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la vita senza senso di chi lavora |
Ha senso vivere tutta la vita lavorando? Oppure spendere tutto il nostro tempo a produrre rappresenta il non-senso della vita per antonomasia? Credo siano davvero in pochi a chiederselo in maniera seria, e per seria non intendo le solite domande esistenziali che affiorano al rientro dalle vacanze, ma il vero perché di tutto ciò che ogni giorno facciamo, pensiamo, desideriamo e possediamo.
In questo articolo ci focalizzeremo sulle cose importanti della vita, capiremo come ogni giorno le trascuriamo, diventando noi stessi i fautori della nostra infelicità e insoddisfazione. Infine vedremo come riprendersi ciò che ci stanno rubando.
L'amore è probabilmente il tema centrale dell'esistenza di tutti, il motivo per cui siamo qui e per il quale l'umanità prosegue nella sua folle corsa. Eppure anche nell'amore emerge prepotentemente il non-senso della vita “normale” che ogni giorno conduciamo. Amiamo una donna o un uomo talmente tanto da volerci trascorrere tutta la vita, ma poi la vita la trascorriamo in un ufficio, in una fabbrica o in un negozio. La sera siamo troppo stanchi per passare del tempo di qualità insieme e l'amore lentamente muore davanti alla televisione.
Poi decidiamo di avere dei figli, li amiamo tantissimo, più di ogni altra cosa, ma non abbiamo tempo per stare con loro e li rinchiudiamo nei nidi, negli asili e nelle scuole, oppure li affidiamo a tate o babysitters. Non li vediamo mai, se non una o due ore la sera e nel weekend. Ma il weekend è sacro, dobbiamo riposare, e così non giochiamo con loro, tuttalpiù cerchiamo di farli stare buoni mentre guardiamo le partite o ce li portiamo al bar o al ristorante.
Ogni giorno siamo così stressati dagli impegni e nervosi per il lavoro, che finiamo per litigare con le persone che amiamo. Sempre più raramente facciamo l'amore. Sgridiamo i figli per motivi ridicoli, perché non ci sappiamo controllare, perché fanno i capricci, ma i capricci sono il loro modo di dirci che hanno bisogno di noi, del nostro tempo, ma noi siamo sempre concentrati su altro e non riusciamo a capirlo.Che senso ha costruire una famiglia se poi il 90% del tempo lo trascorriamo separati?
L'inutilità della nostra casa
Il sogno degli italiani è la casa di proprietà, tanto che nel rapporto trimestrale dell'
OMI emerge con chiarezza che più del 75% di noi la possiede, almeno sulla carta, perché quasi tutti siamo obbligati a sottoscrivere mutui decennali per permettercela.
Tutto questo sarebbe anche normale, se non fosse che fino a quando il mutuo non è pagato la casa non è nostra, e ci può essere pignorata in un qualunque momento. Intanto però le tasse le paghiamo fin dal primo giorno, così come tutti i costi di mantenimento e le bollette, e questi costi ci obbligano a lavorare duramente per pagare qualcosa che non è veramente nostro.
Il non-senso della vita è già insito nella più comune delle nostre aspirazioni: lavorare per tutta la vita per permettersi una casa di proprietà nella quale non stiamo mai, proprio perché siamo sempre al lavoro. Non abbiamo tempo di curarla, nel fine settimana non ce la godiamo perché “dobbiamo” fare le gite fuoriporta, e le vacanze le trascorriamo negli alberghi o nei campeggi. Per non parlare poi del non-senso della seconda casa, che nel 25% dei casi viene anch'essa
Acquistata Tramite un Mutuo di (mediamente) 16 anni, sulla quale si pagano tasse assurde, e che non si ha mai tempo di frequentare, se non per un paio di settimane l'anno.
In un anno lavoriamo per 50 settimane e andiamo in vacanza per 2. In quelle due settimane facciamo ciò che veramente vorremmo fare, cioè vivere. Se proiettassimo questo rapporto sull'intero arco della nostra vita, ecco che il non-senso dell'esistenza emerge in tutta la sua prepotenza. Se lavorassimo dai 30 ai 70 anni trascorreremmo qualcosa come 14.000 giorni chiusi in un ufficio e solo 560 liberi.
