I Soldi Non Fanno la Felicità

denaro e serenità
i soldi non comprano la felicità
Alcuni anni fa, quando ho scelto di licenziarmi e vivere senza lavorare, ho dovuto risolvere da solo alcune questioni che oggi ritengo banali, ma che credo siano ancora concetti fondamentali e criptici per tutti coloro che vogliono vivere senza un lavoro. Le domande a cui dare risposta sono: Come fai con il denaro se non lavori? E poi: Se non ti puoi comprare niente avrai certamente una vita triste e piatta!

A quest’ultima domanda rispondo che i soldi non fanno la felicità, anche se sono consapevole che questa frase è stata coniata da un ricco, o quantomeno benestante, ma nella mia pluriennale esperienza posso affermare di esserne la prova vivente.


Cosa faccio se non lavoro?


È martedì mattina, la primavera è appena cominciata e il sole deve ancora sorgere. Nel silenzio della mia casetta di montagna scrivo qualche pagina del nuovo libro, controllo il blog e rispondo ai messaggi mentre intingo il pane del giorno prima in una tazza di latte caldo. Tutti dormono e io mi godo questo silenzio paradisiaco. Non ho fretta di fare ciò che sto facendo perché non ho nulla da fare, non mi aspettano capi, colleghi o clienti, non ci sono doveri se non nei confronti delle persone che amo.

Lo zaino è pronto, dentro c’è poca roba: una borraccia d’acqua, una ventina anti-pioggia, un berretto di lana di alpaca e un panino alla mortadella. Esco di casa e imbocco il sentiero che s’inoltra nel bosco, 1700 metri di dislivello per raggiungere la cima del monte Cornetto, uno sperone di roccia che da una parte sovrasta la valle dell’Adige e dall'altra la valle dei Laghi, mentre in lontananza si può scorgere il Lago di Garda. Chi mi segue nelle puntante di "Into The Wild" su Youtube ha visto con i suoi occhi la bellezza di questi panorami.

cornetto


La salita è lunga, ma non faccio fatica, l’ho fatta così tante volte che so esattamente a che pagina siamo del libro di vetta. Mentre cammino incontro una femmina di capriolo seguita dal suo cucciolo, si accorgono di me solo quando gli sono a pochi metri, non mi sentono perché non faccio molto rumore, nel bosco non si parla, si ascolta. La prima volta che ho incontrato un cervo adulto sono rimasto senza fiato, è un animale enorme, grande quasi come un cavallo, ma per via delle corna è alto il doppio.

Gli anemoni e i tulipani selvatici sputano un po’ ovunque, segnano il sentiero e mano a mano che salgo spariscono per lasciare spazio ai mughi e alle bianche rocce. Raggiungo la vetta, l’ultimo tratto va quasi scalato. Non c’è nessuno, ovvio, sono le sette del mattino di un martedì qualunque, la gente sta andando in macchina al lavoro. Mi siedo, bevo, mangio qualcosa e poi rimango in silenzio ad ammirare il paesaggio, la città che produce senza sosta e le vette innevate del Brenta.

Medito per un’ora abbondante, le migliori idee per i libri, gli articoli o i video sono sempre nate su qualche vetta, là dove il silenzio lascia che la mente respiri e arrivi dove il frastuono della civiltà non le permette. Ogni tanto penso che è ora di andare, che devo tornare in valle, ma non è vero, non devo andare da nessuna parte, è solo un automatismo che mi è rimasto dentro, frutto di anni trascorsi a corre da un cliente all'altro, ad inseguire esigenze e rispettare consegne. Ho impiegato molto tempo a comprendere che tutte quelle cose importantissime che ogni giorno dovevo fare in verità erano sciocchezze, stupide regole, stupide scadenze per consegnare stupidi oggetti che non servono a niente. È l'uomo che si crea questo gran da fare, lo stesso uomo che poi si lamenta dello stress che comporta. E per quale motivo? Per inseguire il profitto? Ma il profitto di chi? Non certo il nostro, noi è già tanto se arriviamo a fine mese. 

Dove sono i soldi?


