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la fantasia perduta |
Un bambino non ha bisogno di nulla, e per questo è felice. Gioca con i sassi o i pezzetti di legno trovati nel bosco, basta la fantasia e l’affetto di un genitore. Un bastone e siamo cavalieri che sconfiggono draghi, una pietra luccicante infilata nella fessura di una roccia apre un passaggio segreto verso un mondo sconosciuto.
Quel sogno meraviglioso però è destinato a durare poco, soprattutto se vivi laggiù, nella grande città, dove non ci sono bastoni o rocce, ma solo palazzi, e i bisogni indotti sono in agguato.
Non Abbiamo Bisogno di Loro
I genitori lavorano tutto il giorno e la sera, stanchi, preferiscono parcheggiare i figli davanti alla televisione o al tablet. Ogni giorno, ore e ore di esposizione agli schermi forgiano le menti degli adulti di domani, plasmati da messaggi appositamente studiati per trasformare creature innocenti e libere, in scatole vuote da riempire di desideri indotti. Quei bisogni, che prima non c’erano, lentamente diventano irrinunciabili. Tutto quello che serve finisce per essere confinato dietro uno schermo e poi sugli scaffali dei negozi, ben confezionato, per creare e alimentare la bramosia d’avere.
Dopo qualche tempo la fantasia inutilizzata si atrofizza e risultano incapaci di bastare a se stessi, vuoti. Quel vuoto però deve essere colmato, e le cose diventano perfette sostitute, nascondendo una terribile trappola: l’avere obbliga al fare. E così gli adulti fanno, fanno, fanno, fino alla fine dei loro giorni. Arrivano a ritenere normale lavorare tutto il giorno per acquistare più che possono. 1000 euro per un telefonino, 300 un paio di scarpe, 2000 per garantirsi il posto tra le zanzare, in un bungalow di latta, la settimana di Ferragosto. Se solo potessimo avere un lavoro più ben pagato riusciremmo a comperare tutto, gli ultimi modelli di ogni gingillo che ci mostrano, il meglio del meglio, per essere primi e sempre all'avanguardia. E lo facciamo anche se i soldi non li abbiamo, paghiamo a rate; arraffiamo tutto, tanto si paga dopo.
Solo che poi ciò che abbiamo va difeso, quindi meglio installare un impianto d’allarme perché non sa mai, non vorremo mica che ci rubino il Mac o l’automobile potente con cui finalmente possiamo macinare chilometri e chilometri. Abbiamo appositamente pagato un venditore che ci aiutasse a fare la scelta giusta, a scegliere i giusti optional e la cilindrata più arrogante. Poi, naturalmente, bisogna sottoscrivere l’assicurazione, la più completa e costosa, perché in città rompono i finestrini e rubano tutto. Gomme per arrivare velocemente in ufficio anche quanto la strada è ghiacciata, revisioni e tagliandi per non restare a piedi, altrimenti un contrattempo ridurrebbe la nostra produttività. Se non ci fermiamo mai possiamo guadagnare di più, e allora giù di aspirine, integratori alimentari e vitamine, per produrre senza sosta, anche quando è il nostro corpo a supplicare di fermarci. Ma i soldi sono importanti e serve qualcuno che lì tenga al sicuro, una bella banca, solida, così possiamo dormire sonni tranquilli. Certo che, dice il promotore finanziario, lasciarli fermi non è una buona idea, e allora via a comprare titoli di cui non sappiamo niente, tanto paghiamo un esperto che se ne occupa mentre noi possiamo essere liberi di continuare a lavorare, senza sosta. E se il mercato crolla, cosa ci vuoi fare, sfortuna...
Potrei andare avanti tutta la sera ad elencare come ogni bisogno indotto produce altri bisogni, a spiegare come i soldi servano principalmente a risolvere problemi causati dai soldi stessi e perché sia esattamente questo ad impedirci di essere liberi, ma è più importante concentrarsi sulle cause, perché noi non nasciamo così, lo diventiamo. Quel bambino che giocava libero, originariamente non aveva bisogno di nulla. Ha perso la leggerezza e la semplicità dell'esistenza nel momento in cui gli è stato estirpato il vero seme della libertà: la fantasia.