L'aspetto più assurdo però è che siamo talmente abituati a “fare”, che abbiamo bisogno che qualcuno o qualcosa ci “intrattena” anche in quelle due misere settimane in cui potremmo oziare e riposare, perché altrimenti ci annoiamo. Questo non è un buon segno, non è giustificato (come ci vogliono far credere) da un "bisogno sociale" che l'uomo ha di sentirsi attivo, deriva semplicemente dal non avere nulla di nostro da coltivare, nessuna passione, nessun sogno da inseguire. Passiamo così tanto tempo ad eseguire ordini e correre dritti verso obiettivi lavorativi che ci fanno credere essere nostri e di vitale importanza, che tutto ciò che è veramente vita, passione e serenità personale, sparisce.
In non-senso della vita, in questo caso, si manifesta quando ci accorgiamo che se stiamo senza lavorare non sappiamo cosa fare, perché il lavoro ci svuota dentro e ci rende incapaci di sognare.
Questo ragionamento ci porta ad un altro grande “assurdo” che caratterizza l'esistenza di tutti, e cioè avere qualcosa che amiamo fare, ma non farlo praticamente mai. Conosco persone con una passione sfrenata per le moto, ma costrette a vendere il loro amatissimo mezzo per mancanza di tempo, altre che hanno risparmiato tanto per acquistare un camper, che rimane quasi tutto l'anno a marcire nelle rimesse, altre ancora che vorrebbero girare il mondo, praticare uno sport, scrivere, dipingere, lavorare il legno, ma l'unica cosa che hanno avuto il tempo di fare è stato strapagare l'attrezzatura necessaria per poi usarla una volta la settimana, poi una volta al mese e infine abbandonare tutto per mancanza di tempo.
Che senso ha una vita trascorsa a fare tutto il giorno qualcosa che se potessimo scegliere non faremmo, sacrificando ciò che amiamo veramente fare. Questa non è vita, è una continua frustrazione, è un permanente sentimento di “vorrei ma non posso” al quale ci si rassegniamo. Sono i sogni di gloria che abbiamo partorito quando eravamo ancora adolescenti e che poi il lavoro ci ha sfilato da sotto il naso, proiettandoci in una vita di non-senso, dove tutto viene sacrificato nel nome della produttività.
Anche il lavoro stesso, il nostro preziosissimo impiego, per quanto possa sembrare assurdo è esso stesso un tassello che va a comporre il grande non-senso della nostra vita. Senza un posto di lavoro ci sentiamo persi, praticamente dei falliti, totalmente inutili all'interno della società, eppure siamo veramente sicuri di poter parlare di utilità?
Ci siamo mai chiesti cosa succederebbe se domani mattina andassimo dal nostro campo e gli dicessimo che ci licenziamo? Bene che vada otterremo una contro-offerta economica per restare, ma se ce ne andassimo l'azienda fallirebbe? Soprattutto nelle grandi realtà ognuno è solo un piccolo tassello, perfettamente sostituibile e quindi non indispensabile. Quale causa stiamo portando avanti sul nostro luogo di lavoro per sentirci così utili? Stiamo lavorando ad un nuovo vaccino per l'AIDS? Al brevetto di un grano biologico che sfamerà l'Africa? Ad un pezzo dello Shuttle? Non credo. Probabilmente siamo camerieri, impiegati, operai e venditori di varia natura; la nostra utilità reale è pari a zero, siamo utili solo ai nostri dirigenti, perché sacrificando le nostre vite riempiamo le loro tasche.
Il lavoro così concepito non ha alcun senso, una vita votata a crearsi un ruolo e un'identità sul posto di lavoro è una vita che marcisce, priva di qualunque senso e sostanza, votata a faticare senza produrre benessere autentico.
