Come Scrivere un Libro per Guadagnare

pubblicare uno scritto
come diventare scrittore
Sarebbe bello no, vivere facendo lo scrittore? Ma come stanno veramente le cose e cosa serve fare per scrivere un libro e guadagnarci del denaro? Alla vigilia dell'uscita del mio nuovo scritto ho pensato che potesse essere utile condividere con voi la mia esperienza di scrittore, spiegare tutto quello che occorre fare per farsi notare da una casa editrice, se conviene pubblicare da soli, come si fa e quanto bisogna aspettarsi di guadagnare.

Se la nostra idea è quella di vivere scrivendo, allora questo post contiene tutto quello che serve sapere, ma bisogna armarsi di pazienza, perché questa volta ho scritto veramente troppo.



Ho le qualità per fare lo scrittore?


Probabilmente questa è la domanda che si pongono tutti coloro che hanno nel cassetto il sogno di scrivere un libro: ho le capacità linguistiche e narrative per scrivere qualcosa di qualità, oppure sto sprecando il mio tempo? Beh, se da un lato per confezionare uno scritto occorre almeno essere in grado di scrivere in italiano corretto, usare i tempi dei verbi ed essere in grado di mettere in fila i concetti dando al tutto un filo logico, dall'altro bisogna dire che al giorno d'oggi scrivono davvero tutti, soprattutto perché internet ha dato la possibilità ad ognuno di auto-pubblicarsi senza alcun filtro (e senza spendere un centesimo).

Questo nuovo approccio all'editoria ha messo in luce un aspetto importante: non fa lo scrittore chi sa scrivere, ma chi ha l'idea giusta nel momento giusto. Ho letto libri scritti malissimo che hanno venduto centinaia di migliaia di copie e veri capolavori di stile che non se li è filati nessuno, d'altronde il mercato dell'editoria è cambiato così com'è cambiato quello della musica, dove i talent show hanno influenzato addirittura chi partecipa a San Remo. Oggi, a parte rari e spesso inspiegabili casi, i nuovi aspiranti scrittori che vendono di più sono i personaggi famosi della TV, i blogger e gli youtuber, che vendono più per la loro popolarità che per i contenuti.

Quindi se vogliamo scrivere un libro non preoccupiamoci troppo del nostro stile di scrittura, l'unica cosa che conta è avere un po' di dimestichezza con l'Italiano e la pazienza di leggere e rileggere ciò che abbiamo scritto cercando di dargli una forma scorrevole e un senso sequenziale logico, per il resto (oggi) conta molto di più avere un'idea o una storia interessante, un concetto intrigante o alternativo e iniziare a concretizzarlo su carta (poi vedremo secondo quali regole).



Di cosa posso scrivere?


Più che altro la domanda giusta da porsi è: perché sto scrivendo? E' importante chiederselo perché c'è una bella differenza tra lo scrivere un libro per passione o scrivere qualcosa che venda più copie possibile.

Quando ho scritto "Smettere di lavorare" il mio intento non era di vendere molte copie e diventare ricco, altrimenti non avrei scritto un manuale, ma una storiella fatta apposta per arrivare alla pancia della gente. Su questi argomenti si vende molto bene se si scrive una storia d'effetto, piena di aforismi, di concetti profondi più o meno copiati e appositamente studiati per impressionare, ma totalmente privo di consigli pratici. Invece si vende molto meno se si scrive un manuale ricco di concetti economici e formule, ed è proprio questa la differenza che intercorre tra lo scrivere per passione o con il preciso intento di guadagnare.

Se questa differenza è particolarmente marcata per i saggi, lo è un po' meno per i romanzi, ma il discorso che faremo ha la stessa valenza; qualunque sia la tematica che ci piacerebbe trattare, se scegliamo di scrivere liberamente avremo meno chance di vendere, se invece seguiamo certe regole su come scrivere un libro, allora avremo più probabilità di guadagnare e di trovare una casa editrice che ci pubblichi.

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Come scrivere un libro


La regola di base è molto semplice: immedesimarsi nel lettore. Sia in fase di prima stesura che di revisione finale dobbiamo sforzarci di impersonare un ipotetico lettore e comprendere quali sentimenti sta provando a mano a mano che prosegue nella lettura. In particolare, ad ogni passaggio, capitolo dopo capitolo, cerchiamo di comprendere quali sono le domande che suscita ciò che abbiamo appena scritto (e lui appena letto), in modo tale da avere chiaro cosa sta frullando nella sua testa. Se le prossime righe che scriveremo risponderanno ai desideri e alle aspettative del lettore, soddisfacendolo e introducendo ulteriori elementi di curiosità, stupore, rabbia o qualunque altro sentimento forte, allora avremo ottenuto il nostro risultato: far leggere il libro.

