Cambiare Vita a 50 anni: la Storia di Alessandro

Cambiare Vita a 50 anni: la Storia di Alessandro
Cambiare vita restando in Italia
Ospitare la storia di Alessandro è per me un vero onore perché, di persone che hanno trovato il coraggio di cambiare vita ce ne sono veramente poche, mentre lui, con costanza e determinazione, ha saputo inseguire il proprio sogno, rischiando, mettendosi in gioco e pianificando con attenzione ogni mossa.

Il suo racconto ci insegna che "cambiare vita" significa lavorare sodo e trovare la forza di vincere le paure, eseguendo scelte difficili, attraverso sentieri che nessuno ha battuto prima, credendo in noi stessi e nella capacità di affrontare qualunque situazione. Una storia che ci può insegnare molto, alla quale consiglio di dedicare, oggi, dieci minuti del nostro tempo.



Ogni strada, lunga o corta che sia, inizia da un passo, un piccolo passo, ma alle volte è proprio quel passo che non riusciamo a fare, o meglio, che non riusciamo a capire come fare.

"Ogni strada, lunga o corta che sia, inizia da un passo."
Oggi, se mi volto indietro, posso rivedere i passi fatti, le incertezze e le paure, sono qui a scrivere proprio perché so cosa ho passato, sperando che anche una sola mia parola, possa essere d’aiuto, ispirazione, sostegno o quel che sia, per qualcun altro.

So bene quanto ho letto e quando ho cercato, dovunque, di persona, parlando con tanta gente, scrivendo a tanti, ascoltando, vedendo video e film, e leggendo libri e blog. Dovunque fosse possibile, per cercare aiuto psicologico, morale, perché quello, a mio parere, è stato il vero grande problema.

Oggi vivo in Lunigiana, una Terra bellissima, che ha mille segreti e mille atmosfere nascoste ad ogni angolo, sia nei luoghi abitati che in quelli più impervi. Sono arrivato qui da pochi mesi, dopo un percorso durato 5/6 anni, ma che in realtà ha origini molto più lontane. Non posso raccontare la storia della mia vita, mi limiterò a questi ultimi anni, appunto, per spiegare come sono approdato qui, proprio ripensando a quello che andavo cercando, negli scritti altrui e nelle storie di altri come me, che avevano cercato il loro luogo o la loro maniera di vivere, trovandola.

Quando, nel 2007, mi resi conto che volevo cambiare vita, per spostarmi vicino alle montagne, in una zona di rilievi, dove la temperatura fosse meno afosa che al mare (vivevo a Nettuno, vicino Roma), feci prima di tutto una ricerca accurata dei luoghi che potevano sposarsi con le mie necessità.

Stabilii quelle che erano le mie priorità, che nell'ordine risultarono:

  • un luogo che fosse ad un'altitudine di non meno di 5-600 m s.l.m. ed in zona montagnosa o similare, dove potessi trovare una casa con della terra attorno per coltivarci un orto;
  • una zona che fosse bella da viverci, non troppo “urbanizzata e valorizzata” (secondo i criteri moderni della valorizzazione turistica), ma dove potessi avere un minimo di infrastrutture, come negozi, servizi, ad una distanza non eccessiva, visto che, nel 2007, avevo già 51 anni.
  • una zona dove i prezzi delle abitazioni e dei terreni non fossero eccessivamente alti;
  • una zona che fosse ad una distanza non eccessiva da Roma, dove avevo ed avrei avuto i parenti stretti, dai quali non volevo allontanarmi troppo.

Diciamo che queste erano le linee guida del mio “progetto di ricerca”; un progetto concreto e ben strutturato è il punto di partenza per ogni percorso di successo.

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Acquistare una casa dove costa poco


Per l'acquisto/costruzione di un immobile, partivo dal fatto che avrei avuto un minimo capitale, ricavato dalla vendita della casa di Roma, dove avevo abitato per tanti anni. Pur se con tutti i dubbi, dati dalle incertezze del mercato immobiliare (che negli anni seguenti si sarebbe dimostrate assai più incerto!) sapevo che avrei avuto a disposizione un capitale di circa 100/130 mila euro.

