Capire la Manipolazione Mentale per Tornare Liberi

controllo della mente
tutti in coda per un iPhone 5
Quasi tutti credono di essere liberi, ma le cose stanno diversamente e in questo articolo vorrei portare alla luce una terribile forma di manipolazione mentale a cui siamo soggetti, che ci impedisce di operare scelte libere ed incondizionate.

Oggi guarderemo il mondo da un punto di vista differente, opposto rispetto a quello a cui siamo abituati, vestiremo i panni dei potenti manipolatori sociali, le cui mosse influenzano le masse e ne condizionano i comportamenti, sempre e solo nel nome dello stramaledetto profitto.



Manovrare le masse


Ognuno di noi vive la propria vita in modo individuale, effettua scelte prevalentemente per se stesso (o per la propria famiglia), volte alla sopravvivenza, al miglioramento della propria condizione, per cercare di essere felice, amato, rispettato, invidiato e ammirato. Abbiamo tutti una visione “privata” della vita, pensiamo principalmente a noi stessi, ci preme quello che accade nella piccola sfera di affetti ed amicizie che frequentiamo, tutto il resto ha un'importanza relativa. Progettiamo solo il futuro prossimo in un lasso temporale che difficilmente va oltre la settimana, programmiamo cosa fare il prossimo week-end o dove andare in vacanza, ma non abbiamo un piano d'azione a lungo termine, né una strategia d'avanzamento precisa.

In fin dei conti viviamo alla giornata: lavorare per portare a casa lo stipendio, risparmiare per i momenti difficili e portare a termine le commissioni quotidiane, non sono tasselli una precisa pianificazione del proprio futuro, è solo quello che fanno tutti e noi non abbiamo fatto altro che imitarli. Quello che ci spinge a vivere in questo modo è proprio l'individualismo in cui siamo immersi, i nostri guadagni e di conseguenza la sopravvivenza stessa dipendono solo da noi, da quello che facciamo ogni giorno e questo è tutto ciò che ci interessa.

Cosa importa se il tizio X ha il cancro, mica lo conosciamo, o se quell'altro ha perso tragicamente un figlio, non ci abbiamo mai avuto a che fare. Non è una questione di egoismo, siamo semplicemente abituati a guardare nel nostro giardinetto e ad agire in funzione di ciò che ci riguarda in prima persona.

Tuttavia non per tutti funziona così.

Se la nostra ricchezza dipendesse dalle azioni e dalle scelte degli altri, allora ragioneremmo in modo differente, cercheremmo in tutti i modi di convincere gli altri ad operare in una precisa direzione, quella più adatta a portarci dei benefici. Questa è proprio la linea di pensiero che si nasconde dietro le scelte di quegli individui che traggo profitto dalle tendenze della massa. 

Chi sono? Beh, amministratori delegati di grandi multinazionali, politici, dirigenti che operano nel campo dell'alta finanza, insomma tutte quelle figure che hanno le competenze e i mezzi per manipolare i comportamenti delle persone.

Se la società fosse una fattoria noi saremmo i grufolanti maiali che passano tutto il giorno ad annusare il metro quadro sotto il proprio naso, mentre questi potenti incarnerebbero il fattore che schiocca un paio di colpi di frusta, per spingerci sul lato opposto del recinto, e chiudere il cancello. 

A loro non interessa agire sul singolo, ma solo compiere azioni che influenzino il comportamento dalla maggior parte dei componenti del gruppo, non si sporcano le mani spingendoci uno per uno nel recinto, possono ottenere il medesimo risultato con molto meno sforzo, agendo a livello psicologico, cioè applicando una qualche forma di manipolazione mentale.

Tutto questo è realtà e, anche se non ce ne accorgiamo, accade ogni santo giorno. Siamo schiavi di una subdola forma di controllo sociale che non ci spinge a fare quello che vogliono i potenti e non ci permette di essere liberi. Esistono individui la cui sopravvivenza dipende da quello che le masse fanno e pensano, per questo hanno interesse nel tenerci sotto scacco, controllati, e fanno di tutto per indurci a comportarci come vogliono loro, usando appunto la manipolazione mentale


Di che controllo si tratta?