Si tratta quindi di un continuo gioco di sentimenti, e questa forma di sensibilità è veramente l'unica qualità richiesta per scrivere un libro interessante. Questa tecnica è così efficace che ci sono libri che hanno venduto milioni di copie pur raccontando storielle di poca sostanza o addirittura frottole prive di ogni fondamento, ma lo scrittore è stato così bravo a risvegliare i sentimenti del lettore e trascinarlo nella direzione voluta, da impressionarlo e spingerlo a parlarne bene e consigliarlo ad altri. Il massimo lo si ottiene quando il target d'utenza è poco istruito (quindi molto influenzabile ed impressionabile) e lo scrittore ha la capacità di esprimere concetti profondi in modo semplice e capibile da tutti, siano essi esposti attraverso una storia che sotto forma di saggio.

Come in ogni campo queste strategie possono essere usate in modo buono, cioè per portare messaggi utili o suscitare sentimenti positivi attraverso racconti avvincenti, oppure raggirare le persone per guadagnare: non sta a me giudicare gli altri, ciò che conta è che chi vuole sapere come scrivere un libro conosca le tecniche giuste.

Partendo da questa base, le strategie di scrittura sono a questo punto varie, ma diciamo che dare un ordine preliminare alle cose aiuta molto a non perdersi per strada. Scrivere un libro richiede mesi e mesi di lavoro per cui si finisce per non ricordarsi cosa si è detto in precedenza o i dettagli di una vicenda narrata. In un saggio una buona idea è decidere prima i capitoli e per ognuno buttare giù poche righe sui contenuti che si vogliono esprimere; in questo modo si evita di ripetersi e perdersi tra le parole. In un romanzo invece il discorso è più complesso, però una buona idea è quella di scrivere prima la storia in forma molto contratta, cioè poche pagine, ovvero una specie di riassunto globale, poi dividerla in capitoli e svilupparla introducendo personaggi, flashback, flashforward, storie parallele e riferimenti tra un capitolo e l'altro.

Il terzo segreto fondamentale per scrivere un libro di successo è quello di lavorarci in modo continuativo. Probabilmente nel corso delle nostre giornate non troveremo mai molto tempo da dedicare alla scrittura, soprattutto se lavoriamo o abbiamo famiglia, ma non importa, un libro si scrive un pezzettino per volta, per cui ogni giorno dedichiamoci anche solo 10 minuti, ma non lasciamo tutto fermo per settimane, altrimenti perderemo il filo e saremo costretti a ricominciare tutto daccapo. E' importante capire questo, perché se mai iniziamo mai finiamo, e le condizioni perfette di pace e concentrazione non si verificheranno facilmente, per cui è molto meglio scrivere anche solo mezza paginetta piuttosto che non fare niente per giorni. Avremo in seguito il tempo di rileggere tutto e dare una sistemata, non preoccupiamoci che tutto sia perfetto alla prima stesura, non lo sarà mai, il libro andrà letto e riletto quattro o cinque volte, fino a limarlo in ogni aspetto e dargli la forma finale.

Youtube è come sempre una fonte inesauribile di idee e tutorial su come fare le cose, e non ne mancano certo innumerevoli su come scrivere un romanzo o un saggio, anche ad opera di scrittori illustri come Wilbur Smith.


Seguendo poi i video consigliati sulla colonna destra di Youtube, possiamo accedere a tanti consigli pratici e idee preziose per raggiungere il nostro traguardo.

Dal punto di vista tecnico, per la stesura del testo possiamo tranquillamente usare Word o ePub, che vanno bene sia per le case editrici che per l'auto-pubblicazione. In quest'ultimo caso conviene fin da subito impostare il layout a 15,2 cm x 22,8 cm, perché poi sarà più facile, per i programmi automatici, impaginarlo.



Quanto tempo ci vuole?


Questo dipende molto da ognuno, da quanto siamo concentrati, abituati a scrivere, ispirati in quel preciso momento e, non per ultimo, veloci nel battere sulla tastiera. Ormai scrivo ogni giorno da cinque anni, ci sono volte che confeziono un articolo di tre pagine di Word in un'ora, altre che impiego una settimana; è troppo difficile sapere a priori quanto tempo impiegheremo per scrivere il nostro libro, per cui la cosa migliore da fare è quella di decidere una sequenza di date.

