Sei Triste? Ecco come Tornare Sorridente

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come superare la tristezza
Secondo me ne abbiamo bisogno, dico, di un articolo che ci spieghi come tornare felici quando siamo tristi, perché, in effetti, nella vita capita abbastanza spesso di sentirsi tristi, certe volte per motivi precisi, altre volte senza un vero perché.

Indipendentemente dal motivo per cui siamo tristi, possiamo adottare tutta una serie di contromisure per ritrovare un po' di felicità, questo, inizialmente, anche senza risolvere veramente i problemi, ma semplicemente manipolando la mente. Scopriremo che la tristezza ha un vero e proprio senso d'essere e che potrebbe essere meno negativa di quello che immaginiamo, vediamo come.



Cos'è veramente la tristezza?


La tristezza, al contrario di quello che possiamo pensare, non è un sentimento che va represso, perché, come tutto ciò che"esiste" in natura, ha un preciso scopo d'essere. La tristezza è il modo attraverso il quale il nostro cervello accetta ed elabora il dolore in modo che non-continui-a-fare-male e che un po' alla volta si attenui. Se questo non si verificasse il dolore verrebbe elaborato in altro modo, magari in forma più pericolosa, come ad esempio la rabbia o la violenza, e sarebbe molto peggio.

Incominciamo quindi col dire che la tristezza va vissuta, non repressa; dobbiamo sentirla, concentrarci sulla nostra tristezza, focalizzarla, quasi provare a materializzarla attraverso la mente in modo da comprenderla a fondo. Già questo approccio ci porta a sentirci meglio, perché dopo un'intensa immersione nella tristezza, o addirittura dopo un pianto, sopraggiunge un momento di sollievo che ci dona serenità.

Quindi, il primo passo per approcciare in modo corretto la tristezza è proprio questo, cioè non rinnegarla cercando di ripetere a noi stessi che va tutto bene, perché altrimenti il dolore si manifesterà in altre pericolose forme.

Sullo stesso tema: Che cos'è la vera felicità?



Incanalare i pensieri


Capita a tutti di avere preoccupazioni o pensieri negativi per fatti accaduti, paure o situazioni non felici che stiamo vivendo. Tali pensieri possono accompagnarci nell'arco dell'intera giornata, mentre lavoriamo, mangiamo, stiamo con gli altri e (soprattutto) appena andati a letto. La tristezza influisce negativamente sul nostro comportamento e ci rende poco produttivi, scorbutici, riduce il nostro appetito e spesso non ci lascia dormire la notte. Tutto questo, se si protrae nel tempo, è altamente debilitante, sia da punto di vista mentale che fisico, per cui va fermato.

Il metodo principe per ritornare a sorridere è quello di spezzare, almeno temporaneamente e a più intervalli, questa catena di negatività, lasciando che ci sia spazio per un po' di serenità. Saranno proprio questi piccoli raggi di felicità, in seguito, ad aiutarci a trovare la forza di compiere quelle azioni che servono per cambiare le cose, affrontare la realtà e ristabilire l'armonia nella nostra vita. In pratica si tratta di ingannare temporaneamente la nostra mente in modo da aiutarla ad accantonare la tristezza e metterci nella condizione mentale di riuscire a fare concretamente quelle azioni che altrimenti non faremmo, per la depressione indotta dalla tristezza stessa.

Dicevamo però, nel capitolo precedente che la tristezza non va negata: in questa fase quindi ricordiamoci che la stiamo solo accantonando per trovare la forza di reagire, ma poi dovremo elaborarla!