Nel mondo tutto è profitto, c'è chi guadagna dal proprio lavoro (noi) e chi fa soldi inducendo gli altri ad assumere determinati comportamenti. La manipolazione mentale ha quasi sempre questo scopo, cioè convincere gli altri a fare qualcosa che in qualche modo possa portare soldi nelle tasche di qualcuno.

Prendiamo come esempio questo video prodotto dal noto marchio Coca Cola.


Cosa abbiamo visto? Niente! Non ci è stato presentato un prodotto, se non in forma marginale, non ne sono state decantate le qualità o l'utilità, è stato solo diffuso un messaggio di cambiamento positivo che può rendere migliore il mondo. L'intento preciso di questo filmato è stato quello di emozionare, cioè colpire le persone a livello di sentimenti e spingerle a condividere a loro volta una storia di atti di bontà usando l'hashtag #sharethegood. Nessuno si è sentito un target d'utenza, è soltanto un bel video che diffonde felicità e ottimismo.

Tuttavia questo spot è un tipo esempio di manipolazione mentale.

A fronte di questa campagna pubblicitaria infatti, quello che è successo è che centinaia di miglia di persone in tutto il mondo hanno condiviso video di atti di gentilezza, contribuendo a diffondere enormemente il marchio Coca Cola, senza che questa dovesse investire milioni di euro in pubblicità. Grazie a questa trovata nel 2013 Coca Cola ha avuto un incremento delle vendite dell'11%: avete idea di che cifre stiamo parlando? Decine di milioni di euro.

Cosa è successo?

Qualcuno chiuso in un ufficio di lusso si è inventato un modo geniale per usarci, sfruttare le nostre debolezze e spingerci a fare pubblicità gratuita ad una bevanda totalmente inutile e perlopiù dannosa. Ci ha indotti a farlo creando un finto legame tra Coca Cola e bontà, così da distogliere l'attenzione sul marchio e legarlo ad un concetto diametralmente opposto, raggirando milioni d'individui in tutto il mondo.

Questo è solamente un esempio di come oggi sia diventato sofisticato il modo di catturare l'attenzione delle persone e sfruttare i loro sentimenti e le loro abitudini per scopi di puro profitto, perché è sempre di questo che si tratta, convincerci a compiere azioni che portano denaro nelle tasche di chi è in grado di mettere in pratica il controllo mentale.


Come fanno ad operare il controllo mentale


Abbiamo capito che chi detiene gli strumenti e i capitali sufficienti ad attuare la manipolazione mentale non si cura dei comportamenti del singolo, ma ragiona su larga scala, considerando le persone come un mero campione statistico.

Immaginate queste persone come se si trovassero sulla cima di una montagna: mentre viviamo le nostre piatte vite loro ci osservano dall'alto, studiano i nostri comportamenti e le nostre abitudini, ci catalogano, ci dividono in fasce d'utenza e target da colpire. Ognuno di noi appartiene ad un sottoinsieme preciso: i giovani ad esempio sono maggiormente legati alle mode, ai gadget e alla tecnologia, non importa se ci sono soggetti alternativi che la pensano diversamente, conta solo il comportamento e le abitudini medie di un determinato target.

Ottengono queste informazioni commissionando studi statistici ad apposite società che, attraverso meccanismi altrettanto subdoli, ci inducono a raccontare tutto della nostra vita. Quando in TV vengono presentate delle statistiche sulle abitudini degli italiani, facciamo attenzione alla scritta che appare in basso a sinistra, noteremo qualcosa del tipo “Elaborazioni società X” ovvero società che elargiscono premi a quegli individui che accettano di compilare questionari, rilevare la spesa quotidiana e rendere note le proprie attività giornaliere. Questi sistemi collezionano milioni di dati che poi vengono venduti alle multinazionali, le quali li sfruttano per sfornare prodotti sempre in linea con le tendenze.

