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Ritirarsi a 40 anni - 2° parte |
Siamo arrivati finalmente alla seconda parte del nostro
progetto volto a ritirarsi a 40 anni, nel primo articolo abbiamo capito come
comportarci in quel periodo della nostra vita che possiamo definire
“giovinezza”, quali sono le scelte adeguate ad un piano di così largo
sviluppo e quale la miglior forma mentale per progettare il cambiamento che ci
attende.
In questo secondo ed ultimo capitolo invece affronteremo il
tema della “maturità” e della “vecchiaia”, al fine di stabilire le linee guida
per vivere senza lavorare e come agire per non ritrovarsi senza soldi, quando
le forze non ci consentiranno più di dedicarci ad attività di guadagno diretto.
Il punto della
situazione
Nell'articolo precedente abbiamo capito che, per ritirarsi a
40 anni, serve arrivare a 35 anni senza debiti, e abbiamo visto anche come
fare. Abbiamo sottolineato come, fin dall'inizio di questa avventura, sia
importante adoperarsi per costruire un piccola rendita parallela di almeno 400
euro mensili, cifra che credo (in più di 10 anni di sforzi) non sia di
difficile raggiungimento.
Proseguiamo dunque nell'analisi, allo scopo di capire cosa
occorre fare ora, che siamo a metà dell’opera.
35 – 40 Prepararsi a ritirarsi
Requisiti:
Avere un lavoro
Avere un’entrata parallela di
almeno 400 euro al mese
Aver estinto un eventuale
mutuo
Obiettivi:
Andare a vivere dove costa
poco
Aumentare l’entrata parallela
Mancano cinque anni
alla nostra dipartita dal mondo del lavoro, in questo lasso di tempo occorre
incominciare a pianificare il grande passo. Prima però dedichiamo almeno
un anno della nostra vita all'analisi di quanti soldi ci servono realmente per
vivere, un buon punto di partenza è scaricare il
Foglio Excel Gratuito per
Controllare Costantemente la Proprie Spese, così da realizzare di quanti soldi abbiamo
realmente bisogno per campare; è proprio grazie a questo tipo di analisi che ho
capito quali erano le mi spese critiche e dove intervenire per vivere con poco
denaro.
Grazie a questo
strumento possiamo capire se, nel luogo in cui viviamo, è realmente
possibile spendere pochissimo o se abbiamo bisogno di spostarci. Va tenuto
presente che tra pochi anni non lavoreremo più, quindi non ci serve continuare
a vivere in una grande città o in un qualsiasi luogo dove la vita costa cara,
se (come suggerito) abbiamo diligentemente creato una rendita alternativa indipendente
dal luogo in cui viviamo, allora è giunto il momento di trasferirsi.
Per ritirarsi a 40
anni abbiamo quindi di fronte a noi due scelte:
- Trasferirsi all'estero
- Trasferirsi, restando in Italia, dove la vita
costa meno
I soldi che abbiamo risparmiato nella fase precedente della
nostra vita, sommati a quelli che accumuleremo in quest’ultima, potrebbero
dunque servirci per attuare questo spostamento. Nell'articolo precedente
infatti abbiamo visto che, sia possedendo già un appartamento che ristrutturandone/acquistandone
uno, abbiamo comunque eseguito un investimento che, se necessario, ci
permetterà ora di avere il capitale necessario a questa operazione.
Diciamo che, nella peggiore delle ipotesi, l’appartamento che
ci è costato circa 100.000 euro non si sia rivalutato e che vendendolo e
aggiungendo quello che abbiamo risparmiato negli ultimo 5 anni, possiamo
disporre di soli 130.000 euro (si potrebbe arrivare a 150.000, ma consideriamo
un margine di 20.000 euro per imprevisti vari)
L’ideale sarebbe acquistare un nuovo immobile spendendo solo
parte del capitale, in modo da salvarne una fetta che aggiungeremo a ciò che
risparmieremo d’ora in poi, al fine di creare quel gruzzolo che ci servirà
nell'arco della vecchiaia (ma di questo parleremo dopo).
