Smettere di Sentirsi Soli e Ritornare Felici

solitudine
Sentirsi soli per tornare felici
Nel libro Smettere di Lavorare ho dedicato un interno capitolo alla solitudine, perché sentirsi soli è parte integrante di questo percorso, forse il normale epilogo di qualsiasi scelta controcorrente, eppure in questi anni moltissime persone mi hanno parlato della sensazione di inadeguatezza che provano pur vivendo in modo "normale".

In questo articolo scopriremo perché soffriamo di una solitudine crescente e come mai il sistema alimenta questo meccanismo, scoprendo come interpretare nel modo giusto la realtà e ridimensionare le nostre aspettative al fine di ritrovare la serenità.


La città ci rende soli


Secondo i dati diffusi dalla Population Division del Department of Economic and Social Affairs, nei prossimi trent'anni il numero di persone che vivranno nella grandi città aumenterà di 2,5 miliardi, questo significa che i centri urbani si espanderanno, le periferie si trasformeranno in zone più densamente abitate, rubando spazio alla campagna e inglobando numerosi piccoli centri abitati. Questa non è proprio una buona notizia, perché la vita di città è quanto di più vicino esista al concetto di solitudine.

Soprattutto nelle grandi metropoli le persone vivono una accanto all'altra, ma solo fisicamente; anche se percorrono le stesse vie o frequentano gli stessi luoghi, in realtà non si conoscono se non superficialmente, si scambiano un saluto, ma solo di facciata perché a nessuno interessa veramente come si sente l'altro, camminano velocemente perché perennemente indaffarate e costantemente in ritardo e per questo non hanno tempo di stringere legami profondi con gli altri. Anche se vivono compresse in enormi edifici di cemento armato, non sono una vera comunità perché non condividono nulla a livello personale, trascorrono le giornate chiuse in ufficio, passano le serate davanti alla televisione e i weekend nei centri commerciali.

Più proseguiamo verso quello che viene comunemente definito "progresso", meno tempo dedichiamo ai rapporti con le altre persone. Non c'è quindi da stupirsi se il "sentirsi soli" sia un sentimento in crescita, come dimostrano le tendenze di ricerca sulla solitudine, dal 2007 ad oggi.

sentirsi accantonati
numero di ricerche eseguite in merito al termine sentirsi soli, dal 2007 ad oggi.


Che la solitudine sia in aumento è quindi un dato di fatto, il che può rappresentare già una buona notizia per chi soffre di questo spiacevole sentimento, perché significa che forse non è lui ad essere sbagliato; forse la causa del proprio malessere deriva da fattori esterni che spingono sempre più persone a sentirsi sole. Tuttavia, anche se la sensazione di sentirsi soli si origina da come viviamo, va specificato che si alimenta attraverso il rapporto che esiste tra la realtà quotidiana e l'idea di "mondo perfetto" che ci siamo creati. 

Le aspettative


Quanti amici dobbiamo avere perché ci possiamo definire amati o semplicemente simpatici? In quanti ci devono scrivere o chiamare ogni giorno perché si possa affermare che non veniamo trascurati? Quanti like deve ricevere un nostro post su Facebook perché possiamo definirci persone interessanti?

Che lo vogliamo o no tutti noi viviamo di percezioni, e vorrei mostrarlo con un esempio semplice, ma vicino alla realtà di molti. Immaginiamo che, per una serie di circostanze, nell'ultimo mese non fossimo riusciti a trascorrere del tempo con una persona che ci piace; nell'arco di quel mese gli abbiamo scritto, ma ci ha sempre risposto in maniera sbrigativa, e in un paio di occasioni l'abbiamo "scoperto/a" intrattenersi con un'altra persona, che magari a noi non sta nemmeno molto simpatica. Di fronte a questa situazione ognuno reagisce in modo diverso: qualcuno non gli darà importanza, altri potrebbero iniziare a pensare che non ci stia considerando a dovere perché ha trovato qualcun'altro. Da queste situazioni si scatenano spesso processi mentali incontrollati, ad esempio potremmo incominciare a credere di essere noi la causa del suo distacco, di aver fatto o detto qualcosa che non gli è andato a genio e che quindi abbia deciso di smettere di frequentarci. Ma sarà vero o sono solo paranoie?