La chiave sta in un'unica semplice azione: non sprecare il poco tempo che abbiamo! Smettere di lavorare dall'oggi al domani non è possibile, non lo potremmo fare nemmeno se vincessimo un milione di euro al gratta e vinci, ma quello che invece possiamo incominciare a fare, oggi stesso, è scegliere di cambiare le cose.
Di fronte a noi abbiamo sostanzialmente tre scelte:
- Continuare a vivere come stiamo vivendo oggi, nel più totale non-senso, pagando a caro prezzo la nostra inerzia, cioè buttando al vento la vita.
- Decidere di rallentare, lavorare meno, produrre meno, consumare meno e quindi avere meno bisogno di tutte le cose inutili di cui ci circondiamo. Avremo più tempo da dedicare a ciò che oggi trascuriamo: la nostra casa, gli hobby, l'amore, e troveremo finalmente il tempo di realizzare i sogni che abbiamo abbandonato.
- La strada più complicata, cioè usare il proprio tempo per costruire qualcosa di alternativo al nostro lavoro e poi, una volta fatto, licenziarsi e vivere liberi per sempre. Questo traguardo rappresenta il punto di arrivo più elevato, che può veramente dare un senso a tutto, in modo che ogni giorno della propria vita diventi il trionfo del buon uso del proprio tempo, facendo solo ciò che ci rende veramente felici.
Che lo vogliamo o meno questa decisione dipende solo da noi, da quanto saremo determinati a cambiare la nostra vita: questo è il momento di decidere se preferiamo trovare un modo oppure le solite scuse.
E poi mi dicono che mi accanisco contro il lavoro e che sono uno scansafatiche che non ha voglia di darsi da fare! E invece guarda qui, più s'inizia a ragionare in modo sottile e oltre i soliti luoghi comuni, più ci si accorge che tutto ciò che di più bello abbiamo nella vita finisce per essere soffocato dal lavoro, quando, in realtà, non si riduce tutto al lavorare o non lavorare, si tratta principalmente di accorgersi che il non-senso della vita sta nel votarla a qualcosa di completamente inutile, di usare male il proprio tempo, di buttare al vento l'unica e irripetibile opportunità che ci è stata data.
Oggi stesso può essere il giorno del cambiamento, l'inizio di una vita nuova, vissuta in modo più consapevole, basta solo iniziare a dare il giusto valore alle cose, riconoscere l'inutilità della maggior parte dei nostri gesti e concentrarci solo su ciò che conta veramente.
Concordo pienamente con quello che dici, io farei la terza opzione, ma non ho idea cosa fare per potermi guadagnare i stessi soldi senza lavorare se hai un idea da mene una, tu lavori? Cosa fai?
RispondiEliminaCi sono più di 370 articoli in questo blog, molti dei quali contengono idee e strategie per vivere senza lavorare, prova a dargli una letta ;)
EliminaCiao Francesco,
RispondiEliminai tuoi pensieri sono quanto mai veri e taglienti ma facciamo spesso fatica ad ammettere che questa è la nostra realtà.
Preferiamo non pensarci, cerchiamo di fare l'ennesimo sforzo per andare avanti e continuare a sbagliare nell'illusione che qualcosa possa cambiare, come aspettassimo che il cambiamento debba arrivare dall'esterno.
E poi, come dici tu, per darci delle giustificazioni cerchiamo scuse di ogni tipo.