Dove vivo io, in un piccolo paese di montagna, circondato da
boschi, si può vivere tranquillamente
con
500 euro al mese, ma ci sono molti altri luoghi dove le case e la vita hanno
un costo estremamente contenuto, sia in Italia che all'estero.
A tal proposito può essere utile la lettura dell’articolo
Dove Vivere con Pochi Soldi in Italia e
naturalmente della serie di articoli nei quali recensisco una quindicina di
luoghi del mondo dove si può trasferirsi e vivere con poco.
Dove Trasferirsi all'Estero
Leggendo questi post scopriamo che ci sono regioni
italiane e paesi esteri (qualcuno ha detto Canarie?) dove, con meno di 50.000
euro, si può acquistare un appartamento di tutto rispetto.
Stando larghi, concediamoci una spesa totale di 70.000 euro.
Parallelamente è di grande importanza avviarsi sulla strada
dell'autoproduzione, pertanto, quando scegliamo la nostra nuova residenza,
prediligiamone una che includa un pezzo di terra dove
Coltivare un Orto di Almeno 100mq, che dia la possibilità di
Fare la Legna ogni Anno per Risparmiare,
di installare un
Impianto Fotovoltaicocon cui Guadagnare e naturalmente di montare dei pannelli per la produzione
dell’acqua calda.
Non preoccupiamoci di queste spese, sono uscite che (l’ho
ampiamente dimostrato nei miei calcoli) non solo si ripagano interamente, ma
permettono di guadagnare fino a 10.000 euro in vent'anni.
Alcuni, come alternativa a questa scelta, decidono di
utilizzare questo denaro per acquistare un piccolo appartamento in una località
di mare o in una città universitaria, affittarlo, e continuare a vivere egli stesso in affitto, condividendo un appartamento con altre persone. Questa strategia permette di
pagare l’affitto condiviso (estremamente contenuto) grazie ai proventi dell’appartamento
messo a rendita e, allo stesso tempo, avere un piccola entrata extra.
In questi 5 anni dobbiamo riuscire ad aumentare di un po’ la
rendita complementare, diciamo almeno a 650 euro al mese.
40 – 65 L’inizio della libertà
Requisiti:
Aver
acquistato casa dove la vita costa poco
Avere un’entrata parallela di
almeno 650 euro al mese
Obiettivi:
Accumulare un piccolo capitale
extra per la vecchiaia
Essere felici
Questo sarà probabilmente il periodo più felice della nostra
vita, liberi dall'oppressione del lavoro saremo ancora nel pieno delle forze,
nessun tipo di attività ci sarà preclusa, potremmo dedicarci interamente a noi
stessi, lontani dallo stress della società dei consumi, completamente
distaccati dai dogmi del denaro e della corsa al successo, assolutamente in
pace.
Ritirarsi a quarant'anni significa avere di fronte a sé ancora metà della propria esistenza e poterla vivere facendo solamente quello
che ci interessa, questo perché avremmo raggiunto la stabilità economica e
creato una rendita che deriva dalle nostre passioni.
Nei 25 anni a seguire dovremo continuare a risparmiare e
vivere con poco ma, non lavorando, tutto sarà più semplice, perché potremmo
fare a meno di alcune spese che prima invece risultavano irrinunciabili, come
l’automobile, il carburante, vestiti adeguati al lavoro che svolgevamo, la necessità
di spendere denaro per la pausa pranzo ecc. Tra il 2012 e il 2013 ho smesso di
lavorare per circa 6 mesi, constatando che la vita “a casa” è talmente
economica da consentirmi di
Vivere con Poco più di 300 euro al Mese, questo perché il tempo diventa un formidabile
alleato del risparmio.
Ad esempio è possibile impastare il pane, fare il bucato,
passare l’aspirapolvere, utilizzare il forno elettrico e lavarsi in quelle ore
in cui la produzione di energia elettrica e di acqua calda sono massime, momenti
della giornata che prima trascorrevamo al lavoro. Cambiano i ritmi, si va a
dormire presto e ci si alza presto, di conseguenza si può annullare quasi
totalmente la spesa relativa all'illuminazione, perché si possono sfruttare a
pieno le ore di luce. Si cucina ogni pasto, si può coltivare un grande orto,
addirittura allevare animali, ci si può muovere a piedi o in bicicletta perché
non abbiamo orari da rispettare.