A fini di questo esempio non è importante capire se sia vero o meno, ciò che conta è riflettere sul fatto che le nostre sensazioni, cioè come ci sentiamo ogni giorno, non dipendono da come sia veramente la realtà, ma da come la interpretiamo. Questa interpretazione nasce a sua volta dalle nostre aspettative, cioè da come immaginiamo che debbano essere le cose, o come debbano comportarsi gli altri nei nostri confronti.

La sensazione di solitudine, così come altri sentimenti, deriva principalmente da questo: ci sentiamo soli perché l'altra persona non ci sta considerando, ma non sappiamo se sia vero o meno, stiamo solo interpretando la realtà, confrontandola con il modello perfetto (ma irreale) che abbiamo in testa. Già questo è sufficiente per iniziare a sentirsi soli o semplicemente meno amati, ma da ora in poi il livello di solitudine sarà destinato ad aumentare in base alle nostre reazioni.

Da non perdere: Come Bastarsi per Stare Veramente Bene



Le reazioni pericolose


Proseguendo con l'esempio (semplicistico) della persona che ci piace, ma sembra trascurarci facendoci sentire soli, non è difficile immaginare ciò che questa situazione genererà a fronte di come ci comporteremo. Preoccupati di aver fatto qualcosa di sbagliato, oppure offesi perché convinti di essere stati messi in disparte, potremmo dare vita ad un'escalation d'incomprensioni. Se ad esempio ci chiamasse e noi non rispondessimo per ripicca, lui o lei si potrebbe offendere ed iniziare lo stesso nostro percorso mentale, arrivando ad immaginare che anche noi la stiamo trascurando.

Magari sta solo passano un periodo difficile e quell'altra persona l'ha incontrata per caso, e sempre il caso ha voluto che noi assistessimo ad entrambi gli incontri, dando vita ad un "film mentale" che nasce dall'aver interpretato in modo distorto la realtà ed aver reagito d'istinto.

Prendiamo questo esempio ed applichiamolo alle dinamiche famigliari o lavorative ed avremo un quadro chiaro dell'importanza di come interpretiamo i fatti attraverso il pericoloso confronto continuo con l'idea di vita perfetta che abbiamo in testa.  Le nostre reazioni finiscono per influenzare il nostro stato d'animo e quindi cambiare la realtà stessa. E' così che s'incrinano i rapporti e si finisce per isolarsi e sentirsi soli e trascurati, ignari che forse sono state le nostre reazioni, avventate e poco coerenti con un'analisi lucida dei fatti, ad aver generato la situazione di disagio in cui ci troviamo.



La solitudine è normale


Inizialmente dicevamo che è la società stessa a spingere le persone verso rapporti sempre più superficiali, e come forse ora avremmo intuito, la solitudine ne è una diretta conseguenza. Se i rapporti tra le persone fossero profondi, se i legami fossero stretti e ben saldi, episodi come quelli descritti nell'esempio non degenererebbero in incomprensioni che portano alla solitudine. Se conoscessimo bene le persone (amici, compagni, figli) non ci sarebbe molto spazio per le interpretazioni fantasiose.

Purtroppo però la crescente superficialità nei rapporti rende deboli le certezze sull'altro, creando terreno fertile per il continuo confronto tra le nostre irrealistiche aspettative e la quotidianità stessa. Si generano così sofferenza e solitudine, che a loro volta alimentano altre idee irrealistiche, come ad esempio l'auto-convincersi di essere gli unici a sentirsi soli, vedendo gli altri felici, anche se è solo un'altra interpretazione errata della realtà, che ci fa sentire ancora più soli e genera un vortice di idee e percezioni che ci spinge sempre più in basso. Qualcuno finisce addirittura per ammalarsi ed arrivare a soffrire di depressione, ma tutto questo può essere fermato semplicemente usando la ragione.