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Alcuni esempi per capire meglio


  • Sono triste perché sto vivendo un brutto momento al lavoro, ho combinato un grosso pasticcio o non mi trovo d'accordo con il mio datore di lavoro o con i miei colleghi. Dal momento dell'accaduto mi sento molto triste, per cui tengo il broncio, non parlo molto, non mi va di mangiare e la sera non ho voglia di uscire. Quando vado a letto continuo a ripensare all'accaduto e a come le cose sarebbero potute andare diversamente se mi fossi comportato in modo diverso.
  • Sono triste perché il mio ragazzo non mi tratta bene, non mi risponde al telefono e quando parliamo sembra sempre scocciato. Mi sento veramente giù di morale, non mangio e la sera continuo a pensare e a ripensare al perché si comporta in questo modo. Non ci dormo la notte, per cui la mattina sono stanca, non riesco a studiare e la mia carriera scolastica ne risente negativamente.
  • Sono triste perché ho fatto un incidente in automobile e ho letteralmente distrutto la macchina. Dovrò sborsare un sacco di soldi per rimetterla a posto e non faccio altro che ripetere a me stesso che sarei dovuto andare più lentamente e rispettare la precedenza. Adesso non avrò i soldi per andare in vacanza, mia moglie andrà su tutte le furie e i bambini dovranno passare l'estate in piscina, invece di giocare nella sabbia come i loro coetanei.

Di preoccupazioni come queste, più o meno gravi, dobbiamo affrontarne diverse nell'arco della nostra vita, mentre altre volte ci ritroviamo semplicemente giù di morale perché non abbiamo la vita che vorremmo o non sappiamo come uscire da una situazione difficile. Come si fa quindi, in casi come quelli elencati, a manipolare la mente in modo da ritrovare la felicità che abbiamo perso?

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Come fare


Visto che la tristezza è uno stato d'animo che nasce da un pensiero costante, tipicamente indotto da accadimenti recenti (come quelli degli esempio elencati), appena ci accorgiamo che stiamo nuovamente pensando a qualcosa di negativo, chiudiamo gli occhi e focalizziamoci immediatamente su un pensiero positivo. Io ad esempio muoio letteralmente dalla voglia di esplorare nuovi sentieri di montagna o di raggiungere un qualche rifugio di alta quota che non ho ancora visto. Allora, appena sopraggiunge un pensiero negativo, chiudo gli occhi e penso a quei luoghi, mi concentro talmente tanto che mi sembra di percorrere quei sentieri o essere ai piedi di quelle cime. Penso che presto potrò preparare lo zaino e partire, che sarà una fantastica giornata di sole, che mangerò un bel panino alla mortadella e un uovo sodo con il pepe, e tutto questo mi rende nuovamente felice.

superare la tristezza per tornare felici










Ognuno di noi ha un'idea, un traguardo, un posto o anche un ricordo di qualcosa che lo rende felice, allora forziamo il pensiero in quella direzione e cerchiamo di esplorare più dettagli o ricordi possibili: la forma delle nuvole, i volti delle persone, proviamo addirittura a sentire gli odori, le voci, il caldo o il freddo. Più spingeremo la mente verso dettagli precisi più si allontaneranno i ricordi negativi e con essi la tristezza.

Anche tenersi occupati in modo"reale" e non solo"mentale" è un ottimo metodo per non essere tristi; anche se non ne abbiamo voglia, sforziamoci di avviare un'attività di qualche tipo, magari legata ad un nostro hobby, e dopo un po' che la stiamo compiendo ci renderemo conto che rimanere concentrati ha allontanato completamente i pensieri negativi che ci rendevano tristi.

Un'altra strategia molto efficace per allontanare la tristezza è quello di fare in modo che il nostro corpo produca endorfine, che sono particolari sostanze il cui rilascio è governato dal cervello, e servono per combattere il dolore e la fatica. Queste sostanze, una volta in circolo, donano una sensazione di euforia. Ci sono alcuni metodi per indurre la produzione di endorfine, i più semplici da approcciare sono:
  • Mangiare cioccolato, cibo piccante o bere un bicchiere di vino a stomaco vuoto
  • Fare esercizio fisico (ad esempio andare a correre)
  • Ridere di gusto (ad esempio guardando un film comico)
  • Suonare o ascoltare musica
Quelle appena spiegate altro non sono che tecniche che in qualche modo"camuffano" la tristezza; più riusciamo a far durare questo stato di "distrazione mentale", maggiori saranno i benefici che ne trarremo, con ovvi risvolti positivi sul nostro stato mentale. Quando sono mentalmente stanco, stressato, preoccupato o malinconico, suono, vado a correre oppure guardo qualche video divertente su Youtube e questo mi aiuta molto a ritrovare un po' di serenità e ripartire. Tuttavia ricordiamo che questo è solamente il 50% del lavoro ed ha il solo scopo di evitare di sprecare tempo in uno stato di tristezza che più dura più fagocita le nostre energie.