Primo passo, quindi, è quello di eliminare o ridurre il superfluo, in questo modo ci servono meno soldi. Io vi posso dire quello che ho fatto io finora: ho tagliato il consumo delle bollette luce e gas usando pannelli solari e fotovoltaici dotando varie apparecchi di timer; lavo, stiro e cucino (con un piano cottura elettrico) solo se c'è il sole; gli altri giorni mangio quello che ho cotto e congelato i giorni prima; prendo solo prodotti in offerta guardando attentamente il prezzo al kg o al litro assicurandomi che non ci siano grassi idrogenati, coloranti, conservanti;
prendo prodotti di stagione ma non appena usciti: ad esempio le angurie meglio prenderle adesso a 0,29 €/kg e non a giugno a 0,50 €/kg. Cerco i prodotti al 50% che sono prossimi alla scadenza ma ancora genuini: se prendo molte confezioni le congelo. Se avanzo del cibo, lo riciclo in un altro modo senza buttarlo. Acquisto moltissime cose su Internet: gli oggetti al negozio costano molto di più. Un esempio ? Un normale mouse al negozio costa sui 10 €; l'ho ordinato su internet e ho speso soltanto 1,50 € comprese le spese di spedizione. Assicurazione auto: solo su internet. Rifiuti: faccio il compostaggio domestico e questo mi dà una riduzione della tariffa. Carburante: lo faccio ad un centro commerciale riempendo oltre il serbatoio anche 3 taniche che ho nel baule. Pneumatici: me li sono fatti fatti arrivare una volta dalla Germania e un'altra dalla Romania. Piani telefonici: solo quelli senza scatto alla risposta e comunque chiamo solo quando serve !!! Vacanze: scelgo gli alberghi online ma porto con me mini-frigo e forno a micro-onde; non ha senso spendere centinaia di euro al ristorante dove puoi trovare degli ottimi piatti pronti al centro commerciale: a Londra ho trovato dei piatti pronti monoporzione a solo 1 sterlina e mi sono fatto 2 settimane di vacanze spendendo molto poco.
Adesso l'azienda nella quale lavoro sta licenziando a tappeto e non so se sarò anch'io uno di questi prescelti ma comunque se non è adesso, sarà questione di qualche mese. Ovviamente non ne sono felice e ho pieno rispetto verso coloro che sono già disoccupati ma, lasciatemi dire, che sono ormai stanco di questo modo di vivere che, come dice Francesco, non ha proprio senso ...
Raffaello
Molto interessante, grazie Raffaello!
EliminaSono un non lavoratore, in fondo per scelta. Concordo con quanto si afferma nell'articolo, con una riserva. Per impiegare il tempo libero in modo soddisfacente, per molti servono stimoli mentali o fisci, consentiti dai prodotti del lavoro. Ad esempio, io amo moltissimo conoscere, apprendere tramite la lettura, il che richiede lavoro per produrre e distribuire i libri - compreso l'umile, ripetitivo, per nulla creativo lavoro del corriere. Credo che Francesco conosca la questione, solo che nell'articolo doveva porre l'accento sul lato futile del lavoro. Io vorrei sottolinerare che non esiste un livello " naturale ", oggettivo degli usi e consumi necessari o accettabili: ciò che si è considerato " necessario " è variato con i tempi, i luoghi, le classi sociali e a volte gli individui. E' un punto delicato, che potrebbe provocare difficoltà alla santa causa della lotta al lavoro...
RispondiEliminaVivere senza lavorare non significa non fare nulla, significa essere liberi di fare ciò che si vuole ogni giorno, anche di dire no ad un lavoro che nel tempo è cambiato ed è diventato insopportabile o comunque non piùà adatto a noi. Quesat libertà si costruisce nel tempo, creandosi delle alternative :)
EliminaL'uomo continua a confondere attività con azione, l'azione è necessaria perchè è una pronta risposta ad un momento presente, l'attività è riempire dei buchi che invece potrebbero benissimo essere lasciati vuoti, ma la mente ha bisogno di essere sempre impegnata perche siamo stati educati cosi, questo atteggiamento è quello che deve essere cambiato per potere essere liberi ed iniziare a desiderare meno. Bellissimo articolo!! Saludos
RispondiEliminaConcordo su tutto, grazie!
Eliminapersonalmente preferisco la terza alternativa; in fondo quante persone hanno uno stipendio fisso e non sono mai felici? io dico il 95%
RispondiEliminaProbabile, tra l'altro di recente ho letto un articolo sul fatto che lavorare troppe ore al giorno degrada addirittura la mente. Pensavo di approfondire la cosa e scriverci qualcosa!