Lo so perché sono iscritto ad uno di questi sistemi. Quello che segue è un tipico esempio di questionario che chi aderisce a questi meccanismi è chiamato a compilare:

governare la mente degli altri


Se i dati dicono che gli italiani comprano sempre più cibo biologico, questi signori opereranno campagne di marketing volte a farci credere che i loro prodotti sono sani, se le statistiche rivelano che i single sono in aumento, impacchetteranno i loro cibi in costose confezioni monodose, così da sfruttare le tenenze sociali per guadagnare.

Quando decidono quali azioni intraprendere per manipolarci puntano solo sull'ottenere un riscontro positivo da una buona percentuale di soggetti; quello che pensiamo, diciamo e manifestiamo non conta niente, se riescono ad influenzare il 60% di noi hanno ottenuto il risultato che desideravano. E' per questo che le multinazionali non si curano minimamente degli ambientalisti, di Greenpeace e di tutte le associazioni che da anni protestano contro abusi, sfruttamento e politiche di mercato scorrette. Sanno bene che sono una minoranza, un 2 o 3% che non conta niente. Chi pratica il controllo mentale preferisce investire per guadagnare qualche punto percentuale tra chi è facilmente influenzabile piuttosto che rinunciare al profitto per accontentare una minoranza che non ha nessun potere mediatico e non ha i mezzi sufficienti per fare cambiare idea alla rimanente fetta di popolazione.

Siamo solo numeri, cavie su cui vengono continuamente fatti esperimenti, raccolti dati e valutati i risultati, veniamo studiati, osservati e infine manipolati attraverso tecniche di controllo mentale che la maggior parte di noi ignora.

Riassumendo: le multinazionali comprano dati statistici da società che danno premi (cellulari, lavatrici, televisori) alle persone che si offrono di rendere pubbliche le proprie abitudini. Grazie a questi dati sanno cosa pensano e come ragionano le persone, quindi sanno come controllarci. Alla fine di questo lungo processo c'è sempre un prodotto, qualcosa che noi dovremmo acquistare perché gli studi dicono che lo faremo ed in effetti lo facciamo, altrimenti non si spiegherebbero le code davanti ai negozi quando viene lanciato il nuovo iPhone o la nuova PlayStation, o la sadica tendenza a spendere 200 euro per un paio di scarpe.


Cosa fare


E' molto semplice: per sfuggire al raggio d'azione di queste strategie è sufficiente cambiare il nostro approccio alla realtà quotidiana, sviluppando quello che viene definito “il pensiero critico”. Ogni volta che ci perviene un'informazione, anche da canali ufficiali, ignoriamone il significato e concentriamoci solo sul perché ci è stata comunicata, cioè a quale scopo qualcuno ha deciso di diffondere determinate notizie o nozioni.

Nell'esempio della Coca Cola, ponendoci questa semplice domanda avremmo subito capito che lo scopo era quello di diffondere il marchio, ma i campi d'applicazione sono numerosi: se Renzi aumenta lo stipendio degli italiani di 80 euro, non chiediamoci se lo farà, se non lo farà, dove troverà i soldi e se questo servirà realmente a migliorare la situazione italiana, chiediamoci prima di tutto perché ha diffuso questa informazione. Un politico esiste se il popolo lo conosce e lo stima, la sua sopravvivenza dipende da noi, pertanto deve necessariamente manipolarci affinché tutti parlino di lui, quindi quale miglior modo se non quello di proclamare l'attuazione di misure molto popolari e controcorrente? E' una strategia che adottano tutti, anche Berlusconi lo fece quando abolì l'ICI sulla prima casa.

E' questa la manipolazione mentale che oggi attuano, un sottile gioco psicologico di cui non ci accorgiamo.