L'altro 50% del lavoro lo si compie agendo concretamente per "aggiustare" le situazioni o porre le basi perché non si verifichino nuovamente i fatti spiacevoli che ci hanno reso tristi. In parole povere, quanto fatto fino a questo momento è servito solo ad evitare i "perché": "Perché le cose sono andate in un certo modo", "Perché non ho fatto così o colà", "Perché è capitato proprio a me", "Perché la vita è così ingiusta" ecc.… il cervello si nutre di "perché" ma il vero problema è che i "perché" rischiano di tormentarci, saturando la mente e non lasciando spazio alle soluzioni. Ne ho già parlato molte volte e anche in questo caso vale la pena ricordare che le soluzioni si trovano smettendo di chiedersi "perché" e incominciando ad utilizzare i "come": "Come risolvo la situazione", "Come evitare di compiere ancora lo stesso errore", "Come riavvicinarmi ad una persona", "Come cambiare me stesso".

Ricordiamoci che è solo attraverso azioni concrete che si risolvono i problemi e si sconfigge la tristezza, passare il tempo a lamentarsi non cambia di una virgola la nostra situazione.

Per approfondire: Cose da Fare Prima di Morire Infelici



Conclusioni


Bene, in quest' articolo ho voluto trattare approfonditamente il tema della tristezza, perché ricordo di averne parlato qua e la in qualche articolo, ma sentivo il bisogno di spiegare come si può superare in modo pratico un momento negativo attraverso i due passaggi fondamentali, ovvero: aiutare il cervello a non farsi sopraffare dalla negatività e trovare la forza per agire.

Ricordiamoci però che la tristezza è parte di noi ed è un sentimento che può essere sfruttato anche in modo positivo: gli artisti, che cercano continuamente un modo per trasformare le emozioni in opere d'arte (dipinti, canzoni, parole) hanno bisogno di provare per primi i sentimenti che intendono catturare, per questo, ad esempio, sono tanti i musicisti che hanno prodotto le loro migliori opere in momenti di grande tristezza e malinconia.

Cerchiamo di comprendere che tutto ciò che proviamo è parte di noi e che se in un certo momento ci troviamo in una particolare condizione mentale, vi è un preciso motivo, che va compreso, "provato" a fondo e poi risolto, perché i sentimenti sono tutto ciò che ci rende veramente vivi.

Allora, per darci un po' di forza, vi lascio con un pezzo a tema di una della mie band preferite: Come reagire al presente dei Fast Animals and Slow Kids, uno di quei pezzi che ti danno veramente la carica e che a modo suo parla anche di tristezza. Buon ascolto.

6 commenti:

