Come Cambiare se Stessi per Cambiare gli Altri

cambiamento interiore
riflettiamo i nostri cambiamenti sugli altri
Sarebbe davvero fantastico, non credete, riuscire a cambiare veramente le cose? Tutto quello che non va bene, di noi e degli altri, tutto ciò che non funziona, che ci fa stare male, i problemi, le incomprensioni, i pesi che dobbiamo sopportare, i mali del mondo! Far sparire tutto e ritrovare il sereno oltre la nebbia e le nuvole scure.

In questo ambizioso articolo cercheremo di capire come possiamo cambiare noi stessi in modo che il nostro cambiamento abbia un'influenza positiva su tutto quello che ci circonda, trasformandolo in meglio e facendo sparire tutto ciò che di negativo esiste, in modo tale che la nostra vita prenda la direzione della serenità che ci meritiamo.



Per chi è questo articolo


Questo articolo si rivolge a tutte le persone infelici, che lo siano per colpa loro, per colpe altrui o che non riescano a stabilire da dove provenga la loro infelicità. E' rivolto però in particolare a tutti coloro che si sentono oppressi, stanchi e demotivati nonostante diversi tentativi di migliorare, di cambiare, di essere più forti o solo superare quei limiti mentali che obbligano a vivere dentro una gabbia.

Sono conscio del fatto che malgrado sforzi e cambiamenti concreti e tangibili, magari già messi in pratica, molti di noi si ritrovano ancora tremendamente infelici, inadeguati, depressi e demotivati. E sono anche conscio che questa condizione è davvero molto difficile da sopportare: siamo stufi di combattere, convinti che non ci sia niente da fare, che certe cose o persone non cambieranno mai, o che siamo dei falliti o degli incapaci.

OK, quando si arriva alla convinzione che non vi sia più via d'uscita, vuol dire che è il momento di cambiare completamente prospettiva. Anche nel più stretto e buio dei vicoli, alzando gli occhi si può ancora scorgere l'azzurro del cielo, e finché ci sarà uno raggio di luce che penetra, ci sarà anche un modo per raggiungerla.

In questo articolo quindi cambieremo totalmente il nostro punto di vista, per cui se siamo veramente intenzionati a cambiare le cose, d'ora in poi deponiamo tutte le armi, togliamoci la corazza e leggiamo con grande apertura mentale ciò che segue, perché è probabile che fino a questo momento non siamo stati capaci di vedere le cose dal punto di vista corretto.

Come cambiare le cose che non vanno bene


Facciamo due esempi molto banali e anche volutamente sessisti, ma che servono solo per far comprendere bene le cose, poi amplieremo le nostre vedute applicheremo quanto compreso a contesti molto più elevati.

Cambiare nella coppia

Se nostro marito o compagno non ci aiuta nelle pulizie di casa, il primo istinto che abbiamo è quello di incitarlo ad aiutarci; se non lo fa è facile che si litighi, una situazione abbastanza ricorrente in famiglia. Se ci riflettiamo bene tutti noi sappiamo che rompergli le scatole perché ci aiuti è una battaglia persa, lo farà contro voglia e solo fintanto che gli stiamo col fiato sul collo, ma non diventerà mai un vero aiutante, che si prende a cuore la pulizia della casa in modo autonomo.

Cosa si fa allora? Beh si prende atto della situazione e si inizia a cambiare se stessi per cambiare l'altro. S'incomincia domandandosi: ma siamo veramente sicuri che vogliamo che ci aiuti? No, perché, se ci togliesse il ruolo di “padroni della casa”, se non fosse lui quello disordinato e fannullone, allora probabilmente lo saremmo noi. Domandiamoci se il suo ruolo di “scansafatiche” non sia ciò che permette a noi di essere un gradino sopra e sentirci migliori!

Intendiamoci: non è detto che sia così, ma se lo fosse si farebbe presto a capirlo, basterebbe analizzare ciò che accade quando il nostro compagno ci da veramente una mano: se lo rimproveriamo continuamente perché non fa le cose come si deve (cioè come vogliamo noi) allora dobbiamo arrenderci all'evidenza che non è "una mano" ciò di cui abbiamo bisogno, ma di un ruolo di superiorità che ci serve per sentirci più forti.

cambiare


Quanto descritto accade nella maggior parte delle famiglie e questo “irrigidirsi” dei ruoli è una delle cause principali di separazione, ovvero siamo noi che non ci rendiamo conto che la nostra frustrazione deriva da altro e che usiamo la scusa delle pulizie per scaricare la rabbia e sentirci meglio.