Una volta stabiliti i capitoli imponiamoci di scrivere i primi tre entro una certa data, poi altri tre entro un'altra e via dicendo, in questo modo la scadenza ci spronerà a trovare la forza e il tempo di scrivere, evitando di raccontarci frottole e trovare mille scuse per non completare il libro.

Soprattutto quando si deve affrontare qualcosa di nuovo, la paura di fallire o di scoprire di non essere all'altezza ci spinge a trovare mille motivi (spesso apparentemente molto validi) per non dedicarci a quell'attività. Quando non sono ispirato mi invento mille altre cose che devo fare per non restare davanti al monitor e sforzarmi di trovare qualche idea, e so benissimo che lo faccio perché ho paura di ammettere a me stesso di non avere idee per la testa. Ciò che mi salva sono le scadenze, ad esempio in questo blog, pubblicare tutti i lunedì mi permette di procrastinare per qualche giorno, ma poi quando la scadenza si avvicina non ho più scuse e mi metto a scrivere anche se non ne ho voglia. La buona notizia è che la maggior parte delle volte si tratta solo di superare l'ostacolo iniziale, poi, scrivendo, le idee vengono da sé, e anche se inizialmente non sono brillanti, una volta messo in moto il cervello la situazione migliora e s'inizia a buttare giù concetti di discreto interesse.

Nella prima fase quindi non preoccupiamoci di quando il libro sarà pronto, stendiamo una tabella di marcia e rispettiamo le scadenze; arriveremo alla fine senza nemmeno essercene accorti.

E' meglio pubblicare un libro con una casa editrice o in modo autonomo?


Lo so, non ho espresso nemmeno la metà dei concetti che voglio trattare e ho già scritto 1700 parole, ma l'argomento è talmente vasto che mi sembra sempre di tralasciare qualcosa. Da questo punto in poi l'articolo su come scrivere un libro per guadagnare denaro prenderà la classica piega pratica, per cui è arrivato il momento di capire se è conveniente pubblicare un libro attraverso una casa editrice e quando invece è meglio arrangiarci.

Molti di noi sono convinti che uno scrittore non possa definirsi tale se non è pubblicato da "qualcuno", l'idea che abbiamo in testa è che una casa editrice dia prestigio e credibilità ad un autore e che in qualche modo lo consacri come "arrivato", ma questo è vero solo in parte. Di sicuro una casa editrice screma tra decine e decine di proposte che gli vengono inviate, e pubblica solamente gli scritti che reputa più validi, ma è proprio il concetto di "validità" che vale la pena approfondire. Nella maggior parte dei casi una casa editrice pensa principalmente al profitto, pertanto tenderà a tenere in considerazione manoscritti che possono vendere molte copie, il che non è certo sinonimo di qualità. Se un VIP scrive un libro, vista la sua fama, la casa editrice sa che l'investimento per produrre le copie e pubblicizzare lo scritto verrà certamente ripagato e che probabilmente ci sarà anche un buon margine di guadagno, quindi anche se il contenuto non è dei migliori, il libro verrà pubblicato comunque. Insomma, io non credo che Salvini sia una scrittore al pari di Paulo Coelho, eppure i libri di entrambi sono nelle vetrine di tutte le librerie.

Inoltre non tutte le case editrici sono serie; moltissime vengono aperte e gestite in modo improvvisato da persone che pubblicano qualunque schifezza facendo firmare all'autore un accordo secondo il quale s'impegna ad acquistare (dalla casa stessa) almeno un certo numero di copie (immaginiamo 100). Quello che succede è che la casa editrice stampa 150 copie, 100 le da all'autore facendosele pagare a prezzo pieno, la casa editrice rientra delle spese e ha pure guadagno. Il libro viene inserito in qualche catalogo online senza un minimo di promozione e quindi non vende nemmeno una copia. Le rimanenti 50 copie rimangono così in magazzino o (se va bene) vengono messe a prender polvere sugli scaffali della libreria, sì perché molti di questi signori sono librai che s'improvvisano editori, e con questo trucchetto spillano soldi a chi sogna di scrivere un libro e diventare scrittore.

