Come Licenziarsi Ottenendo il Massimo

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Come licenziarsi
Quando mi sono licenziato volontariamente per seguire le mie passioni e cercare di vivere pienamente la vita, ho dovuto "studiare" il metodo corretto per farlo, perché possiamo ottenere vantaggi, soldi e agevolazioni a seconda di come agiamo.

In questo articolo scopriremo insieme come licenziarsi in modo legale e ottenere i soldi della disoccupazione, quanto si prende di disoccupazione, come mantenerla anche se ci mettiamo in proprio o troviamo un altro lavoro, cioè come sfruttare al massimo questa opportunità.



Perché andarsene


Prima di ogni altra nota tecnica dobbiamo prenderci un po' di tempo per riflettere sul perché vogliamo licenziarci. Questa non è una questione banale, si tratta di un discorso che dobbiamo fare a noi stessi, in maniera estremamente sincera, deponendo le armi e cercando di essere il più lucidi possibile.

Avevo un collega che guadagnava 2000 euro al mese ed era piuttosto incapace nel suo mestiere, non ci metteva impegno, tardava le consegne e commetteva errori, e per questo veniva spesso ripreso. Si lamentava sempre del posto di lavoro e di come i dirigenti lo trattavano, e la soluzione a cui pensava era il licenziamento immediato. Se lo avesse fatto avrebbe però commesso un grave errore, perché non solo godeva di uno stipendio ingiustificatamente alto, ma soprattutto perché la causa del suo malessere era lui stesso. Licenziandosi avrebbe fatto un favore alle persone che odiava, si sarebbe portato appresso i problemi e di lì ad un anno si sarebbe ritrovato in un nuovo insopportabile ambiente con nuovi insopportabili dirigenti… questo perché l'insopportabile era lui.

Quando abbiamo dei problemi sul posto di lavoro chiediamoci sinceramente quali siano le cause e agiamo di conseguenza. Se invece ce ne vogliamo andare perché vogliamo essere liberi e non avere più padroni, allora qui c'è poco da discutere: incomincia ad avere un senso ciò che stiamo per leggere. In questo lungo articolo darò per scontato che le nostre intenzioni siano quelle di licenziarsi per vivere senza lavorare, e non di cambiare lavoro, perché (in questo caso) l'approccio sarebbe ben diverso.

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Licenziarsi o farsi licenziare?


Licenziarsi per vivere senza lavorare è fantastico, ma difficilmente si torna indietro, soprattutto se abbiamo una certa età e restiamo fuori dai giochi per un po' di tempo; se decidiamo di farlo allora sarà più conveniente farsi licenziare, per il semplice fatto che prenderemo il sussidio di disoccupazione. Dando Invece le Dimissioni Volontarie non otterremo un centesimo, a meno di alcuni casi particolari che vedremo. Il problema è che per farsi licenziare bisogna agire in maniera molto attenta, altrimenti si rischia di infrangere la legge. Gli articoli 2033 del codice civile e 640, co. 2, n. 1 del codice penale riguardano rispettivamente frode nei confronti dell'Inps e truffa ai danni dello Stato, per cui è meglio essere consapevoli di quello che si rischia.

Le possibilità che abbiamo per farci licenziare sono tre.
  1. Licenziarsi per giusta causa.
  2. Fare in modo che il datore di lavoro non abbia più bisogno di noi.
  3. Arrivare ad un "licenziamento concordato".

Nel primo caso, cioè quando si palare di "giusta causa", abbiamo diritto a licenziarci e ricevere i soldi della disoccupazione nel caso di:
  • Mancato pagamento dello stipendio.
  • Aver subito molestie sessuali sul luogo di lavoro.
  • Essere stato declassato e aver subito una modifica peggiorativa delle mansioni lavorative.
  • Mobbing.
  • Se l'azienda è stata venduta ad altri e le condizioni di lavoro sono peggiorate notevolmente.
  • Se ci obbligano a trasferirci in un'altra sede.
  • Da maltrattamenti o comportamenti ingiuriosi da parte del nostro datore di lavoro.

