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meno produttivi è meglio |
Qual è il motivo per il quale vanno così di moda articoli, libri o video che spiegano come riuscire ad
aumentare la produttività? Ve lo siete mai chiesto? Beh, il motivo è molto semplice: la maggior parte delle persone vive quasi costantemente in un senso di soffocamento derivante dal peso delle troppe cose da fare.
Siamo oberati di impegni, soprattutto sul posto di lavoro, e ci sembra sempre di non riuscire a portare a termine i compiti assegnati.
La produttività rende la vita un inferno
Tutto questo ci stressa e ci proietta in uno stato di perenne nervosismo, perché abbiamo sempre il capo e i clienti con il fiato sul collo.
Viviamo male le nostre giornate e la sera siamo intrattabili con le persone che ci amano.
Accade quindi che la maggior parte di noi finisce per odiare il proprio lavoro e i propri superiori, li ritiene troppo esigenti, disorganizzati e incapaci di fare il proprio mestiere. Loro però hanno il nostro stesso problema: si caricano di lavoro per la paura di non riuscire a pagare le tasse e gli stipendi, e finiscono per rincorrere un impegno dietro l’altro, sempre in ritardo su tutto. Questo altro non è che lo stress di cui tanto si parla, quello che nuoce gravemente all'equilibrio psicofisico delle persone e che le porta ad ammalarsi.
Ad un certo punto, esasperati dal quotidiano, ricerchiamo modi per essere più produttivi ed ecco perché i vari guru della crescita personale fanno a gara per posizionare bene questi contenuti sui motori di ricerca o nei social. Noi, però, che amiamo vedere le cose da un punto di vista differente, proviamo a ragionare al contrario. Perché dovremmo essere più produttivi? Per ottenere più denaro? Per costruire qualcosa di grande di cui andare fieri? Per avere un giorno più tempo per noi? Probabilmente una o più tra queste ragioni, ma siamo veramente sicuri che si tratti di traguardi che possono essere raggiunti?
Il dipendente che riuscisse a fare di più in meno tempo, verrebbe presto caricato di ulteriore lavoro e quindi si ritroverebbe con lo stesso identico problema. Anzi, visto che non reggerebbe a lungo ritmi così elevati, ad un certo punto scoppierebbe e verrebbe facilmente etichettato come "quello che voleva strafare", ma che non è stato all'altezza. In pochi apprezzano il duro lavoro degli altri, ma tutti sono pronti a parlare male di chi fallisce. Il dirigente che trovasse un modo per usare meglio il tempo ed essere più produttivo, finirebbe inevitabilmente per caricarsi di ulteriori impegni, questo perché non vi è limite alla bramosia di denaro e successo. Lo vediamo ogni giorno, gli imprenditori più capaci, ottenuto un risultato, non si accontentano e continuano ad alzare l’asticella, ritornando presto ad essere nuovamente sopraffatti dalle cose da fare.
Alla fine, forse, si potrebbe avere più denaro, ma se non abbiamo il tempo di godercelo cosa ce ne facciamo? Possiamo anche comprarci la villa in Sardegna da mezzo milione di euro, ma se poi ci possiamo andare una settimana l’anno perché dobbiamo sempre lavorare, a cosa è servito acquistarla? Possiamo avere l’automobile da 100mila euro, ma per andare dove? Al lavorare? Forse verremmo considerati di prestigio perché abbiamo portato a termine progetti grandiosi o costruito un business vincente, ma è davvero così importante il giudizio altrui? Talmente importante da costringerci a vivere una vita inutilmente complicata solo per sembrare felici e appagati ai loro occhi? Avete mai visto un dirigente rilassato e sereno godersi la vita su una spiaggia alle Seychelles? A me sembra che siano sempre costretti a vivere nelle malsane metropoli, chiusi in ufficio e in perenne riunione.
La cosa più assurda è che
tutto questo non è la “normalità”, non è la vita ad essere così, siamo solo noi che non facciamo altro che crearci continuamente nuovi problemi. La vita è una cosa molto più semplice, ma
ricercando la produttività non facciamo altro che trasformarla in un vero inferno. Lo facciamo per la nostra infinita sete di denaro e successo, che coltiviamo come se fosse l’unica cosa che conta e per la quale siamo disposti a
sacrificare tutto. Potremmo vivere tranquillamente, senza dover trovare modi per essere sempre più produttivi, imparando ad accontentarci delle cose semplici e ad avere bisogno di poco.