Ci sono poi le case editrici serie, sia di medio che di alto livello, che pubblicano solo scritti di valore, investono in pubblicità, organizzano tour ed eventi, affittano sale nei grandi saloni internazionali e riescono a dare visibilità ai propri autori. Il punto è che anche loro (ovviamente) ci devono campare, pertanto non è per niente facile entrare nella loro grazie.

Ad ogni modo questa è solo una delle possibili strade, l'altra è quella di pubblicarsi in modo autonomo, cioè scrivere il libro, farsi produrre le copie da un qualche servizio online (poi ne vedremo uno), auto-promuoverselo sui social e acquistare spazi pubblicitari. Non c'è niente di male nel seguire questa strada, si guadagna certamente di più per ogni copia venduta (poi vedremo quanto) ma ci si prende carico di ogni aspetto, il che richiede molto tempo e almeno una conoscenza base di marketing, soprattutto online. Inoltre va considerato che, nonostante esistano sistemi molto evoluti e guide dettagliate, dovremo renderci carico di formattare correttamente il libro, creare la copertina, la biografia ecc. aspetti che di solito vengono curati direttamente dalle case editrici.

In definitiva quindi non esiste una scelta universalmente migliore per pubblicare un libro, una casa editrice seria può dare quella visibilità che da soli non siamo in grado di ottenere, fare in modo che il libro sia presente in tutte le librerie, organizzare presentazioni in eventi prestigiosi (Salone Internazionale del Libro, ad esempio) e aprire una corsia preferenziale per apparire in TV o fare interviste su radio e giornali. In questo caso il prezzo da pagare è una percentuale piuttosto bassa sui guadagni. L'auto-promozione invece fa guadagnare almeno 10 volte di più per ogni copia venduta, ma il rischio è di essere una goccia nel mare e vendere pochissimo perché non si ha il tempo o le capacità di promuoversi in modo efficace. Un blogger come me, ad esempio, che ha circa mezzo milione di lettori al mese, se puntasse al profitto farebbe bene ad auto-promuoversi perché (i numeri del mio primo libro lo dicono chiaramente) le vendite online sono infinitamente più elevate di quelle offline, tuttavia bisogna anche considerare che è più furbo guadagnare meno, ma differenziare le entrate, arrivare lì dove da soli difficilmente ce la si farebbe, cioè il cartaceo nelle librerie, e dare valore al proprio nome perché appoggiati da una casa editrice di nota fama.



Come trovare una casa editrice


Considerando che oggi scrivono tutti, anche se il nostro libro è di grande valore, dobbiamo aspettarci un atteggiamento di indifferenza da parte delle case editrici, soprattutto quelle di medio ed alto livello. Quando ho terminato di scrivere "Smettere di lavorare", ho passato una settimana a cercare su Google gli indirizzi di tutte le case editrici italiane, collezionandoli in un foglio Excel che ancora conservo e di cui mostro un'immagine.

spedire libro per essere valutato


Una volta raggruppati circa 200 destinatari, ho preparato una breve mail di presentazione, uno zip con il manoscritto del libro e altri file importanti, e ho iniziato a bombardarli di richieste. Qui incollo il testo dell'email che ho mandato a tutti, ed un'immagine del contenuto dello zip allegato:

diffondere il proprio scritto


Lo zip contiene:

files book


  • Biografia: cioè una breve descrizione dell'autore, con i punti di forza, gli studi e i traguardi raggiunti (comprende anche tutti i contatti, telefono, mail ecc.).
  • Sinossi: che altro non è che un breve riassunto del libro, diciamo massimo un paio di pagine di word.
  • Prime 50 pagine: un pdf con le prime 50 pagine del libro, ma con l'indice completo, in modo da dare un'idea globale del contenuto, poter essere valutati come scrittori, ma allo stesso tempo non "regalare" il libro.
  • Panoramica pubblico (o equivalente): per un blogger o per scrittori che hanno già pubblicato conviene allegare le statistiche del proprio blog per mostrare il potenziale bacino d'utenza e il livello di notorietà, compresi i dati di vendita dei libri precedenti o di eventuali scritti auto-pubblicati.

Inutile dire che dopo un mese dall'invio del manoscritto mi avevano risposto in 5 e tutti e 5 dicendo "no", e pensare che a conti fatti un blogger che fa 17.000 visitatori al giorno qualche copia probabilmente la vende, ma questo la dice molto lunga sul grado di attenzione che viene dato e su quali sono le chance reali di essere presi in considerazione. Si dice che i grandi gruppi editoriali non leggano nemmeno le email, e che pubblichino solo autori già affermati, personaggi famosi o chi in qualche modo riesce a superare il primo livello di filtro e parlare direttamente con chi conta qualcosa nel grande ingranaggio.

