Fare le Scelte Giuste Senza Farsi Influenzare dagli Altri

decidere in modo logico
scegliere sopra ogni influenza negativa
Smettere di lavorare, vivere una vita felice, raggiungere i propri obiettivi sono traguardi che si ottengono solamente allontanandosi dalla massa di zombie non-pensanti di cui è popolata la società in cui viviamo. Non possiamo pensare di fare le scelte giuste per cambiare vita, se insistiamo nel dare retta a queste persone, perché in modo totalmente inconscio ne veniamo continuamente influenzati e su questo non possiamo avere controllo.

In questo articolo vorrei spiegare come riuscire a non farsi influenzare dagli altri, perché le persone che ci circondano ci cambiano attraverso i loro esempi, comportamenti e modi di pensare, la maggior parte delle volte in modo negativo, spingendoci verso le scelte sbagliate.


Perché veniamo influenzati


La nostra personalità deriva dalla somma dell’educazione che abbiamo ricevuto, le esperienze che abbiamo vissuto, le persone che abbiamo frequentato e l’ambiente in cui siamo immersi. L’insieme di questi fattori è naturalmente la “società”, la quale è responsabile del nostro modo d’essere. Questo concetto è semplicissimo da comprendere, basti pesare al diverso modo di comportarsi e ragionare delle popolazioni del mondo.

In Italia "soffiarsi il naso" è considerato normale, mentre in Giappone è grande maleducazione, tanto che le persone, quando sono raffreddate, indossano quelle strane mascherine chirurgiche e passano il tempo a "tirare su con il naso".

moda dettata dalla società


La società ci plasma, ma se nell'età della crescita sono l’educazione e le esperienze ad avere il maggior peso, una volta adulti i condizionamenti arrivano principalmente dalle persone che frequentiamo.

In Giappone sono così tanti ad indossare la suddetta mascherina “copri influenza” da diventare una vera e propria moda: le persone, per non sentirsi diverse, hanno iniziato ad indossarla come fosse un cappello o un braccialetto, anche se non sono ammalate.

Pazzia? Forse, ma non sta a noi giudicare un popolo così affascinante come quello giapponese, quello che importa è comprendere come il comportamento degli “altri” abbia un potere fortissimo su di noi, tanto da indurci a fare cose assurde, semplicemente perché tutti le accettano come normali.

E’ assurdo alzarsi ogni mattina per recarsi in una fabbrica dove perdiamo la vita facendo cose che odiamo e stando con persone di cui non ci importa nulla, pagati pochissimo, sfruttati fino al midollo e trattati come numeretti, eppure ogni stramaledetto giorno lo facciamo, e non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello che tutto questo sia profondamente sbagliato e violi la sacra libertà di ogni individuo. Lo facciamo perché lo fanno tutti, perché gli altri ci influenzano con i loro comportamenti e il loro modo di pensare, tanto da farci accettare l’assurdo concetto che sia giusto buttare via la vita lavorando, senza avere uno scopo.

Quando ho preso la decisione di licenziarmi per seguire le mie passioni tutti mi dicevano che ero pazzo, che lasciare una grande azienda, solida, era un errore. Nessuno lo diceva con cognizione di causa, tutti me lo suggerivano perché “si dice così”, perché la società ci spinge a credere che un lavoro bisogna tenerselo stresso, anche se fa schifo e ci costringe ad umiliarci ogni giorno. Però nessuna delle persone che mi diceva che stavo sbagliando lo aveva fatto prima, nessuno si era licenziato, aveva fallito ed era dovuto tornare sui propri passi, eppure erano pronti a giurare che mi sarei schiantato e che quella scelta fosse folle.

Naturalmente tutti pensavano solo al mero aspetto economico, mentre io guardavo alla mia felicità. Oggi posso dirmi una persona felice e, per quanto possibile, libera, ma l’aspetto più paradossale è che guadagno quasi il triplo del mio (al tempo) stipendio, e questo solo per il fatto di aver deciso di lasciare che il lavoro ricopra un ruolo marginale nella mia vita, dedicandomi principalmente alle mie passioni.

E’ per questo che è importante capire come non farsi influenzare dagli altri nelle decisioni, perché gli altri non hanno quasi mai ragione, vivono di stereotipi e paure.

Da dove provengono i nostri valori


Il mondo è bello perché è vario, lo abbiamo sentito dire no? Se penso ai miei amici e al loro modo di pensare posso tranquillamente catalogarli per miseri stereotipi, come ad esempio quello vegano, quello che non fa altro che lavorare, quello pazzo che si ritrova sempre nei guai, quello che “la natura ha una soluzione per tutto”. Gli voglio molto bene, è fuori da ogni dubbio, ed ognuno ha la sua filosofia di vita, che possiamo o meno condividere.

Anche tu hai le tue convinzioni, alcuni capisaldi che ritieni sacri, ma ti sei mai chiesto da dove provengono? Sono insegnamenti di persone che hai preso da esempio, che hai personalmente constatato essere felici, vincenti e quantomeno coerenti, o il tuo modo di pensare e di essere deriva dal pensiero comune, dalle chiacchiere da bar o dalla televisione?