Abbiamo, nella peggiore delle ipotesi, un capitale di 60.000
euro (70.000 li abbiamo spesi per la nuova residenza) che investiamo subito in
obbligazioni o in un conto deposito (anche postale) che renda almeno il 3.5%
netto annuo. Questo gruzzolo ci permette una piccola rendita mensile di circa
175 euro.
In questi 25 anni, con un'entrata di 825 euro al mese (650
dalle nostre passioni + 175 per l’investimento bancario) si possono risparmiare
tranquillamente 100 euro al mese, accumulando senza troppi sforzi altri 30.000
euro, soldi che ci serviranno per affrontare quell'inevitabile periodo di vita
nel quale non potremmo più contare sulle nostre forze per guadagnare.
Anche questo denaro deve essere costantemente investito, non
tanto per ottenere un aumento di capitale,
ma semplicemente per evitare che l’inflazione vanifichi ogni forma di
risparmio. Per questo motivo consiglio la lettura dell’articolo
Come Aumentare il Capitale con i Conti Deposito che rappresentano un modo piuttosto sicuro di preservare i
guadagni. E’ utile informarsi anche sulle obbligazioni emesse direttamente
dalle banche, che solitamente hanno tassi molto vantaggiosi.
65 – … La vecchiaia
Requisiti:
Avere accumulato un piccolo
capitale
Avere casa di proprietà
Obiettivi:
essere felici
Immaginiamo, in questa fase della nostra vita, di non avere
più la possibilità di guadagnare in modo diretto, cioè da azioni che dobbiamo
compiere quotidianamente, questo perché, il subentrare di problemi fisici di
diversa natura potrebbe impedirci di proseguire nelle attività redditizie complementari
che abbiamo costruito.
Ad ogni modo, se ipotizziamo di non poter far nulla, il
reddito su cui possiamo contare è la sola pensione minima che, ad oggi, è
fissata intorno ai 500 euro al mese, soldi che ci spetterebbero anche se
avessimo altre entrate, purché queste non superino i 13.000 euro annui (circa).
Inoltre, se per qualche motivo non avessimo diritto alla pensione, potremmo
comunque contare sull'assegno sociale, anche quello di poco inferiore ai 500
euro al mese.
Probabilmente, in questa fase della vita, se non si ha
intenzione di lasciare un po’ di soldi ad eventuali eredi, si può valutare anche di erodere il capitale, piuttosto che investirlo, questo perché, se immaginiamo di
riuscire ancora a vivere con 800 euro al mese e di percepirne 500 di pensione
minima, ci basterebbero altri 300 euro per essere a posto. Erodendo mensilmente
300 euro da un capitale di 90.000 euro (60.000 rimasti dall'acquisto della casa e
30.000 accumulati nella fase precedente), il nostro gruzzolo durerebbe circa 25 anni.
Avremmo quindi la sicurezza di campare almeno fino a 90 anni, almeno quella economica diciamo.
Come alternativa, se investissimo i 90.000 euro in obbligazioni bancarie o
in un conto deposito, ad un tasso netto realistico del 3.5%,
avremmo un'entrata mensile di 260 euro, di conseguenza saremmo
leggermente sotto la soglia degli 800 euro al mese, ma potremmo arrivare anche
oltre i 90 anni.
90.000 euro sono anche un cifra sufficiente per acquistare un
piccolo appartamento (soprattutto all'estero) da cui ricavare un modesta rendita passiva, forse questa potrebbe essere la scelta più saggia, e ci metterebbe al riparo dalla svalutazione del nostro capitale, ad opera dell'inflazione che (non è prevedibile), ma mediamente si porta via un 2% annuo dei nostri soldi.
I conti che ho eseguito mostrano come questa fase della nostra vita risulti piuttosto
critica, inoltre non dobbiamo dare per scontato che molte delle azioni che
prima ci permettevano di risparmiare moltissimo, oggi siano ancora praticabili
da un povero vecchio senza forze. Per esempio non è detto che potremmo
continuare a coltivare l’orto o tagliare a lungo la legna, pertanto è
plausibile immaginare che, per vivere, ci servirà qualcosina in più di 800 euro
mensili.