Girare nei boschi, raggiungere le vette, così come surfare le onde dell’oceano, governare la vela del windsurf tra le increspature del lago, raccogliere i funghi o le pigne per accendere il fuoco, curare l’orto in un bel pomeriggio di sole, fare lo sciroppo di mugo, cuocere il pane nel forno a legna e tante altre stupende attività che riempiono le mie giornate e quelle dei miei figli, non hanno nulla a che vedere con il denaro. Per fare tutto questo non si usano i soldi, si usa il tempo e le proprie capacità. Si vive felici perché liberi, senza costrizioni né pensieri. Solo se sei libero puoi essere felice, mentre se sei costretto a fare cose che non vorresti fare, allora non sarai mai felice. Eppure, per fare soldi, la maggior parte delle persone passa la vita chiuso in una fabbrica o in un ufficio, sopportando a malapena il proprio lavoro, i colleghi, i capi, e aspettando con ansia che arrivi il weekend e poi le vacanze. Ma le ferie sono un puntino nel mare degli obblighi e delle costrizioni, passano in un istante e vengono presto schiacciate da altri infiniti giorni di lavoro. E anche la sensazione di aver fatto il proprio dovere, cioè il piacere della stanchezza (che apprezzo e comprendo) dura poco, fintanto che non realizzi che il giorno dopo dovrai ancora fare ciò che detesti.

triste lavoratore senza denaro


Quanto detto fino ad ora chiarisce molto bene perché i soldi non fanno la felicità, ed in effetti è sufficiente pensare che anche se ci raddoppiassero lo stipendio non cambierebbe nulla. A cosa servirebbe il denaro se non hai tempo di spenderlo in cose che ti possono rendere felice? Anche avessimo la villa in Sardegna ci potremmo andare solo a Ferragosto. Anche avessimo una Lamborghini, ogni mattina ci ritroveremmo paralizzati nel traffico esattamente come quello che va a lavorare con la Smart. Anche se ci potessimo permettere di cenare ogni sera nei migliori ristoranti della città, presto diventerebbe la normalità e non sortirebbe in noi nessun effetto. E allora cosa stiamo facendo tutti quanti, e perché?

Ce lo spiega Adam Smith


Anche se siamo tutti abbastanza d’accordo sul fatto che "i soldi non fanno la felicità", di fatto molti continuano a credere che se avessero una buona disponibilità economica si sentirebbero meglio. Qui non stiamo parlando della differenza che intercorre tra chi fa la fame e chi invece si può permettere ogni lusso, ma della fascia media della popolazione che guarda alla ricchezza come un traguardo da raggiungere.

Adam Smith, che è considerato fondatore dell'economia politica moderna, spiega bene come le persone inseguano il successo, la carriera e il profitto perché credono che quando saranno ricchi saranno più felici. Questa idea nasce da un’immagine che ognuno di noi ha in testa: persone piene di soldi che fanno la bella vita. Appena si comprende che questa idea è sbagliata si smette immediatamente di credere che i ricchi siano più felici e lo si capisce ragionando su un concetto molto semplice: la capacità fisiologia che il ricco ha di godere della propria ricchezza è solo di poco superiore a quella del povero. L’uomo ricco può consumare poco più del povero perché il tempo che ha a disposizione è il medesimo, pertanto tutto quello che possiede non lo sfrutta veramente.
Quel selfie fatto sul bordo della piscina della sua villa in Sardegna non è la sua vita, è un istante di relax che capita una volta l'anno, ma noi (nello nostra testa) costruiamo un film dove lo immaginiamo sempre così, felice e libero. 

C'è poi uno studio della Purdue University pubblicato QUI su Nature e ripreso anche da Wired, Vanityfair e Repubblica che avvalora questa tesi. Il ricco, possedendo molto, ha moltissime preoccupazioni, perché i beni materiali devono essere gestiti e in qualche modo “difesi”. Il tempo del ricco viene in parte speso per gestire tutto ciò che ha, e quindi sottratto a quello che potrebbe impiegare nelle relazioni sociali. Se poi difendere la propria posizione lavorativa significa passare le serate e il sabato in ufficio, ecco che il quadro risulta ancora più evidente. Il ricco ha maggiori possibilità di invecchiare solo e deluso per non aver raggiunto la felicità che credeva di ottenere attraverso il denaro.

