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licenzieranno anche te |
Ci sono sempre nuovi segnali che mostrano il declino inarrestabile del sistema in cui viviamo, segnali che solitamente ignoriamo perché non ci occupiamo di determinate questioni (come i mercati finanziari o gli studi di settore), eppure la recessione è in atto e un inasprimento della crisi è appena iniziato.
Tra qualche anno solo in pochi potranno dirsi salvi, la maggior parte sarà caduta nuovamente vittima di un paradigma economico che non funziona e che ci sta lentamente portando verso il baratro. Dunque quali sono questi segnali e cosa possiamo concretamente fare nel nostro piccolo?
In questi mesi il
Ministero dello Sviluppo Economico ha aperto numerosi tavoli per cercare di arginare il fenomeno dei fallimenti continui che si stanno verificando presso moltissime aziende e gruppi italiani. La situazione sta rapidamente peggiorando, tanto che in Italia sono potenzialmente a rischio quasi
300.000 lavoratori.
L'inasprimento della crisi economica, che su questo blog o sul canale Youtube avevo più volte annunciato, è in pieno decorso e riguarda moltissimi settori: gli elettrodomestici, la grande distribuzione, fino alla consulenza informatica. Colpisce dal Nord al Sud, un po' tutto il Paese, e non sono certo io a dirlo, ma
i dati diffusi dai sindacati. Sono in atto ben 160 vertenze legali di fallimento relative ad alcuni tra i più grandi colossi dell'industria e per questo la situazione futura non è per niente rosea. Non ci credete? Beh,
Basta Guardare Qui.
I fallimenti più importanti riguardano FCA (ex Fiat), l'ex ILVA, Whirlpool (ex Indesit), TIM, Alitalia, ma anche la famosa questione Mercatone UNO, tutte società che danno lavoro a migliaia di persone. Non credo serva aggiungere altro per comprendere come ci troviamo dentro un'ulteriore fase di declino. Il sistema dunque continua a dimostrare di aver fallito, ci doveva essere lavoro per tutti e crescita economica e invece risulta sempre più evidente come tutto questo sia solo un miraggio. A farne le spese naturalmente sono le fasce più deboli, coloro che lavorano nella grandi fabbriche, che da sempre hanno stipendi da fame e zero diritti, e che da un giorno all'altro si ritroveranno su una strada.
Il problema più grande però riguarda la totale inefficacia delle misure di sostegno sociale messe in campo dal Governo. Il reddito di cittadinanza, infatti, funziona soltanto se vi è crescita, perché garantisce un sostentamento economico solo se le persone frequentano corsi di formazione e accettano gli impieghi offerti. A lungo andare questo meccanismo reintroduce i disoccupati nel mondo del lavoro, ma se le aziende continuano a fallire, questo benedetto lavoro non ci sarà e il reddito di cittadinanza rimarrà solo una continua uscita di denaro. Contemporaneamente gli investitori esteri smetteranno di considerare l'Italia un luogo dove portare i loro capitali, non acquisteranno i nostri Titoli di Stato e questo farà aumentare lo Spread, trasformandoci nel prossimo possibile caso di default europeo.
Cosa possiamo fare di concreto per non essere nuovamente vittime di questa nuova fase di declino? Prima di tutto dobbiamo osservare che negli ultimi cinquant'anni al Governo si sono susseguiti personaggi che spergiuravano di avere la soluzione definitiva, ma poi le cose sono andate sempre peggio. Per questo motivo smettiamo di credere che arriverà il salvatore della patria a risollevare le nostre sorti. Agiamo in maniera individuale, mettiamoci al sicuro in via del tutto autonoma, cioè distaccandoci dal sistema, in modo da non doverne più seguire le regole e subirne l'inarrestabile declino.
Va per questo compreso cosa ci lega al sistema e quindi quali fili tagliare per esserne liberi: ne siamo dipendenti dal punto di vista economico, quindi dobbiamo imparare a spendere poco, vivere al minimo, cioè usare il denaro solo quando strettamente necessario. Non c'è alternativa a questo epilogo, o scegliamo di farlo volontariamente o sarà l'economia ad imporcelo. Ne siamo dipendenti dal punto di vista energetico e quindi è assolutamente necessario diventare il più autonomi possibile, bruciando la legna da ardere, raccogliendo l'acqua piovana e più in generale consumando pochissimo. Ne siamo dipendenti dal punto di vista psicologico, dunque dobbiamo mettere in discussione i suoi dogmi, eludendo le sue regole e adottando lo stile di vita contrario a quello che ci suggerisce.