Questa intuizione ci suggerisce che, tornando indietro di qualche anno, sarebbe saggio incanalare i nostri sforzi nella creazione di una rendita
alternativa che sia il più possibile indipendente dall'età, e quindi dalla
forza fisica; per esempio, un investimento immobiliare ci garantirebbe entrate
anche senza un intervento diretto e continuo, allo stesso modo scrivere libri,
gestire un blog, tradurre testi o (più in generale) tutte quelle attività
legate al solo intelletto, potrebbero permetterci un piccolo guadagno extra,
anche nell'arco della vecchiaia, aiutandoci nel momento di maggior difficoltà.
Concludendo
In queste due lunghi articoli ho proposto un progetto
di vita totalmente volto a smettere di lavorare a 40 anni, partendo fin da
giovani con un approccio realistico e adatto a molti. Ovviamente si tratta di vivere una vita semplice, lontana anni luce dagli standard di consumismo a cui siamo abituati, ma la posta il gioco è piuttosto alta. Si presuppone naturalmente che tutte le cifre indicate si adeguino
all'inflazione, andando di pari passo con l’andamento del costo della vita,
anche perché, se così non fosse, sarebbero guai seri per tutti, non solo per
chi ha scelto di fare di tutto per "ritirarsi a 40 anni".
Questo progetto, lo abbiamo visto, ci pone nelle condizioni
peggiori possibili, cioè nella necessità di basarci completamente e solamente
sulle nostre forze, senza nessun aiuto economico esterno (ad esempio i genitori) e,
obiettivamente, questo scenario è abbastanza border-line. Si tratta di vivere una vita totalmente volta al
risparmio ma, potendo contare su un piccolo aiuto in denaro, le cose diventerebbero un po' più semplici.
Essendo questo il mio
personale progetto di vita, non mi sto arrogando il diritto di
proporlo come modello perfetto e immutabile, anzi, sarebbe (per me e per molti)
estremamente utile se commentaste e integraste eventuali mancanze, o
addirittura smentiste completamente la mia tesi, nel qual caso vi ringrazierei
di cuore, perché mi avreste salvato dalla rovina :)
Ciao io ho 40 anni ma lavoro solo da 15 anni (dopo la laurea) e quindi devo almeno aspettare i 45 per decidere che fare della vita. Comunque sono della tua stessa filosofia di pensiero e spero vivamente che riuscirai a coronare il tuo sogno come io il mio!!!
RispondiEliminaPurtroppo mi sono imbarcato in un acquisto di casa nel 2009 che chiaramente con la crisi si sta svalutando (anche velocemente): spero che dopo il 20ennio "fascista" (come chiamo io i 20 anni per la minima :-) ) di lavoro qualcosa sia cambiato in positivo altrimenti la vedo dura costruirsi un minimo patrimonio da mettere a rendita.
Ciaooo
Giuliano
gbolla04@gmail.com
non hai pensato che facendo 2 lavori anche solo per gli anni che ti restano al ritiro programmato stai "rubando" risorse ad altre persone che magari hanno anche loro il tuo stesso obiettivo?
RispondiEliminaanche se solo fino a 40 anni perché oltre alle 8 ore lavorative devo privarmi di altre ore per il lavoro extra quando potrei dedicarle alla mia famiglia?
io ho 32 anni e 2 bambini piccoli sotto i 3 anni, come è possibile realizzare il tuo percorso in questo caso?
secondo me piuttosto che fare una vita sacrificata fino a 40 anni lavorando 12 ore al giorno per accumulare ricchezza meglio cambiare mentalità, lavorare 4 ore al giorno fino a 65 anni e dedicare il resto del tempo libero agli interessi+famiglia+auto produzione e stili di vita più sobri.....
gli eccessi sono sempre sbagliati, in una società come la nostra non si puo pensare di tagliarsi completamente fuori...
