Il Potere di Amare se Stessi: Come Usarlo

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l'amore per se stessi
Quanti di noi sono convinti di essere sbagliati, si sentono inadeguati e continuando a ripetersi di non essere capaci di fare questo o quello, di essere imbranati o meno degli altri? E quanti, ancora, danno troppo peso al giudizio degli altri? Amare se stessi significa potersi guardare allo specchio e dirsi: “non vorrei essere nessun altro che me stesso” ed è realmente possibile farlo: essere fieri al 100% di come siamo!

Per raggiungere questa convinzione occorre prima comprendere alcuni concetti fondamentali e poi mettere in pratica alcune buone abitudini che ci permettono di cambiare radicalmente, superare i nostri limiti, trasformarci e arrivare finalmente alla piene soddisfazione di se e della propria condizione. 


Il potere della trasparenza


C'è un potere che pochi sono in grado di comprendere, figuriamoci esercitare, ma rappresenta la chiave per diventare le persone che abbiamo sempre voluto e quindi riuscire ad amarsi. Sto parlando della capacità di controllare se stessi, sia dal punto di vista del comportamento che di ciò che proviamo. Se riflettiamo un secondo la nostra vita non è ciò che ci accade, ma è prevalentemente dettata da come reagiamo a ciò che accade, aspetto che è a sua volta legato a come ci sentiamo quando questo accade.

Questo concetto si comprende più facilmente con un esempio: Se una persona a noi cara ci offende, ci arrabbiamo, rispondiamo per le rime e poi stiamo male per essere stati offesi e mal compresi. Se reagiamo in questo modo lasciamo che il comportamento dell'altro abbia un potere su di noi. Possiamo invece reagire in modo diverso, essere trasparenti alle sue parole comprendendo che la sua rabbia nei nostri confronti deriva da un suo problema, dalla sua incapacità di essere gentile, di rapportarsi con gli altri in modo sereno e che, in fondo, non capisce che nella vita chi offende sbaglia. Possiamo lasciare questa persona nelle sue convinzioni e considerarla debole perché non sa agire nell'amore e si fa governare dalla rabbia. Ciò che gli altri pensano e dicono di noi è un problema degli altri, non nostro.

E' chiaro che si tratta di due modi di porsi completamente differenti, ma converrete con me che il secondo ci permette di essere sempre sereni, mentre il primo ci fa arrabbiare e stare male. Allora quale dovremmo scegliere?

Bene, io scelgo sempre il secondo, perché significa esercitare il potere di amare se stessi. Mettendolo in pratica semplicemente si pone se stessi su un gradino più elevato rispetto alle persone che ci vogliono male, e in questo modo la nostra superiorità finisce per allontanarle da noi, ed evitare che ci facciano ancora male. Non è supponenza o arroganza, si tratta solo di comprendere che l'altro non è migliore di noi e che quello che dice o pensa non è il verbo, è solo la sua opinione, e tale rimarrà.

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Questo è il primo grande passo verso l'amare se stessi ovvero imparare a controllarsi, diventare trasparenti al giudizio degli altri e ricordarsi sempre che solo noi sappiamo veramente come siamo fatti e quali sono i nostri reali difetti. La difficoltà, piuttosto, sta nel capire cosa dobbiamo cambiare e cosa invece crediamo sia un aspetto negativo e invece non lo è, ma questo è il secondo passo!

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Il secondo passo


Il secondo passo per amare se stessi è quello di diventare persone migliori dal punto di vista mentale, caratteriale ed emotivo. Per farlo dobbiamo eliminare le nostre credenze negative, cioè l'insieme delle cose che riteniamo non vadano bene in noi. Questi “nei” sono la nostra limitazione alla felicità, ma anche oggetto di scherno da parte degli altri, per questo motivo dobbiamo imparare a gestirli.

