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gli intellettuali hanno fallito |
Gli intellettuali contemporanei hanno fallito nel loro compito, questo perché ignorano totalmente le dinamiche della moderna informazione. Capaci di comprendere il proprio tempo, forse, ma certamente incapaci di comunicare efficacemente il proprio pensiero.
E’ per questo che stiamo assistendo al trionfo del
neoliberismo e del pensiero estremo, perché la maggior parte dei pensatori contemporanei si atteggia a tale, ma non ha i numeri per essere efficace, in un mondo dove influencer e intellettuale dovrebbero avere "quasi" lo stesso significato.
Gli Intellettuali sono Inutili
La concezione aristotelica di intellettuale è generalmente considerata quella più pura, la stessa ripresa durante l'illuminismo francese e poi arrivata fino ai nostri giorni, qui, in Italia. Questa vede gli intellettuali come coloro che si impegnano nella ricerca della verità, attraverso la scienza, la sapienza, l’intelligenza e l’arte. Per potersi definire tale un intellettuale deve essere completamente super partes, ovvero non schierato, né politicamente né socialmente.
La funzione di un intellettuale è sempre stata di indubbia utilità: laddove le masse potevano essere fuorviate dai poteri forti della politica e dell’economia, ma anche oppresse per ignoranza o manovrate da falsità e oscurantismo, gli intellettuali avevano il dovere di riportare a galla la verità e aiutare tutti a comprendere. Ecco quindi che iniziamo a ragionare su un aspetto molto importante, ovvero, come fa oggi oggi un intellettuale ad assolvere ai suoi “compiti”? Perché, delle parole degli intellettuali sono piene le televisioni e i giornali, ma siamo certi che siano ancora efficaci?
La domanda è più che lecita perché la forza della parola è tale solo se riesce a raggiungere un numero notevole di persone soprattutto se questa parola riesce ad essere più “virale” di quella che giustamente contrasta. Un tempo gli intellettuali trovavano visibilità attraverso la presenza su giornali, televisione e con la scrittura di saggi, metodo usato da tutti, che funzionava molto bene perché l’informazione passava quasi esclusivamente attraverso quei canali.
Oggi però ci troviamo di fronte ad una situazione completamente diversa. L’ultimo rapporto del
CENSIS ha visto ancora una volta le persone aumentare l’accesso al web e diminuire quello verso i media classici, mostrando ancora una volta come il web conti ormai da molto tempo di più della TV. Negli Stati Uniti Youtube fa più visualizzazioni della prima televisione nazionale.
L’intellettuale oggi deve quindi avere una presenza massiccia sul web, altrimenti il suo pensiero rischia di essere inefficace. Facciamo un esempio: un sedicente intellettuale che volesse provare a “contrastare” il pensiero di Matteo Salvini
(prendo lui solo perché ha numeri importanti sul web), può scrivere un saggio che vende quale decina di migliaia di copie, andare sporadicamente in TV e apparire su qualche quotidiano, ma a cosa serve se poi, sul web (che conta di più) ha un pugno di followers?. Beh, serve a poco, perché Salvini, non solo è sempre su tutti i giornali, telegiornali e invitato in molte trasmissioni, ma:
- su Twitter ha 1 milione di follower
- su Instagram 1,2 milioni
- su Facebook 3,6 milioni
Quando si parla da una platea così grande e si martella sempre sugli stessi concetti, si finisce per convincere un numero enorme di persone, perché sappiamo bene che anche una menzogna, ripetuta continuamente, diventa verità. Come può un sedicente intellettuale, con un pugno di follower e qualche comparsata in TV contrastare tutto questo?
