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Possibilità di ottenere l'aspettativa |
Per la rubrica: "forse non tutti sanno che", che non esiste su questo blog :) oggi parleremo di aspettativa dal lavoro, o meglio, di come possiamo garantirci un periodo di assenza dal nostro lavoro senza però perdere l'impiego e, al contempo, riuscire a realizzare il nostro progetto di cambiamento.
Ci sono delle condizioni per cui l'aspettativa può essere retribuita (ci danno dei soldi anche se non lavoriamo) e altre in cui invece ci si assenta anche per molto tempo, ma non si riceve compenso. Oggi vedremo tutte le possibilità che esistono e come organizzarsi per usarle al fine di cambiare vita, trovare un nuovo lavoro, mettersi in proprio o fuggire all'estero.
Perché prendere aspettativa?
Ne ho già parlato in diversi articoli, ma è sempre meglio rimarcarlo: se vogliamo cambiare vita, sia in Italia che all'estero, il salto nel buio va evitato come la peste. Il motivo è che siamo esseri imperfetti e le nostre percezioni spesso ci portano ad interpretare male la realtà, a credere che i problemi dipendano dagli altri (quando spesso dipendono da noi) o ancora a credere che con un altro partner, in un altro luogo, posto di lavoro o nazione saremo molto più felici, sereni e appagati. Molto spesso però capita di sbagliarsi, vuoi per la superficialità con cui le persone affrontano i problemi, vuoi per l'irresistibile impulso che spesso ci assale di dare un taglio netto a tutto e svoltare in brevissimo tempo, senza ragionare.
E' invece molto più saggio affrontare il cambiamento in maniera graduale, pertanto, liberarsi temporaneamente del lavoro prendendo aspettativa, è un ottimo modo per avere il tempo di "testare" la nostra nuova vita. Cambiare lavoro ad esempio è molto meno rischioso se proviamo ad avviare una nostra attività o facciamo un periodo di prova durante un'aspettativa dall'altro, così come vivere all'estero per un lungo periodo può concretizzarsi proprio durante un periodo di distacco temporaneo dal lavoro. Possiamo provare a trasferirci in campagna per capire se una vita più risoluta fa al caso nostro, oppure se diventare casalinga, madre/padre a tempo pieno, volontario, ricercatore o addirittura politico è veramente come ce lo siamo immaginato.
Dunque, il fatto di non licenziarsi definitivamente, ma solo di "rimandare" questo passaggio all'ultimo momento, ci protegge da errori di valutazione o fallimenti, e quindi permetterci di ritornare sui nostri passi.
Quali sono le possibilità di prendere aspettativa
Ci sono moltissime casistiche nelle quali si può prendere aspettativa dal lavoro, ma una buona parte di queste è relativa a problemi famigliari o assistenza di persone con handicap, cioè situazioni che non sono molto compatibili con l'obiettivo di crearsi una nuova vita. Concentriamoci quindi solamente sui metodi utili al nostro scopo.
Aspettativa per motivi personali (non retribuita – max 12 mesi)
Non deve essere confusa con quella che viene concessa per motivi famigliari ed è prevista nella maggior parte dei contratti di lavoro: ci da la possibilità di avere fino ad un massimo di 12 mesi di aspettativa ed è valida sia per i lavoratori pubblici che quelli alle dipendenze di privati. Tra l'altro questi dodici mesi possono essere usati anche in modo non continuativo, ad esempio a gruppi di due o tre mesi nell'arco di tre anni. Visto che non è disciplinata direttamente dalla normativa nazionale, la decisione di concedere questa aspettativa spetta al datore di lavoro, quindi il congedo deve essere compatibile con le esigenze lavorative.
In questo contesto quindi sta ad ognuno di noi interpretare al meglio la propria situazione e il rapporto che ha con il datore di lavoro, in modo da trovare un "motivo personale" valido per assentarsi dall'impiego. Ci possono essere situazioni in cui il datore di lavoro concede l'aspettativa perché siamo persone particolarmente valide e pur di non perderci ci permette un periodo di distacco anche a fronte di motivazioni non troppo stringenti, e altre in cui invece occorrerà essere più convincenti. Si tratta sicuramente di una carta molto interessante, ma è necessario giocarsela nella maniera corretta.
Aspettativa per formazione (non retribuita – max 11 mesi)
Questa opportunità di aspettativa dal proprio posto di lavoro è regolamentata dall'
Art.5, L. 53/2000 ed è possibile fruirne solamente se si lavora da almeno 5 anni per lo stesso datore di lavoro (sia nel pubblico che nel privato). Motivi validi per poter prendere aspettativa in questa forma sono:
- Completamento della scuola dell'obbligo.
- Ottenimento di un diploma, della laurea, o di un altro qualsiasi titolo di studio.
- Partecipazione ad attività formative di altra natura, anche non proposte dal datore.
- Dottorato di ricerca.
In ogni contratto di lavoro è specificato come questa richiesta vada inoltrata e come debba incastrarsi con le attività lavorative, ma ciò che è interessante è proprio l'idea di frequentare un corso che può esserci utile per seguire una nuova strada, assentandoci dal lavoro pur mantenendo il posto. Una mia cara amica, mentre lavorava, ha richiesto aspettativa per completare un master in architettura e oggi ha lasciato il lavoro che non la soddisfaceva per fare l'architetto a Londra; è felice e ha realizzato il suo sogno sfruttando l'opportunità di aspettativa che il sistema-lavoro permette.