Come smettere di sentirsi soli


smettere di essere soli


Il primo passo per sentirsi meno soli è quello di prendere coscienza che l'idea di come dovrebbe essere la nostra vita è appunto soltanto un'idea, e confrontare una realtà piena di sfumature con la fotografia statica di vita e rapporti perfetti che abbiamo in testa, è un errore, un qualcosa di sbagliato a priori.

Il secondo passo è imparare che ciò che percepiamo delle vite degli altri non rispecchia la realtà: se vediamo una madre che gioca felice con i propri figli, una coppia che si bacia, due amici che chiacchierano spensierati o alcuni colleghi che si organizzano per l'aperitivo, non significa che quell'istante sia rappresentativo delle loro vite o del rapporto che c'è tra di loro. Non è rappresentativo nemmeno di ciò che le persone pensano o del rapporto che hanno nei nostri confronti, ma più siamo convinti di essere soli, più interpreteremo i fatti come atti di emarginazione e scarso interesse nei nostri confronti.

Compreso tutto questo è facile realizzare che il terzo passo è quello di smettere di fare confronti. E' totalmente inutile paragonare il nostro stato a quello degli altri, sia perché non sappiamo niente di come sia realmente la loro vita o di come si sentano, sia perché abbiamo capito che la sensazione di solitudine non dipende dalla realtà, ma solo da quanto questa sia vicina all'idea che abbiamo di vita piena.

Tutto quello che va fatto è quindi solo cambiare la nostra idea di vita perfetta e rendersi conto che i rapporti con gli altri sono deboli per via dell'impostazione che la società stessa ha assunto. Tutto è veloce, sfuggevole, non c'è il tempo per stringere legami solidi e le persone si trascurano vicendevolmente sentendosi tutte sempre più sole. Preso atto di non avere il tempo per poter intrattenere relazioni profonde con tutti, è una buona idea concentrarsi solo su pochi individui, i più importanti della nostra vita, dando loro le giuste attenzioni. Pochi ma buoni, mi verrebbe da dire, perché la cura sta proprio nel coltivare rapporti più profondi con quelle persone con cui ci troviamo in maggior armonia, che ci accettano anche per gli inevitabili difetti che abbiamo e che non ci giudicano. In questo modo la nostra vita migliorerà, non solo perché riusciremo a smettere di provare solitudine, ma perché si tagliano tutti quei rapporti superflui e deleteri, con chi non è sulla nostra stessa lunghezza d'onda, dando spazio a chi conta veramente.


Conclusioni


Personalmente amo davvero molto la solitudine, la cerco continuamente e, soprattutto quando sono all'estero, sto molto bene senza nessuno che mi scrive o mi cerca per settimane. Altri, se si trovassero nella medesima situazione, probabilmente si sentirebbero soli, e questo spiega come mai a parità di condizioni (numero di amici, lavoro, famiglia) qualcuno è infelice mentre altri stanno benissimo.

Abbiamo capito che la sensazione di sentirsi soli è destinata a crescere, che nasce dalla nostra interpretazione della realtà e dal confronto che facciamo tra questa, e l'idea di relazioni perfette che abbiamo nella testa. Abbiamo anche capito che sono i rapporti profondi a limitare le incomprensioni che ci portano verso l'isolamento, ma questi sono possibili solo con pochi e ben selezionati individui. Così si trasforma il problema di sentirsi soli in qualcosa di piacevole, da coltivare come se fosse un bene prezioso, una chiave di lettura della vita, profonda e positiva, che pochi comprendono, ma che porta verso la pace e la serenità che tutti cerchiamo.

28 commenti:

  1. Ho pensato spesso a questo fenomeno quando mi sono trasferito in città da un paesino ed effettivamente ci stiamo inesorabilmente indirizzando verso un mondo sempre più privo di veri rapporti personali!