Ecco quindi che oggi la figura dell’intellettuale deve necessariamente fondersi con quella dell’infuencer, non solo perchè la TV sta soccombendo sotto i colpi del web, ma anche perché gli italiani leggono sempre meno (-1% solo nell'ultimo anno). I social sono il palcoscenico privato del singolo e quello di alcuni personaggi è immenso, pensiamo solo a Trump che ha vinto le elezioni proprio grazie a Twitter. E in Italia, l’impotenza degli intellettuali "classici" è ormai evidente, nel nostro esempio lo dimostra il fatto che nonostante fior fior di pensatori stiamo cercando di contrastare Salvini, questo non fa altro che aumentare i consensi.
Questo è il motivo per cui oggi viene da chiedersi se esistono ancora gli intellettuali, ma non dal punto di vista fisico, quello sì, ce ne sono a centinaia che si autodefiniscono tali, ma dal punto di vista della capacità di assolvere al compito che si sono prefissati. Quello che personalmente mi lascia basito è come la maggior parte di chi si definisce intellettuale ignori tutto questo e sprechi tutte le sue potenzialità. Chi vuole ricoprire questo “ruolo” dovrebbe prima di tutto studiare e capire le dinamiche moderne, altrimenti come può farsi portavoce di verità? Di intellettuali che hanno più di una manciata di follower sul web, cioè i veri intellettuali moderni, si contano sulle dita d'una mano. Tutti gli altri rimangono solo vecchi dinosauri totalmente inefficaci.
Dunque, oggi, chiunque si ritenga onesto non può definirsi intellettuale se non ha i numeri dalla sua parte, altrimenti il suo pensiero può anche essere il più nobile e giusto che ci sia, ma non riesce ad assolvere al suo ruolo, fallendo. Tutto questo infanga il buon nome dei veri intellettuali, soprattutto quelli del passato, visto che i poteri forti stanno ridicolizzando i pensatori liberi, proprio perché questi sono ormai inermi. Si finisce quindi per ridicolizzare un'intera categoria per colpa di chi gioca a fare l’intellettuale pur non capendo l’importanza dei numeri, nel tempo in cui vive.
Grazie Francesco, come sempre hai una lettura intelligente dei fatti che ci circondano. Un caro saluto
RispondiEliminagrazie a te :)
EliminaA me sembra che non sia un problema di follower ma di etica. Tutti questi intellettuali contro il pensiero neoliberista non li vedo. Se ci sono, vengono deliberatamente affossati sui media e sul web, proprio dagli intellettuali venduti al sistema.
RispondiEliminaFrancesco, ti ringrazio per la dedica. Lo pensavo anch'io che non ho i numeri per diffondere le mie idee, però questo canale non è l'unico... ho già fatto un buon lavoro in passato su altri canali. ora sto raccogliendo i frutti. saluti
RispondiEliminaNon ho mica capito... di che lavoro parli, quali frutti?
Elimina"Tutto questo infanga il buon nome dei veri intellettuali, soprattutto quelli del passato, visto che i poteri forti stanno ridicolizzando i pensatori liberi, proprio perché questi sono ormai inermi. Si finisce quindi per ridicolizzare un'intera categoria per colpa di chi gioca a fare l’intellettuale pur non capendo l’importanza dei numeri, nel tempo in cui vive."
RispondiEliminasarebbe bello se tu potessi fare qualche esempio da cui hai dedotto ciò che hai scritto... chissà perché credo che non vedrò neppure questo commento pubblicato
Un esempio proprio su Salvini. Se segui qualunque dibattito noterai come tutti sono contro il suo pensiero, ma come comunque lui non faccia altro che aumentare i consensi? Dove sono gli intellettuali? Che potere hanno in questo caso?
Eliminatu credi che Salvini faccia parte dei cosiddetti poteri forti? nel caso la sua sia solo una recita potrei anche essere d'accordo. ma lasciati dire che hai davvero uno strano modo di pensare.... probabilmente apprezzerai Saviano, cosa pensi di Saviano? è tuo amico?
EliminaNo non lo credo e no non siamo amici io e Saviano.
