Che Cos'è la Felicità

e come si ottiene
il ritratto della felicità
Lo scopo della vita di ognuno di noi è essere felice. Questa è l'unica certezza che abbiamo in mezzo ad un mare di domande che sono destinate a rimanere tali: Perché siamo qui? Cosa c'è dopo la morte? Esiste un Dio che governa il tutto? Ognuno ha le sue convinzioni, ma nessuno può rispondere con certezza assoluta.

Se riflettiamo bene tutto ciò che ogni giorno facciamo è funzionale alla nostra felicità; ogni azione e scelta la intraprendiamo nella speranza che questa ci permetta di essere più felici, ma se non comprendiamo profondamente cos'è veramente la felicità, rischiamo di incanalare male i nostri sforzi e non raggiungerla mai.


La nostra vita è insopportabile


Milioni di persone ogni giorno si svegliano controvoglia, fanno colazione alla velocità della luce, parcheggiano i figli negli asili o nelle scuole, si buttano per ore nel traffico, passano l'intera giornata a lavorare, facendo cose che se potessero scegliere non farebbero, stando con persone con le quali, se potessero scegliere, non starebbero. Poi la sera tornano a casa, lottano ancora contro il traffico, prendono qualcosa d'asporto o cucinano i Sofficini, si fanno una bella iniezioni di televisione/tablet/cellulare e infine vanno a letto, pronte l'indomani a ricominciare tutto daccapo. Ogni giorno è uguale all'altro, e giorno dopo giorno la vita passa, scivola tra le dita come un pugno di sabbia, e alla fine si diventa vecchi, ci si guarda indietro e ci si domanda che cosa ne abbiamo fatto del nostro tempo, che senso ha avuto quel continuo correre e rincorrere il nulla, e dove ci ha portati.

In questo preciso momento ognuno di noi può fermarsi, abbassare lo schermo del portatile o riporre il cellulare sul tavolo, alzare la testa e pensare alla strada che l'ha portato fin qui, a ciò che fino ad ora ha fatto della propria vita e cosa ha prodotto di veramente buono. Ma la domanda più importante è se in tutti questi anni si è mai veramente sentito felice, o se ogni giornata è stata solo una tremenda fatica, un sopportare e sopportare ancora nell'attesa che qualcosa cambi, per poi accorgersi che niente cambia mai.

La cosa peggiore che possiamo scoprire, guardandoci alle spalle 
è di non essere mai stati veramente felici.

Lo sappiamo che è così, non mentiamo a noi stessi, vivere in questo modo è un vero schifo, andiamo avanti perché non abbiamo scelta, nessuna alternativa e anche se cerchiamo di essere positivi, in fondo al nostro cuore portiamo un peso tremendo che schiaccia qualsiasi barlume di felicità e rende ogni giornata un triste spreco di preziosi istanti vitali.

Per approfondire: Come Essere Felici Nella Vita



Perché non ci ribelliamo?


Vivere in questo stato di schiavitù è normale, tutti si comportano così, pertanto è un po' come respirare o camminare: è un modo di fare talmente radicato che nessuno si sognerebbe mai di metterlo in discussione. Questa è la vita, è così che fin da piccoli ci hanno spiegato che si fa, e noi lo facciamo. Ma questo non è l'unico motivo; ben più difficile da sradicare è la convinzione che questo modo di vivere sia quello che rende felici le persone: lavori quindi hai diritto a stare nella società, ti senti normale, hai i soldi per comprarti le cose belle che ti fanno vedere le pubblicità, puoi cenare al ristorante e andare in vacanza, quindi sei felice. Anzi, lavora più duramente così otterrai un ruolo di prestigio, gli altri ti ammireranno, metterai una cravatta, avrai più soldi e potere, macchine potenti, case lussuose e sarai molto più felice. D'altronde è così che si sentono i ricchi: felici(?).