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    1. La città è proprio il regno dell'anonimato e dell'omologazione :)

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  2. vorrei avere una risposta anche se forse e offtopic. Ho sentito che il suo sito è dal 2011. Quanti post ha dovuto scrivere per mettere la pubblicità? Prima erano in pochi i visitatori giornalieri?

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    1. Ma dammi del tu ti prego :) Solitamente con un blog come il mio, dove si scrive sempre con un occhio alle chiavi di ricerca, nell'arco di 6 mesi di inizia ad avere già un pubblico discreto. Ad ogni modo scaricati pure l'ebook gratuito che trovi qui a sinistra, dove spiego bene come fare soldi con un blog!

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    2. Ho scaricato il tuo e-book e ho scoperto nuove cose che non sapevo (tipo la densità delle parole chiave). Se quest'estate scrivo 1-2 al giorno post fatti bene forse avrò 1000 visitatori al giorno dopo 3 mesi? Ancora non so se puntare sulla bassa concorenza oppure su quella alta dove i click valgono di più.Grz per la risposta.

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    3. Ciao Francesco, sono io Magdici Paul, ti prego rispondimi alla domanda ! :)

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  3. amo moltissimo questi articoli ...e difficilmente me ne perdo qualcuno.....viaggiare è vita ..libertà conoscenza crescita....Francesco, sei bravissimo ed ammiro molto il tuo lavoro come blogger e le tue scelte di vita ..io ho 67 anni e sono atipica perchè ho scelto di mollare affetti e altro e vivere da sola con una minima entrata a Gozo vicino a Malta ..prima ho fatto un'esperienza di un anno alle canarie ma non interessante per me ...così ..io metropolitana amante grattacieli..sono passata da una realtà di movimento flusso persone negozi bar ..alla meravigliosa realtà di Gozo...scogli mare Storia silenzi...vita lenta ..ritmi ritrovati...quando assenza di amicizie famiglia e figli diventano...vera mancanza 47 euro a/r per l'Italia ..e tutto va a posto...l'importante è poi tornare alla mia isoletta...

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    1. Riflessioni preziose le tue, caro Francesco e, come sempre, stimolanti; distinguerei tra solitudine cercata e solitudine subita, e distinguerei anche il concetto di "solitudine" (e anche "solitudini") e "isolamento".

      @Gabri, complimenti per la tua scelta di trasferirti a Gozo; anch'io sto valutando Malta... Gradirei mettermi in contatto personale con te; sarebbe possibile avere tuo indirizzo mail e scriverti? Grazie infinite.

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    2. Gabri ti immagino proprio immersa nella pace delle e nei silenzi delle isole, anch'io adoro il mare, aspettare il sorgere del sole sull'oceano, sentire il primo vento che si alza, dormire cullato dal rumore delle onde... roba che mi fa venire da piangere solo a pensarci :)

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    3. @Stella ha ragione, la distinzione andrebbe fatta ed è giusta, potrei farci un post solo su questa differenza!

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    4. Ciao io scrivo dalla Sicilia. ...mi piace la tua scelta di Gozo. ....ho qualcosina da parte....mi spiegheresti come vivere li con poco?
      Grazie.

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  4. Ciao Francesco, leggo sempre i tuoi articoli molto interessanti, io e' gia da tre anni che ho scelto di vivere al'estero...quando per un qualche cosa devo tornare in italia...be', il mio cuore comincia ha gonfiarsi,a battere forte, il motivo...sono sola, ma in italia mi sento molto piu' sola di qua...e ti dico la solitudine non mi fa paura anzi...BESOS.

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    1. Il tuo besos mi fa pensare alla Spagna, che amo molto ;) Comunque l'attaccamento all'Italia e alla famiglia è anche per me il motivo per il quale non ho intenzione di trasferirmi definitivamente alle Canarie, ma di trascorrerci prevalentemente i mesi freddi, quando riesco. Alla fine è giusto così, stare dove ci sentiamo bene, e spostarci quando ne sentiamo il bisogno.