Per quanto riguarda il dottorato di ricerca l'aspettativa viene retribuita solo ai dipendenti pubblici e solamente se si segue l'intero dottorato senza usufruire di una borsa di studio.
Aspettativa per volontariato (retribuita – max 3 mesi)
Ogni singolo contratto contempla diverse possibilità di prendere aspettativa per volontariato e questa forma di volontariato può essere di qualsiasi natura. Sono molte le persone che ad un certo punto della loro vita sentono il bisogno di usare il proprio tempo per aiutare gli altri. Solitamente questa nobile iniziativa è appoggiata (anche per questione d'immagine) dal proprio datore di lavoro, soprattutto se si lavora presso grandi aziende, che temono di essere additate come coloro che non agevolano le nobili scelte.
Quando lavoravo presso la grande azienda di informatica che spesso nomino, un ragazzo ha avuto facilmente tre mesi di aspettativa per andare in Perù a fare volontariato presso un'associazione a sostegno di famiglie in difficoltà; al termine del periodo concordato ha scelto di licenziarsi e continuare in quella direzione, cambiando completamente vita. Chi volesse quindi cambiare vita e dedicarsi al volontariato, anche in modo professionale, non dovrebbe trovare grandi difficoltà o opponimenti da parte del proprio titolare.
Esiste inoltre una normativa nazionale che prevede anche un
compenso in denaro per questo tipo di aspettative, ma i servizi devono essere eseguiti presso (o per conto di) associazioni che fanno ufficialmente parte di
Un Preciso Elenco Stilato dalla Protezione Civile. I soldi vengono anticipati dal datore di lavoro e poi rimborsati direttamente dalla Protezione Civile.
In questi casi, i volontari possono richiedere:
- 30 giorni per seguire corsi di formazione o pianificazione, di cui se ne possono eseguire solo 10 di fila, senza interruzioni.
- 180 giornate per assistere in situazioni di calamità naturale, che si riducono a 90 se non sono di emergenza nazionale, con il vincolo di poterne fare rispettivamente solo 60 o 30 consecutive.
Aspettativa per avviare un'impresa (non retribuito – max 12 mesi)
Se vogliamo avviare una nostra attività in proprio possiamo farlo senza dover necessariamente rinunciare di punto in bianco al nostro lavoro. Questa scelta è molto saggia perché spesso non è facile avviare con successo un'azienda e non è detto che tutti abbiamo la stoffa per fare gli imprenditori, per cui è sicuramente un'ottima idea rischiare il meno possibile e sfruttare al meglio l'aspettativa.
Purtroppo questa opportunità, prevista dall'
Art.18, L. 183/2010, riguarda solamente i dipendenti pubblici, ma va detto che un discreto numero di datori di lavoro sono propensi a concederla, considerandola come "motivo personale" e anche come opportunità di crescita per il dipendente stesso.
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Aspettativa per elezioni e cariche pubbliche (non retribuito – senza limite)
L'
Art 51 della costituzione Italiana garantisce, a chi intenda ricoprire cariche pubbliche, la sospensione per aspettativa dal proprio posto di lavoro. Il periodo non è stabilito perché ogni cittadino
"ha diritto di disporre del tempo necessario all'adempimento della carica stessa", quindi possiamo mantenere il posto di lavoro finché necessario. Questa aspettativa è indirizzata sia a dipendenti pubblici che privati, le cariche che rientrano in questo programma sono: membro del Parlamento Europeo o nazionale, membro dell'assemblea regionale, presidente di provincia, sindaco, assessori, consiglieri comunale, provinciali circoscrizionali, di unioni di comuni e comunità di valle.
Maggiori dettagli.
Interessante quindi anche l'opportunità, aperta a tutti, di andare a ricoprire una carica politica senza dover necessariamente perdere il lavoro, per perseguire una carriera completamente differente.
Conclusioni
Chiunque, prima di dare un taglio con il proprio precedente lavoro, dovrebbe tenere in considerazione la possibilità di prendere aspettativa retribuita o non retribuita, in modo da addolcire al massimo questo difficile passaggio. Come abbiamo visto ci sono numerose opportunità, anche per chi intendesse andare a vivere all'estero, fare volontariato o semplicemente mettersi in proprio, per cui se siamo propensi al cambiamento, ma con poche certezze, diciamo che questa strada potrebbe essere quella da prediligere.
Spero che le informazioni raccolte in questo articolo, che ho estrapolato direttamente dalla leggi nazionali e regionali, possano esserci utili per valutare tutte le opportunità di pilotare la nostra vita nella direzione che abbiamo sempre desiderato, sfruttando un periodo di aspettativa.
Ciao, vorrei una precisazione: io sapevo che durante l'aspettativa nel pubblico impiego non puoi assolutamente lavorare. Forse sbaglio io, dove hai trovato letue info. Grazie e ottimo articolo come sempre
RispondiEliminaBuongiorno vorrei sapere se durante il periodo di aspettativa posso lavorare con un contratto a prestazione d'opera ?
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