Ci sono due livelli di credenze negative:

  • Il primo riguarda quegli aspetti di noi che crediamo siano difetti, ma che in realtà sono semplicemente parte della nostra personalità; di solito crediamo che questi siano lati negativi perché la società promuove valori che vanno nella direzione opposta, ma ciò che la società professa non è il verbo, anzi, di solito è sbagliato. Ad esempio essere sempre pronti, scattanti, veloci, preparati ed estroversi non è un dovere e chi lo è non è necessariamente migliore di noi. Io ad esempio preferisco calma, riflessione, lentezza, capacità di ammettere di non sapere sempre tutto e saper dire “scusa, ho sbagliato”. Penso che chi punti ad essere primo non si ami veramente, perché non hai bisogno della competizione se sei in pace con te stesso e ti piaci come sei. Questo livello di credenze negative si supera realizzando che non dobbiamo per forza essere come gli altri ci dicono di essere, dobbiamo amarci e accettarci per come siamo.
  • Questo tuttavia non vuol dire che possiamo trascurare i nostri reali difetti; il secondo livello di credenza negativa, infatti, riguarda problemi reali della nostra persona che ci causano noie nella vita. Essere troppo aggressivi, intolleranti, non sapersi controllare, essere permalosi sono esempi di difetti che ci fanno vivere male e quindi ci impediscono di amarci come persone. Molti ad esempio sono timidi e quindi perdono ottime opportunità o tendono ad emozionarsi quando non si trovano in una situazione “confortevole”. In questi casi spesso si fanno brutte figure o comunque si vorrebbe essere in grado di reagire in maniera brillante e trarre il meglio da ogni situazione. Col tempo si finisce per considerare questo difetto come parte inseparabile della nostra personalità e per questo non si fa nulla per cambiare, ponendoselo come limite, ma di fatto vivendo male. Fintanto che in noi esistono limiti di questo tipo non potremmo mai amare veramente noi stessi. Per amare noi stessi dobbiamo usare le energie per correggere i nostri reali difetti, “allenandoci” continuamente per migliorare lì dove siamo carenti.

Il secondo passo quindi consiste nel sapersi accettare come siamo, ma allo stesso tempo fare di tutto per separare le caratteristiche della nostra personalità da quelli che invece sono reali difetti che, anche se consideriamo limiti invalicabili, dobbiamo imparare e superare, altrimenti vivremo male e non ci ameremo mai come persone.

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Comportarsi con amore


Fino ad ora ci siamo concentrati su quello che dobbiamo fare per migliorarci come persone e quindi aver maggior autostima, piacerci e amarci. Questo serve ad essere felici per ciò che siamo, ma aiuta solo in parte a migliorare l'altra faccia della medaglia, ovvero il buon vecchio rapporto con gli altri. Ad inizio articolo abbiamo detto che il giudizio degli altri è un problema degli altri, ma questo serve solo ad allontanare le persone negative, mentre abbiamo anche bisogno di avvicinare quelle con cui vogliamo stare. Anche un solitario come me, che va in montagna al mattino presto per non incontrare nessuno capisce l'importanza di essere circondato da persone che lo amano ;)

In questo caso tutto quello che dobbiamo fare è semplicemente imparare a comportarci con gentilezza nei confronti degli altri. Con questa frase non intendo dire che dobbiamo parlare in modo educato o evitare di dire ciò che pensiamo, ma più precisamente di fare in modo che gli altri, quando sono con noi, si sentano a proprio agio.

amare se stessi


Ci sono moltissime persone che non perdono occasione per imporre il proprio pensiero o far notare gli sbagli degli altri; ogni giorno ho a che fare con gente che sembra quasi provare piacere nel mettere gli altri in difficoltà, umiliarli o farli sentire sotto esame. Mi chiedo sempre a cosa serva comportarsi in questo modo se non a sfogare la propria rabbia repressa, ma non ho certo bisogno di interrogarmi sulle conseguenze che questo atteggiamento genera, ovvero l'odio.