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  5. Ciao a tutti. come al solito non sono completamente d'accordo con Francesco, e mi stupisco di come io sia l'unico. probabilmente altri - come del resto faccio io su altri articoli- non scrivono nulla.
    Io non lo faccio perché sarebbe stucchevole continuare a scrivere e criticare, anche perché sono il primo a dire quando leggo gli altri- "ma chi te lo fa fare? perché senti il bisogno di scriverlo? puoi semplicemente non leggere non sei obbligato"
    in effetti la mia non è mai una critica ma un punto di osservazione della cosa da un'altra visuale e questo mi piace.
    Quindi non mi addentro nel "contestare" ma dirò semplicemente questo.
    Attenzione che Christopher McCandless del quale si racconta la storia vera nel film "in to the wild" (per chi non lo avesse visto lo consiglio)uno che la solitudine l'ha vissuta davvero e non a parole, solitudine che lui aveva cercato e per la quale era anche allenato...sul libro ritrovato vicino al suo cadavere...aveva scritto:
    "Happiness is only real when shared": la felicità è autentica solo se condivisa.
    personalmente- conoscendo la storia- qualche dubbio sull'essere solo ...e felice..mi viene.
    Sempre personalmente quando posso condividere la bellezza di un tramonto, di una notte di stelle cadenti, o semplicemente un film con amici o persone che amo sono più contento.
    ciao...

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    1. Sempre il solito eh tu? ;) Scherzo, dai, sono importanti le tue riflessioni e mi fanno molto piacere! hai ragione, è molto bello condividere con gli altri la propria vita, tanto che anch'io, sopratutto quando vado in montagna in totale solitudine, poi non vedo l'ora di raccontare quello che ho fatto e visto! E poi mi piace ritornarci con le persone che amo per condividere con loro i luoghi meravigliosi e le sensazioni. Però in generale, nella vita, staccarsi dagli altri aiuta a non farsi influenzare dal pensiero dominante e a ragionare fuori dagli schemi e dai condizionamenti; il gruppo spesso è sbagliato perchè segue le dinamiche della società e questa ci porta su binari molto pericolsi per la nostra libertà!

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    2. Ciao, proprio sul gruppo vorrei spendere una parola. Circa un anno fa ho tagliato completamente i ponti con alcuni con cui uscivo da anni, abbiamo trascorso bei momenti insieme ma a un certo punto ho capito che stavo insieme a loro solo per bisogno perché non avevo altra alternativa e mi sentivo in colpa a volerli allontanare perché quando ho avuto momenti difficili mi sono stati vicini,anche se non mi davano più nessuno stimolo già da un po' perciò ho iniziato il mio percorso di solitudine ora sto frequentando nuove persone perché a vv il peso della solitudine diventa insostenibile ma ho sempre quel timore di ricadere nello stesso circolo vizioso e riprendere a frequentare gente solo per bisogno...questo mi spinge a non desiderare di vedere ogni settimana le stesse persone proprio per evitare che si trasformi in un gruppo soffocante ma nello stesso tempo mi impedisce anche di stringere legami che potrebbero diventare amicizie perciò tt qsto mi crea un conflitto interiore.

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    3. Ciao Francesco "sempre il solito...eh" ...che vuoi sono controcorrente anche in un blog che va controcorrente :-) detto questo secondo me - e rispondo anche ad anonimo- il punto è che devi star bene da solo, per questo puoi star bene con gli altri, mentre il contrario non vale. Francesco, nel tuo post (my five cents ) confondi l’essere soli e star bene con sé stessi con la solitudine che è una cosa diversa. E' un po' come quando si parla di amore e dell'essere felici. Quando chiedi ad una persona perché sei felice e quella risponde "per i miei figli" oppure "perché ho un uomo/donna fantastico" "perché ho un lavoro e una casa che mi piacciono" (ebbene sì c'è gente che è felice di avere un lavorare l'ho scritto come "sgarro" al blog :-) scherzo eh???) in realtà sarebbe da approfondire.
      Perché allora il giorno che i tuoi figli partono per lavoro si trasferiscono diventi infelice?
      Invece bisogna guardare dentro se stessi ed essere felici e dire"io sono Felice" (anche se in realtà ti chiami Antonio) anche da solo –che non significa in solitudine- per questo posso essere felice con te, con i miei figli, con il mio lavoro...il contrario di solito non funziona
      ciao