EliminaCiao Francesco. Innanzitutto complimenti per l'articolo che come sempre ho avuto modo di apprezzare. Seguo il tuo blog da molto tempo però questa è la prima volta che posto un commento. Colgo l'occasione per porti alcune domande e magari qualche spunto per un nuovo gradito articolo. Nello specifico:tu personalmente, come affronteresti la situazione vissuta da tantissime persone che già sono vincolate da un mutuo consistente? Se non tutti avessero l'opportunità di trasferirsi in campagna? E infine una domanda che può sembrare stupida: come riconoscere e coltivare una propria passione(sono consapevole che hai scritto un articolo in merito) ?
RispondiEliminaTrasferirsi in campagna per me è un punto fisso per cambiare vita, l'opportunità, se non c'è, è necessario crearsela. Molte delle persone che mi scrivono ogni giorno lo hanno fatto, magari con sforzi o sacrifici, ma alla fine ne è sempre valsa la pena. Se hai un mutuo molto consistente che ti terrà occupato per molti anni, una soluzione possibile è quella di vendere la casa, liquidare il mutuo e acquistare dove costa meno, un'abitazione più piccola, che ci impegni meno economicamente, altrimenti saremo per sempre obbligati a pagare, e questo non va bene.
EliminaPurtroppo se si è vincolati ad un mutuo importante, o si vive in città, o si hanno parenti malati da assistere possiamo scordarci di "smettere di lavorare" nel senso inteso da questo blog. Brutto dirlo ma è così.
EliminaInvece la seconda ipotesi(rallentare, lavorare meno, produrre meno, consumare meno) è non solo possibile ma auspicabile per tutti ed è propedeutico per la terza via.
Io pratico la seconda scelta e visto che non posso vivere in campagna, ho acquistato un piccolo suolo agricolo dove nel week end curo una cinquantina di alberi da frutta. Non intendo trasformarla in una fonte di guadagno perchè le tasse mi mangerebbero tutto ma produco ottime arance, manderini,limoni, pere, gelsi, prugne, percochi, fichi, albicocche ecc.Se dovessi acquistare tutta la frutta che io e la mia famiglia mangiamo spenderei un capitale; inoltre posso fare ottime marmellate e regali agli amici (che apprezzano sempre ); inoltre tra gli alberi posso fare fare l'orto e avere verdure di stagione; inoltre quando mi va posso andare a trascorrere le Pasquette e le domeniche di bel tempo all'aria aperta e fare amicizia con gatti ecagnolini del posto; inoltre posso fare allegre grigliate all'aperto e sdraiarmi sull'amaca e l'elenco potrebbe continuare...
Qualche anno fa mi dannavo l'anima per capire come fare ad abbandonare definitivamente il maledetto lavoro e ci stavo male.Mi sentivo in colpa per non fare abbastanza per creare le condizioni ideali per un cambio vita ed ero abbastanza frustrato!
Ora ho capito che nella attuale società lasciare il lavoro in realtà non è cosa per tutti ed è legato ad una serie di circostanze: avere familiari favorevoli a questo tipo di cambio vita, avere passioni che potrebbero essere economicamente remunerative, non avere problemi di salute ecc. Sono molto più sereno adesso di due anni fa, anche perchè sono consapevole che ragionare in questi termini aiuta a fare determinate scelte che potrebbero essere determinanti in futuro. Saluti e buone vacanze ( a chi può)
Ciao Francesco,
RispondiEliminacomplimenti a te che sei riuscito a liberarti del lavoro in senso classico! E come non si può condividere molte cose che scrivi sul tema, anche perchè ci sono un sacco di verità in quello che affermi, ci mancherebbe altro.. Tuttavia mi chiedo e se da domani seguissimo tutti il tuo esempio?? cosi tutto di un botto! Te lo sei chiesto? che ne sarebbe di quei lavori classici? quelli che permettono anche a te di vivere!? L'operaio che fa le scarpe da running che tu cerchi giustamente al miglior prezzo e poi usi nel tuo tempo libero? L'autista che le ha caricate sul camion per trasportarle al posto più vicino dove tu andrai a prelevarle? oppure quel operaio che ha caricato la tua valigia nella stiva dell'aereo che ti porterà alle Canarie per goderti