Elimina"gli intellettuali sono inutili" caspita che bel titolone. incoraggiante soprattutto... non preoccuparti che prima o poi arriveranno a minare i poteri "forti" ed i suoi cani. tempo al tempo... intanto meglio inutili che controproducenti leccapiedi
RispondiEliminaIn effetti i termini del discorso - qualunque discorso - nel momento in cui approdano a quello che ancora oggi (erroneamente), molti considerano il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza, ovvero la televisione, subiscono l'inevidabile regressione banalizzante per poter raggiungere il cosiddetto "grande pubblico". Da decenni la tv ha abdicato a qualunque ruolo culturale e meno che mai educativo, segno evidente di pochezza intellettuale dei dirigenti televisisvi, ma anche della logica vincente (per modo di dire) del "panem et circenses".
RispondiEliminaChi va in televisione lo fa per narcisistica autocelebrazione ed è disposto ad ammorbidire i toni e non toccare determinati temi pur di essere accolto nel salotto buono delle persone per bene. Niente discorsi scomodi, quindi, e niente critiche che non siano già state sdoganate come luoghi comuni o ovvietà di pubblico dominio. Il pubblico non deve pensare, deve essere intrattenuto, divertito, magari anche informato (con la pseudo-informazione soporifera dei telegionali), tutto fuorché la problematizzazione di quanto si definisce realtà, perché svelare un mondo complesso è roba da mal di testa e perderci il sonno, molto meglio ridere alle scontatissime battute del comico di turno, o godersi una bella partita di calcio alla tv!
Il problema più grande della società è sempre stato il voler attribuire poteri e ruoli a chiunque, dal più umile del lava gabinetti al pensatore più fine.
RispondiEliminaQual è il ruolo dell'intellettuale? Convincere la gente di qualcosa? Portarla dalla propria parte? E magari farlo a botte di like sui social, quindi vince chi non ha nulla da dire ma se dice due cagate su Twitter o Facebook e ha milioni di like è un figo?
L'intellettuale VERO attraverso le sue parole deve stimolare riflessioni limitandosi a osservare la realtà cercando di mantenere la sua onestà (intellettuale pure quella), non accaparrarsi il consenso di milioni di decerebrati consumisti e buonisti un tanto al chilo, per quello ci sono i Saviano, che è diventata proprio una categoria a parte che con l'intelletto ha zero a che vedere, più con l'asservimento ai poteri forti.
Ho casa piena di libri di intellettuali che mi hanno aperto un mondo di idee aiutandomi a costruire un pensiero critico e profondo verso me stessa e il mondo che mi circonda, ma statisticamente sono una mosca bianca e lo so, poco male.
I giovani di oggi per lo più sono una causa persa comunque, ecco perché per il mondo di oggi e domani gli intellettuali sono inutili, ben vengano, o ben tornino, quelli che una persona a me cara definiva "intellettuali agricoli": liberi e fini pensatori, spiriti liberi e indomiti con in mano vanga, zappa e rastrello.
Ne serviranno parecchi nei tempi a venire, che con i social non vengono su patate rape e carciofi :))
Si ma la questione è che se non hai impatto il tuo pensiero, per quanto vero e nobile, soccombe e allora non hai assolto uno dei compiti fondamentali degli intellettuali: cambiare le cose.
EliminaPerdonami, non sono d'accordo. Perché mai un intellettuale dovrebbe cambiare le cose? Ma se come specie non siamo minimamente capaci di cambiare noi stessi, perché ci aspettiamo che siano gli altri a cambiare il mondo?
EliminaScusa ma tu hai aspettato che un qualunque intellettuale ti dicesse che dovevi smettere di lavorare e vivere in modo minimalista o sei stato tu con le tue esperienze e anni di riflessioni sui pro e i contro a decidere? Sicuramente avrai anche ascoltato e letto altrui esperienze ma nessuno poteva farti cambiare se non eri tu a volerlo.