E allora come possiamo piantare nuovamente quel seme e tornare liberi? Beh, dobbiamo staccare la spina, allontanarci mentalmente e fisicamente dalla società e aspettare, aspettare che in quel vuoto la fantasia sbocci nuovamente, perché in realtà è ancora lì, nascosta dentro di noi, ma impaurita dalla follia del mondo. Nell'isolamento liberiamo spazio per un nuovo fiorire della fantasia, quel meraviglioso potere che permette ad ognuno di entrare in un mondo dove l’inverosimile e l’incredibile diventano nuovamente possibili e realizzabili. E così quei sogni e quei desideri che crescendo avevamo abbandonato, torneranno ad essere traguardi da raggiungere, dando nuovamente uno scopo alla vita. Se hai uno scopo, non ti serve il resto, ma senza fantasia uno scopo non puoi nemmeno immaginarlo.
In questo modo non avremo più bisogno che siano gli altri a suggerirci ciò che ci serve, la fantasia genererà uno scopo, un sogno da realizzare, e lo scopo sarà l'unica cosa importante, eclissando l'inutile. Non ci serviranno più tutte quelle persone che ogni giorno ci porgono su un vassoio d’argento oggetti, opportunità, desideri, speranze e altri derivati della produzione industriale. Non avremo più bisogno di loro e saremo liberi.
Completamente d'accordo... Cmq a parte poca gente appena provo a esporre questi concetti mi guardano come se fossi matto o uno che non ha voglia di lavorare.Ho avuto una depressione maggiore dovuta il lavoro troppo impegnativo, stare in giro 12 ore al gg x 6 giorni alla settimana a fare qualcosa che non ti piace non é vita e ho deciso di lasciarlo,addirittura al mio cane sono venuti i calcoli visto che arrivavo talmente stanco da non riuscire più a portarlo in giro...ora.lo porto in giro tutti i giorni e apparte essere guarito é anche più felice, é da un anno che sono diventato più minimalista di prima grazie anche ai tuoi consigli sto riuscendo a spendere davvero poco...riciclo tutto e cerco di autoprodurre il più possibile da quando faccio così pur non avendo un lavoro riesco a risparmiare e riesco a far risparmiare anche la mia ragazza che per fortuna sua fa un la maestra che la soddisfa ed é sempre stato quello che ha voluto fare insomma la sua vocazione...ma ahimè gente fortunata come lei é davvero poca il 90 per cento si trova a fare lavori che non gli danno nulla proprio perché sin fa piccoli siamo stati pilotati da questo sistema malato che porta solo infelicità,preoccupazioni e rassegnazione
RispondiElimina....si può vivere con meno e più felicemente senza perdere i momenti belli della vita grazie..
Che bella testimonianza, davvero... Anch'io x lavoro e studio protratto negli anni (che nn mi piaceva, ma così ha deciso mia madre) mi sono ammalata così come dici....e anch'io poi ho iniziato a risparmiare a riciclare. Autoprodurre ho iniziato da poco, ma sto facendo...però un entrata c'è da mio marito che è la pensione di un operaio normale....faccio ancora fatica a ricordare come ero fantasiosa e spero pian piano di ritrovare tutto xké c'è tutto.. Grazie
EliminaAnch'io ringrazio Francesco per i suoi spunti, solo che nel mio caso mi sento ancora che nn mi é tornata tutta la fantasia che avevo anzi x meglio dire, quello che mi sarebbe piaciuto fare, ora lo fanno già in tanti e quindi le cose che sognavo le offrono già in molti....e quindi mi dico che é inutile darsi da fare x quella cosa e così rimango bloccata e frustrata... Sento da un po' un bisogno che sarebbe di trovare persone che la pensano come Francesco e di unire le menti i cuori le forze stando in contatto perché se no mi sento tagliata fuori dall'altra gente e quindi devo completamente chiudermi o isolarmi andando a vivere in un posto ideale....