Ad ogni modo una mattina squilla il telefono ed era la casa editrice "Il Punto d'Incontro" che già conoscevo perché piuttosto nota: mi chiamavano per comunicarmi che nel pomeriggio avrebbero avuto una riunione per decidere se pubblicare o meno il mio scritto, e così è stato. Col senno di poi, visti i numeri, penso che molti editori si saranno mangiati le mani.

Non so se la tecnica che ho utilizzato sia la migliore, ma con me ha funzionato, per cui mi andava di condividerla; sono tuttavia curioso di conoscere altre esperienze e strategie utilizzate, che poi potrei integrare l'articolo.



Quanto si guadagna con una casa editrice


Ho già accennato all'esistenza di case editrici truffaldine che chiedono soldi agli autori per pubblicare. Quando si vuole comprendere come scrivere un libro per fare soldi occorre evitare queste società, e tenere in considerazione solo quelle che ci assicurano che pubblicheranno e diffonderanno il nostro libro senza costo alcuno per noi. Inoltre devono garantirci un certo numero di copie omaggio (10 o 20) in modo che possiamo regalarle o utilizzarle noi tessi per la promozione. Una casa editrice seria spedisce gratuitamente copie del nostro libro a riviste o portali specializzati, anche su nostra richiesta.

In un contratto "standard" con una casa editrice ci garantisce una percentuale piuttosto bassa sui guadagni, che di solito segue questa regola:

In riferimento alle copie pubblicate dall'EDITORE nelle varie edizioni, l'EDITORE s'impegna a corrispondere all'AUTORE, per ogni copia venduta (al netto delle rese) le seguenti percentuali sul prezzo di copertina, al netto dell'IVA: 7% fino a 3.000 copie vendute, 8% da 3.001 a 6.000 copie vendute, 9% da 6.001 a 10.000 vendute, 10% da 10.001 copie in poi, ad esclusione delle copie distribuite come omaggio promozionale e delle copie vendute all'AUTORE. Per ogni copia venduta dell'edizione digitale (ebook) l'EDITORE riconoscerà all'AUTORE il 20% sul netto percepito dall'EDITORE (per un totale non inferiore al 50% del prezzo di vendita finale).

Dunque la percentuale di guadagno sul cartaceo è piuttosto bassa, se immaginiamo di vendere il libro a 10 euro e piazzare 10.000 copie (che sarebbe un traguardo eccezionale) il versamento netto sul nostro conto corrente sarebbe di circa 8000 euro a fronte di un incasso della casa editrice pari a 100.000 euro.

Se invece le copie vendute fossero tutte in digitale (e-book per capirci) allora il guadagno sarebbe di 20.000 euro.

Per gli scrittori già affermati queste percentuali, per il cartaceo, possono salire anche al 12% o addirittura al 15%, ma con la formula dell'anticipo, cioè la casa editrice da un anticipo in denaro all'autore (es. 5000 euro) e inizia a pagargli le percentuali sulle vendite solo dopo (e se) si raggiungono un tot di copie vendute, altrimenti l'autore si tiene l'anticipo, ma non recepisce nessuna percentuale sulle vendite.

Questi soldi, che sono definiti come proventi da diritto d'autore, sono in parte già tassati alla fonte perché viene applicata una ritenuta d'acconto del 20%, per cui ogni anno andranno dichiarati nella sezione III del Quadro RL del modello Unico P.F., al rigo RL25, e poi va pagata la rimanente percentuale in base al nostro scaglione Irpef di appartenenza. Ad esempio la stragrande maggioranza delle persone rientra nello scaglione Irpef del 27%, per cui, visto che il 20% è già stato pagato, dovranno versare ancora un 7% di tasse.

Di 8000 euro ne rimangono quindi circa 7400, dei 20.000 per le copie digitali ne rimarrebbero circa 18.500.

Per concludere va considerato che questi redditi non sono soggetti ad alcuna contribuzione previdenziale, quindi non vanno ad alimentare un'ipotetica pensione.