Conclusioni


Johann Wolfgang Goethe disse: “Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo” e aveva pienamente ragione: stiamo vivendo una nuova frontiera nella manipolazione mentale, strategie appositamente studiate per condizionare e sfruttare i movimenti delle masse, cavalcare le tendenze, generare profitto e al contempo cercare nuovi bisogni, pilotando precisi target d'utenza verso determinati comportamenti, sempre in nome del profitto.

Il mondo è composto da burattini e burattinai, quest'ultimi sono astuti, ci distraggono dal loro scopo ultimo confondendoci e nascondendo i loro veri intenti dietro finti ideali, così mentre noi ci scanniamo a vicenda parlando di politica, economia, finanza e crisi economica, ignoriamo totalmente ciò che sta realmente accadendo, ci sentiamo liberi di protestare e manifestare, ma questo è esattamente ciò che vogliono: tenerci occupati a fare qualcosa che crediamo serva, quando il loro scopo ultimo è tutt'altro.

Per questo siamo schiavi, perché siamo ignoranti e non ci accorgiamo che la vera lotta al controllo mentale si combatte nei comportamenti quotidiani, nel rifiutare i dogmi della società in cui viviamo facendoci semplici domande, senza scomodare principi astratti o concetti di più ampio respiro, ma agendo nel concreto, in modo semplice, non acquistando più prodotti di certe marche, ignorando completamente la scena politica, le mode e credendo solo a ciò che abbiamo visto e toccato con mano.

Questa e l'unica strada per essere veramente liberi, tutto il resto sono giochi di prestigio per confonderci e incatenarci.

8 commenti:

  1. Bravo Francesco! Ben detto ;o)

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  2. Ciao,

    sono d'accordo con la tua analisi, ma facendo parte della percentuale di non allineati sin dalla nascita, posso dirti che chi opera fuori dal coro non è percepito come un rivoluzionario ma come un asociale, un disadattato, uno che 2non partecipa".

    Quindi se si vuol seguire questa tendenza che in fondo è innata, occorre prima chiedersi se si è disposti a questo, all'essere spesso messi da lato rispetto ad altri meno consapevoli ma più "sociali", "comprensibili", anche "manovrabili". Si può fare ciò che si vuole purché si sia disposti a pagarne il prezzo. Per esperienza posso dire che spesso il prezzo è alto, se non si è disposti a pagarlo, e a non lamentarsi quando inevitabilmente lo si pagherà, è meglio ingoiare la pillola che ci danno piuttosto che sputarla. Fate i non allieneati solo se non potete farne a meno. Non avrete rimpianti. Ciao.

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  3. Ottimo lavoro Francesco. Continua così! Non hai menzionato i social network come convogliatori ed incubatori di informazioni ultra preziose ai fini commerciali ( son sicuro che era sottinteso ). Occhio ragazzi a raccontare vita, morte e miracoli a Facebook & C.

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  4. Per scelta: non ho lo smartphone, non ho la televisione, non voglio una bella automobile, non seguo il calcio... e la maggior parte delle persone che mi circondano mi considerano "un tipo strano".

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  5. Ciao, anche io sono sempre stata fuori dal coro e me la sono sempre cavata piuttosto bene...ma ora basta, fimalmente lascio il lavoro e vivrò di quello che ho maturato in 29 anni di lavoro......ho dovuto rinunciare a un pochino di soldi ma sono moltooooooooo più felice e rilassata. Non dobbiamo avere paura di cambiare vita, e non dobbiamo farci spaventare da quello che dicono quasi tutti gli altri che non sanno alzare la testa e pensano che tu sei una strana, x me quelli davvero strani sono loro... scegliere di assecondarci ci porta a vivere veramente come abbiamo sempre desiderato, in bocca al lupo a tutti, stefania.

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  6. ottimo articolo Francesco, grazie per i tuoi preziosi suggerimenti, ho consigliato il tuo sito ad amici e conoscenti, si è iscritto anche mio figlio che ha 24 anni e condivide il tuo modo di vivere, inoltre è anche un surfista

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