Tutto questo comporta un chiaro paradosso: mentre tutti invidiano il ricco credendo che sia più felice, questo vive peggio di chi lo invidia. Ecco perché, non solo i soldi non fanno la felicità, ma rischiano di portare sulla strada opposta.

E così vivo


Sono quassù e non laggiù a produrre perché a queste conclusioni sono arrivato ormai molti anni fa. Inseguire la ricchezza non mi avrebbe mai reso felice, tanto valeva privarsene completamente e vivere a contatto con la natura. E se ci stiamo chiedendo perché proprio nella natura, beh, ma perché è solo nella natura che si ritrova la pace e la serenità. Sia chiaro, io guadagno da questo blog, da Youtube e dai libri che scrivo, ma guadagno poco, il giusto che mi serve per vivere, la differenza è che non spendo niente perché non voglio niente, se non stare tranquillo e fare ciò che amo, nella natura. Anche chi è completamente immerso nel sistema, appena può fugge dalla città e va in vacanza al mare o in montagna, e se non può passeggia nel parco, va al lago o fa un pic-nic nel prato più vicino. Questo perché tutti sentono dentro il bisogno di andare dove si sentono più felici, cioè nella natura.

Non so se abbia fatto bene o male, non ho il verbo e nemmeno la sfera magica, ma ad un certo punto ho deciso che era il momento di smettere di perdere tempo lavorando e agire per la mia felicità. Anche se sono circondato da persone che mi ripentono continuamente che sto sbagliando, che me ne pentirò amaramente e che ad un certo punto la vita e la società mi presenteranno il conto, ho compreso che l’unica cosa che conta veramente è essere felici ora. E questo lo posso dire a gran voce: sono felice. Ma non lo sono perché ho raggiunto il traguardo di vivere senza lavorare, lo sono per un aspetto molto più importante: questo stile di vita mi permette di coltivare sempre nuovi sogni. Ora ho il tempo per realizzare nuovi progetti, la libertà di sognare e di provare a trasformare ciò che voglio in realtà. La felicità è esattamente questo, trovare il modo di mantenere viva dentro di noi la fiamma del desiderio, cioè l’entusiasmo di sognare e la voglia di buttarsi a capofitto nell'inseguimento di nuovi traguardi.

i soldi non servono per queste cose
cose che non puoi comprare con il denaro


Anche per questo i soldi non fanno la felicità, perché sognare non costa nulla e nei ritmi lenti di chi non ha nessuno che gli impone scadenze, anche realizzare ciò che desideriamo non richiede denaro. Oggi il sogno era raggiungere la vetta, domani sarà partire con il furgone per chissà quale meta, completare un nuovo libro, prendere un volo e fare il bagno a Cofete mentre in Italia è pieno inverno.

Li realizzerò tutti, l’ho sempre fatto.

Conclusioni


Nella società moderna, dove i disoccupati rappresentano sempre una piccola minoranza della popolazione, frasi come "i soldi non fanno la felicità" non si riferiscono ai (relativamente) pochi che hanno seri problemi economici. Questi hanno certamente bisogno di un po' di denaro. La frase si riferisce a tutti gli altri, la stragrande maggioranza delle persone che lavora duramente per fare soldi, sognando di diventare ricchi, ma ignorando che la ricchezza non migliorerà la loro vita.

Stacchiamoci da questo meccanismo, cambiamo completamente vita e rinunciamo al denaro, solo così la nostra esistenza sarà fatta di giornate felici e non di un triste susseguirsi di giorni lavorativi, sempre uguali e sempre più difficili da sopportare. Può anche darsi che un giorno la vita mi presenterà il conto, ma almeno potrò dire di aver vissuto felicemente, e alla fine morirò come tutti gli altri, forse un po’ più povero e forse qualche anno prima, ma certamente senza rimpianti.