  1. Caro Francesco, è da tanto che seguo il tuo blog ma è la prima volta che scrivo il mio intervento. Personalmente credo sia facile, per chi ha raggiunto un traguardo, dare buoni consigli ma bisognerebbe trovarsi nei panni di altri. Io, ormai, sono arrivato oltre i "Fra 30 anni", e questo è uno dei motivi che mi fa essere triste, apatico, insofferente, spaventato ormai anche dalla stessa luce (quando mi alzo dal letto, abbasso le tapparelle per non vederla). Mi fa paura la vita, la gente, la cassetta della posta, il caos, il rumore delle auto, il dover contare i soldi per ogni cosa.. Mi è stato detto di cercare qualche cosa che mi piace: ebbene, non c'è più nulla che desti il mio interesse, che mi dia stimoli. Per me la vita è diventata solo un peso. Da anni soffro di depressione e prendo psicofarmaci. Tendo a dormire quanto più posso perché ormai per me non c'è più nulla cui dedicarmi, tutto mi fa paura. Mi odio perché non ho ancora avuto il coraggio di farla finita anche se ho già tutto pronto. Sarebbe il caso di farlo perché la mia vita è già finita: ho deposto le armi, anche quella della speranza.
    Purtroppo, come già detto, sono un vigliacco perché ho anche paura di compiere il gesto estremo.
    Credo sia facile dispensare consigli, suggerimenti pur se/quando validi..
    Con questo non intendo riferirmi a te (di cui anzi ti sono grato) ma al mondo intero. E' facile parlare quando si è giovani ed aitanti, quando pur essendo datati si hanno così tanti soldi che non ti poni il problema se dovessi essere licenziato, se arriverai alla pensione e quando prenderai, se arrivi a fine mese, se puoi permetterti di visitare nuovi luoghi e conoscere nuove persone. Sicuramente avrete sentito quel qualcuno che disse "Se i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria!"
    No! Madre natura aveva previsto che ad una certa età tutto finiva. Poi la medicina, la società hanno trovato il modo di tenerti in vita fino a farti diventare ebete (e perdente..)
    Ora mi trovo oltre i 50 e so che non c'è più futuro ma solo i ricordi del passato: nel quale, tra l'altro, ho commesso l'errore di rimandare sempre a "più avanti farò qualcosa" mentre le ore ed i giorni passavano ed ora mi trovo ad essere anziano, fallito, solo in una società dove ciò che contano sono solo ed esclusivamente certe caratteristiche. Amare me stesso? Stare bene con me stesso? Bastarmi?
    Ma per favore! Noi siamo animali gregari ed abbiamo bisogno del branco. Che ormai non c'è più..
    Chiedo scusa a te ed a quanti (forse) leggeranno questo mio scritto ma .. tant'è.
    Nel frattempo aspetto di farmi coraggio ed essere per la prima volta in vita mia uno con le palle..
    Buona vita a tutti voi!

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    1. Ti prego non fare sciocchezze e non buttarti giù. Hai mai fatto psicoterapia cognitivo comportamentale? Si può fare anche convenzionata in modo da spendere molto poco. La psicoterapia aiuta davvero tantissimo ti giuro. Però devi farla con motivazione e con la convinzione che con essa starai meglio (e credimi sarà così).
      Ps ti lascio io con una bella citazione: "per ogni problema ci sono almeno 3 soluzioni"!

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    2. Ho aspettato un po'a scrivere solo perché dovevo trovare il modo adatto. Concordo con quanto detto da chi ti ha risposto e aggiungo: io ho fatto molti pensieri di morte ed ero molto giovane. Ora sono passati molti anni e sono diventata luce ed esempio per molte persone e sono perfino riuscita a farmi una famiglia, per cui non è mai tardi!!! Ascoltami ... chi va in depressione normalmente è una persona sensibile che merita più della maggior parte degli altri di essere al mondo. A me ha aiutato anche molto scoprire il grande amore che Dio ha per me, la scoperta della fede è stata una medicina essenziale. Non dico che a volte basti da sola ma mi ha dato quella carica che mi ha permesso di comprendere che sono amata in modo unico e perfetto e su questo amore ho potuto fondare una vita felice e solida, dove le sofferenze e le difficoltà non mi pestano più ma sono motivo di crescita. Ascoltami, oltre a consultare buoni specialisti affidati anche alla fede. Un abbraccio grande.