Se vogliamo essere felici di noi sessi e quindi amarci come individui, dobbiamo creare armonia ed empatia con tutti gli altri, farli sentire compresi, ascoltarli (nessuno ascolta, tutti vogliono parlare!) sintonizzarci sulla loro lunghezza d'onda, farli ridere e ridere insieme a loro. Quando si crea questa armonia le persone ci vogliono bene, ci sentiamo felici e iniziamo ad amare in nostro modo di porci e di rapportarci. Sottolineo ancora una volta che questo è il comportamento da adottare con le persone che ci piacciono, per gli “ostili” eserciteremo il potere della trasparenza.

Agire per stare bene


L'ultimo capitolo va dedicato alle azioni, perché fino ad ora abbiamo parlato di pensieri, atteggiamenti mentali e metodi per creare armonia con gli altri, ma non potremo mai amare noi stessi se non iniziamo a lavorare anche concretamente sul nostro corpo.

Amare se stessi significa anche amare il proprio fisico, essere soddisfatti del proprio tono muscolare e della propria salute fisica, non avere problemi e sentirsi pieni di energie. Per fare questo non vi è altro che fare attività fisica costante, vivere a contatto con la natura, nutrirsi in modo sano, evitare di bere troppo alcool, e smettere di fumare. Anche se l'aspetto esteriore non ha molta importanza e non a tutti potrebbe interessare, quello della salute è invece un tema irrinunciabile per amare se stessi, per questo motivo non è possibile trascurare questo aspetto.

Questo consiglio probabilmente risulterà banale, ma possiamo amarci totalmente solo se amiamo sia il nostro corpo che la nostra mente.

Conclusioni


Amare se stessi è tutto quello che possiamo desiderare in termini di felicità, anche più di possedere denaro o fama, perché queste non coincidono necessariamente con l'essere (e sentirsi) belle persone. Possiamo essere ricchi e famosi, ma i conti con la nostra coscienza li dobbiamo comunque fare e, in quel caso, solo se possiamo dire di amarci ci sentiremo veramente a posto.

Se ci amiamo veramente significa che siamo felici della nostra personalità, del nostro fisico e di quello che gli altri pensano di noi, riuscendo allo stesso tempo ad ignorare chi ci giudica male.

In questo articolo spero di aver chiarito quello che occorre fare per migliorare la propria situazione ed arrivare ad un amore incondizionato verso la propria persona, trovando finalmente la felicità.

2 commenti:

  1. Fa molto riflettere l’articolo che Francesco ha scritto e dobbiamo ammettere che lasciamo molto condizionare la nostra vita dal pensiero degli altri. La classica domanda che in molte situazioni ci facciamo è “Chissà cosa penseranno di me gli amici, i conoscenti, i colleghi”. Riusciamo perfino a fare anche i camaleonti ed essere anche falsi per farci notare o per piacere agli altri e naturalmente andiamo su tutte le furie quando riceviamo dei giudizi negativi o qualcuno si arrabbia con noi. Ma noi continuiamo a lasciarci trasportare dalla corrente come se fosse normale il seguire il gregge. Come dice Francesco se la società ci vuole magri, veloci, ipertecnologici, facebook-izzati ed in continua competizione con gli altri, dobbiamo fare le paperelle ? Io ammiro molto chi sa essere diverso, chi sa uscire dagli schemi, chi usa la testa e mantiene la sua personalità con i suoi pregi e difetti mantenendo una mentalità aperta e rispettosa dei modi di pensare diversi dal proprio. Penso quindi che l’essere felici sta proprio nel riuscire ad apprezzare la nostra unicità di essere persona piena di potenzialità che non sono quelle indicate dalla società ma quelle che la natura stessa ci ha dato. Resta a noi saperle apprezzare.

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  2. tu sei mio fratello. hai spiegato tutto ciò che veramente sento. fa davvero piacere sentirsi non soli perchè condivere un ideale che appartiene a tutti quanti è qualcosa di meraviglioso, una scoperta che ognuno di noi deve fare per rischiare. Ciao caro Francesco, spero un giorno di incontrarti!
    ciao!

    Francesco Conte

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