49 commenti:

  1. Ciao Francesco, grazie per questo bellissimo post. Ci sto arrivando o perlomeno ci arriverò presto sulla montagna, come te. Scoprire e leggere il tuo blog mi ha fatto riflettere tanto ed ora, alla "veneranda" età di 52 anni sto cominciando a capirlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Complimenti e buone, faticosissime, risalite :)

      Elimina
    2. Ciao Francesco sono Lorenza e lo scorsoanno a giugnoeravamoa Calete grazie a Daniela di Sole e vacanze. Io e mio marito condividiamo appieno la tua scelta e forse proprio perchè abbiamo da poco superato i 50 anni, che desideriamo fare cioò che ci fa piacere e stasre bene. Però sul cammino a volte io devo rimodulare i miei sogni perchè non è che li ho persi di vista, ma fanno parte di qualcosa che ormai per me è "superfluo", vorrei tanto aiutare le persone e me stessa a ritrovare le cose fondamentali della vita, come dicono tutti i coatch, e rimettere un po' a posto il mondo...nn è semplice. Ti stimo molto e vedrai che le tue attività produrranno anche per la "vecchiaia", un caro saluto!

      Elimina
  2. ...E se uno odia la montagna e preferisce la città?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se odi la montagna, ti piacerà forse il mare, o il lago, o la collina... sennò vuol dire che odi la natura, e le preferisci la vita artificiale della città dove tutto è finto, artefatto e anche tossico. Allora puoi tranquillamente continuare la tua vita da automa sradicato e non leggere questo blog.

      Elimina
    2. Finto, artefatto, tossico? Che si fa, radiamo al suolo pure le città d'arte? Firenze è trafficata, puzza di smog ma, guarda un po', ha un patrimonio artistico eccezionale. Del resto, se vuoi stare in pace, si può vivere in città, ma in una zona di campagna, che ti permette, comunque, di raggiungere il centro in dieci minuti. Tu non vai mai al ristorante? Non entri in un bar per farti una bevuta con gli amici? E una pizza ogni tanto non ce la metti? Tutto questo ha un costo e, tanto per essere chiari, pure vivere in montagna ha il suo prezzo, a meno di non privarti dell'energia elettrica e facendo la vita da uomo primitivo. Nulla di male, eh, basta scegliere.

      Elimina
    3. Certo che se commentate tutti come anonimi non si capisce mica chi risponde a chi... inventatevi un nick dai :)

      Elimina
  3. RINNUNCIARE AL DENARO ?E CON COSA LO COMPRI IL BIGLIETTO DELL AEREO ?CON UN BARATTOLO DI ARIA DI MONTAGNA FRESCA ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Idolo! Concordo assolutamente

      Elimina
    2. Senza denaro non si vive, a meno che uno non voglia fare l'eremita in alta montagna, sempre sperando di non ammalarsi, perché poi sarebbero razzi amari.

      Elimina
    3. Ovviamente, leggendo bene l'articolo, si comprende che non si tratta di vivere senza niente, ma di non inseguire il denaro e il potere come traguardi. Un po' di soldi servono a tutti, diffidate di chi dice il contrario :)

      Elimina
    4. A me hanno regalato due biglietti aerei abbastanza costosi in cambio dell'organizzazione di alcune serate degustazione di vini e sigari!

      Elimina
    5. Ovviamente, leggendo chi fa della onorevole e stupenda rinuncia del denaro come rinascita, la supposizione che non serva per vivere, è meglio che tolga le dita dai tasti della tastiera. I soldi spesi per un biglietto aereo? Questo sarebbe la minaccia, il ricatto che devono farsi le nostre menti per continuare a lavorare?

      Elimina
    6. Secondo me non è assolutamente possibile vivere senza soldi in assoluto, ma é possbibile vivere con poco. Certo, bisogna organizzarsi e rivedere la scala dei propri valori e dare delle priorità. Personalmente non rinuncerei mai ad un buon sigaro e ad un buon bicchiere di vino al giorno, tuttavia non sento la mancanza dell'automobile, della tv, dello smartphone ed altre cose. In passato viaggiavo su un'automibile che costava quanto un monolocale ma lavoravo 15 ore al giorno sotto il peso di 1000 responsabilità. Forse le posizioni di Francesco sono molto estremizzate e non potrebbe essere diversamente alla luce dello scopo di questo sito, forse solo così può essere uno spunto di riflessione, poi ognuno ha il compito di trovare il proprio equilibrio ottimale. Oggi è una bella giornata, mi accendo un sigaro e mi faccio una passeggiata, chissà quante belle giornate così in passato ho sciupato in ufficio.... però avevo più soldi!