Questo è il motivo per cui non pensiamo ad un modo per vivere diversamente, perché ci hanno convinti che siamo sulla strada giusta, e che se non hai un ruolo di prestigio e del denaro non sei niente, una nullità, e le nullità sono dei reietti, dei diversi, assolutamente infelici.

Inoltre, chi è dentro il sistema fa gruppo: i normali si danno delle gran pacche sulle spalle, parlano male di chi è diverso, lo schivano e lo deridono, e tutto questo è molto difficile da sopportare. Essere accettati dal gruppo è un bisogno primordiale perché l'uomo vive di relazioni, e brama di sentirsi accettato, per cui in modo del tutto naturale, quasi a livello di subconscio, omologhiamo il nostro modo di pensare e di agire a quello di tutti, così da trovare consensi e persone con cui vivere in armonia.

Il prezzo che paghiamo per sentirci parte della società è la schiavitù, perché preferiamo sentirci accettati da gente che a malapena conosciamo e con cui non abbiamo scelto di stare, piuttosto che essere libere pecore nere.

La differenza tra essere accettati e amati


La chiave del nostro arriva ora: essere accettati non vuol dire essere amati! Ciò di cui abbiamo bisogno, ciò che andiamo veramente cercando è l'amore degli altri, non l'approvazione. Quando da piccolo mia madre, dopo insistenti capricci, mi concedeva di giocare ancora un po' al Nintendo, giocavo, ma in cuor mio non mi sentivo sereno, perché mia madre aveva ceduto, ma non era felice di averlo fatto. Avevo la sua approvazione, ma non il suo amore, per cui non mi sentivo “a posto”, e dopo poco spegnevo di mia spontanea volontà.



Ecco questa è la vera differenza, perché vivendo nel modo “normale” abbiamo solo l'approvazione degli altri non l'amore. L'amore è un'altra cosa, è qualcosa di molto più profondo di due chiacchiere scambiate in una sala ristoro o l'aperitivo delle sei. E' per questo che se ci fermiamo un istante e chiediamo a noi stessi se siamo veramente felici, ci accorgiamo di non esserlo, perché anche se apparentemente abbiamo una vita normale e siamo accettati dagli altri, ci manca tremendamente l'amore.

E l'aspetto più grave è che questo modo di vivere, cioè giornate, settimane, anni trascorsi lavorando ogni minuto, fa si che trascorriamo il 90% del tempo con le persone che non ci amano, e dedichiamo solo il 10% del nostro tempo a chi invece ci ama veramente, cioè gli amici e la famiglia.

Incredibile no? E' bastato riflettere qualche minuto per comprendere che il modo “normale” di vivere è l'opposto esatto di ciò che dovremmo fare per essere veramente felici. Abbiamo sempre creduto il contrario, studiato e lavorato per raggiungerlo, ma non c'era alcuna speranza di farcela, perché stavamo correndo nella direzione opposta al traguardo.

Leggi anche: Per Essere Felice Non Fare Come Me



Cos'è allora la vera felicità?


Iniziamo sottolineando che la felicità è uno stato d'animo; quando ricerchiamo la felicità ricordiamoci sempre che è qualcosa che va coltivata giorno per giorno. Non dobbiamo immaginare la felicità come un traguardo da raggiungere, che una volta superato ci donerà per sempre (e senza sforzo) la serenità che stiamo cercando. Questa è l'idea sbagliata di felicità che abbiamo ora, ora che siamo persone “normali”, con una vita “normale”: sopportiamo una settimana di lavoro aspettando il weekend (il momento di felicità), per poi passare il sabato nei centri commerciali e la domenica a lamentarci che domani è già lunedì. E' chiaro che così non può funzionare. La felicità, quella vera, che a parole si fa una gran fatica a spiegare, è fatta di tre ingredienti fondamentali:

serenitàLa libertà

Ogni tanto qualcuno mi dice: “Sì ma tu con tutto quello che fai, effettivamente lavori”. Certo, rispondo io, ma la differenza rispetto a qualche anno fa, è che ora in qualunque momento posso fare ciò che voglio. Nessuno mi può più dire quello che devo o non devo fare, perché non dipendo da nessuno, soprattutto economicamente. Questo ingrediente è essenziale per essere felici, perché non ci può essere felicità senza libertà, per cui cerchiamo costruirci ogni giorno un'alternativa a ciò che ora ci obbliga a fareciò che non vorremmo fare o a essere ciò che non siamo.
Dicevo che nessuno può obbligarmi a fare ciò che non voglio, nessuno tranne le persone che amo, ed è per questo che l'amore, in tema di felicità, è così importante e va curato. 


