Ultimamente si sente spesso parlare di case ecologiche, ma cosa sono veramente, quando costa costruirle, ma soprattutto fanno risparmiare e quanto durano? Sappiamo tutti bene che l’ecologico e il biologico oggi sono un business in grande crescita, e come sempre, quando ci sono in gioco molti soldi, i furbetti spuntano come funghi.
In questo articolo capiremo quali possono essere considerate case ecologiche e quali no, e chi sta sfruttando questo trend per arricchirsi giocando con le parole. Infine ne conosceremo i costi e la durata nel tempo.
Cos'è esattamente una casa ecologica?
Si tratta di case che rispettano l’ambiente in ogni suo aspetto, perché costruite con materiali completamente riciclabili, che non inquinano, i cui scarti di lavorazione non necessitano di smaltimento speciale. Sono energeticamente efficienti, cioè sono dotate di sistemi per l'autoproduzione di energia e sono ben isolate, in modo da disperdere poco calore e rimanere fresche d’estate. Si prediligono quindi materiali come la fibra di legno, il sughero, la fibra di cocco, il cotone, la lana e la canapa; le vernici utilizzate sono totalmente di origine naturale e anche la mobilia è realizzata con materiali ecologici e riciclabili.
Si tratta quindi di un nobilissimo intento, ovvero quello di ridurre al massimo l’impatto ambientale nella costruzione degli edifici, ed è certamente la strada giusta da seguire, tuttavia bisogna tenere sempre in considerazione che alcune “parti” di queste case non possono essere realizzate in modo totalmente ecologico: ad esempio le fondamenta devono per forza di cose essere realizzate in cemento armato, l’impianto elettrico ed idraulico, per essere a norma e certificato deve essere di tipo tradizionale, quindi con l’utilizzo di tubature, guarnizioni, cavi e altri componenti in gomma e plastica.
Diciamo quindi che non è semplice realizzare un’abitazione ecologica al 100%, tuttavia l’intento è sicuramente da premiare.
Il grande trend delle case energeticamente indipendenti e sostenibili dal punto di vista dei materiali utilizzati è esploso quando il 19 maggio 2010, sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea è stata pubblicata la DIRETTIVA 2010/31/UE ovvero una normativa che spiega che “entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano edifici ad energia quasi zero”, il che significa: “edificio a fabbisogno energetico molto basso o quasi, coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.
Alcuni costruttori hanno sfruttato l’avvento di questa legge per far credere alle persone che le nuove case ecologiche, soprattutto quelle in bioedilizia, siano indispensabili per rispettare questa direttiva, ma è veramente così?
Ho letto molto attentamente l’intera direttiva, compreso l’allegato “I” che spiega come si calcola la resa energetica di un edificio, e l’ho trovato molto utile e valido; quello che non ho trovato da nessuna parte è un’indicazione sui materiali che devono essere utilizzati per realizzare l’abitazione. Questo particolare è molto importante perché è proprio su questo aspetto che si snoda l’intera questione: moltissimi costruttori infatti, con la scusa che le nuove case debbano rispettare la direttiva, insinuano che sia necessario utilizzare materiali provenienti da fonti rinnovabili, come ad esempio il legno, la paglia o la terra cruda, ma non è così! La normativa parla solo di edifici che “usano e sprecano pochissima energia”, ma non di particolari materiali da utilizzare.
Allora verrebbe da pensare che questi materiali innovativi ed ecosostenibili siano almeno energeticamente più performanti di quelli tradizionali, in modo da giustificarne l’utilizzo perché rendono energeticamente più efficiente la nostra bio-casa, ma è veramente così?
Visto che la direttiva europea parla di “risparmio energetico” è facile intuire che questo si attua in due fasi: la prima è quella di sfruttare le fonti d’energia rinnovabili (solare, eolico, oceanico ecc.) la seconda è quella di isolare bene la propria casa in modo che il calore o il fresco, una volta creati, non si disperdano nell'ambiente, cioè non passino attraverso i muri esterni per capirci. E’ molto semplice comprendere che per utilizzare energie rinnovabili non serve munirsi di una casa ecologica, perché un impianto fotovoltaico può essere montato su una qualsiasi abitazione. Diverso invece è il concetto di “dispersione energetica” perché qui i materiali fanno la differenza.
Le case ecologiche prediligono l’uso di materiali alternativi, soprattutto il legno, perché questo viene ricavato da foreste controllate e rinverdite, in modo che il ciclo di produzione sia infinito ed ecosostenibile. Tutto questo è molto nobile e sicuramente da premiare, tuttavia è importante sapere che la fibra di legno non è il materiale più isolante che si possa usare in edilizia.
L’solazione termica è data da un coefficiente “λ” che più è basso e più il materiale isola. E’ importante capire che piccole differenze di λ comportano grandi differenze di isolamento, tanto che un materiale con coefficiente 0.030 isola molto di più di uno con 0.040.