      Elimina
    7. Scala di valori e priorità che ognuno sceglie. Io, ad esempio, a differenza tua, non potrei mai fare a meno dello Smartphone. Ma non perché mi diverto a cazzeggiare come un bimbo minkia ma, piuttosto, perché, per via di alcune cose che organizzo (feste, cene...) il telefonino diventa uno strumento di programmazione indispensabile. Odio la TV ma ho comunque il televisore perché amo i film, che scarico da internet e che vedo tramite la chiavettta USB. Amo mangiare, adoro il buon vino. Mi piace uscire con gli amici. Ogni tanto vado al teatro o in giro per i musei (di città d'arte ne abbiano a centinaia!. Senza soldi non si vive, al massimo si può scegliere come campare e stabilire il proprio budget. Rinunciando a tutto, forse, te la cavi con pochissimo. Ma, appunto, sono scelte e non è detto che quelle di chi la pensa come Francesco siano necessarimente migliori. L'importante è essere felici nella vita e su questo penso che siamo tutto d'accordo.

      Mauro

      Elimina
  4. Ciao Francesco condivido pienamente la tua visione della vita, io per circa vent'anni ho passato 8/10 ore al giorno a fare cose che non mi piacevano con persone che detestavo e mi sono trovato anche disoccupato circa un anno fa per la chiusura di questa azienda, dopo lo sconforto iniziale ho imparato a capire che questa situazione invece di essere una disgrazia sia diventata pian piano la più grande opportunità della mia vita.
    Oggi posso fare tutto lo sport(mia grande passione)che voglio con mia moglie ci stiamo godendo la vita fortunatamente non abbiamo avuto figli e non abbiamo contratto debiti e questo mi fa vedere serenamente il futuro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che meraviglia, non c'è nulla di meglio che saper volgere in positivo le situazioni negativi, complimenti!

      Elimina
  5. Ho chiuso un'azienda con 13 dipendenti anche se andava bene stanco di vivere per il lavoro. Oggi non ho più un lavoro ma un hobby che mi diverte e che mi fa guadagnare quanto mi basta per vivere soddisfatto.

    RispondiElimina
  6. Pensate se, improvvisamente, tutti i dentisti del mondo facessero come Francesco...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa se improvvisamente tutti i dentisti facessero il lavoro che fai te.

      Elimina
    2. Sarebbe la stessa cosa: nessuno potrebbe più curarsi i denti. In altre parole, qualcuno che lavora ci deve sempre essere. Poi, parto dal principio che un dentista, tanto per rimanere in tema, è uno che il lavoro se lo ha scelto e dubito che lo veda come un sacrificio, al pari di quello che si alza la mattina brontolando e va in ufficio o, peggio ancora, in fabbrica a sorbirsi gli insulti dei superiori.

      Elimina
    3. E' proprio questa la questione: conosco persone che adorano il proprio lavoro e questa è l'unica cosa che conta. Io mi sentivo inutile, lavoravo per fare cose di cui il mondo poteva benissimo fare a meno (come moltissimi altri lavori oggi) e allora tanto vale fare ciò che ami, non farò il pane, ma inutile per inutile tanto vale essere felici.

      Elimina
    4. Poteva mancare il commento ultra banale della situazione?
      Come se secoli fa la gente avesse denti perfetti ed esistesse la categoria professionale del dentista.
      Il modo di togliere i denti c'è anche senza il bisogno del dentista, fidati.

      Se poi sei il classico tipo moderno fatto con lo stampino che crede alle menate delle infezioni e bla bla fai pure, una volta bastava sciacquare il buco dell'estrazione con del buon cognac e via il dolore, altro che dentista.
      Elimina dalla tua alimentazione tutto quello che è raffinato, lo zucchero e tutte le schifezze industriali e vedi che il tuo dentista può anche smettere di lavorare :))

      Non credo manco per un secondo alle persone che amano il proprio lavoro, a meno che per lavoro non intendiamo l'arte.
      L'artista lo comprendo benissimo, perché creare arte è una passione che non conosce orari o stagioni, ma per tutto il resto dei lavori è solo abitudine alla schiavitù. Uno che è felice di stare tutto il giorno a lavorare ha sicuramente qualche problema in casa e non vuole rientrarci, lo so per esperienza indiretta, o è un drogato di lavoro, che è il peggior soggetto con cui avere a che fare.