Allora cosa dobbiamo fare per cambiare veramente le cose? La chiave è cambiare prima se stessi, cioè chiedere un aiuto e poi, anche se le cose non sono fatte bene, premiare lo sforzo anche semplicemente con un gesto d'affetto. Questa pratica denota grande maturità perché a livello di subconscio significa “cedere all'altro un po' di potere sul nostro territorio”, ma soprattutto capire che non è scaricando la frustrazione sull'altro che le cose migliorano.

Cambiare nel sociale

Un altro esempio riferito ad un contesto molto diverso di cambiamento riguarda la sfera sociale. Ci sentiamo poco considerati dagli altri, non ci invitano alle feste, a cena, alle scampagnate della domenica o semplicemente non ci telefonano mai. Possiamo essere arrabbiati ed indignati per questo, chiuderci in noi stessi e alzare un muro verso chi non ci considera, ma siamo sicuri che questo serva a cambiare le cose?

Così facendo la situazione non farà altro che peggiorare, o quantomeno rimarrà statica e noi continueremo ad essere emarginati. Invece di fare così, proviamo a cambiare punto di vista e incominciamo a riflettere sui motivi per i quali le persone si comportano in questo modo nei nostri confronti. Facendolo ci renderemo conto che spesso siamo noi la causa primaria di questa situazioni, che sono i nostri atteggiamenti, ciò che diciamo o ciò che abbiamo fatto (o non fatto) ad aver causato tutto questo. Ancora una volta smettiamola di ricercare negli altri le colpe e incominciato a cambiare noi stessi per influenzare il modo di comportarsi degli altri.

Ad esempio se iniziamo ad organizzare noi una festa o una scampagnata invitando anche chi non ci considera, avremo la chance di aggiustare le cose, raddrizzare i rapporti e un po' alla volta torneremo ad avere una vita sociale attiva.

E il mondo come si cambia?


Fin qui abbiamo scherzato. Sono situazioni concrete, certo, ma questi "esempietti" servono solo per introdurci ad un livello più generale: quando vengo invitato a parlare nelle grandi fiere o nei saloni, una delle domande che più frequentemente mi pongono è la seguente: “Ma attraverso la tua scelta di povertà volontaria, non credi di star sfruttando le persone che lavorano e che pagano per te i servizi?” Ecco, questo è un classico esempio di approccio poco pro-attivo nei confronti del cambiamento; invece di chiedersi come cambiare la società in modo che non possa sfruttarci, si cerca di trovare un capo espiatorio per dimostrare a se stessi che questa difficile forma di cambiamento (il downshifting) non è una buona pratica, perché danneggia gli altri.

Questo modo di porsi serve a noi stessi per giustificare la nostra incapacità di cambiare, perché se dimostriamo che il cambiamento è sbagliato, allora non dovremmo sforzarci di metterlo in pratica, e potremmo rimanere seduti sul divano a guardare la TV con la coscienza pulita.

Soprattutto riguardo a questo argomento non c'è verità più profonda che la necessità di cambiare se stessi per cambiare il mondo che ci circonda: se tutti diventassimo volontariamente poveri, allora il sistema sarebbe costretto a cambiare perché non potrebbe più spremerci come limoni. E questo vale per tutte quelle cose che non funzionano in questo mondo: non basta lamentarsi che l'aria è inquinata e non basta nemmeno scendere in piazza a protestare, occorre essere noi i primi ad utilizzare i mezzi pubblici, abbassare il termostato di qualche grado e, nel weekend, prediligere un giro in bicicletta invece che recarci ai centri commerciali con l'automobile.

Ma, ancora una volta, c'è di più dell'inquinamento e dello sfruttamento selvaggio delle risorse nel nostro ragionamento.