Prima di iniziare a muovermi fisicamente e mediante agenzie immobiliari, feci una lunga ricerca su internet, capendo quali fossero le valutazioni degli immobili di varie zone d'Italia.


Visti i requisiti di cui avevo bisogno, avevo individuato nell'Appennino tosco-emiliano la zona ideale. Lentamente esplorai (virtualmente), tantissime zone, passando dall'Appennino di Pesaro (Val Marecchia) a quello ligure, fino dalla provincia di Savona. Alla fine scoprii la Lunigiana come terra ideale. La Garfagnana, a lei molto vicina, era suggestiva, ma risultava assai costosa, perché famosa e molto gettonata.

La Lunigiana, invece, aveva un'autostrada (A15), la ferrovia, e non una linea secondaria, bensì quella che unisce Parma a La Spezia (e mi auguravo che non sarebbe venuto in mente a nessuno di realizzare una TAV anche qui), paesi non eccessivamente urbanizzati, ancorché ben organizzati. Costi, sia di abitazioni sia della vita, onesti; e poi era bella, con rilievi sui 1000/1200 m, le Alpi Marittime vicine e il clima temperato.

Individuai la zona e mi misi alla ricerca di case che avessero piccoli terreni attorno. Ho percorso molti chilometri, visitando potenziali luoghi di trasferimento e girando fra valli secondarie e montagne di tutta la zona, arrivando fino alla provincia di Parma, confinante con la Lunigiana.

E’ qui che si è verificata la svolta decisiva: inizialmente pensai di acquistare un rudere con della terra (se ne trovavano molti anche con discreti appezzamenti di terreno, dall'ettaro in su) che poi avrei ristrutturato. La soluzione sembrava accattivante, per i costi che, erano e sono tuttora, molto bassi. Avevo individuato un rudere che, ristrutturato, avrebbe avuto oltre 200 mq di superficie ed un terreno di circa 2 ettari, per circa 30.000 euro (più spese varie di tasse e notaio, ma quelle ci sono sempre). Il prezzo sembrava invitante ma, valutando anche gli eventuali costi per gli allacciamenti di luce e gas e la sistemazione della via d’accesso, troppo dissestata, si arrivava ad un preventivo di 200/250 mila euro.

Spesso si crede di fare buoni affari ma, scavando e informandosi bene, ci si accorge che cambiare vita può avere un costo ben diverso dal previsto. Per questo motivo è molto importante valutare ogni singolo aspetto e progettare con cura, e senza fretta, ogni singola mossa.

Il chiarimento è arrivato andando a visitare alcuni terreni in Val Taro (appunto, in provincia di Parma) a circa 30/40 km da Pontremoli, sul versante Nord, scendendo dalla Cisa. Esaminai e visitai terreni a prezzi quasi esigui: 15.000/20.000 euro dove, per costruire, avrei però speso moltissimo. Iniziai ad interessarmi agli immobili da ristrutturare, abitazioni dal costo iniziale di circa 100.000 euro, abitabili, ma che richiedevano sistemazioni per cifre non superiori ai 20.000 euro.

Capii che quella era la soluzione ideale, e che la spesa sarebbe stata decisamente diversa. Inoltre, in una casa già abitabile (che non fosse una catapecchia), i lavori li avrei potuti rateizzare, diversificandoli nel tempo e arrangiandomi dove possibile. Cambiai completamente i criteri di ricerca e tornai a percorrere le strade della valle, con occhi nuovi: lentamente sentivo che mi stavo avvicinandomi alla soluzione finale.

Quello che ricordo di questo periodo, durato oltre cinque anni, è stato però il grande senso d’incertezza, le paure, i dubbi, il timore di sbagliare a scegliere, che possiamo riassumere nella “paura di fare il salto” e di cambiare vita. Di questo argomento Francesco ha scritto, e bene, in alcuni articoli.

Alcune risorse utili:

Quando non siamo abituati all'idea di spendere tanti soldi, o meglio, cifre che per la nostra “normalità” sono elevate (100/200 mila euro), ci vengono paure ben motivate e, affrontarle da soli, non è facile. Si tratta poi di cambiamenti da cui tornare indietro non sarebbe facile, allora ci freniamo, rallentiamo, alle volte addirittura si rischia di rinunciare, ma poi…


Ma poi si fa!