Come pubblicare da sé


L'altra strada, dicevamo, è quella di fare tutto da soli, o quasi, perché non vogliamo mica stampare i libri per conto nostro e portarli fisicamente nelle librerie? Va sottolineato che questa attività, anche se fosse, sarebbe da considerarsi "attività d'impresa" e richiederebbe l'apertura di una partita iva, con tutti i costi e gli oneri annessi. Auto-pubblicare un libro in realtà significa sostanzialmente appoggiarsi ad Amazon (inutile considerarne altri, Amazon è il più grande, semplice e remunerativo), cioè far fare quasi tutto a lui, tranne disegnare la copertina e scrivere la propria biografia.

Ci sono due strade separate da seguire per pubblicare come e-book e in formato cartaceo: nel primo caso occorre appoggiarsi a Kindle Direct Publishing nel secondo a CreateSpace, che sono comunque due società del gruppo Amazon.


e-book

autore indipendente online


Tutto inizia dalle informazioni che è possibile reperire sulla pagina del Kindle Direct Publishing dove viene spiegato che la prima cosa da fare è registrarsi a e seguire Questa Guida per "formattare" il libro in modo che sia fruibile sotto forma di e-book. In parole povere il nostro libro deve essere scritto preferibilmente in Word o ePub (gli altri formati li lasciamo stare perché troppo "tecnici"). A questo punto, attraverso un'apposita interfaccia, caricheremo il nostro scritto e sceglieremo la fascia di prezzo a cui vendere. Sempre attraverso apposite voci presenti nel menù del nostro account indicheremo il conto corrente bancario sul quale vogliamo che ci vengano versati i soldi relativi alle vendite.

In questo caso i tempi d pubblicazione sono molto brevi, dalle 24 alle 48 ore perché sia presente sul negozio online, ed eventuali modifiche a testi, immagine di copertina, nome dell'autore, saranno applicati in circa 48 ore.


Cartaceo

stampare testo su carta


Se il nostro traguardo finale è scrivere un libro che poi venga pubblicato e sia acquistabile anche in formato cartaceo, allora dobbiamo appoggiarci a CreateSpace, che permette di caricare il nostro scritto, scegliere un template per essere correttamente formattato in fase di stampa e poi renderlo disponibile online per l'acquisto. Chiunque acquisti una copia se la vedrà recapitata in forma cartacea direttamente a casa, senza il nostro diretto intervento.

Questo sistema non ha costi per noi perché si basa sul concetto di "print on demand" cioè il libro viene effettivamente stampato e inviato quando viene acquistato. La spedizione parte da tipografie fisicamente presenti in Europa, quindi recapitata in massimo 5 giorni lavorativi. Il vantaggio di questo sistema rispetto a quello di stampare da sé è quello di non spendere un centesimo e di guadagnare solo se vendiamo delle copie, altrimenti non dobbiamo spendere un centesimo.

In entrambi i casi (e-book e cartaceo), Amazon crea una paginetta (con un indirizzo web) dalla quale è possibile acquistare il libro. I soldi ci verranno recapitati direttamente su un conto corrente italiano che forniremo.

Scrivere un libro per poi auto-pubblicarlo quindi non ha costi iniziali, il problema maggiore risiede sicuramente nella corretta formattazione del testo per la stampa e per il formato adatto agli ebook-reader, ma c'è da dire che vengono forniti anche strumenti molto potenti e con un po' di pazienza si riesce a completare con successo l'intero procedimento.



Quanto si guadagna pubblicando da se (self publishing)


Sempre considerando di appoggiarsi ai servizi di Amazon, va detto che la percentuale di guadagno su ogni singola copia venduta è del 70%, cioè circa 10 volte quello che si guadagna con una casa editrice classica (soprattutto se si è al primo libro).

Nell'ipotesi di vendere 10.000 copie, e di far pagare ogni copia 10 euro, i guadagni per noi sarebbero di 70.000 euro. Anche in questo caso il denaro va dichiarato nel Quadro RL del modello Unico P.F., che va a sommarsi a tutti gli altri nostri redditi (ad esempio lo stipendio), quindi questi guadagni vengono tassati in base al nostro scaglione Irpef. Se uno scrittore guadagnasse 70.000 da un libro auto-pubblicato, finirebbe per pagare il 41% di tasse, cioè gli rimarrebbero circa 41.000 euro.