La chiave è smettere di essere arrabbiati


Tutti questi esempi, e altri che possiamo ben immaginare e declinare sulla nostra quotidianità per cercare di comprendere i motivi del nostro malessere, hanno un unico filo conduttore, ovvero una comune sensazione odio, insofferenza o anche solo fastidio nei confronti degli altri o di una situazione che non ci aggrada. Ripensiamo all'esempio del marito che non aiuta in casa, a quello dei rapporti poco armoniosi con gli altri o ancora ai problemi che affliggono il mondo in cui viviamo; in tutti questi casi aleggia sempre una componente di rabbia che avvolge tutto e guida i nostri sentimenti e le nostre decisioni. La moglie è arrabbiata con il marito, l'individuo è arrabbiato con gli amici che non lo considerano, l'eco-attivista è arrabbiato con le multinazionali che pensano solo al profitto.

il mondo
Se vogliamo adottare la tecnica di cambiare se stessi per cambiare ciò che non ci aggrada, allora incominciamo con lo sforzarci di rimuovere questo rancore, di porci ad un livello superiore, evitando che i sentimenti influenzino le nostre scelte e imparando a concentrare tutte le energie su come possiamo agire per cambiare le cose. Odiare è un inutile spreco di energie, ci porta a fare polemica, a perderci in lunghe discussioni e ci fa sprecare un sacco di tempo, tempo che invece dobbiamo usare per fare.

Anche questo significa cambiare se stessi, perché l'impulsività dettata dall'odio o dall'insofferenza ci impediscono di ragionare e di fare le scelte corrette affinché il cambiamento si concretizzi.

Conclusioni


Se cambi il tuo atteggiamento nel confronto delle cose, finisci per cambiare le cose! Questa frase riassume bene l'idea di cambiare se stessi per rendere la nostra vita, ma anche il mondo intero, un posto migliore, dove possiamo vivere più serenamente e realizzare noi stessi. Se volessimo far fallire una multinazionale responsabile dello sfruttamento di un territorio, che inquina o che agisce in maniera illecita, basterebbe smettere di acquistare i prodotti che portano il suo marchio per una decina di giorni, la voce si spargerebbe in un secondo su tutti i social, i mercati andrebbero nel panico, le azioni precipiterebbero e avremmo distrutto il sistema in pochissimo tempo. E questo è un esempio lampante di come cambiare un nostro modo di fare (l'acquisto di un bene) cambierebbe il mondo in un batter d'occhio.

Ma la gente si lascia governare dal rancore, e invece di concentrare le proprie forze in azioni, spreca tempo ed energie in chiacchiere, polemiche e odio. E pensare che tutto questo vale proprio nel nostro piccolo, se cambiamo noi stessi indurremo negli altri comportamenti e azioni diverse, e finiremo per cambiare anche loro.
Possiamo usare questo potere in maniera positiva o negativa, ma ciò che importa è essere consapevoli che la realtà in cui viviamo dipende in larga parte da come ci comportiamo ogni giorno, dalle scelte che facciamo e da ogni singola parola che pronunciamo. Siamo i padroni della nostra vita, ed il cambiamento più profondo parte sempre dall'interno,.

9 commenti:

  1. ciao Francesco è un po che ti seguo e devo dire che mi hai aiutato molto con le tue riflessioni; riguardo a quest'ultimo articolo sono perfettamente d'accordo!
    Mi piace salvaguardare l'ambiente in cui viviamo e mi è capitato di avere a che fare con ambientalisti, animalisti, vegani,vegetariani, ma faccio fatica ad interfacciarmi con loro perchè ad ogni discorso pervade sempre un senso di rabbia che credo blocchi il cambiamento reale; invece che organizzare frequenti conferenze sui vari argomenti(comunque necessarie per la divulgazione)passare ad azioni concrete.
    Forse la mia natura montanara/contadina mi fa peccare in leggerezza a volte; c'è un aggettivo che mi piace usare per decrivere lo stile di vita che cerco di tenere ed è "frugale" una parola che credo definisce bene azioni e idee di chi vede la vita da un angolazione diversa.
    Buona Vita a Tutti!
    Fabione.

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  2. Ciao Francesco,
    da un annetto ho iniziato il mio percorso verso l'indipendenza finanziaria che cerco di raggiungere facendo leva su due "valori" principali: risparmiare quanto più possibile e smettere di fare quello che non mi va.

    Non si tratta di nichilismo o di fare gli eremiti. Si tratta di smettere di lamentarsi e di alimentare - con i propri soldi e il proprio tempo - questo sistema che all'apparenza pare vivibile solo come consumatori-robot. Questa per me è davvero l'unica vera rivoluzione possibile.

    Mi rendo conto che da quando ragiono così la mia vita sta davvero cambiando in meglio. E ti parlo da persona che, per quanto non libera finanziariamente, non se la passa tanto male. ;-)

    Grazie e complimenti per il blog.
    Un altro Francesco.

