Cosa significa essere persone migliori?
Usare le intelligenze giuste
Per la rubrica "Forse non tutti sanno che…" facciamo una brevissima parentesi sull'intelligenza. Non esiste un'unica forma d'intelligenza, ma ormai ne sono state individuate almeno 9. Un matematico può essere un genio nel risolvere problemi complessi, ma una totale frana in amore, e queste due capacità dipendono dallo sviluppo di diverse forme d'intelligenza.
Si chiama intelligenza intrapersonale ed è la capacità di comprendere le proprie emozioni ed indirizzarle in un modo socialmente accettabile. Capacità introspettiva, coscienza dei propri stati d'animo e autodisciplina. Chi non la coltiva va avanti come se fosse un carro armato, non si cura di ciò che il suo avanzare provoca e dove lo porterà.
La buona notizia è che possiamo allenare queste intelligenze proprio per diventare persone migliori: vediamo come fare in modo pratico.
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Facciamolo
Ci sono due strade parallele da percorrere per diventare persone migliori:
- Riuscire a raggiungere i propri obiettivi
- Ridurre al minimo i propri "difetti sociali"
Questi due traguardi sono tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci meglio, perché, se saremo in grado di perseguire i nostri scopi ci sentiremo forti ed appagati e, allo stesso tempo, se riusciamo ad essere in armonia con la maggior parte delle persone che ci circondano, ci sentiremo amati e sostenuti. Per entrambi gli obiettivi serve prima comprendere bene quali sono gli ostacoli che ora ci impediscono di diventare migliori, e poi allenare al massimo le due intelligenze, perché quella intrapersonale riguarda ciò che vogliamo dalla vita, mentre quella interpersonale concerne il rapporto con gli altri.
Anche se questi due percorsi probabilmente finiranno per intrecciarsi in più punti, è più semplice considerarli come separati e spiegare per ognuno ciò che serve fare per migliorarsi.
1. Raggiungere i propri obiettivi
Prima di tutto dobbiamo inquadrare bene la situazione in cui ci troviamo, cercando di utilizzare al massimo la nostra intelligenza intrapersonale per comprendere cosa ci manca veramente. Molte persone non si sentono realizzate o appagate, sono infelici, ma non riescono a migliorare la situazione semplicemente perché non delineano con chiarezza quali sarebbero gli obiettivi che, se raggiunti, migliorerebbero veramente la loro attuale condizione.
Lamentarsi e continuare a ripetersi che "così non va bene" che questo o quello deve cambiare non porta da nessuna parte perché non fornisce una soluzione, sono solo vie in cui incanalare la nostra rabbia.
Quando lavoravo ero circondato da colleghi che (come il sottoscritto) passavano il tempo a lamentarsi di quanto facesse schifo quel posto e di quanto infelici fossimo. Sprecavamo un sacco di tempo e risorse nel dire "cosa" non andava bene, quando invece avremmo dovuto concentrarci su "come" migliorare la situazione e quali obiettivi, una volta raggiunti, avrebbero cambiato le cose. La mia soluzione è stata licenziarmi, molti di loro invece sono ancora lì ad incanalare energie nella direzione sbagliata, continuando ad essere infelici.
Non restiamo bloccati nella trappola della polemica e dell'autocommiserazione, per migliorare se stessi e la propria condizione dobbiamo smettere di chiacchierare e agire per cambiare le cose.
2. Limitare i propri difetti sociali
Anche qui bisogna adottare lo stesso approccio: prima capiamo quali sono i lati negativi della nostra personalità che non ci permettono di essere in armonia con gli altri, e poi capiamo come limarli.
S'incomincia ponendo particolare attenzione alle reazioni degli altri a ciò che facciamo o ciò che diciamo; ad esempio, se mi trovo con gli amici e sto raccontando un aneddoto, posso divertire o annoiare e, in base alla reazione che provocherò, il rapporto con le persone che mi circondano cambia. Anche se può sembrare meschino dobbiamo essere coscienti del fatto che quando "prendiamo la parola" all'interno del gruppo lo facciamo solo ed esclusivamente per manipolare gli altri, perché c'è sempre qualcosa che vogliamo ottenere. Apparire divertenti, essere accettati, metterci in buona luce, dare agli altri una certa immagine di noi, convincere o disincentivare azioni… anche quando diamo un consiglio o un'indicazione stiamo cercando di spingere l'altro a fare la scelta che noi riteniamo corretta, quindi lo stiamo manipolando.