la tua vita e via discorrendo per non farla troppo lunga, insomma ci siamo capiti, spero? che ne sarebbe di tutti questi bei propositi per affrancarsi dal lavoro? Non sono un santone, quindi non lo so nemmeno io.., tuttavia io credo che ci sia anche un pò di ideologia in certe constatazioni o affermazioni! certo il lavoro intesto come percezione di reddito che nel sistema che viviamo ci costringe ad accettare di tutto in molti casi, soprusi, ingiustizie, vessazioni per la solita stramaledetta libertà dal bisogno, sono pienamente d'accordo! Ma chiamiamolo come vogliamo, lavoro, reciprocità, insomma di gente che si tira su le maniche e si sbatte molti giorni della propria vita per fare in modo che anche gli altri possano beneficiare delle proprie azioni, sacrifici, lavoro, ecc. c'è ne è un gran bisogno caro Francesco! altrimenti il mondo resterà diviso tra quelli che fanno e producono e quelli che li usano a lo piacimento, magari scordandosi pure della riconoscenza, che non ha nessun valore materiale e non costa nulla, ma ha un enorme valore in senso umano e simbolico. Concludo dicendo che esortare la gente a smettere di lavorare resta certo una bella suggestione, ma poco, molto poco realistica se praticata da tutti nel contesto in cui viviamo, viceversa bisognerebbe (io per primo) non fuggire dalle proprie responsabilità e lottare ogni giorno per miglioralo il sistema che tutti noi abbiamo trovato già fatto, cercando di renderlo ogni giorno più giusto, più etico, passando dall'ideologia all'idealismo, cercando e sperando di lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi, rispetto a quello che abbiamo trovato..! Senza rancore Francesco un abbraccio Giorgio
Ciao :) Diverso tempo fa mi ero unterrogato su questo aspetto, ci ho scritto un lungo articolo che puoi trovare qui!
Eliminahttp://www.smetteredilavorare.it/2013/11/cosa-succede-se-non-si-lavora.html
a presto!
Certe volte leggo un tuo articolo e mi viene il dubbio di avere una doppia personalità, un mr.Hyde di nome Francesco Narmenni che di notte sonnambulo scrive su questo blog :-) Le prime volte che leggevo i tuoi articoli li mostravo a mia moglie e lei aveva il dubbio che li scrivessi io, o in alternativa che mi avessi plagiato tipo setta perché i concetti erano quelli precisi precisi :-)
RispondiEliminaFaccio le tue stesse identiche considerazioni da anni, chiaramente tra me e me o con un ristrettissimo gruppo di persone perché il resto del mondo se dici queste cose ti prende per scemo... Devo dire che è sorprendente riscontrare una così totale identità di vedute, questo articolo ne è un esempio perfetto.
Io sono felice della mia vita, mi sono licenziato da ormai 12 anni da un lavoro stupido e umiliante che non avrei mai voluto toccare neanche di striscio ma che sono stato "obbligato" ad accettare dalla famiglia. Attualmente faccio un lavoro di collaborazione, che non è né sicuro né gratificante (ma quanti lavoro lo sono?) ma che mi impegna per circa metà settimana, il resto del tempo posso dedicarlo a me, alla casa e ai miei hobbies.
Tutti sono ossessionati dal futuro, come faccio se perdo il lavoro, mi serve una sicurezza, bla bla... a parte che vorrei sapere quale lavoro a parte quelli statali ad oggi danno garanzie del genere, io mi limito a godermi il presente, quel che verrà verrà.
Parole vere e struggenti come si può non condividerle. In fondo sono consapevole che le porto nel cuore da sempre e a questi pensieri non mi sono mai voluta adeguare. Già da tempo ogni giorno lotto con tenacia e serenità per poter vivere nonostante il lavoro. Con tanta fatica sto cercando alternative e mi accorgo sempre più che non riesco a trovarle soltanto perché non ho mai creduto fino in fondo che per me ci potesse essere davvero. Con il matrimonio ho dato una piccola svolta, con mio figlio trovo poco alla volta il coraggio di fare il resto ... buona libertà a tutti
RispondiEliminaCiao Francesco, alcuni mesi fà ho trovato il tuo libro su uno scaffale di una libreria alternativa e mi si è aperto un mondo.