Posso dire, guardandomi alle spalle, che quello che mi ha sempre sostenuto è stato il sogno di poter costruire una Vita come la volevo, in un luogo dove mi sentissi veramente “al posto giusto”. Non potevo inoltre sopportare l‘idea di essere costretto a vivere in una realtà urbana difficilmente sostenibile come quella romana, lontano da quella natura di cui mi sento parte, dall'aria fresca, dalle acque che scorrono, dal verde a portata di mano. Insomma, la mia insofferenza, per un vivere “civile” nel senso negativo del termine, è stata forse la spinta fondamentale che mi ha sostenuto nei momenti difficili, assieme all'importantissima opera di ricerca interiore, allo scopo di Capire Cosa Realmente Volevo dalla Mia Esistenza

In fondo si trattava di capire cosa fosse essenziale per vivere una vita degna di tale nome.

Le letture di vite di personaggi anche non famosissimi e del loro iter, mi hanno spesso ispirato. Ricordo ad esempio quella dello scopritore dei resti della città di Troia: Heinrich Schliemann che, per coronare il suo sogno ed avere il denaro per finanziare la sua impresa, imparò le lingue, intraprese una vita da imprenditore e quindi guadagnò quanto gli serviva a finanziarsi, e solo alla fine, dopo una vita spesa in successi, si poté permettere di abbandonarsi a ciò che aveva sempre amato e custodito nel cuore: il desiderio di andare a scavare e scoprire i resti della città cantata da Omero.

Altre storie e narrazioni dei momenti di dubbio e solitudine passati, mi hanno aiutato e, ad esempio, nello specifico, il libro “Adesso basta” di S. Perotti, in cui racconta la sua svolta. Pur con le ovvie differenze del caso, perché io non sono né uno Schliemann, né un Perotti, né, ad esempio un M.Corona, ma sono Alessandro Santucci, sono riuscito a cavare dalle storie e dal vissuto degli altri, la forza per andare avanti nella mia strada e verso la mia Vita, quella che volevo e che gradualmente, passo dopo passo, si svelava e rivelava.

La mia voglia di cambiare vita e vivere in modo diverso, e le esperienze di altri, hanno dato la forza di continuare, pur con mille paure, cadute e riprese, ma senza mai fermarmi, senza mai cedere le armi. Posso dire che, messe in campo queste cose, la Vita, la sua saggezza, la sua inspiegabile misticità, mi sono venute incontro e, rivedendo indietro, esattamente nei modi e nei momenti giusti, incastrando piccoli pezzi, e costruendo quella che oggi è la mia realtà.


Per concludere


La strada non termina, ne ho percorsa una parte, ed ora ce n'è altra, ma percorrerla è più semplice, perché ora è più chiara, più nitida. La paura di sbagliare, i dubbi, le incertezze, oggi ci sono ma sono altre e fanno parte sempre del pacchetto: la Vita è così.

Ho imparato che fare i passi uno per volta, pur sapendo di doverne fare altri, di volta in volta, concentrandomi su quello più attuale, aiuta a rimanere focalizzati sul proprio sogno, sul proprio fine. Il rischio in ogni cosa è quella di voler tenere tutto sotto controllo e prevedere il presente, il futuro prossimo e quello remoto. Si rischia la paranoia, l'intasamento psicologico e mentale e il caos, con conseguente scoramento e fallimento dei nostri fini.

Avere “fiducia” nella Vita, che “la corrente di questo grande fiume”, ci porterà dove è giusto e meglio per noi, per me è l'insegnamento più grande, un dono che ricevo indirettamente, e che mi sta aiutando anche ora che ho altri problemi a cui pensare, che so che potrò affrontare e risolvere, nella maniera più adeguata.

Non faccio discorsi mistici, ognuno vede le cose e legge la Vita come meglio crede, e questo è bene e giusto, per tutti. Ho imparato a nuotare in questo grande fiume, ho imparato che nuotare contro corrente richiede energia ed alla fine conduce comunque a valle; se impariamo però a galleggiare e a nuotare in armonia con la corrente verso il luogo che man mano vediamo profilarsi all'orizzonte, avremo bisogno di meno energia, ed arriveremo prima.
Per fare questo sto sempre più (e sempre meglio) imparando ad ascoltare e osservare, segni, indicazioni, tracce, indizi. Parlo di letture, conversazioni, libri, blog, come per esempio lo è stato questo di “Smettere di lavorare”, ecc. Non è affatto facile e spesso si ricade nel passato, fatto di cieca arroganza nel voler controllare, e di rabbia quando, poi, le nostre aspettative non vengono accolte. 