      Elimina
    5. Un mio amico dentista aveva uno studio prestigioso e diversi dipendenti, lavorara moltissimo ed aveva una costosa Mercedes. Adesso ha un piccolo studio, non ha più i dipendenti e la Mercedes, lavora solo la mattina ed il pomeriggio si dedica alla sua passione, le arti marziali. In parte ha applicato la filosofia mia e di Francesco.

      Elimina
    6. La storia del tuo amico, che è una bella eccezione, conferma quello che ho sempre pensato:
      la maggior parte della gente (poi ci sono quei pochi che rinsaviscono, come appunto il tuo amico dentista) lavora per comprarsi l'auto di lusso e sperperare quattrini in cazzate inutili perché si identifica con i beni materiali che possiede.
      Questa è la nuova poraccitudine dei tempi moderni ragazzi.
      Una volta le persone erano fiere delle loro origini modeste, le cose veramente importanti da mostrare erano altre e non le trovavi in vendita.

      Su youtube ci sono dei video divertenti dove vengono mostrati i ricchi che si vestono senza mai esibire marche o loghi nel loro abbigliamento, mentre i poracci appunto sono vestiti con capi costosissimi e pieni di loghi e marche che mettono in bella mostra.

      Il vero ricco e il vero libero è colui che può scegliere sempre cosa fare e come farlo, senza padroni e senza scadenze, godendo di ciò che già ha e senza aver bisogno di nulla di materiale per considerare la vita degna di essere vissuta.

      Elimina
    7. Anna, se hai un dente bucato dalla carie che ti fa un male cane, che fai? Le malattie dentali, poi, sono tantissime. Per il resto, tu non sei nella testa degli altri per giudicare se amano o meno il proprio lavoro. Ovvio, parlo di lavori di un certo tipo, e non dell'impiegato o dell'imprenditoruccio del varesotto.

      Elimina
    8. Fred, se ha mollato il lavoro da dentista, semplicemente, all'epoca, aveva scelto il mestiere sbagliato. Che poi, sia chiaro, io non metto sullo stesso livello, parlando di passioni, il dentista con lo scrittore o il cantante, ma un conto è essere un professionista in qualcosa e altra cosa è fare il magazziniere o l'operaio. Il concetto mi pare semplice.

      Elimina
    9. Oh cielo, non posso credere che ci sia ancora qualcuno che crede di poter prevenire un'infezione e un dolore atroce con il cognac!

      Elimina
    10. O cielo, i nostri trisavoli sono morti tutti per mal di denti e infezioni dentali e noi siamo solo ologrammi!!

      Certo che a te a metterti nella foresta amazzonica duri 3 minuti esatti.
      Alla faccia di Darwin :))

      Elimina
    11. Anonimo 27 luglio 15:53

      Se uno risponde a un anonimo che sa fare solo battute cretine devono per forza arrivare orde di commenti sui dentisti?
      Non è che sia un argomento interessante eh.
      Non ho introdotto io l'argomento dentista e per me molti di loro sono incompetenti, costosi oltre l'assurdo e pure inutili, perché per me solo quelli che si occupano di dentosofia sono davvero competenti..oltre che ancora rari purtroppo.

      Elimina
    12. Vorrei proprio vedere cosa succederebbe se in una sala operatoria non si prendessero tutte le precauzioni che abbiamo oggi... Il dentista è il male minore.

      Paolo

      Elimina
    13. Ebbene sì, Anna, una volta si poteva morire per un'infezione in bocca e hai ragione, nella foresta pluviale non so quanto durerei...

      Elimina
    14. Dentisti inutili? Si, finché hai i denti sani! Costosi non lo metto in dubbio e manco che molti di loro sono incompetenti, ma questo vale per tutte le professioni della vita. Dentosofia? Ma anche no!