Nella seguente tabella ho messo a confronto i materiali più comuni utilizzati in edilizia per isolare un’abitazione, inserendo anche il legno:
Come è facile osservare, il legno, ma anche il sughero, isolano sensibilmente meno dei più comuni pannelli di EPS Grafite che vengono quasi sempre usati per realizzare i cappotti termici. L’isolamento si ottiene anche avendo un buon “sfasamento termico”, ma questo parametro (per un’abitazione) è poco significativo, perché serve principalmente per rallentare il surriscaldamento della casa in estate. E’ un discorso un po’ complicato, ma per semplificare è facile capire che se la casa durante il giorno si riscalda lentamente, al sopraggiungere del fresco serale sarà rimasta più fresca e si raffredderà più rapidamente, rimanendo globalmente più fredda. Nella realtà però questo vantaggio lo si avrebbe soprattutto in pianura o in città, dove durante il giorno fa molto caldo, purtroppo però in questi luoghi, la sera, non è mai veramente fresco per cui la casa non si raffredda nemmeno durante la notte. Avrebbe più senso allora in zone di montagna, dove la sera è molto fresco, ma in questi luoghi basta aprire le finestre per riportare velocemente la temperatura interna a livelli accettabili. Dunque lo sfasamento termico è un fattore poco incisivo.
Collettori solari, serbatoi d’acqua piovana, forni solari, generatori eolici e altri sistemi possono essere integrati in qualsiasi tipologia di casa, per cui le case ecologiche non sono indispensabili per rispettare la direttiva europea, e non sono nemmeno quelle che energeticamente hanno la resa migliore.
Se siamo desiderosi di approfondire, questo articolo di edilportale mette a confronto tutti materiali comunemente usati per isolare le abitazioni.
Oggi sentiamo parlare di numerosi materiali alternativi per costruire case, fanno spesso notizia persone che costruiscono le proprie case completamente in paglia oppure con impasti di calce e terra o anche canapa. Si tratta di materiali certamente più ecosostenibili della lana di roccia o di altri isolanti termici, ma è importante sottolineare che le loro capacità di trattenere il calore (o di mantenere gli ambienti freschi) non è all’altezza degli attuali materiali industriali. Per comprenderlo è sufficiente verificare il loro coefficiente di isolamento termico:
Paglia: da 0.052 a 0.080
Fibra di legno porosa: 0.060
Lana di legno mineralizzata: 0.090
Canapa impastata con calce: da 0.050 a 0.095
Terra cruda 0,14
Argilla espansa: 0,090
Questi sono solo alcuni esempi dei materiali che negli ultimi anni vanno di moda per la costruzione di case ecologiche alternative, ma come possiamo notare non hanno coefficienti di isolamento termico particolarmente brillanti (ricordiamo EPS grafita 0,031). Nel seguente video possiamo osservare diverse case costruite con i materiali appena citati: alcune di queste case ecologiche sono veramente bellissime, ma dobbiamo saper distinguere l’aspetto “alternativo” dal reale rispetto dell’ambiente, che si attua anche attraverso l’uso di materiali che fanno risparmiare energia al mondo intero.
Costruire una casa ecologica ha costi che in realtà non sono molto differenti da quelli delle normali abitazioni; va ricordato che nelle case ecologiche va comunque utilizzato il cemento per la realizzazione delle fondamenta, dei garage e delle cantine sotterranee, per cui quel costo è identico a quello delle case tradizionali. Tutti gli impianti, quello elettrico e quello idraulico, vengono realizzati in modo classico, quindi anche questi costi sono i medesimi. La differenza sta nei materiali utilizzati per la realizzazione della “scatola” cioè lo scheletro dell’abitazione, ma chiunque abbia costruito casa (come il sottoscritto) sa bene che questa fase rappresenta solo una piccola percentuale della spesa totale.
Dunque c’è un po’ di differenza dovuta all'utilizzo dei materiali, soprattutto quelli per l’isolamento esterno (ad esempio il sughero è piuttosto costoso) ma per il resto le cifre sono paragonabili. Diciamo quindi che la spesa per la realizzazione al grezzo di una casa ecologica può variare dai 1.100 ai 1.300 euro al mq, ma si tratta solo di cifre indicative, anche perché i prezzi che si trovano in rete sono esposti per attirare clienti, ma poi il preventivo reale dipende da moltissimi fattori, ad esempio anche la banale posizione geografica.
Le case ecologiche sono prevalentemente realizzate in legno, un materiale che, se sottoposto ad un adeguato processo di selezione e stagionatura, è certamente di lunga durata. Spesso si fa l’errore di confrontare le nuove case in legno con quelle che un tempo venivano realizzate con interi tronchi d’albero e che ancora oggi sono in ottime condizioni. In questo caso va specificato che le “eterne” case delle vallate alpine venivano costruite in larice, che è un legno molto duraturo, ma anche parecchio costoso, oggi invece si utilizza prevalentemente l’abete, che è più economico ma anche molto meno duraturo.