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    4. Elvezio sei contro la contro-corrente, che avanti! :D Direi che sono d'accordo con quello che dici, casco spesso nel confondere la solitudine con lo stare bene da soli, però quello che volevo far capire attraverso l'articolo è che la solitudine è qualcosa che ci spaventa ma che è normale quasi per tutti ormai e che siamo tutti nella stessa barca, per cui se tendiamo una mano a chi ci sta vicino e iniziamo a coltivare i rapporti in maniera più profonda, allora smetteremo di essere soli. Da quel punto in poi può iniziare la strada per apprezzare lo stare bene da soldi che, è vero, è una cosa diversa ma molto importante da imparare a fare.

      Per il resto, sai, io non cerco mica di impartire lezioni, questo è solo il mio pensiero, questi articoli non li penso prima, inizio semplicemente a scrivere le riflessioni mi vengono a mano a mano che scrivo, per cui sono più che altro ragionamenti, spunti per riflettere a cui però cerco sempre di dare un filo conduttore e provare a formulare una soluzione, una via d'uscita. Non sempre ci riesco.

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  6. Ciao Francesco ormai e un anno che ti seguo e trovo che tu abbia aperto nuovi orizzonti alla mia mente, e ora questi devono divenire parte di me della mia vita perché condivido pienamente i tuoi pensieri. Così ho finalmente acquistato il tuo libro che trovo,a dir poco fantastico e lo sto leggendo tutto d'un fiato. Grazie anche per questo articolo, perché mi sono resa conto dei miei errori con il relazionarmi con la realtà dei fatti e dei comportamenti miei ed altrui. Sei un grande. Buona giornata. Tiziana

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    1. Eh troppi complimenti, poi uno si monta la testa ;) Spero che il libro ti piaccia tutto, perchè all'inizio è molto leggero, ma poi iniziano i conti e lì diventa noioso... poi alla fine migliora, promesso! :)

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  7. Una volta non amavo la solitudine, perché non mi stimavo a dovere. Ora la cerco perché sto bene con me stessa. Pochissime persone influenzano il mio stato d'animo, unicamente quelle che amo infinitamente. Sono aperta a tutti, alle persone nuove, ai rapporti profondi che fanno del bene ma non piango se ci devo rinunciare. Credo fortemente che l'infinito che cerchiamo nessun essere finito potrà darcelo. C'é il Padre Eterno, ci sono io, c'é la mia famiglia. Queste le mie colonne. E la calma dona equilibrio a questa mia intuizione. Un abbraccio fraterno ...

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  8. certo però è comodo poter usufruire di servizi come sanità, trasporti pubblici, pubbliche infrastrutture etc...tutte cose che si sostengono con le tasse....che paga chi produce reddito lavorando....se nessuno lavorasse, come si farebbe?

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    1. E se sanità, trasporti pubblici e pubbliche infrastrutture fossero fatte e portate avanti gratuitamente da professionisti non pagati che ad un ritmo sostenibile prestassero la loro opera barattandola con quanto necessita loro per vivere insieme alla propria famiglia? Sarebbe un mondo migliore o no?