RispondiEliminaNon sò se sia un caso oppure no ma mio padre appena andato in pensione (aveva due lavori e il suo orario di lavoro era 08.00 - 20.30/ 21.00) e dopo il divorzio di mia sorella ha avuto un tracollo, e una patologia grave tanto che in ospedale le prime parole che disse al risveglio furono : "ho lavorato troppo".
Purtroppo mio padre è il tipico esempio di lavoratore-zombie, non mi ha mai fatto mancare niente economicamente ma umanità zero, tanto che da bambino mi ricordo più i momenti vissuti con mia nonna o a scuola che non con i miei senza contare la costante del loro nervosismo.
Ad ogni modo, lo step uno è controllare le spese, personalmente spendevo tanto di telefono e di lamette di una nota ditta.
Per il telefono ho cambiato compagnia passando alle poste tanto che spendo solo 10 euro al mese per le lamette ho trovato un utile gingillo che si chiama affilalamette con il quale riesco a far durare una lametta anche un mese, con notevole risparmio pensando che una confezione di 5 lamette viene a costare ben 12 euro!
A volte basta porre dei correttivi per risparmiare. Quanto al lavoro dei sogni sto cercando di mandare avanti una attività extra per ora con scarso successo.
Grazie, Gigi
P.S.: Sarà il periodo che coincide con le olimpiadi volevo chiederti se è possibile guadagnare diventando arbitro di qualche disciplina.
Da ragazzo facevo l'arbitro di calcio mi ricordo che la figc mi pagava anche 100.000 lire o 200.000 lire ed erano solo partite di ragazzi.
Come si diventa giudcie di gara di atletica, tennis, volley..? Son retribuiti?
Lamette per un mese..? Io non ne compro più da almeno 5 anni, e da circa 2 uso sempre la stessa... spesa lamette completamente azzerata! :D Idem per il dentifricio: è del tutto inutile - e spesso dannoso - i denti possono benissimo esser lavati con l'acqua del rubinetto. E' stato un dentista a rivelarmelo... ed è vero! Basta provare.
EliminaSì ho scritto un mese perchè è da poco che l'ho scoperto, son rimasto scioccato, è stato come l'uovo di Colombo le lamette vanno semplicemente affilate (finchè si può) per farle durare a lungo con notevole risparmio alla faccia del noto colosso americano
EliminaCiao Francesco ho comprato il tuo libro ("Mollo tutto e vado all'estero") che ho subito trovato molto sintetico e utile per chi necessita delle informazioni pratiche per trasferirsi in un paese estero che descrivi.
RispondiEliminaTrovo che sia molto utile e ben scritto. Consiglio vivamente l'acquisto. Riguardo il tuo post qui sopra mi trovi perfettamente d'accordo poiché l'uomo non è nato per vivere lavorando ma semmai lavorare per vivere e mantenersi lasciandosi il tempo utile per accrescere sé stesso.
Non sono d'accordo se vuoi andare devi andare chi divorziato va chi testa per genitori nonni ecc ecc alla fine non lascia mai il sistema lo sa e ci marcia
RispondiEliminaIn fondo da liberi vivi con poco anche nulla per un dì da sempre preso ok guadagni a lavori ma hai spese fisse ecc ecc l ideale è estero o stare anche qua ma non lavorando per forza apprezzare spazi tempo certo non puoi avere velina o vita alla moda macchine viaggi ecc ma alla fine sei più libero o no ?
Direi tutto chiarissimo! Unico dubbio, che lingua è?
EliminaCiao francesco, dato chevsei un esperto che si documenta e analizza spesso con dati specifici alla mano, vorrei avere un tuo parere rispetto all'ipotesi lavorare di più per smettere di farlo presto. Il rischio è quello di perdere l'obiettivo nel cirso degli anni emulando il cane che si morde la coda?Probabilmente è un tema sul quale ti sarà capitato di imbatterti e se hai già postato in merito basta il link. Ti ringrazio molto.
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