Ho pensato spesso all'alternativa che proponi, e devo dire che mi ha sempre molto tentato, il problema è che quando ho smesso di lavorare per 6 mesi (ero in paternità) ho assaporato il piacere di fare quello che mi pare, di non avere capi che mi ordinavano di fare cose assurde, che mi rovinavano i weekend , di vivere libero dalla pressione di un lavoro che mi riempiva di pensieri, anche la sera, quando sarei dovuto stare con la mia famiglia e invece ero stressato e tante volte intrattabile.
EliminaHo preferito scegliere di alzarmi la mattina alle 6 per guadagnare 2 ore in cui portare avanti i miei progetti e poi dedicarvici un altra oretta serale quando mia figlia è andata a letto.
La tua scelta è validissima e si addice a molti, ad altri non credo, quantomeno non è adatta al mio modo di essere, non mi va di accontentarmi di una situazione scomoda, di restare un po di qua e un di la, essere libero ma non del tutto, essere felice ma la mattina no perchè mi aspetta, per tutta la vita, mezza giornata di attività che odio fare.
il problema e' lo stress , accumulando fino a 40 (io mi sono posto il limite di 50 ma credo di farcela prima), con un capitale alle spalle si acquista via via sicurezza e si impara a gestirlo. Lavorando poco e avendo una riserva minima si vive con una costante preoccupazione e lo stress aumenta se ci sono problemi.
EliminaParlo per esperienza personale, dopo un transitorio iniziale si vive benissimo e non la definirei per nulla una vita sacrificata.
Una modifica al persorso di francesco potrebbe essere di andare all'estero nel periodo "preparare a ritirarsi" per incrementare velocemente il capitale (diventa tutto incredibilmente più semplice). Attorno ai 65 dimenticarsi pensione e sussidi (secondo i miei calcoli saranno impossibili da erogare) e integrare il capitale rimasto con il networking (intendo creare una rete di contatti con gente nelle stesse condizioni), come succedeva un tempo quando le persone in difficolta' si davano una mano a vicenda
Interessante punto di vista.
EliminaAnche il sogno della mia vita è simile a quello di Francesco: vivere 6 mesi in Italia (aprile-settembre) e 6 mesi alle Canarie(ottobre-marzo) facendo kitesurf il più possibile, vivendo con poco, autoproducendo e riciclando il più possibile.
Però mi rendo conto di essere estremamente lontano da questo obiettivo anche perchè non avere uno stipendio fisso mi metterebbe molta ansia addosso e probabilmente mi indurrebbe a lavorare il più possibile per accumulare "scorte" per i tempi di magra...quindi non va bene.
Al contrario l'obiettivo di lavorare part time come suggerito lo vedo molto più alla mia portata: lavorare due giorni e mezzo a settimana invece che dal lunedì a venerdì e continuare ad autoprodurre e riciclare il più possibile; riscaldarsi con la legna, spostarsi prevalentemente in bici e curare orto e alberi da frutta. Io sto lavorando in quest'ottica e spero di ottimizzare in futuro.
Se poi riuscirò a trasformare qualche mia passione in lavoro magari potrò chiedere il part time in percentuale massima, ossia 40% (lavorando solo due giorni a settimana ovviamente con stipendio in proporzione.
Se poi trovassi persone con cui condividere similitudini di progetto le economie di scala sarebbero ancora maggiori e ...chissà! :) L'importante secondo me è iniziare comunque a ragionaere in ottica di lavorare meno, anche se il percorso da intraprendere non lo si ha ancora chiaro al 100% . La rotta del viaggio è chiara, la durata, le tappe, i rifornimenti un po' meno ma l'importante è partire.
Un abbraccio
Attilio
Ciao Francesco
RispondiEliminaLeggo il tuo blog da un po' (mi prendo la libertà di darti del tu)
TI faccio i miei complimenti per il "lavoro" che porti avanti e che generosamente condividi con il resto del mondo.
E' la prima volta che ti lascio un commento... e non perchè ti voglia "salvare dalla rovina"... ;-)
Sono interessato a capire meglio un aspetto del tuo progetto che traspare poco dalle tue riflessioni.
Il nodo è questo: i calcoli che riporti sono perfetti in un "sistema lineare" dove non si prevedono "imprevisti" (permettimi il gioco di parole) che in realtà tanto imprevedibili non sono.