Se non esiste consapevolezza di sé capendo che siamo noi il mondo, anzi un universo pieno zeppo di cose, cosa vogliamo esattamente dagli "altri"? Ma poi chi sono questi altri, se non lo specchio di ciò che inconsciamente vogliamo o meno da noi stessi?
E' la definizione stessa di intellettuale a dirlo, hai letto l'articolo?
RispondiEliminaLe definizioni servono solo per i cruciverba e per chi si illude di avere la vita e il mondo sotto controllo rinchiudendo tutto e tutti in quello che gli anglosassoni chiamano "pigeon hole", ovvero incasellare, catalogare per sentirsi al sicuro.
EliminaTe lo dice una che ha lavorato a progetti per dizionari laureata in lingue.
E quindi?
EliminaL'intellettuale non esercita il proprio pensiero critico fine a se stesso, o al servizio del (pre)potente di turno. L'intellettuale è al servizio della comunità cui sente di appartenere e vigila e avverte dei rischi e dei pericoli di determinate scelte e situazioni, non perché abbia la sfera di cristallo, ma perché la cultura di cui è espressione gli consente una lettura/interpretazione complessa dei fatti del mondo, al di là dei pregiudizi e dei luoghi comuni di cui il buonsenso banalmente vigente spesso è ricco.
RispondiEliminaAggiungerei che il ruolo di intellettuale implica una certa dose di impegno sociale, a cui l'intellettuale non può sottrarsi, altrimenti è solo un professionista del suo settore di appartenenza. Nell'antichità, quando ancora non esisteva la figura dell'intellettuale moderno, il ruolo scomodo e impopolare di ammonire il potere e condannarne gli eccessi era svolto dal profeta. Se il profeta muoveva da istanze di carattere religioso, l'intellettuale moderno muove da principi e valori fondanti della comunità cui appartiene e di cui ha chiara la cultura e la storia.
RispondiEliminaIo credo che la maggior parte delle delle persone non abbia le capacità e o la voglia di capire la complessità della realtà che ci circonda né di prendersi la responsabilità delle proprie azioni attribuendo ad una causa esterna la ragione di tutti i mali(lo stato, la política, l'economia, i "poteri forti"...tutta quella marmaglia di borghesotti consumisti decerebratj dovrebbe imparare a pensare, leggere libri invece di passare ore sui social o su youtube a scrivere cazzate e commentare su qualunque argomento pretendendo di sapere tutto quando un realtà non sanno un cazzo( perdonami i toni coloriti Francesco)
RispondiEliminaMi piace molto la definizione di intellettuale come colui che si impegna nella ricerca della verità, ma non me farei una questione di visibilità
RispondiEliminaPenso che all'attualità il progresso tecnologico ha consentito ad un cospicuo numero di individui di diventare personaggi noti ma è altrettanto vero che se influenzano lo fanno non certo nella ricerca etica della verità quanto quella macchiavellica del profitto
Gli intellettuali strictu sensu esistono ancora ma appaiono per lo più noiosi e anacronistici, non arriveranno mai alla massa e non sarebbero comunque compresi
Cercare di influenzare un altra persona con il proprio potere intellettuale via media si chiama despotismo!
RispondiEliminaSe i numeri stanno dalla parte dei più forti, la ragione non segue sempre questa regola, non so nove accordo sul fatto che una bugia ripetuta un secolo diventa verità.
In questo articolo, dal titolo quasi polemico, dici cose interessanti.
RispondiEliminaC'è da dire però che alcuni politici hanno dalla loro la forza di saper toccare, ad arte, le corde degli interessi non di certo spirituali ed intellettuali del popolo che rappresentano. E tu pensi che anche l'intellettuale più ispirato, coinvolgente ed esperto di social possa convincere chi non è propenso a farsi convincere a causa dei propri bisogni e necessità che vede incarnati nelle parole del politico ? Io penso di no.