Cambiare vita significa acquisire una nuova maniera di vivere, fatta di minore aggressività e di maggiore calma, s‘impara, ci si esercita giorno dopo giorno, passo dopo passo. Lentamente si abbandona la vecchia maniera e poi, pian piano, scoprendo che la nuova diventa più congegnale. Serve tempo, fiducia, e la spinta, l'ascolto del nostro cuore, di ciò che veramente siamo. Il resto segue come l'acqua di un ruscello, che immancabilmente scende verso il mare.

Buon cammino!

23 commenti:

  1. molto bello ed interessante però non ho capito due cose: a) la casa poi l'hai trovata? e dove? per il sostentamento come hai fatto? sei pensionato? ciao e buona vita

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  2. Ciao fabio,
    sì la casa l'ho trovata e in Lunigiana, vicino Pontremoli, per il momento sto godendo di un periodo sabatico (vedi anche il post di Francesco sul suo blog), ma sto attivandomi per lavorare online, da casa, perché vorrei mettermi nella possibilità di lasciare il precedente lavoro per svolgerne un altro/ o altri.
    Sto attuanmdo anche un progetto di "sostenibilità" qui nel posto ove vivo per mostrare come si può vivere senza doversi accontentare e "sopravvivere", ma badando all'essenziale e razionalizzando le proprie attività e la propria vita, pur vivendola appieno. Ma di questo si parlerà, eventualmente in seguito.
    :-)

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  3. Ciao Alessandro,
    mi fa molto piacere che tu stia riuscendo nel tuo progetto. Io ci sto lavorando... una domanda: tu sei solo a vivere questa esperienza? Non hai una compagna, dei figli o dei genitori anziani che "devono" seguirti in questo cammino? Perchè per me questo (la mamma anziana) è ciò che mi trattiene... Intanto ti ringrazio di aver condiviso la tua esperienza e in bocca al lupo...
    Cristina

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  4. ciao Ale, hai una compagna ? Te lo chiedo perchè penso che comunque parte della "benzina" che serva per un cambio di vita arrivi più agevolmente se hai già l'amore al tuo fianco. Altrimenti penso che comunque qualunque cambio rimanga sterile dal punto di vista emozionale e quindi non ci sarà mai il raggiungimento della vera felicità/libertà.ciao Bolla

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  5. Bellissimo il racconto!!! Trovo molte analogie con il mio percorso, che ha obiettivi e finalità diverse dal tuo Alessandro, ma comunque analogo nel modo di pensare. A dire il vero il mio progetto si avvicina molto di più a quello di Schliemann, e cioè mettere in piedi un'attività che mi possa permettere di avere il giusto equilibrio di tempo e denaro per poi coronare i miei SOGNI!!!

    La strada è lunga ed impervia, ma con un obiettivo chiaro e con fiducia tutto è possibile!!!

    Felice Vita

    Giancarlo

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  6. Complimenti, hai avuto un bel coraggio.

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  7. Del tuo racconto non mi interessa tanto l'aspetto pratico quanto quello spirituale...è un'immagine molto poetica quando parli di "tracce" ed "indizi", sembra di vedere un film dove il protagonista dapprima vive una vita da branco che lo lascia insoddisfatto ma poi via via dei segni lo portano alla meta, a cosa gli è davvero congeniale

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  8. Ciao Alessandro, é bellissima la tua storia e dà speranza.. la speranza di potercela fare a prendere in mano la propria vita e viverla invece che lasciarsi vivere passivamente... essere protagonisti della propria storia non è sempte facile e spesso i sogni rimangono tali xchè manca il coraggio di prendere coscienza di quello che si desidera davvero e di chi si è... io ci sto lavorando... ma come sta andando a te ora che è passato un po' di tempo?

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  9. grandissimo coraggio,un uomo senza figli!!!!....