Se sussistono queste condizioni possiamo licenziarci e ottenere comunque il sussidio di disoccupazione. 

Nel secondo caso, cioè quello nel quale cerchiamo di farci licenziare, abbiamo diverse opportunità, ma probabilmente la più semplice è quella del licenziamento disciplinare (art. 2119 del codice civile), cioè violare alcune precise regole aziendali. E' importante sottolineare che essere licenziati per il nostro cattivo comportamento da comunque accesso all'indennità di disoccupazione, per cui questa strada è probabilmente la migliore. Le azioni che ci possono "far licenziare" sono:
  1. Uso del PC o del telefono aziendale per scopi personali.
  2. Abuso di permessi.
  3. Comportamento, del lavoratore, contrario al raggiungimento degli obiettivi.
  4. Parlare male dei colleghi o deriderli.
  5. Lavorare anche quando si è in malattia.
  6. Danneggiare o distruggere materiale di proprietà dell'azienda.
  7. Il banale utilizzo di parolacce o sproloqui.

Questo è un fac-simile che ho preparato e che riguarda il licenziamento per giusta causa, tanto per renderci conto che tipo di lettera ci verrebbe recapitata nel caso in cui violassimo le regole appena elencate:

Ci sono poi altre possibilità di farsi licenziare che rientrano in questa seconda categoria, una è quella di non essere molto produttivi, fare il nostro lavoro, sì, ma limitandoci al nostro compitino, non prendere iniziative, non dare un contributo significativo all'azienda e quindi produrre il minimo indispensabile. Questo spingerà il nostro capo a chiedersi se siamo ancora utili o se può rimpiazzarci con qualcosa di meglio.

Un'altra possibilità è quella di assentarsi spesso dal lavoro in modo giustificato, quindi sfruttando al massimo le malattie (anche dei figli), restare a casa anche per due linee di febbre o per un'influenza leggera, in modo da non produrre risultati e quindi essere inutili all'interno dell'azienda.

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Un'ultima possibilità consiste nel comunicare che abbiamo la necessità di prendere un periodo sabbatico; l'azienda a questo punto potrebbe essere costretta a scegliere se preservarci il posto di lavoro e nel contempo dover spendere denaro per formare un sostituto che poi licenzieranno, o se licenziarci direttamente e liberarsi del problema. In questo caso è chiaro che ad un eventuale colloquio dovremmo essere preparati, ma per questo ho scritto l'articolo Come Prendersi un Anno Sabbatico.

L'utilizzo combinato di tutte queste tecniche probabilmente è il modo migliore per farsi licenziare.

Diciamo che le opzioni fino ad ora contemplate non sono il massimo dell'onestà; se siamo in buoni rapporti con il nostro datore di lavoro e vogliamo licenziarci ottenendo la disoccupazione, allora è il caso di optare per la terza possibilità, cioè concordare il licenziamento. Diciamo apertamente al nostro capo quali sono i nostri progetti, che non vogliamo rinunciare alla nostra libertà e che sul posto di lavoro saremmo poco produttivi, e chiediamo se possiamo trovare un modo per accordarci. Questo ovviamente significa avere meno controllo sul giorno in cui potremmo andare via del posto di lavoro.

Ottenere  la disoccupazione (Naspi)


Adesso si chiama Naspi ed è l'indennità di disoccupazione che si può ricevere a partire da maggio 2015. Se ne parla in maniera approfondita a Questa Pagina del Sito dell'Inps ma l'articolo più completo e comprensibile che ho trovato è quello sul sito Jobs Fanpage. Ad ogni modo a noi interessano solo alcune informazioni essenziali.

Siamo effettivamente "licenziati" quando entrambe le parti firmano la lettera di licenziamento, che può essere consegnata manualmente (di fronte a testimone) oppure inviata per raccomandata. Il licenziamento è valido solo se messo per iscritto, altrimenti no.