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Non voglio giudicare nessuno, vorrei solo che ognuno riflettesse sul perché è convito di alcune cose, sul perché ritiene che vivere come sta vivendo sia giusto e che lo porterà alla felicità. Conosco persone convinte che se si tagliano i capelli in luna calante i capelli ricresceranno più lentamente, e dal parrucchiere ci vanno in luna calante! Ho le mie idee in merito, ma quello che mi domando è come mai queste persone sono così convinte che questa cosa sia vera. Non conta se sia vera o meno, conta solo chiedersi come mai viviamo in questa convinzione anche se non abbiamo nessuna prova diretta e tangibile che questa pratica funzioni, se non il fatto che "glie lo ha detto sua madre", sua nonna, lo facevano gli Assiri o lo ha letto su un libro.

Il punto è questo, siamo influenzati dagli altri a tal punto da non chiederci nemmeno se una cosa sia vera o falsa e (vorrei ripeterlo fino alla nausea) non conta se sia realmente vera o falsa, conta solo comprendere che il semplice fatto di non metterla in discussione, dimostra come sia facile essere influenzati.

Valori ben più importanti e profondi, che cambiano radicalmente la vita delle persone, subiscono lo stesso identico processo e, ve lo assicuro, non c’è un percorso più lineare e diretto verso l’infelicità, che quello di agire senza chiedersi come mai lo si sta facendo.

Quando effettuiamo una scelta, sia questa la più banale o la più importante, chiediamoci sempre come mai siamo convinti che quella scelta sia giusta. Perché crediamo sia giusto acquistare medicinali omeopatici rispetto alla medicina “tradizionale”, perché se sulla confezione c’è scritto bio, quel prodotto è sicuramente migliore di uno che non riporta quella dicitura, anche se non sappiamo nemmeno cosa vuol dire bio. Chiediamoci sempre da dove proviene la nostra convinzione e se si fonda su basi solide! Se non lo facciamo vuol dire che non siamo persone, ma burattini che fanno quello che fanno gli altri, che procedono per cieca imitazione e credono ad ogni fesseria che gli viene propinata.

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Distinguere quello che si crede da quello che si vuole credere


Lo facevo sempre: desideravo così tanto una cosa, che finivo per autoconvincermi che quella fosse la cosa giusta da fare, dando retta solo alle opinioni e alle informazioni favorevoli alla mia scelta e trascurando quelle contrarie. Ben venga ascoltare pareri delle persone che ci circondano e informarsi attraverso diversi canali, ma occorre farlo con grande sincerità interiore, mettendo sul piatto della bilancia tutti i pro e i contro, valutarli in modo lucido e sobrio, traendone la conclusione più logica possibile.

E’ molto importare riuscire ad agire in questo modo, perché moltissime delle truffe o delle “trappole” in cui rischiamo di incappare, fanno leva esattamente su questo aspetto. Un venditore, ad esempio, sa bene che ci siamo recati nel suo negozio mossi da un desiderio, ma sa altrettanto bene che in moltissimi casi dovrà riuscire a convincerci che quell'acquisto è la cosa giusta da fare.

Se lui riesce ad individuare qual è il nostro obiettivo (e spesso siamo noi stessi a dirglielo chiaramente) gli sarà sufficiente far leva sulla nostro inconscio desiderio di trovare conferme, rassicurandoci che stiamo facendo la scelta giusta, anche se magari non lo è. Quando gli chiediamo: “Questo maglione è caldo” lui ci dirà “E’ caldissimo”, ma non perché lo sia realmente, ma solo perché ha capito che stiamo cercando una conferma.

In questo esempio risulta chiaro come l’influenza degli altri sia determinante nelle nostre scelte, questo per il semplice fatto che le persone sono fondamentalmente insicure e cercano continue conferme, anche contro ogni ragionevolezza, anche da parte di chi non è imparziale e ci sta dando un consiglio (se non falso) quantomeno tendenzioso.

Conclusioni


L’influenza negativa che proviene dagli altri fa leva su due aspetti di base, il primo è la nostra tendenza ad essere creduloni e superficiali, cioè a non approfondire gli argomenti e le nozioni, la seconda è nel nostro bisogno di conferme e, più precisamente, nella sadica pratica di dare retta solo a chi accondiscende i nostri desideri, finendo per effettuare scelte poco logiche.

Quindi, le due domande più importanti che dobbiamo porci ogni volta che ci troviamo a dover prendere una decisione, e vogliamo che questa sia quella giusta, sono:

  1. Sto basando la mia decisione su informazioni che ho personalmente avuto modo di provare essere vere? Sto dando retta a persone competenti, che hanno provato il tutto sulla loro pelle?
  2. Sto valutando veramente tutti i pro e i contro o sto solo mentendo a me stesso, nel tentativo di avvalorare in modo cieco la mia tesi e giustificare le mie pulsioni?