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    3. Gentile Franco,
      la mia posizione è un po' particolare perché sono un terapeuta, ma nello stesso tempo mi è capitato molte volte di soffrire di depressione. Diciamo che attualmente mi dedico più alla cura dei bambini. Allora sento il dovere morale ed umano di risponderti, anche se ci vorrebbe qualche ora solo per affrontare tutti i punti. Allora in ordine alcuni spunti: se il futuro non è grandioso non è una buona ragione per vivere male il presente. Non sono d'accordo che la Natura abbia previsto solo 50 anni o meno di vita felice, infatti ci sono persone anzianissime in tutti i Paesi e in tutte le culture che hanno trovato serenità e saggezza, se non la felicità. IL SUICIDIO NON E' MAI UNA SOLUZIONE, ANZI PEGGIORA LE COSE. E' UN'ILLUSIONE L'IDEA DI SMETTERE DI VIVERE. Ci sono molti studi e libri che parlano di questo. Chi si suicida continua a vivere in un'altra dimensione, e si pente amaramente di quello che ha fatto. Ti invito a leggere "il patto violato" di Anne Givaudan. Ti farebbe molto bene. Dopo molti anni di sofferenza sono arrivato a concludere che gli psicofarmaci raramente sono la soluzione. A me non hanno fatto niente di buono, e lo stesso posso dire di tantissime persone. Funzionano di più le vitamine a dosi molto alte, sopratutto il complesso B, un sostegno alla tiroide, la cura dell'intestino (proprio così, sarebbe lungo spiegare). Dalla tua descrizione potresti essere seriamente ipotiroideo (proprio il fatto di dormire troppo). Può aiutarti un medico funzionale (ce ne sono pochi in Italia) o un ottimo naturopata (anche qui pochi sono veramente bravi). Mi fermo perché non so se leggerai, ma quello che ho scritto potrebbe essere utile ad altri. Se me lo chiedi ti posso dare il mio contatto, comunque mi trovi all'albo degli psicologi della Toscana. Auguri sinceri! Leopoldo

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  2. Franco, chiaramente nel tuo caso la tristezza non c'entra niente, non sono medico ma ciò che descrivi sono, da manuale, i sintomi di una grave depressione. Prendi psicofarmaci, pertanto suppongo tu abbia già consultato uno specialista psichiatra, in caso contrario o se ti sei limitato al medico di medicina generale non perdere altro tempo e contatta lo specialista. A volte un tipo di psicofarmaco può essere efficace in un paziente e meno in un altro, a volte la dose non è appropriata. Quanto poi la depressione dura a lungo senza essere adeguatamente curata, si verifica una destrutturazione della personalità per cui il paziente può persistere nel suo attegiamento di sfiducia anche in presenza di un trattamento farmacologico. In questo caso una psicoterapia può aiutare ma è necessario trovare il professionista giusto e qui è lo psichiatra che deve indirizzare. Ripeto che non sono medico ma quanto scrivo lo scrivo per esperienza diretta, perché ci sono passato ed è un qualcosa che non auguro nemmeno al peggior nemico! La depressione è una malattia grave, gravissima ma NON è incurabile, i farmaci moderni disponibili danno ottimi risultati senza gli inconvenienti dei vecchi triciclici (esempio Anafranil per intenderci). Pertanto non rimandare e non perdere altro tempo e consulta al più presto uno psichiatra, nel caso in cui temi, per inibizione o vergogna, di non riuscire a riferire i tuoi sintomi allo psichiatra prepara tranquillamente un foglio scritto dove riporterai con calma tutto quanto ritieni necessario (io a mio tempo feci proprio così, lo psichiatra dopo aver letto il foglio mi disse testuali parole: "Ma come fa una persona della sua cultura a ridursi in queste condizioni, lei è gravemente depresso" e la visita iniziò con l'esame neurologico e della pressione arteriosa perché accusavo pesanti sintomi fisici, adesso sono passati diciotto anni e sono ancora qui e ti sto scrivendo!). Non esitare e datti questa possibilità. Un saluto affettuoso, ciao.

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  3. Scusate, ma dove è finito il post prima di questo che parlava delle guerre e il nostro stile di vita ?

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