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    1. vorrei ricordare che i figli, non mi risulta che li abbia prescritti il medico ! Di conseguenza se li fai, fattine carico con tutte le conseguenze, mica devi incolpare altri, solo perchè lui non li ha fatti ! RISPONDI X TE !!!

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    2. Alcuni mettono al mondo figli per dare un senso alla propria vita ma dovrebbe essere il contrario, solo quando si è trovata la propria strada e si è dato un senso alla propria vita, solo e solo allora si dovrebbero mettere al mondo dei figli.

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    3. Forse non avete ancora colto che questa società civile e democratica si basa sulla crescita demografica. Senza giovani, che lavorano non si potrebbe sostenere il sistema che collasserebbe.
      Quindi per chi come voi egoisticamente non fa figli per sollazzo personale e ingordigia, io proporrei una tassazione molto più alta rispetto a chi fa figli e sostiene il futuro del sistema. Sistema e strutture di cui vi servite quotidianamente ma senza partecipare al suo sostentamento.
      Saluti Giampiero

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    4. Forse è lei che non ha colto che chi non fa figli magari può non averlo scelto. Forse non si fanno figli perché il proprio stipendio non lo consente o perché magari motivi fisici. Non avere figli non vuol dire essere degli egoisti.

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    5. A me risulta che la crescita demografica sia uno dei principali problemi del nostro pianeta....

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    6. Quindi, Giampiero 29/7, uno dovrebbe mettere al mondo dei figli affinchè il Sistema, per auto-sostenersi, li possa schiavizzare?!
      Un sistema così prima collassa e meglio è, altro che democrazia!
      La tassazione più alta la si applichi a chi a fronte di pochi mesi di lavoro riceve un vitalizio, ai falsi invalidi, alle pensioni d'oro o a tutti i venditori di fumo che, per ossequio al vile denaro, raccontano la bella favoletta alla povera gente, quella che si fa un fondo schiena tanto da mattina a sera, che è schiava di un sistema che prima ti spreme come un limone fino a 70 anni, privandoti dell'unica vita possibile, e poi ti butta via!
      Un povero cristo che ha lavorato fino a cinquant'anni ha versato migliaia di euro contributi, contributi che non riceverà indietro se lascia il lavoro.. ci hai pensato a questo?
      Se gli serve passare per la strada asfaltata o ha necessità del dottore, ne ha il sacrosanto diritto.
      Bravo Alessando, "avanti tutta"!

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    7. Concordo in pieno!!! Amo l'Italia ma non si può più vivere dignitosamente qua!

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    8. Ecco condivido in pieno il disagio del vivere in città. Io ho incontrato tante difficoltà a lavorare negli ultimi 15 mesi e perciò vorrei prendere una cosa in toscana. Per andarci in alcuni periodi..malgrado il figlio e la mamma anziana. A fare cammini. A nuotare. A scoprire borghi castelli e Abbazie. E forse a rinascere pure nel lavoro. Chissà.

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  10. Certo.....senza figli la musica è Molto, ma molto diversa. Prova co moglie e 2 bambini con un mutuo da pagare...per favore!

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    1. Vivo in un paese di provincia giuro che qui ce chi vive con moglie e figli....in quanto al mutuo puoi risparmiare qui le case costano meno

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    2. I figli non sono sono un obbligo, se li metti al mondo è giusto che te faccia poi carico. Lo stesso per il mutuo.

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  11. Bella storia Alessandro, ed in bocca al lupo per tutto. Una cosa però non hai detto, come ti sei reinventato il modo di campare! Che lavoro hai trovato? Cambiare vita non significa solo cambiare casa! A 50 anni la difficoltà è reinventarsi un nuovo lavoro.

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  12. L'idea di cambiare vita viene a tutti. Ma spesso ci sono degli impedimenti oggettivi, ultimo quello economico. Se hai dei figli, una madre anziana, parenti che hanno bisogno di te, non si puo' fare ,ahimè. Non puoi, un "ruscello," perderti una richiesta di aiuto di una madre anziana, o una recita di tuo figlio . Se sei solo si. Questo è il lato positivo della "solitudine".

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  13. Anche io sto cercando di uscire dalla trappola di vita in cui mi sembra di essere caduta.
    Se puoi contattami
    Paola pieffebi@live.it

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