EliminaI bambini dovrebbero essere protetti da tutti questi messaggi pubblicitari, invece proprio le pubblicità rivolte ai piccoli sono le più subdole...e tartassanti e non solo in tv. Vengono proposti modelli e messaggi inacettabili.
RispondiEliminaOrmai il senso critico è azzerato, ho sempre pensato che se non siamo in grado di tutelare i nostri figli, non siamo una società degna di questo nome.
Non ci rendiamo conto che i bimbi sono il futuro?
Ti ringrazio Francesco per gli spunti di riflessione che mi dai, sei davvero fonte di ispirazione e trovo confortante vedere che nonostante tutto, esistono molte persone che pensano con la loro testa, e che con i loro piccoli gesti, fanno e faranno la differenza.
Bellissimo!
RispondiEliminaGrazie Francesco per averlo scritto.
RispondiEliminaCondivido tutto.
Spero che sempre piu` persone realizzino quanto tu dici e agiscano di conseguenza. Per cambiare il mondo si puo` partire da piccoli gesti, che sommati faranno un vero cambiamento.
Bell'articolo, sono totalmente d'accordo
RispondiEliminaBellissimo articolo... è un sogno leggere le parole di qualcuno che traduce i miei pensieri �� Katia
RispondiEliminaCiao Francesco,
RispondiEliminaancora una volta sono d'accordo con le tue parole. Ogni giorno che passa sono sempre più felice del mio percorso di decrescita volontaria al quale tu hai dato un contributo importante. Dopo aver lasciato un lavoro che molti definivano prestigioso,sto ricominciando pian piano a gestire il mio tempo libero. Questo mi ha permesso di realizzare il mio sogno di aprire un blog di viaggi. Nel mio blog ho deciso di inserire anche qualche post dove racconto perché ho deciso di cambiare la mia vita e dove mi sta portando questo nuovo percorso. Spesso le persone mi guardano come se fossi pazza e mi chiedono, allibite, come ho fatto a lasciare un lavoro sicuro e ben pagato per "ritrovarmi a tagliare la mortadella"( come mi dicono anche con un certo disprezzo), penso sempre alla frustrazione che prima sentivo dentro di me. Sono sempre più convinta della mia scelta, mai e poi mai tornerei alla vita di prima.
"i bambini non hanno bisogno di nulla".. francesco, ho paura tu stia diventando un po' clickbate.
RispondiEliminaConcordo con praticamente tutto quello che hai scritto.
Quanto detto in testa invece trovo non sia realistico.
I bambini sono dipendenti. I bisogni dei bambini sono soddisfatti dai genitori, per questo possono sconfiggere draghi e sognare tutto il giorno, perchè c'è qualcuno che pensa ai loro bisogni, primari e secondari. E quando non c'è più nessuno che pensa ai nostri bisogni ma bisogna provvedervi da soli? E' li che la fantasia e la realtà si ribilanciano.
Ma alla fine tutto questo per cosa? Prima o poi il pianeta esaurirà la sua energia e tutto il tempo speso a costruire qualcosa svanirà insieme ad esso ed all'umanità, almenoche.. le uniche 2 possibilità che mi vengono in mente:
1. che si riesca a trovare un modo per piegare lo spazio-tempo e raggiungere pianeti abitabili dall'essere umano o rendere pianeti vicini, abitabili;
2. riuscire a padroneggiare l'energia in modo da rigenerare la dissipazione di calore del pianeta (una sozluione un po' più fantasiosa dei viaggi spazio-temporali forse ma chissà..)
insomma, se non si riesce a portare l'umanità su un altro pianeta o se non si riesce a rigenerarne la dissipazione di calore della terra, a nulla servirà contruire e costruire, l'umanità finirà con il pianeta stesso.
Per quanto riguarda la coscienza etc, non lo so ma per quanto riguarda la materialità, così è o quantomeno, così sembra che sarà, per ora..
Eccerto, ci manca solo che portiamo l'umanità a far danni anche su altri pianeti. Non vi basta la catastrofe planetaria che questa umanità assurda ha causato e continua a causare?