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  3. Sono molto d'accordo e mi sono resa conto che cerco di passare meno tempo possibile con quelle persone che passano il loro tempo a lamentarsi. Elisa

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  4. Mi unisco al coro e trovo interessante il punto di vista soprattutto quello dedicato alle relazioni che non sempre sono facili e spesso la vita ci porta nel quotidiano a intrigarci dentro piccole controversie fastidiose a cui non sempre avresti voglia di fare un sorriso e passarci sopra. L'ultima per quanto mi riguarda è avvenuta nelle vacanze post Natale. Ho una amica che viene spesso a trovarmi con figlio 18enne. Trascorre con noi perodi di pochi giorni o anche molto più lunghi nell'ordine di settimane. Lei è attentissima al denaro e non erano certo mancate occasioni per cui ce ne accorgessimo. In questa ultima visita non ha fatto neanche un gesto simbolico in cui partecipare ad una spesa. E' stata bravissima ad utilizzare tutto quello che ha trovato in casa. Altre volte avevo fatto caso a questa sua tendenza però questa volta mi è sembrata la classica goccia che trabocca dal vaso. Fra di noi non c'è neanche scambi di ospitalità perchè lei vive in città in una casa molto piccola mentre noi abitiamo in campagna ed in un posto turisticamente molto apprezzabile. Anche noi abbiamo abbracciato un sistema di vita in cui tendiamo a produrci il più possibile, ci facciamo l'orto, tagliamo la legna con cui ci scaldiamo, cerchiamo di comprare prodotti biologici da produttori locali e per quanto difficile cerchiamo di contenere le nostre uscite. La sensazione è che alcune persone (non voglio generalizzare o definire categorie)che riescono ad utilizzare molto bene il proprio denaro lo facciano anche sfruttando situazioni come queste in cui farsi ospitare diventa il modo migliore per fare una vacanza a costo zero. Con questa persona ho un rapporto di amicizia che dura da anni e mi ritrovo a pensare che certi atteggiamenti siano molto fastidiosi. Non so come comportarmi e se mettere dei paletti per il futuro. Certo poi leggo il punto di vista di Francesco e mi pare di capire che lui farebbe un gesto dimostrativo opposto e cioè sarebbe ancor più generoso nell'ospitalità verso questa persona accantonando ogni pensiero melevolo. Mi piacerebbe conoscere il punto di vista di altre persone (compreso Francesco), vorrei sapere se vi siete mai trovati in situazioni come queste (penso di si, perchè accade spesso nelle relazioni fra persone) e come vi comportereste al posto mio.
    Grazie.
    Marina

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    1. Ti capisco, io ho scelto di chiudere un rapporto con un caro amico con cui ho condiviso vacanze, amicizie e avventure fondamentalmente perchè lui pensava sempre ai soldi; per chi intraprende un percorso di autoproduzione, riciclo, risparmio,manualità ecc. queste persone sono veramente intossicanti e succhiaenergie.

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    2. Ciao Marina. Fossi in te, io spiegherei alla tua amica in modo pacato e gentile, senza arrabbiarti o mostrare fastidio, lo stile di vita che state seguendo e che state cercando di risparmiare il più possibile e che vi farebbe molto piacere se lei vi desse una mano con le spese quando si trattiene a lungo. Prima di tutto questo e anche dopo, ripetile più volte che siete molto contenti che venga a stare da voi e perché la sua compagnia e la sua amicizia sono importanti per te, in modo che non si senta accusata di nulla e sappia che è sempre la benvenuta.
      Francesco dice di non lasciare che la rabbia e l'odio guidino le nostre azioni, ma questo non vuol dire fare finta di niente se il comportamento di qualcuno non ci piace. Significa solo non fare la sfuriata e gestire la situazione da persone calme e razionali.

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    3. Vi ringrazio delle risposte, dei pensieri ed esperienze che avete condiviso con me, non ho ancora preso alcuna decisione sul modo in cui affrontare questa situazione. Ci sto ancora riflettendo. A presto. Marina

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  5. Onestamente? Io non mi farei più trovare disponibile. Da come hai descritto la situazione mi pare di capire che questa persona ha tirato troppo la corda ...e che così facendo ha leso i rapporti con te. Magari mi sbaglio ma finora sul blog di Francesco ho letto di strada verso il cambiamento e...una persona approfittatrice non può aiutarti in questo processo

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