Che numeri aspettarsi


Il recente successo di "Smettere di lavorare" che per un certo periodo è stato anche primo assoluto nella classifica di Amazon Italia, mi ha fatto capire che i numeri di vendita generale non sono per niente elevati. Se sono stato tra gli scrittori più letti di Amazon nel mese di settembre 2015 vendendo (in quel mese) qualcosa come mille copie, significa che scrivere un libro e guadagnarci abbastanza per viverci è molto difficile. A parte gli scrittori ormai affermati e i rarissimi casi di scrittori esordienti che per motivi spesso incomprensibili fanno il botto con il primo libro, la realtà dei fatti è che vendere anche solo 1000 copie oggi è già un traguardo straordinario.

classifiche di vendite


Un blogger come il sottoscritto, che ha già un pubblico piuttosto vasto e quindi un potenziale bacino d'utenza, è già tanto se vende 5000 copie di un libro in un anno, che dal punto di vista dei guadagni significa davvero una scarsa fonte di reddito.



Conclusioni


Va bene, siamo arrivati alla conclusione di questo articolo su come scrivere un libro per guadagnarci. E' uno degli articoli più lunghi che abbia mai scritto, ho impiegato una settimana intera per prepararlo, per cui mi auguro che almeno sia utile a tutti coloro che hanno intenzione di seguire la carriera dello scrittore e di prendere la direzione giusta, in base alle proprie esigenze.

Come abbiamo visto pubblicare un libro richiede tempo e impegno e tutti questi sforzi non sono ripagati in maniera adeguata, ma ce lo si poteva aspettare perché vivere facendo lo scrittore è un privilegio di pochi.

Detto questo dobbiamo sempre ricordarci che scrivere è una passione, se passiamo le notti davanti al computer o se ci svegliamo quando tutti ancora dormono per trasferire su carta quei pensieri che il silenzio del mattino lascia affiorare, probabilmente non lo stiamo facendo per denaro, ma perché abbiamo una grandissima passione a cui vogliamo dare sfogo, e tutto questo ha poco a che vedere con il lurido denaro.

28 commenti:

  1. mitico! un articolo fantastic, forse uno dei migliori.
    grazie

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  2. Ciao Francesco...quindi mi stai dicendo che per uno scrittore come me non c'è speranza di vendere milioni di copie...o divento famoso e scrivo un romanzo banale parlando di utensili e usanze tipiche azerbaigiane vendendo parecchio oppure scrivo un capolavoro da sconosciuto vendendo zero copie. Incoraggiante....
    che tristezza :-) Uno dei più grandi, originali e brillanti scrittori contemporanei...resterà sconosciuto al grande pubblico...beh...peggio per il pubblico :-)
    Ma è possibile pubblicare sia cartaceo sia online?
    intendo amazon e create space uno on line e uno per il cartaceo posso pubblicare con tutti e due?
    ciao

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    1. A parte che un libro sulle usanze tipiche azerbaigiane io me lo comprerei eh ;) la risposta è sì (in effetti meglio se modifico l'articolo e lo specifico) sono due servizi completamente separati, quindi puoi fare l'iscrizione sia a uno che all'altro e ottenere entrambe le versioni.

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  3. Grazie, esaustivo, sono arrivata alle stesse conclusioni.
    Infatti mi sa che devo tornare a lavorare se voglio una anche piccola pensione.

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    1. Scrivere però è una di quelle cose che si possono fare anche in età avanzata :)

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  4. Grazie, è stato molto interessante! Mi sono sempre chiesta quali fossero i volumi di vendita e guadagno nel mercato editoriale e quanto vendesse un bestseller su amazon...diciamo che il fatto che chiunque ormai pubblichi libri trae un po' in inganno, ti fai l'idea che ci sia un mercato più florido di quello che è.

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  5. Francesco c'è un modo per sapere quante copie ha venduto un libro su amazon?

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    1. No, se non sei il proprietario del libro. Se lo sei hai una sezione apposita dove vuoi vedere i volumi di vendita!

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  6. Lunedì hai scritto: alla vigilia del mio nuovo libro... titolo?!!!!!

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  7. Ammetto che avere tra le mani il mio primo contratto editoriale mi fa brillare gli occhi ... ogni giorno assaporo sempre più l'idea di affrancarmi dalla schiavitù consumistica ... chissà se ci riuscirò ... grazie Francesco

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  8. Straordinario articolo di facile lettura e comprensione. Fai scattare nelle persone il fuoco sopito, ma mai domato, dell scrittore che hanno in se, bravissimo.
    Mi chiedevo, pubblicando in modo indipendente, come ci si tutela da eventuale "plagio"?