Da non perdere:
Cosa Succede se Smettiamo di Essere Produttivi
Ecco perché quando ci imbattiamo in quei guru della crescita personale che ci vogliono spiegare come essere più produttivi, dovremmo subito smettere di leggere o guardare i loro contenuti, perché non fanno altro che insegnarci come complicarci la vita. Non ci stanno dando delle soluzioni, ci stanno indicando la strada che punta diritta vero il baratro, un triste epilogo che potrà essere evitato solo quando capiremo che un piccolo aumento di produttività coincide sempre con un grande aumento d'infelicità.
Questo articolo mi fa venire in mente la storiella Zen che narra di un uomo molto ricco che va in riva al mare e vede un tipo che pesca tranquillo e felice, e gli chiede quanti pesci pesca al giorno, poi gli spiega come fare per diventare un uomo di successo e fare tanti soldi che gli permettano di passare il resto della sua vita a odiare in riva al mare, al che il pescatore gli risponde sorridendo che lui si sta già godendo la vita pescando e prendendo il sole al mare, senza bisogno di fare tutti i passaggi elencati dall'uomo ricco.
RispondiEliminaEcco, questa storia insegna davvero molte cose, in primis che per essere felici non serve assolutamente possedere nulla di costoso facendo peraltro immani sforzi per ottenere inutili beni materiali, e poi che tutto quello che crediamo serva a raggiungere la felicità è la strada esattamente opposta. La felicità è qui adesso, non se supererò il colloquio per la promozione o se avrò l'ultimo modello di Iphone o di scarpe firmate. E la felicità non aspetta e non resta per sempre, va trovata all'interno di noi e dobbiamo diventare noi il nostro centro di gravità permanente, come diceva Gurdjeff parafrasato da Battiato.
Anch'io a suo tempo ho vinto svariati premi di produzione in ufficio. Il prezzo che ho pagato per essi è stato dover subire mobbing dalla Manager, veder cadere i miei capelli dallo stress, tornare a casa la sera tardissimo e stravolta dai nervi, il puntuale provare nausea e febbre ogni lunedì mattina. Al che ho detto BASTA, ed è stata la decisione migliore mai presa.
Da quel momento solo lavori temporanei e part-time quando ho urgente bisogno di soldi, perché il tempo perso dentro un ufficio malsano in una città inquinata come dice Francesco non me lo ridà nessuno, ho solo questa vita come Anna e voglio essere felice ADESSO, non domani o se vincerò uno stupido premio produzione o la lotteria.
Riprendiamoci la nostra vita finché non è troppo tardi!
Anna
A volte però si è costretti ad essere "produttivi" non per volontà propria ma per volontà economiche e "morali". Io svolgo un lavoro poco retribuito ma con alto tasso di ore mensili, tutto ciò è dovuto dalla crisi economica e da sindacati che hanno firmato contratti invivibili. Io d'altro canto cerco nonostante tutto di ritagliarmi tempo per me stesso, non ho stravizi, non fumo, non bevo, esco di rado la sera qualche volta al mese per mangiare una pizza tra amici, non sono ipertecnologico, non gioco alle consolle, ma anzi preferisco più una passeggiata e un caffè con un amico,insomma in questo calderone è per dire che non sono uno che spende e spande. Vorrei avere più tempo per me stesso, ma sono costretto a lavorare perché se non ti fai vedere volenteroso sono molto propensi a non rinnovarti il contratto. Cercare un altro lavoro? Si lo sto facendo ma ancora non si muove niente. Detto questo faccio i complimenti a te Francesco,la penso proprio come te la libertà è impagabile e va difesa con tutte le proprie forze.
RispondiEliminaGentile Francesco,
RispondiEliminaho lavorato 43 anni prima di andare in pensione come impiegato in una ditta del Nord Italia: per buona parte della mia lunghissima vita lavorativa ho sempre visto i "superiori" eternamente scontenti che pur guadagnando tanto si lamentavano sempre che volevano guadagnare di più. Io li ho sempre definiti "malati", ma mi prendevano per pazzo perché "loro fanno bene ed è giusto così!", dicevano i miei colleghi.