l'amore porta la felicitàL'amore

L'amore, l'ho già accennato, è un ingrediente fondamentale per la felicità. Incominciamo ad allontanarci dalle persone che frequentiamo per sentirci accettati attraverso il loro consenso, e dedichiamo più tempo a chi veramente ci ama. Ciò che cerchiamo è l'amore non l'approvazione degli altri, l'approvazione è superficiale e spesso nasconde disinteresse o invidia, l'amore invece è profondo e avvolgente, ci fa sentire sicuri e importanti, e riempie il cuore di felicità



dare seguito alle inclinazioniLa creatività

Il nostro lavoro difficilmente ci permette di esprimere noi stessi in modo creativo e libero. I nostri hobby invece molto spesso sono proprio questo, il mezzo che utilizziamo per lasciar correre la nostra creatività ed esprimere ciò che abbiamo dentro. Questo è il motivo per cui amiamo fare ciò che ci appassiona nel tempo libero, perché ci fa sentire felici e realizzati.
Dedichiamo più tempo a tutto questo e anche questo importantissimo tassello troverà il suo posto e ci aiuterà a costruire una vita realmente felice.


Da non perdere: Seguire i Propri Bisogni per Essere Felici


Conclusioni


Forse alcuni concetti che ho espresso in questo articolo li avete già letti negli anni passati su questo blog, tuttavia mi sono accorto che non avevo mai fatto un post dove spigassi cos'è per me la felicità e quali sono gli ingredienti che utilizzo per cercare quotidianamente costruire una vita serena, per me e per la mia famiglia. In questo articolo quindi ho voluto spiegare ciò a cui do priorità nella mia vita per cercare di onorarla, perché se è vero che ricercare la felicità è il compito di ogni uomo e donna su questa terra, è altrettanto vero che non farlo significa buttare via il dono più grande che ci è stato fatto.

L'ultima cosa che ci tengo a sottolineare è che la felicità richiede continua attenzione, le condizioni per mantenerla sono la continua attenzione ai propri bisogno e un profondo lavoro quotidiano su se stessi; non ci si può aspettare che la nostra vita migliori senza fare nulla, perché siamo i fabbri del nostro destino, e nessuno farà questo duro lavoro per noi.

Vi lascio con una bella canzone sulla felicità, il nuovo pezzo dei Fast Animals and Slow Kids, da scoltare bene :)

9 commenti:

  1. Articolo molto bello e che condivido assolutamente.
    Guarda io da sette anni non ho più un lavoro "fisso" e ho capito di non volerlo più. Mesi fa ho riprovato a cercarlo metodicamente in Italia trasferendomi in un'altra città vivendo nel frattempo di lavoretti, cosa che a me sarebbe andata più che bene, non fosse che io e la persona con cui vivo dovevamo spostarci da un appartamento all'altro perché senza contratto di lavoro (ma ancora li fanno in Italia?) niente affitto prolungato nello stesso posto, e la cosa stava diventando noiosa e stressante, specie per chi comd noi si occupa di fare musica.
    Ho quindi fatto le valigie e me ne sono tornata a casa, e ho capito che la scelta fatta anni fa di uscire dal sistema per quello che posso e' sempre più valida ed essenziale per la mia vita. Ho tagliato il consumismo da un pezzo e non ho bisogno di quasi nulla, per cui chi me lo fa fare di sbattermi per qualcosa che ho già vissuto all'estero per anni sentendomi soffocare? Almeno così ho tutto il tempo che voglio per fare quello che voglio. E poi ho capito una cosa molto importante: sl mondo c'è chi ama essere schiavo del sistema e chi come me no, e allora che costoro paghino le mie bollette e le mie spese, in cambio gli do un po' del mio tempo e mi occupo di loro (parlo di familiari). Loro sono contenti e io più di loro. Non bisognerebbe mai snaturarsi per piacere ad altri e vivere il qui ed ora e' la miglior scuola di vita possibile per raggiungere la felicità.