      Paolo

      Elimina
  7. Ciao Francesco
    ti ringrazio per i tuoi bellissimi articoli e lo spirito con cui li scrivi. Condivido il tuo pensiero, tuttavia, a volte, non siamo noi a poter semplicemente scegliere...ad esempio se penso alla mia situazione e quelli di tanti come me che si ritrovano con le spese dovute (ad esempio) per l'assistenza di un genitore malato di Alzheimer e ad un mutuo da pagare direi che i soldi più che felicità diventano necessità...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi spiace molto per la tua situazione e per il genitore malato, ognuno deve trovare un modo per vivere il più libero possibile, nei limiti e noi modi che la propria vita gli concede. Alle volte però avvengono cambiamenti inattesi che mettono a posto le cose, ti auguro di cuore di avere una di queste fortune!

      Elimina
  8. Ciao Francesco. Innanzitutto complimenti per l'articolo..colgo l'occasione per porti una domanda che mi preme: una vita senza un introito "sicuro" come quello di un lavoro stabile, non ti provoca ansia e preoccupazione al pensiero che un giorno possa finire?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non esistono praticamente più i lavori e gli introiti sicuri, forse i dipendenti statali ma, secondo me, anche per loro non durerà a lungo...

      Elimina
    2. La vita senza un introito sicuro crea ansia quando hai contratto debito e sai che dovrai ripagarlo. Se non hai debiti (cosa molto rara al giorno d'oggi) tutto è superabile più facilemnte. Come Fred ritengo che solo gli statali al momento possano essere i più sicuri

      Elimina
  9. Ottimo articolo come sempre Francesco. La penso (quasi) come te, nel senso che sono comunque lavoratore autonomo (quindi ho introiti e lavoro), ma al massimo 4-5 ore al giorno per scelta e faccio spesso vacanzine low-cost, 12 mesi l'anno. Diciamo che il problema vero non è tanto il pensiero in sé -che condivido quasi interamente-, ma trovare la propria dolce metà che la pensa cos', fatto di grossa difficoltà...per la mia età! Ho 30 anni e sono più che una mosca bianca e quando si tratta di tali argomenti con coetanei (e coetanee!) ci si sente come quando scrivevi all'incirca nel tuo libro che "pensando così avrai tutti contro e ti vedranno male". Niente di più vero, pazienza l'importante è stare bene con se stessi.
    Continua così, a presto.
    Davide

    RispondiElimina
  10. Tu Francesco hai una spiritualità ben diversa dalla mia, purtroppo non credi ai mondi invisibili e alle loro meraviglie (ma anche al loro abisso "infernale", per quanto non ami la parola di religiosa memoria che però ben si adatta al concetto) ma fondamentalmente la pensiamo uguale perché pur con varie differenze viviamo allo stesso modo.
    Il punto è che chi non coltiva alcuna spiritualità è terrorizzato dal solo pensiero di vivere senza soldi, perché identifica se stesso e la propria esistenza su questo pianeta con ciò che riesce a comprare, accumulare e consumare.
    Sarà un bel problema per tutta questa gente tra qualche anno ( o forse solo qualche mese, vista l'aria che tira in Italia e in Europa), quando nessuno quasi lavorerà più e non ci saranno entrate fisse che garantiscono le loro false certezze.
    Per noi che viviamo in luoghi abbastanza isolati, che siamo (quasi, nel mio caso, ma ci stiamo lavorando) autosufficienti e viviamo di pochissimo avendo della vita un concetto ben preciso la botta sarà molto meno dolorosa perché abbiamo scelto liberamente in tempi "non sospetti" di non voler essere schiavi del sistema, e abbiamo agito ed agiamo di conseguenza.
    Per me i soldi sono sempre stati carta straccia e non ci ho mai contato su, ho sempre avuto il po' che mi serviva ogni volta e sono sempre arrivati al momento giusto, non ci ho basato la mia esistenza e mi rendo conto ogni giorno di più di quanto abbia fatto bene.
    Ma ripeto, ognuno ha il suo concetto di vita e felicità, e chi non ha capito che questo gioco ha un bel finale solo se siamo noi a dirigerlo non potrà capire nemmeno che senza soldi non solo si vive bene, ma si è LIBERI.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza soldi muori di fame. Caso mai si può vivere, come del resto dice Francesco, con pochi soldi e il che è ben diverso!