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    2. e che differenza fa tra lavorare e portare avanti gratuitamente barattando con quanto necessita per vivere? è come chiamare un vecchio diversamente giovane

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    3. Significa farlo con i tuoi tempi e non cpn i tempi del mondo

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  9. Sto leggendo alcuni tuoi articoli. Interessanti. Ricollegandomi all'articolo sulla felicità, citi una cosa che ben so, la nostra felicità tende a tornare al suo livello base. Vorrei sapere la tua idea a proposito di un quesito: Credi che questa felicità di base si possa cambiare ? Io credo di sì. Voglio dire, chi ha una propria realtà in testa per cui non gestire le relazioni, soffre la solitudine per distorsioni mentali, non sa recuperare energie con "fonti rinnovabili" (ad esempio due passi nella natura) e via dicendo, avrà una felicità base molto bassa se non soddisfa i propri standard. Ma supponendo che la stessa persona riesca a cambiare questa percezione del proprio mondo, riuscirebbe ad essere più felice senza bisogno di cause esterne. Non sta di fatto aumentando il proprio livello base di felicità ? E' chiaramente un percorso lungo e di conoscenza e di "lavoro", ma credo sia l'investimento più grande che si possa fare per il proprio futuro.

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  10. Sì è vero, hai le tue ragioni confermando che, vivere in una città piuttosto che un paese può essere un motivo in più per essere/sentirsi solo. Però bisognerebbe guardare la parte positiva nel vivere in città. Sì, a volte ti senti solo, ma tante altre volte incontri persone o gruppi che magari seguono le tue stesse idee o fantasie. Si a volte ti senti isolato, ma quando trovi persone che ti capiscono e che hanno provato la tua stessa emozione, sono molti di più in una città piuttosto che in un paese dove oltre ad essere meno rispetto la città, hanno un punto di vista unico proprio perché cresciuti tutti insieme in un posto e quindi la cultura (qualsiasi essa sia) rimane statica. Questo che dico l'ho provato personalmente sia stando in una università di un paese, sia stando in un'altra università molto grande, come può essere La Sapienza.
    Inizialmente pensavo quello che affermi: beh! Questo è un paese piccolo, alla lezione siamo meno, quindi impariamo di più! .
    Mi spiace ma stando in una università più grande ho capito che è proprio l'opposto: dove ci sono più persone che vengono da posti differenti, beh! La cultura personale aumenta anche senza frequentare i corsi universitari....e quanto detto vale anche per i lavori manuali, non è che uno è più bravo di un altro solo perché viene da un certo posto, uno diventa più bravo proprio perché dove ci sono più persone si affrontano problemi con più cervelli e si impara di più....come tu sai bene che il calcolatore più potente non è un solo calcolatore ma un insieme di più calcolatori che collaborano. Poi come hai ben detto sono anche di più le persone che soffrono e si sentono sole, sicuramente in una città proprio perché è più grande.
    In conclusione si può confermare quello che dici, quindi in posti piccoli si può vivere meglio, ma bisogna anche affermare che se le persone riescono a collaborare e non farsi convincere in stupidi pensieri (oggi molto comuni, come si può capire dalle tue discussioni) più si è, meglio si riesce a collaborare e creare una vita più 'vivibile' (scusate il termine :-) ) per tutti.

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  11. Io ho sempre fatto tanto da risparmio ad altro x tutti oggi per 5 6 anni vorrei rivedere i 20,e non essere sempre solo o per vista di andare via o per cose importanti casa lavoro,sono stufo altri in periodo top dperperavano io sempre sacrifici oggi che potrei 6scire tutto chiuso atmosfere cambiate che fare estero? È il colmo mi vien quasi da rimpiangere chi ora col panda e 3000 divorzi ma a epoca ha vissuto Porsche e top di gamma e disco io in pratica mi sono fregato prima e resto quasi fregato ora? Cosa mi consigliate sono in piena crisi troppo giovane x i vecchi troppo giovane x smettere qui di lavorare ma più vecchio di 18 9 anni di 20 enni attuali vedo mondo si solo servizi abbonamento di spese finzione mi sembra realtà incubo a risveglio di film di paura i di vita alternativa su spazio tempo boh,consigli?

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