Per poter ricevere l'indennizzo di disoccupazione occorre seguire la procedura online presente nell'area privata sul Sito dell'Inps, Siccome la domanda va fatta entro 68 giorni dal licenziamento, e per accedere al sito dell'Inps serve il PIN, è meglio procurarselo prima di comunicare l'intenzione di licenziarsi. Se non vogliamo farla online, però, è sufficiente chiamare il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile.

Il massimo lo otteniamo facendo domanda immediatamente dopo il licenziamento, perché così la disoccupazione ci viene data già a partire dalla settimana successiva il licenziamento, o dal mese successivo se siamo stati licenziati per giusta causa.

Attenzione perché ogni regione attiva dei corsi e delle attività da seguire per essere re-integrati all'interno del mondo del lavoro. Se veniamo chiamati a partecipare e non ci presentiamo, ci manderanno un paio di solleciti, ci sospenderanno temporaneamente il sussidio di disoccupazione e poi lo perderemo del tutto. Se poi pervenisse, sempre tramite i centri per l'impiego, un'offerta di lavoro congrua le nostre competenze, rifiutando non avremo più il diritto di ricevere la disoccupazione.

Il tutto è molto ben spiegato in questo video




A quanto ammonta la disoccupazione?


Abbiamo diritto ad essere pagati ogni mese, per la metà dei mesi che abbiamo lavorato negli ultimi 4 anni, per cui, se abbiamo lavorato a tempo pieno per 4 anni, prenderemo la disoccupazione per circa 2 anni. Come sempre in Italia calcolare quanti soldi ci spettano è un vero casino, quindi cercherò di semplificare al massimo perché non ci serve una cifra precisissima, ma un modo facile per fare questo conto.

Prendiamo il lordo di busta paga, quindi non la cifra che ci versano, ma quella lorda. Ad esempio se guadagnassimo 780 euro al mese il lordo sarebbe qualcosa come 1000 euro. Facciamo la somma di quanto abbiamo guadagnato (lordo) in 4 anni per cui:

1000 x 12 mesi x 4 anni = 48000 euro

Adesso dividiamo per il numero di settimane contributive (che sono 52 ogni anno, quindi 208 in 4 anni):

48000 / 208 = 230 euro

Adesso moltiplichiamo questo valore per il numero magico 4,33:

230 x 4,33 = 1000 euro (circa)

Bene, per i primi 4 mesi prenderemo il 75% di questi 1000 euro, quindi 750 euro, poi, per i restanti mesi ogni mese prendiamo il 3% in meno, quindi 727€, 705€, 684€ e via dicendo, fino allo scadere dei mesi che ci spettano. Questo conto è approssimativo, ma sufficiente, perchè come sempre è meglio capire semplificando che non capire niente causa mille cavilli. L'unica cosa che dobbiamo tenere presente è che c'è una soglia di disoccupazione massima di 1300 euro e che c'è un tetto anche per il calcolo della percentuale, ma per questi dettagli vi rimando al sito dell'INPS.

Per poter permettere a tutti di calcolare facilmente quando spetta di disoccupazione in base al reddito lordo medio annuo percepito negli ultimi 4 anni, ho preparato questo facile fogli excel da usare online.

quanti soldi spettano di sussidio di disoccupazione
Clicca sull'immagine per aprire il foglio excel e calcolare la disoccupazioni che ti spetta

Per approfondire: La Calcolo Indennità Disoccupazione e TFR


Come usare la disoccupazione


Non sono in molti a sapere che l'ammontare della cifra di disoccupazione che ci spetta può essere ottenuta tutta "in un colpo" se avviamo una nuova attività imprenditoriale in proprio. Nel nostro esempio di prima avremmo ad esempio diritto ad ottenere ben 14.000 euro, decisamente utili se intendiamo vivere liberi avviando un'attività in modo autonomo.

L'altro aspetto interessante è che se ci iscriviamo ad un circuito di lavoro a chiamata (intermittente) o se sottoscriviamo un contratto di lavoro a chiamata (con obbligo di risposta), possiamo continuare a percepire la disoccupazione anche se si lavora, il che è ottimo per chi intende lavorare poco e continuare a percepire un discreto ingresso in denaro. Bisogna ricordarsi che non dobbiamo però guadagnare (dal solo lavoro a chiamata) più di 8.000 euro l'anno.

