutto le mucche, sono costrette a rimanere bloccate in gabbie di ferro, con aspiratori meccanici quasi perennemente attaccati alle loro mammelle. In questo secondo caso ogni singola mucca produce più di 50 litri di latte al giorno, praticamente il doppio di quanto ne produrrebbe in modo naturale.

Tutto questo accade perché l'imperativo è l'iperproduzione e tale scelta (perché di scelta si tratta) genera soprattutto dolore, visto che lo sfruttamento porta le mucche ad una morte prematura, che sopraggiunge in pochissimi anni. Inoltre l'aggancio quasi perenne ai meccanismi di mungitura provoca la mastite, un'infezione estremamente dolorosa che accompagna queste bestie per tutta la loro triste vita. 

Come se non bastasse le stesse mucche vengono inseminate in maniera artificiale per garantire una produzione costante e, nel contempo, dare vita a vitelli destinati alla macellazione.

Cosa possiamo fare per cambiare tutto questo? Consumare solo latte di derivazione vegetale è una soluzione perfettamente funzionante, ma non è strettamente necessario farlo. Anche se molte bufale moderne suggeriscono che il latte di derivazione animale sia addirittura un elemento cancerogeno o tossico per tutti, in realtà non è così. A meno che non soffriamo di particolari intolleranze, possiamo continuare a consumarlo tranquillamente, acquistando però solo quello proveniente da animali che vengono rispettati.

Per farlo dobbiamo porre attenzione a quale prodotto acquistiamo. Se smettiamo di comprare latte proveniente dagli allevamenti intensivi questi chiuderanno i battenti e avremo vinto la nostra battaglia. Se ci riforniamo direttamente dai piccoli produttori è abbastanza probabile che le loro bestie vivano in condizioni dignitose, perché questo problema riguarda sopratutto la grande distribuzione. Se invece acquistiamo abitualmente il latte nei negozi o nei supermercati, per comprendere se all'origine l'animale viene rispettato è sufficiente leggerlo sulla confezione (dove spesso è riportata la dicitura “da allevamento all'aperto”), ma ho trovato produttori perfettamente etici che non hanno cura di indicare la provenienza.

In tal caso non fermiamoci alla confezione, rechiamoci sul loro sito e cerchiamo maggiori informazioni. Se anche lì non ve ne è traccia, possiamo tentare di contattare direttamente la società, che solitamente espone un indirizzo email, alla sezione contatti. In caso di mancata risposta possiamo essere piuttosto certi che quel latte non proviene da allevamenti all'aperto, perché spesso, in questi casi, vale la regola della coda di paglia: “se non sono virtuoso non dico niente sperando di passarla liscia”.

Questo significa prendere consapevolezza dell'impatto che anche il più semplice gesto quotidiano può avere, ed è di estrema importanza, soprattutto nella filosofia della semplicità volontaria, dove cambiamo prima noi stessi per obbligare il Sistema a cambiare, specialmente laddove provoca dolore e sofferenza.

6 commenti:

  1. Grazie Francesco che ci parli anche tu del latte. Il problema é che nn é semplice informarsi approfondimente come suggerisci. Cmq a me hai dato un ottimo suggerimento xké a volte mi dimentico di approfondire... Ti ringrazio anche di aver scritto che il latte nn è cancerogeno e altro xké qui la gente sta impazzendo.

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  2. Non sono d'accordo. Conosco bene una delle più grandi aziende zootecniche italiane con oltre 1000 mucche in produzione e ti assicuro che non ci si ritrova in nulla di quanto tu abbia affermato. La produzione di latte si diversifica in base alla razza del bovino e se le vacche sono "stressate" non fanno latte quindi è tutto interesse del fattore pensare al loro benessere. Vengono munte un massimo di 3 volte al giorno e nello specifico il latte di questa azienda viene conferito ad una nota marca di commercializzazione di latte mozzarelle ecc... Poi che ci siano i "furbetti" probabilmente è vero ma la filiera del latte è estremamente controllata. Ho conosciuto anche aziende zootecniche che sono state "lasciate a piedi" dai grandi marchi proprio per i motivi che scrivi nell'articolo che come vedi vengono eliminate dal sistema produttivo.

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  3. Io credo che il bío faccia la differenza: nel latte, nelle uova, nei vegetali e anche nella carne. E compro bio, accollandomi un buon 30% in piu' di prezzo. Ma conosco molte persone che si rifiutano di spendere di più perché "non possono"...Poi però al lancio dell'ultimo I-phone c'è la coda prima che il negozio apra.
    Quando capiremo che noi, l'ambiente e gli animali siamo un tutt'uno, sarà sempre troppo tardi.

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  4. Io cerco di acquistare il latte da distributori automatici di allevamenti locali, spero che almeno quelli rispettino certi principi ... ma non ne sono certo.

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  5. Se possibile consumiamo solo latte di origine vegetale. Anche nell'allevamento più green e più etico possibile la mucca è un mammifero e come tale produce latte solo quando partorisce.
    Ed il vitello comunque non fa una bella fine, soprattutto se maschio.

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