      Elimina
    2. Eccone n'artro....

      Paradossalmente l'ultima cosa che può capitarti in Occidente è quella di morire di fame se non hai soldi.
      Al massimo puoi finire senzatetto, ma anche quello va valutato caso per caso, e si è comunque seguiti da associazioni e volontari.
      Nemmeno di vestiti avresti penuria, ti vengono dati pure quelli, così come ti vengono offerte cure sanitarie e tutto.
      Parlo per conoscenza diretta della materia avendo fatto volontariato nelle charity in Nord Europa.
      La signora Heidemarie Schwermer in Germania ha vissuto per 15 anni senza soldi e la sua storia non ha nulla di incredibile, ci si può riuscire tutti.

      Nella mia realtà (italiana) nessuno ti lascia col culo per terra, ci si aiuta tutti con scambio, baratto, tutti hanno di che vivere anche quando non hanno un soldo bucato in tasca.
      Se poi tu vuoi vivere senza soldi in un attico di Milano in Via Montenapoleone hai decisamente sbagliato blog, dovresti seguire Chiara Ferragni.

      Elimina
    3. Vivere da senzatetto, ed essere seguiti da associazioni e volontari, non mi pare una bella prospettiva, con tutto il rispetto per chi ha fatto quella fine. Il discorso, quindi, non cambia: se per vita intendi qualcosa che ti permetta di coltivare le tue passioni un minimo di introito economico ci vuole. Se non condividi questo concetto, hai sbagliato blog.

      Elimina
    4. Misà tanto che hai ragione, non sono abbastanza fuori di testa per farmi consigliare di fare l'introito vendendo il sangue o proponendomi come cavia umana...ma dai su, fammi il piacere pure tu che neanche li capisci i miei commenti.

      Elimina
    5. ...O forse sei tu che devi imparare a scrivere, chi lo sa!

      Elimina
  11. Buongiorno Francesco
    Ho letto con attenzione il tuo articolo,la cosa che più mi ha colpito sono i due esempi che hai citato il primo,lo stereotipo del ricco che nell'immaginario collettivo vive ai bordi di una lussuosa piscina , il secondo il tuo andare in montagna a passeggiare in
    mezzo alla natura e ai cervi. Non credi di avere fornito due immagini che si sovrappongono completamente? Entrambi sono degli stereotipi,come il ricco non vive in piscina non credo che neanche tu per 365 giorni all'anno vada in montagna ad ammirare i cervi .... bisogna, io credo, essere concreti e non fornire false illusione a chi ti legge.Questo blog è senza dubbio un ottima cosa ma credo che bisogna stare attenti a non fornire una visione troppo idilliaca della realtà . Mi piacerebbe che tu discutessi di più dei problemi e di come si possono risolvere o di come tu alla tua maniera li hai risolti riguardo la scelta che hai fatto cioè quella di vivere con poco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Del resto la realtà non è idilliaca per definizione. Puoi anche avere la possibilità di vivere facendo quello che ti pare ma magari ti svegli con una malattia e tanti saluti... O con la possibilità di curarti, a patto di avere dei soldi da parte. Oltre ai sogni e alle belle parole, ci vuole pure tanta concretezza nella vita.

      Elimina

Sono molto felice che tu abbia deciso di lasciare un commento, la tua opinione è molto interessante per me, tuttavia prima di commentare tieni presente le seguenti informazioni:

1. Prima di fare una domanda usa il form di ricerca in alto a destra e leggi la sezione Contatti, dove ci sono le risposte alle domande più frequenti.
2. Vengono accettati solo commenti utili, interessanti e ricchi di contenuto.
3. Non linkare il tuo sito o servizio per farti pubblicità, non servirebbe, i link sono tutti no_follow e comunque il commento non verrebbe pubblicato.
3. Se il commento è offensivo (anche in modo sottile e indiretto) non verrà pubblicato.