Conclusioni


In questo lungo articolo non siamo entrati nei dettagli di tutti i possibili casi particolari, anche perché ve ne sono veramente tanti, l'articolo di Fanpage che ho proposto prima fa esattamente questo, quindi possiamo consultarlo se vogliamo toglierci ogni dubbio possibili particolarità legate a situazioni di lavoro o di licenziamento speciali.

In questo articolo mi sono voluto concentrate su quello che fosse, a mio avviso, il modo migliore per licenziarsi allo scopo di vivere senza lavorare, ricordando che andarsene da un giorno all'altro non è mai la scelta giusta, sia perché perderemmo parte del TFR che ci spetta sotto forma di "multa", sia perché non avremmo diritto al sussidio di disoccupazione. Inoltre è sempre meglio lasciarsi le porte aperte, perché è con i buoni rapporti che si vive bene e si aprono porte e nascono opportunità.

19 commenti:

  1. ciao Francesco, cosa consigli ad una persona che lavora con un collega che fa il tuo stesso lavoro (dipendente nel campo consulenza informatica), ma che cerca di fare il meno possibile nel maggior tempo possibile e che guadagna circa il doppio di te ?? a me fa venire voglia di cambiare ..
    Ciao Michele

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    1. Impara da lui. E ricorda che i dirigenti fanno tutti così.

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    2. Beh io non ho mai appoggiato il "rubare" facendo come il tuo collega, ma prima o poi i nodi vengono al pettine per tutti, non si sbaglia mai se ci i comporta in modo onesto! :)

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  2. Ciao Francesco, complimenti per l'articolo.
    Mi dispiace appurare che lo Stato Italiano sia cosi' farlocco da regalare soldi alle persone che non vogliono lavorare.
    Ma se cosi' e', non vedo niente di male ad approfittarne.

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    1. Se pensi che lo Stato sia "farlocco" è perché non hai compreso quanto in realtà sia furbo. Lo Stato è il "Casino", alla fine vince sempre. Se vuoi dirmi che lo "Stato" non sono le persone, allora è un altro discorso.

      Comunque, il principio della NASPI e delle prestazioni sociali non assistenzialistiche è quello dell'assicurazione, tu versi in tempi buoni e, se accade un imprevisto/incidente, hai maturato un diritto per i tempi avversi. Ma anche in questo caso è tutto già pagato: considera le trattenute in busta paga, tutte le buste paga, e vedrai che lo "Stato" ha già abbondantemente recuperato. Attenzione, magari non vuol dire che sia un sistema efficiente nel lungo periodo, ma ormai non conta la sostenibilità a lungo termine, ma la solvibilità a breve. E lo "Stato" incassa ogni mese. Il "Casino" ha già vinto. Anche se pensi di ricevere, è come l'obolo delle "fiches" date ai clienti affinché continuino a giocare, non cambino Casino (forma di governo e persone al governo) e non pongano problemi di ordine pubblico.

      Ora... chi è il farlocco in tutto questo?

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    2. Hanno introdotto l'obbligo di partecipare ai corsi di ricollocazione proprio per questo... :)

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    3. Beh... se un parlamentare dopo 4 anni e 6 mesi percepisce il vitalizio mi dovrei sentire in colpa di percepire la disoccupazione?

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  3. Posso fare solo un appunto? Le dimissioni vanno effettuate esclusivamente on-line, in autonomia sul portale Clicklavoro con il proprio pin, presso un Patronato (che di solito riesce ad eludere il problema per una questione di competenze in cui evito di addentrarmi) oppure presso una qualunque sede dell'Ispettorato del Lavoro. Per iscritto non sono più valide....
    (io faccio dimissioni proprio presso un Ispettorato).
    Ciao, Tatiana

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    1. Ottimo, grazie per la precisazione Tatiana!