EliminaMeno male che da questo pianeta non si può uscire, altrimenti non mi resta che contattare gli alieni pregandoli che vengano a disintegrarci prima di partire...
Grande articolo, forse il più bello che hai scritto.
RispondiEliminaVorrei consigliare la lettura del libro di Corona 'La fine del mondo storto' , semplice e molto intressante.
Questo è l'articolo che mi è arrivata la piaciuto di più di quello che ho letto su questo blog!
RispondiEliminaGrazie Francesco
Francesco,
RispondiEliminaa me basta un bicchiere di buon vino ed un buon sigaro perché una giornata sia una bellissima giornata! Chiedo troppo!?
Ma sei matto? I sigari costano e Francesco non approva.
EliminaLa filosofia è quella di ridurre l'inutile e non certo di eliminare ciò che fa bene allo spirito.
EliminaEra una battuta, la mia!
EliminaDavvero uno dei tuoi articoli più belli Francesco.
RispondiEliminaHo raggiunto il massimo momento di liberazione nella vita quando ho fatto la scelta di una vita minimalista. Il mio compagno lo e' sempre stato, io no. Ho liberato casa da tantissime cose e mi è sembrato di tornare a respirare ossigeno. Mi infastidisce l'accumulo e amo gli spazi vuoti, in casa e fuori.
A casa mia si accumula solo legna da ardere per l'inverno e i freddi improvvisi fuori stagione, il resto è fuori
discussione.
Chi vive per consumare ha degli enormi vuoti esistenziali ds riempire uniti a scarsa autostima, che li porta a pensare che solo se si presenteranno con roba firmata addosso saranno apprezzati dalla società. Inutile dire che costoro attraggono solo soggetti altrettanto vuoti, che sublimano le loro insicurezze con grosse auto e roba vistosa, e soprattutto mediocri e interessati all'apparenza.
Ecco perché è fondamentale fare un percorso di consapevolezza, altrimenti è impossibile che una persona possa cambiare completamente e comprendere dove sia la VERA vita.
Da bambina giocavo con un paio di bambole e le coccinelle nel prato, ritornare a quella sensazione a 40 anni è stato qualcosa che non ha prezzo.
Per tutto il resto, per i consumisti inconsapevoli e rapaci dell'esistenza e della sua bellezza c'è Mastercard.
Meno male che non ce l'ho 😊
Anna
Dal tuo commento traspare invece quanto, secondo me, tu inconsciamente agogni un certo tipo di esistenza. Come tu ancora non ti sia liberata da certi bisogni, avendo così bisogno di denigrarli.
EliminaAttenta a non implodere. Tieni duro.
Il "secondo me" è la chiave di tutto, bravo.
EliminaAnna
Ottima letura, Fabio.
EliminaTra la vita minimalista e il riccone di Milano che pippa coca e gira con la Bentley, c'è pure una cosa che si chiama "via di mezzo". L'importante è scegliere la vita che ci rende felici, senza copiare gli altri e senza avere la pretesa che ciò che va bene per noi sia la cosa più giusta per l'umanità intera.
EliminaSappi che hai un nuovo seguace del blog. L'ho visitato per la prima volta qualche giorno fa e mi ha lasciato qualcosa di profondo. E' vero, si è persa la fantasia. La fantasia di seguire il proprio essere. La cosa che mi fa paura è che sembriamo totalmente vittime dei nostri tempi. Ragioniamo ormai come Computer, tendiamo al comfort, venduto come felicità, e ci dimentichiamo giorno dopo giorno dello spirito di sacrificio, quello autentico, quello dove la fatica di ogni giorno viene ripagata da qualcosa che nasce e che è ogni volta diverso ed autentico. Oggi si punta al "comfort" a ritmi non umani, non tanto per intensità ma più per qualità. Ritmi di vita inutile per vivere vite inutile, sempre occupati, sempre indaffarati e stanchi. E con una vita così, addio allo spazio per la fantasia. Spero un giorno di avere il tuo coraggio e staccarmi da questo cordone di dipendenza a una vita asettica, priva di naturalezza e di essenza. Felice di seguire il tuo blog.
RispondiEliminaManu