Non sono contromisure semplici da intraprendere, ci vuole tanto lavoro a coraggio, ma la posta in gioco è altissima; qui non si tratta di scegliere, si tratta solo di voler o meno sopravvivere all'inarrestabile declino che è in atto. Il distacco dal sistema si attua in ogni singolo gesto quotidiano, cioè, quasi sempre, facendo l'esatto contrario di ciò che fanno gli altri.
Ciao Francesco al solito un commento condivisibilissimo!spero tu possa di nuovo in futuro fare un tour, a Treviso e Verona non ho potuto esserci. Nella tua Trento nessuna libreria potrebbe ospitare un tuo evento? Nessuna si è resa disponibile? o bolzano o rovereto....Complimenti sempre tanti! Martino da cittadella (pd)
RispondiEliminaConcordo pienamente, Francesco. Quando però parli con le persone cercando di svegliarle, ti accorgi che sono nel torpore più totale, continuando a spendere senza criterio convinte che lo stipendio a fine mese ci sarà sempre. Quando poi gli spieghi anche che automazione e intelligenza artificiale stanno progressivamente contribuendo a ridurre i posti di lavoro e abbassare stipendi e salari, ti prendono per pazzo.
RispondiEliminaDici benissimo, ma se tutti consumiamo il giusto certamente la madre terra ne giova ma il sistema come dici tu e stato programmato x il consumare che a sua volta porta lavoro...una logica vergognosa che ci ha portato a questo xchè appena si abbassa il reddito inizia la crisi....
RispondiEliminaOgnuno dovrebbe porsi la seguente domanda: "Indipendentementa da quanto guadagno, se da domani mattina il mio lavoto non esistesse piu', ho una casa di proprieta' e debiti pari a zero?" Se la risposta e' Si allora puo' stare relativamente tranquillo altrimenti si deve preoccupare seriamente.
RispondiEliminaScusa, ma stai commettendo il solito errore di credere che l'Italia è al centro del mondo, e che quello che accade in Italia è indice di ciò che accade al "sistema" a livello universale. Invece l'Italia ha problemi economici strutturali che altri paesi non hanno, tanto è vero che ogni anno migliaia di giovani fuggono verso Paesi come Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Olanda ecc. Quindi siamo noi che siamo in crisi perenne, non è il "sistema".
RispondiEliminae chiaro che ce' in atto una vera e propria guerra "economica" contro l'Italia da parte dei nostri vicini di casa europei che ci considerano scomodi e a ragione ...Perché un paese come il nostro con le risorse che abbiamo dovrebbe dettare legge ed essere di modello per tutti i paesi europei ...Solo col patrimonio Architettonico-Artistico-Culturale potremmo dar da mangiare a tutti gli italiani…
RispondiEliminaIl problema di fondo e' che l'Italia purtroppo non e' piu' Italiana...
Certo, come no. I nostri partner con cui abbiamo costruito l'Europa e con cui condividiamo la moneta ci vogliono male e ci vogliono distruggere. Siamo una squadra fortissimi, e se perdiamo è solo colpa dell'albitro.
EliminaMa perché in Italia è così diffuso questo vittimismo e nello stesso tempo questo senso di superiorità? Noi abbiamo risorse culturali? E quindi? Lo sai a quanto ammonta il turismo rispetto al Pil? E facciamo peggio della Spagna, che a differenza nostra è in grado di offrire un miglior rapporto qualità-prezzo ai turisti stranieri (soprattutto se paragoni il sud Italia, che offre servizi da terzo mondo. Solo le Baleari hanno più turisti della Sicilia. E' questo di chi è la colpa?). Ma se anche raddoppiassimo il valore del turismo e arrivassimo al 10% del Pil, cosa cambierebbe? Un paese di 60 milioni di abitanti NON può vivere solo di turismo. Ma se pensi che si possa essere ricchi solo col turismo, trovami UN SOLO paese al mondo che vive di turismo (e magari agricoltura) ed è ricco. Non so, Cuba va bene? Oppure, che so, il Marocco? La Grecia? Le Maldive?
Per quanto mi riguarda il Nemico ha un solo nome: Unione Europea.
EliminaLe aziende chiudono anche perché la gente non ha soldi per comprare. Però tu suggerisci di abbassare i consumi al minimo. C'è in questo una contraddizione, no? Ciao.