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    2. Buona sera, articolo molto interessante. Quanti mesi di retribuzione non corrisposta prima di potersi dimettere per giusta causa? Grazie

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  4. Ottimo articolo. Personalmente ho seguito queste procedure quasi due anni fa. Lavoravo da quattro anni in una società che opera nell'ecologia, il lavoro era molto duro, assiduo e demansionato rispetto alle mie competenze. A forza di subire orari infiniti e una fatica disumana, mi è venuto l'esaurimento nervoso. Ero pronto a licenziarmi su due piedi, ma poi, grazie ad alcuni amici e soprattutto leggendo il tuo libro "Smettere di lavorare", ho capito che potevo uscire con il massimo dei vantaggi. Così mi sono messo in malattia per quattro mesi, dopodichè ho concordato il licenziamento con l'azienda. Ottenuto il licenziamento, lo stesso giorno ho eseguito la procedura per il NASPI, ottenendola immediatamente e dal novembre del 2015 ricevo il sussidio che terminerà a novembre di quest'anno. Adesso sono molto più sereno, l'esaurimento se ne è andato e vivo molto più tranquillamente coltivando le mie passioni.
    Tutto questo grazie a te e a molti consigli di amici.

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  5. Da quanto so: Magari vi licenziassero oralmente davanti a testimoni! Avreste altri riconoscimenti! Basta informarvi nelle agenzie che lavorano a %; sindacati o avvocati del lavoro. Ricordate che vi spetta anche se avete lavorato in nero dopo che lo avrete dimostrato

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  6. ciao, non mi è chiara questa parte:
    "perderemmo parte del TFR che ci spetta sotto forma di "multa""
    da quello che mi risulta da una breve ricerca dando le dimissioni volontarie non si perde parte del TFR, forse era inteso per quando ci si fa licenziare per "non essersi comportati bene", quindi un licenziamento disciplinare?

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    1. No, solo se non rispetti il dovuto preavviso.

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  7. ciao a tutti, che voi sappiate, un datore di lavoro ha delle spese maggiori licenziando un dipendente per giusta causa anziché ricevere delle dimissioni volontarie da parte del lavoratore? chiedo questo perché nell'azienda dove lavoro da parecchi anni ho visto molta gente arrivare e andarsene e il più delle volte, anche difronte a soggetti da poter licenzare per giusta causa (come scritto nell'articolo di francesco) i datori di lavoro non hanno mai proceduto con tale prassi ma anzi, hanno sempre cercato di far licenziare "volontariamente" facendo pressioni spicologiche.

    Ciao, S.

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    1. Nessuno è riuscito a darmi un risposta :( comunque poco importa direi, era solo una mia considerazione ed ero curioso di sapere se qualcun altro si fosse trovato in una situazione simile e avesse svolto ricerche con esiti positivi.
      Dico poco importa perché, indipendentemente da ciò che pensano i datori di lavoro, io farò ciò che ha descritto in questo articolo Francesco (in realtà ho già iniziato da qualche mese, ma più avanti rincarerò la dose andandoci più pesante) per ottenere un licenziamento, però ho un paio di dubbi sui consigli di Franscesco:

      - per "abuso di permessi" intendi anche stare a casa nonostante siano terminati? oppure intendi semplicemente usarli anche senza un reale motivo?
      - "lavorare anche quando si è in malattia" intendi fare in modo che i datori di lavoro scoprano che io, lavoratore, durante la malattia ho fatto qualsiasi cosa anziché rimettermi?
      - una volta ottenuto il NASPI, è possibile fare trading? oppure facendo degli utili con il trading il NASPI non viene neanche accettato nonostante il licenziamento?

      grazie Franscesco e chiunque dedichi del tempo a sciogliere i miei dubbi.

      buona serata, S.

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  8. Ciao Francesco per quanto riguarda il licenziamento per giusta causa per abuso di permessi, che tu sappia vale anche per i permessi della legge 104? Grazie per eventuale risposta.

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  9. Ciao Francesco, ottimo articolo come sempre, grazie.
    Per caso conosci cosa prevede la normativa in caso di licenziamento per giusta causa di dipendente della pubblica amministrazione? So che in quel caso la Naspi non si applica. Grazie e continua così!
    A.

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