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    1. A dire il vero ho sempre pensato che quello del plagio fosse un falso problema, nel senso che, cosa può accadere? Che qualcuno ti copi interamente un libro già pubblicato e lo pubblichi a nome suo? Che prenda spunto da quanto scritto da noi per scrivere qualcos'altro scopiazzando? Beh nel primo caso penso che che chi plagia farebbe una gran brutta figura, oggi quando pubblichi va tutto online ed è evidente agli occhi di tutti che tu hai pubblicato prima. Nel secondo caso, beh, fan tutti così già adesso, la maggior parte degli scritti sono concetti triti e ritriti scopiazzati a destra e a manca, per cui :)

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    2. Io mi sono accorto che di recente più di un "competitor" della mia nicchia ha copiato a piene mani da ciò che ho scritto, la cosa che dà fastidio è che non citano la fonte facendo passare contenuti di altri per propri originali. Ma giustamente, così fan tutti, per cui mi metto a copiare pure io!!

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  9. Dici che con il tuo bacino le lettori potresti vendere 5000 libri all' anno, e ti lamenti?? :D Io per venderne anche "solo" 1000 all' anno dei miei (rigorosamente ebook), ci metterei la firma! A una media di 10 € ciascuno, sarebbero 10.000 € lordi all' anno. Considera che li vendo nello store del mio sito, e quindi non devo riconoscere nulla ad amazon o altri. Tanto poi una volta che li carichi su amazon, se i lettori in qualche modo non ce li porti tu "autopromuovendoti" (come nel tuo caso tramite il blog), non ti si fila nessuno.
    Preciso che io non vendo storie, ma manuali con il compito di aiutare le persone a risolvere un problema, con la differenza di un approccio pratico e realista, senza prendere in giro il lettore proponendo soluzioni tanto miracolose quanto improbabili, come molti purtroppo amano fare (es. come diventare ricchi in 30 giorni, perdere 20 chili in un mese, ecc.) . Come tutti, mi devo confrontare con la concorrenza , e molto spesso ad essere premiato è chi urla di più, chi la spara più grossa. La mente umana è infatti "programmata" per credere al rimedio facile, indolore e senza fatica, e pertanto più la spari grossa, con landing pages piene di toni roboanti, ecc., e più vendi. Se lo scopo principale è quello di vendere, probabilmente bisogna fare così, anche se è decisamente poco onesto.

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  10. Grazie, informazioni molto preziose al momento giusto! Vorrei autopubblicarmi un libro (in realtà una raccolta di alcuni post del mio blog) da distribuire gratuitamente e sto raccogliendo informazioni.

    Congratulazioni per aver battuto RDPD di Robert scam Kiyosaki a Settembre 2015 ;)

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  11. Questo articolo è di una chiarezza e concretezza veramente uniche. La rete è piena di banalità e di articoli riciclati o di blogger che alla fine non danno nessun contenuto, invece qui parliamo di materiale vero. Complimenti!

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  12. Buongiorno, grazie per l'articolo estremamente utile. E' possibile dunquue far pubblicare ad una casa editrice e anche pubblicare personalmente come ebook? O le due cose sono alternative e in conflitto? Grazie

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  13. Complimenti, articolo molto interessante... Ma è possibile, sempre tramite Amazon, pubblicare una versione di un proprio libro in lingua inglese e far si che sia disponibile su Amazon.com (ad esempio)?!? Poter accedere al mercato internazionale aumenterebbe di molto la visibilità e quindi la possibilità di guadagno!
    Grazie.

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  14. Questo articolo mi ha rubato il tempo per fare colazione, ma è stata una bellissima lettura, meglio di due fette biscottate con la marmellata.
    merci

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  15. Davvero un lavoro notevole, semplice ed impeccabile, grazie.

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  16. Avrei solo due domande: per procedere e autoprodurmi su Amazon ho bisogno di p.iva?
    Se ho già pubblicato tramite casa editrice, posso vendere lo stesso libro anche in line su Amazon?

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  17. Buongiorno,vorrei chiedervi ho in mente di scrivere un libro ho qualche idea, purtroppo,io sono rimasto alla penna e la mano che viaggia veloce buttando idee su carta per poi cancellarle con qualche riga sopra la parola. Ho solo un tablet android e vorrei sapere come fare x muovere i primi passi. Grazie infinite

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  18. Come sempre Francesco sei stato completo ed'esaustivo.
    Peccato che ormai l'editoria Italiana premi persone già '' raccomandate '' e che i nostri sforzi per questa passione siano miseramente vanificati.
    Speriamo che l'editoria torni forte ed onesta come quella di un tempo
    Saluti e forza Francesco cone sempre!

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