Beh da quando ho letto l Suo blog mi sono venuti in mente tantissimi dubbi sul mio passato: ora che ho 69 anni mi sono reso conto di aver speso quasi tutto per una (modesta) pensione, ma all'epoca nessuno faceva i Suoi ragionamenti e io l'ho scoperta da poco.
Cordiali saluti e buon anno
Tiziano
Ciao Francesco,
RispondiEliminaBello questo articolo. Tratti un argomento che, fino a poco tempo fa, per me
era una piaga. Io ho lasciato un lavoro promettente nel settore in cui avevo studiato perché non c'è la facevo più. Sempre più ore passate a lavorare con responsabilità sempre maggiori. Non avevo più tempo per le persone che amo ed ero intrattabile. Così sono passati quasi due anni, poi,alla comparsa dei primi disturbi psicosomatici e delle crisi di pianto ho detto basta. Ho lasciato quel lavoro a poche settimane del mio matrimonio, puoi immaginare in quanti mi abbiano dato della pazza. Sai come è no, di questi tempi, lasciare un lavoro sicuro, é da folli. Ora mi sono rimessa in gioco e gestisco la piccola bottega di famiglia. Certo non è facile. Non ho più un entrata sicura e se non vendiamo non si mangia. Tuttavia sono tornata ad essere la persona felice di un tempo con una voglia di fare che credevo di aver perduto. Pur avendo ancora più responsabilità di prima, gestisco da me gli orari di lavoro, essendo presente per la mia famiglia e ritagliando anche del tempo per me. Sono solo all inizio, devo fare ancora molti cambiamenti per portare la mia vita dove voglio io, però sono ottimista ed è bellissimo per me sentir dire mio marito che i miei occhi ridono di nuovo... Scusa se mi sono dilungata troppo, ma ci tenevo a raccontarti la mia storia. Buon anno!
Michela
Ti seguo da molto tempo senza mai dire nulla. Ho ascoltato con intensità il tuo discorso di fine anno e mi sono commosso (rabbia e rancore). Mi sono preso la libertà di linkare il filmato ad amici. Ti dico solo GRAZIE!!!
RispondiEliminaCiao Francesco, propongo di creare un forum dedicato sulle tecniche di risparmio e alla vita alternativa, sarebbe molto utile potersi confrontare con le proprie esperienze e magari fare qualche 'azione' colletiva.
RispondiEliminaComplimeni per il blog e i video su youtube.
Ale,mi unisco volentieri a questa tua proposta. Speriamo Francesco ci ascolti...🤔ciao
EliminaMi sono svegliato da poco, mi sono fatto un caffè e ho davanti a me tutta la giornata libera. Leggerò, studierò qualcosa che mi interessa, ascolterò un po' di musica e mi fumerò un buon sigaro.
RispondiEliminaQualche anno fa sarei corso in ufficio con la Porsche ad occuparmi delle scadenze, dei pagamenti, dei dipendenti e di tante alte seccature.
Sto bene cosi!
ciao francesco, la mia teoria è questa: più uno è produttivo, meno domande si fa, più è felice del contentino dello scatto di stipendio, più sono contenti i genitori, più si fa figo con amici e via discorrendo;
RispondiEliminafinché uno non si fa delle domande, che nessun professore/collega/genitore di dirà mai, a meno che non la pensino come te e come noi che commentiamo, ma fidati siamo pochi...
per molti "è giusto essere oberati di lavoro", ma non si chiedono il motivo per cui accettano a man bassa una tal situazione infernale
Esatto purtroppo molti non si fanno domande agiscono come automi ed é terribile
EliminaCiao a tutti: sono Paola di Vicenza e sono pienamente d'accordo con Ale sul mettere in piedi un forum per scambiarci pareri e consigli sulla autoproduzione ed eperiebnze che esulano dal turbocapitaismo e vita amorfa a cui siamo stati abituati fin da piccini e magari per chi lo desidera dare vita a un ecovillaggio fatto di persone come si deve.
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