RispondiEliminaCiao Francesco, io è da tempo che sostengo che la crisi è GRAVE E IRREVERSIBILE.
RispondiEliminaNon si tornerà mai più come prima del 2007, siamo in troppi nel pianeta, con risorse oramai scarsissime, al collasso di molti ambienti e al capolinea della società dei consumi.
Oltretutto, quando io sarò anziano (ora ho 30 anni) non ci sarà più petrolio, scarseggera l'acqua e l'estate in Pianura Padana sarà terrificante ed inospitale, quindi è bene già adattarsi ora a vivere con poco e NON SPRECARE NULLA, nè soldi, nè cibo, nè acqua, nè niente.
In realtà l'Italia è l'UNICO paese che non è ancora tornato ai livelli del 2007. I problemi mondiali che citi ci sono, ma non c'entrano nulla col fatto che l'Italia è l'UNICO paese occidentale in crisi perenne. Tanto è vero che i nostri giovani fuggono all'estero (almeno quelli che hanno capito che al mondo non esiste solo l'Italia).
EliminaQuanta verità!!! Premetto che ho più di quarant'anni e sono disoccupato da più di un anno. La mia storia precedente è lunga e non del tutto felice ma fa parte di un percorso che mi ha portato allo stato in cui mi ritrovo oggi. Parlando di oggi posso solo dire di essere senza lavoro e di conseguenza sono rimasto senza casa. Per mia fortuna sono nato e cresciuto in un paesino di montagna circa a quota 1400 metri sul livello del mare, adesso più che mai sono grato agl'insegnamenti dei miei nonni e genitori nel vivere nella natura, grazie ad essi riesco andare avanti giorno dopo giorno. Ho conosciuto il tuo canale ed il tuo sito da qualche giorno ed onestamente non so se quando stavo "bene" (in senso lavorativo) avrei dato attenzione alle tue parole ma ad oggi ti posso solamente dire che stai e state facendo delle belle cose continua e continuate così.
RispondiEliminaP.s.
X chi si chiedesse come posso vedere YouTube,siti ed internet in generale ho tenuto l' unica cosa che mi è sembrato utile tenere e cioè il telefono comprato 4 anni fá ed ho un gestore di cui nn so se si può dire il nome che cmq mi coste 6€ al mese con telefonate e messaggi illimitati verso tutti comprensivi di 30 giga. ( Tutto il resto l'ho venduto )
Forza cicer, non sei solo! Un abbraccio francesco da parma
EliminaIo invece credo sia giunto il momento del reddito universale.
RispondiEliminaLe elite ricchissime proprietarie delle multinazionali possono usare tutti i robot che vogliono per le loro fabbriche, ma mi risulta che i robot non mangino, non abbiano bisogno di merci e non diventino clienti fissi di dottori e farmacie. E allora che caspita se ne faranno di tutte le belle merci prodotte al mondo se nessuno avrà più soldi per acquistarle?
È lì che i ricconi dimostrano di avere il QI di una zucchina, perché pensano di fregare la gente licenziandola, ma poi si ritrovano con tonnellate di merci inutili stipate in magazzini che nessuno comprerà, ergo dovranno fornire a tutti i soldi per continuare a consumare e vivere.
La cosa buona del declino è che, si spera, la popolazione mondiale calerà progressivamente e inesorabilmente, e si ristabiliranno equilibri ora del tutto saltati.
Non la vedo così nera, vedo nuove opportunità per l'essere umano laddove avrà la giusta consapevolezza per affrontare nuove sfide ed incognite.
Tutto è esperienza temporanea alla fine.
Anna
Il ragionamento è tutto sommato accettabile tuttavia, un modello basato sulla totale soppressione dell'effimero, quanto può durare? Un modello è secondo me vincente quando non fa rimpiangere il precedente altrimenti, è sia perdente che inefficente.
RispondiEliminaCiao, sono e non sono d'accordo. Prima cosa le crisi annunciate non avvengono mai e seconda cosa sono anni che le aziende falliscono bisogna vedere poi quelle che nascono che non sono elencate.
RispondiEliminaLa causa dei fallimenti è nello squilibrio economico e sociale globale. Quando in Cina, in India, Bangladesh gli operai daranno vita a veri sindacati alle aziende non converrà più delocalizzare a causa del costo della manodopera.
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