Capisco che sia un concetto controverso e forse il termine "manipolare" è un po' forte, ma l'ho appositamente utilizzato per rendere evidente che è ciò che diciamo e facciamo a forgiare il rapporto con chi ci sta accanto.
Compreso questo concetto diventa evidente che per migliorare il rapporto con gli altri, e quindi migliorare se stessi, è sufficiente suscitare razioni positive negli altri. Per farlo poniamo particolare attenzione a come reagiscono le persone a ciò che facciamo e diciamo, questo sarà il segnale che ci dirà se l'involontaria manipolazione ci sta mettendo in buona o cattiva luce. Una persona logorroica, ad esempio, spesso non si accorge di suscitare noia nel suo interlocutore, ma semplicemente perché non possiede la sensibilità di osservare la reazione di chi ha di fronte (intelligenza interpersonale). Dopo diversi minuti di monologo l'interlocutore si spazientisce, cerca di cambiare discorso, fugge con lo sguardo, trova una scusa per interrompere quel supplizio. Una persona che ha la tendenza a sentenziare su diversi argomenti (come il sottoscritto) rischia toccare tematiche che stanno a cuore delle persone e farle sentire giudicate, talvolta offendendole. A cosa serve agire in questo modo? A mostrare agli altri che siamo migliori e abbiamo capito tutto della vita? Agli altri non importa di stare assieme a "Mr. ho la verità in tasca", gli altri voglio solo stare bene e non sentirsi additati, e così facendo finiremo per restare emarginati.
Stando attenti a questi segnali possiamo capire se l'altro è sereno in nostra presenza o se lo stiamo allontanando e quindi possiamo accorgerci dei nostri difetti e modificarli. Impariamo ad osservare le reazioni di chi ci sta di fronte, a leggerne il linguaggio del corpo e in questo modo cambieremo in meglio, diventando persone più amate e felici.
Conclusioni
Una vita felice non piove dal cielo, la si ottiene mettendo in pratica due semplici strategie per migliorare se stessi, strategie che passano attraverso il raggiungimento di quegli obiettivi che ci fanno sentire realizzati, e il miglioramento del rapporto con le persone che ci circondano, in modo da sentirsi amati.
Amati e realizzati quindi sembra davvero essere la formula magica che porta alla felicità; per farlo serve concretezza e azione e lo sviluppo di quelle intelligenze introspettive che ci permettono di capire meglio noi stessi e gli altri. Come tutte le forme d'intelligenza anche queste si affinano utilizzandole; probabilmente le persone empatiche ne sono dotate in modo naturale, altri invece sono migliori in campi differenti e, per svilupparle, hanno bisogno di un po' più di allenamento. Ciò che conta è aver compreso che questa sensibilità sta alla base di una vita che non va più alla deriva, ma che può prendere la direzione che abbiamo sempre voluto e che dipende solo da quanto saremo determinati nel migliorare noi stessi.
Secondo me bisogna daresi delle regole di vita e rispettarle ogni giorno.
RispondiEliminaPersonalmente me ne sono date diverse, ecco le principali (ma ce ne sono anche altre):
1) Oggi, fatti "fregare" dal sistema memo di quanto l'abbia fatto ieri!
2) Consuma il meno possibile, senza farti mancare nulla
3) Mantieni pulita la tua mente (No giornali, tv, pubblicità)
4) Impara almeno una cosa nuova al giorno
5) Vivi qui' e ora
6) Valorizza ciò che di buono hai fatto in passato
F.
wow! mi sembrano ottime regole! mia zia dice sempre "la regola guarisce il malato". io non ho tanto il problema di capire in cosa dovrei migliorarmi, ma essere costante nel farlo, e delle "regole" da seguire senza troppe discussioni possono aiutarmi contro l'incostanza. bravo/a!
EliminaIvan
Ok tutto perfetto non fa una grinza .... ma .... ma in un rapporto di coppia dove uno adotta i metodi sopradescritti cercando di migliorarsi e l'altra parte invece prosegue come un "carro armato" rifiutando di accettare le regole ? Come si risolve ?
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