I costruttori di questa tipologia di case amano giocare su questo aspetto, cioè mostrare ai clienti articoli o foto di case in legno che sono “in piedi” da centinaia di anni, ma questi esempi sono fuorvianti perché il legno utilizzato un tempo non è il medesimo di oggi, inoltre il legno si conserva in modo molto diverso da zona a zona, proprio per il diverso clima.
Già tempo fa avevo stimato una durata media delle case in legno di circa 70 anni, e confermo questo numero anche per le case ecologiche.
E’ importante interrogarsi sulla possibilità di realizzare case in modo alternativo, soprattutto se queste sono rispettose nei confronti dell’ambiente, soprattutto perché oggi gli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia, almeno per quanto riguarda il territorio europeo. Come sempre è molto importante stare attenti alle informazioni che ci vengono fornite, perché oggi l’ecologico è una moda, nel nome della quale le persone sono disposte a spendere qualche soldo in più, e i costruttori lo sanno bene.
Nello specifico le case ecologiche non sono più performanti delle case tradizionali, anzi, dal punto di vista dell’isolamento termico i materiali “industriali” oggi sono ancora migliori di quelli ecologici, quindi questa scelta deve essere eseguita con particolare attenzione, ed è particolarmente indicata per quei luoghi dove non ci sono condizioni di temperatura estreme (molto caldo o molto freddo).
Piacerebbe moltissimo anche a me poter dire che una bella casa fatta con paglia o fango è migliore di tutte le porcherie industriali che produciamo, ma di fronte ai numeri dobbiamo essere onesti e dire le cose come stanno.
Altro articolo molto interessante e scorrevole, grazie Francesco. Non sarebbe male anche aggiungere qualche cenno ai criteri antisismici visto che l'Italia soffre di questo problema.
A volte costruire una casa ecologica (stando attenti alle fregature modaiole o affidarsi a società che di ecologico hanno solo il nome), è anche più costosa ma, seguendo una logica che segua le necessità personali oltre che le potenzialità locali dove verrà eretta la casa, si possono poi, sempre che la casa venga costruita veramente ecologica e con una logica di risparmio energetico e dell'inquinamento abitativo, avere dei risparmi nei consumi delle energie che altrimenti verrebbero spese per riscaldare o servire la casa e l'abitabilità stessa.
Continuo a dire che trovare una VERA società che sappia come si costruisce una casa VERAMENTE ecologica è cosa ardua in Italia.... all'estero non so ....
Articolo interessante Francesco. Per puro caso anch'io qualche settimana fa' ho scritto un articolo su una tecnologia futura che dovrebbe sostituire le normali tecniche edilizie di oggi, la stampa 3d di case (www.finanzasicura.it/2016/10/17/deflazione-tecnologica-stampanti-3d-case-del-futuro/). Io mi sono focalizzato sull'aspetto econonomico (queste case dovrebbero costare mediamente il 40% in meno) ma, cosa interessante, si hanno anche vantaggi in termini di ecologia con minori emissioni solide e gassose e ottimo isolamento termico dei muri (che usano l'aria come isolante naturale).
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Altro articolo molto interessante e scorrevole, grazie Francesco. Non sarebbe male anche aggiungere qualche cenno ai criteri antisismici visto che l'Italia soffre di questo problema.
RispondiEliminaA volte costruire una casa ecologica (stando attenti alle fregature modaiole o affidarsi a società che di ecologico hanno solo il nome), è anche più costosa ma, seguendo una logica che segua le necessità personali oltre che le potenzialità locali dove verrà eretta la casa, si possono poi, sempre che la casa venga costruita veramente ecologica e con una logica di risparmio energetico e dell'inquinamento abitativo, avere dei risparmi nei consumi delle energie che altrimenti verrebbero spese per riscaldare o servire la casa e l'abitabilità stessa.
RispondiEliminaContinuo a dire che trovare una VERA società che sappia come si costruisce una casa VERAMENTE ecologica è cosa ardua in Italia.... all'estero non so ....
Articolo interessante Francesco. Per puro caso anch'io qualche settimana fa' ho scritto un articolo su una tecnologia futura che dovrebbe sostituire le normali tecniche edilizie di oggi, la stampa 3d di case (www.finanzasicura.it/2016/10/17/deflazione-tecnologica-stampanti-3d-case-del-futuro/).
RispondiEliminaIo mi sono focalizzato sull'aspetto econonomico (queste case dovrebbero costare mediamente il 40% in meno) ma, cosa interessante, si hanno anche vantaggi in termini di ecologia con minori emissioni solide e gassose e ottimo isolamento termico dei muri (che usano l'aria come isolante naturale).
Ma il tuo blog è sulla 450.000 posizione nella classifica dei siti italiani. Devi lavorare , mi raccomando
Eliminaahahaha è vero
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