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  2. Ciao Francesco. Sempre utile "rinfrescare" la memoria! Ottimo articolo ma...la foto no!!! Perdonami ma, soprattutto per noi donne, la felicità non è certo una faccia piena di rughe! Cambiala subito ti prego! Un abbraccio e sempre ricordiamoci che la vita inizia quando il lavoro finisce. Eleonora

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  3. Amen! Che dire, come non condividere parole così sane, suggestive, sagge e piene di speranza per una vita migliore, più vera o meglio ancora più autentica, fuori dagli schemi di una sociotà materialistica e consumistica dove la spiritualità dell'essere trova sempre meno spazio lasciando vuoti interiori incolmabili. Condivido, davvero e dirò di più apprezzo il contenuto di questo blog. Poi però sorge un dubbio e mi chiedo, forse anche questa diventa una forma di commercializzazione di qualcosa che si trasforma da esperienza di vita vissuta in qualcosa che sembra sempre più un prodotto e come molti altri messo in vetrina. Il pensiero capitalistico esce dalla porta principale e cambiata pelle entra dalla porta del retro. Questo luogo di idee apprezzabili si corrompe attraverso la finalità di ricavarne del denaro. Oggi è sempre più diffusa l'idea di fare di se stessi un brand per trasformarlo in risorsa economica. Io penso esattamente o similmente le stesse cose di cui tu parli attraverso i tuoi scritti, faccio nella mia vita esattamente percorsi simili, cerco di riconquistarmi quella dimensione spirituale che sento appartenere all'uomo/donna e di cui sempre più siamo orfani. Detto ciò però non sento il bisogno di farne un blog, un vlog o qualsiasi altra cosa del genere. Lo vivo nello scambio quotidiano con le persone che mi circondano e con cui condivido valori, pensieri e affetti. Detto in altre parole apprezzo il tuo sforzo ma qualche dubbio, che tutto non sia altro che la faccia della stessa medaglia, un pochino mi assale. In fondo vendere il proprio tempo, vendere la propria immagine, vendere le proprie esperienze, alla fine si traduce sempre nel voler commercializzare qualcosa. Che poi tu sia più felice di fare una cosa piuttosto che un'altra su questo non discuto. Non vogliono essere critiche ma solo riflessioni.
    Marina

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    1. hai ragione,devo ammettere di non averci mai pensato.Bisognerebbe forse,vivere la felicità senza nemmeno cercarla?Già "Vivere",è felicità?

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    2. Forse ... la felicità arriva quando fai le cose con umiltà e amore, nella libertà di lasciarle diventare quello che vogliono, quello che sono. Ad esempio ho da poco scritto un libro con due amiche, parte dal mio vissuto e da quello della mia famiglia. Non l'ho cercato, non l'ho voluto, ma è capitato. Non vivo nel pensiero che venda tanto, bene, non sono attaccata al prodotto, mi sono attaccata all'esperienza ... e questo libro mi rende felice perché io sono libera di fronte a lui

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  4. Amore... ma ricordiamici sempre che noi uomini, per le donne, siamo un mezzo e mai un fine.

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  5. Prima però dovete provare sulla vostra pelle cosa vuol dire essere poveri. E avere sempre fame, povero stomaco vuoto,dal infanzia all età adulta. È la fame.... che ti rimane per sempre nel cervello..certo bisogna essere sicuri di sestessi per smettere di lavorare e non avere paura di rimanere senza un pezzo di pane oppure essere figli di papà italiani che vi appoggiano sempre

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