Con queste due semplici domande saremo in grado di prendere sempre la decisione più saggia, senza essere influenzati in modo sbagliato dagli altri e, peggio ancora, da noi stessi. Farlo significa essere capaci di fare le scelte giuste, per noi e per le persone che ci stanno accanto, altrimenti il rischio è quello di dare retta alla TV ed iscrivere nostra figlia alla Scuola delle Principesse :)

5 commenti:

  1. Bell'articolo, è vero gli altri ci condizionano molto.
    Siamo d'altronde, come i lupi, esseri sociali.
    Abbiamo la condizione sociale impressa nel nostro DNA sia come appartenenza al gruppo per sopravvivere, sia come dato di fatto che essere soggettivi raramente significa essere imparziali.
    Abbiamo tutti bisogno di conferme, una predisposizione che ci dice che se la maggioranza fa cosi e non cosà ci sarà un perché logico dietro questo.
    Lottiamo continuamente tra quello che sentiamo dentro e conferme dall'esterno.
    Siamo sempre a cavallo tra la convinzione di sapere cos'è giusto per noi e la paura che ci sbagliamo e quindi nella confusione ci rivolgiamo agli altri nella speranza di avere conferme.
    Le mascherine x i giapponesi sono un buon esempio...però in fin dei conti sono riparati anche dallo smog...che invece noi respiriamo a pieni polmoni...quindi non so quanto stupido sia indossarle a massa.
    Come si fa a fidarsi di se stessi sapendo che siamo soggettivi nel nostro pensiero, quindi influenzati dal nostro egoismo, convinzioni erronee, comprensioni erronee, difetti di comunicazione...come si fa a fidarsi di noi stessi? Sono confusa.

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  2. Personalmente preferisco gli articoli che trattano di cose pratiche e materiali, non perchè io sia meramente un materialista ma purtroppo addentrarsi in questi discorsi filosofici tende a far perdere il filo conduttore, sia al blogger che al lettore, in particolar modo. Purtroppo non è sempre facile ne tanto meno possibile fare delle scelte basandosi solo sulla propria esperienza regressa o quella di altre persone che conosciamo. Se ci basiamo su un'esperienza precedente semplicemente confermiamo per la 2nda o Nsima volta la scelta fatta prima ma a livello personale non cresciamo e non facciamo ulteriore esperienza. Chiaro è che bisogna saper e poter distinguere una scelta ragionata da una frutto di influenze esterne ma la logica stessa ci fa capire che una scelta razionale al 100% purtroppo non è quasi mai possibile ma una scelta dettata dal buon senso, quello sì. In tutte le persone è presente in percentuali differenti chiaramente, la componente logico/razionale e quella irrazionale, alimentata dai nostri desideri e perché no, influenzabile anche dall'esterno, ciò che ci determina come individui è la scelta CONSAPEVOLE, se sono consapevole che la mia scelta è dettata da un impulso irrazionale ben venga, tenendo però conto che le conseguenze devono comunque essere accettate per quello che sono.
    Un esempio lampante è dato dall'acquisto dell'ormai famoso Iphone 6 tanto per usare un oggetto ormai archetipizzato: la persona che passa 7 ore in fila per comprarsi un telefono sostanzialmente inutile (a parer mio) che però è di moda difficilmente potrà essere una persona consapevole del proprio acquisto in termini di bilancio razionalità/impulso passionale, diverso il discorso di una persona che pondera l'acquisto di una vettura per necessità (componente razionale) e nella scelta valuta l'aspetto prestazionale, tecnologico, estetico della vettura stessa (componente passionale) in questo caso il bilancio potrà ricadere su una o su un'altra parte a seconda che la persona nella propria vita sia vissuta in un determinato ambiente (in senso generale del termine comprendente tutte le accezioni del caso) o in un altro. Purtroppo se ne potrebbe parlare per ore e quando una cosa ricade nella pura soggettività è difficile poter far capire alle persone che un loro determinato comportamento può essere più o meno lesivo nella comunità stessa. Esempio: mi piace l'auto sono di educazione "occidentale", sono sempre vissuto nel benessere ergo poco me ne frego se nel mio piccolo contribuisco all'inquinamento ambientale con i miei comportamenti consumistici poiché -> "lo fanno tutti", "chi sei te per giudicare.." "ecc ecc", quindi ritengo questo articolo piacevole negli intenti ma che difficilmente potrà sortire qualche effetto anche se credo sia sempre positivo avere il parere di chi nel bene o nel male cerca di usare il proprio cervello per migliorare la propria e l'altrui vita....

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  3. A me l'articolo è piaciuto molto, ma credo che sia perché condivido e apprezzo la filosofia di vita di Francesco. Non nego che i consigli pratici siano molto utili, ma una ripassatina al perché facciamo o non facciamo certe cose ogni tanto ci sta bene...

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  4. Ciao Francesco,
    Conosci Italo Cillo ? Se si sarei curioso di avere un tuo punto di vista su quello che fa.
    Grazie,
    Mauro

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