Qualche esempio (che magari potrà sembrarti banale) diviso per categorie:
ABITAZIONE
Considerando che stiamo parlando di un orizzonte temporale di decenni: necessità di spese importanti per l’abitazione come sostituzioni di parti d’impianti particolarmente costosi (stufa, caldaia, …) o di ristrutturazione di parti importanti dell'abitazione a fronte di problemi strutturali o di vecchiaia (ad esempio il tetto … e parlo per esperienza personale)
SALUTE
Anche semplicemente qualche dente malato, per non parlare di una dentiera assorbirebbe il budget stanziato per non so quanti mesi … per non parlare di altri potenziali problemi di salute che potrebbero assorbire cifre molto rilevanti. E’ vero che abbiamo un sistema sanitario che fa pagare molto poco o nulla ai redditi molto bassi … ma per quanto ancora sarà possibile? Questa considerazione mi porta (per il momento) all’ultima categoria:
WELFARE
Sarebbe bello immaginare di poter comunque disporre fra 40 anni di sanità e servizi sociali gratuiti e di una “pensione sociale” per i redditi minimi.
Dando un occhio in giro ai calcoli che ipotizzano, con il sistema contributivo”, quanto prenderà la nostra generazione “SE” arriverà ai requisiti minimi, l’importo che indichi per la pensione sociale forse lo si prenderà dopo un’intera vita di lavoro precario (quello verso cui probabilmente si andrà sempre di più). E sarà improbabile che chi non avrà “contribuito” prenderà la stessa cifra di chi ha vissuto un’intera vita da co.co.co/co.co.pro/finta partita iva. Se non altro per una questione di equità (al ribasso).
Mi fermo qui con gli esempi. Spero di non averti dato l’impressione di un approccio pessimista … e di non averti rattristato. Condivido appieno la frase che indica questa società come quella che ha barattato la felicità per la sicurezza.
Io mi definisco un “realista positivo” e sono molto interessato alle tue riflessioni su questi aspetti dell’importantissimo progetto che ti ha portato a creare e far crescere questo blog.
Un saluto e un ringraziamento in anticipo se vorrai rispondere alle mie riflessioni
Un “realista positivo”
Le tue riflessioni richiederebbero un post a parte, perchè scavi nel profondo e ci sarebbe molto da dire. Prima di tutto considera che nei conti che ho fatto, ad un certo punto ho lasciato un margine di 20.000 euro per imprevisti vari, quindi un eventuale macchina da cambiare o qualche intervento all'abitazione possono essere coperti da questo piccolo margine.
EliminaIn secondo luogo ho voluto proporre la situazione più pessimistica possibile, ho calcolato un guadagno di 800 euro al mese ma ho ipotizzato un accumulo di denaro di solo 100 euro al mese, se consideri che si può vivere con 500 euro al mese, i restanti 200 possono coprire eventuali imprevisti.
Ho considerato di recepire uno stipendio medio, ma non è detto che una persone possa guadagnare di più.
Ho considerato la vita di una sola persona che percepisce un solo stipendio, se si è in due si guadagna il doppio ma si spende meno del doppio (questo è il caso della mia famiglia, ad esempio), noi viviamo con 500 euro al mese, fai anche 800 quando ci sono imprevisti, ma mia moglie guadagna anche lei 1500 euro, e quelli sono tutti risparmi.
Molti dei lavori di manutenzione dell'abitazione si possono fare da soli, non c'è limite alla nostre capacità, quando si ha il tempo a disposizione (es. 4 ore in più al giorno smettendo di guarda la tv) si può realizzare moltissimo da soli. In un anno ho costruito uno studio di registrazione e non avevo idea di come si costruissero muri in cartongesso, l'altro giorno si è rotta la lavatrice e l'ho aggiustata da solo, non ne avevo mai aperta una, ho letto un po su internet, ho fatto qualche prova, ho telefonato ad un paio di amici e l'ho aggiustata! Non ci credevo nemmeno io :)
Ci sono le banche del tempo, ci trovi idraulici, carpentieri, muratori che ti sistemano la casa se tu gli sistemi il computer, hai mai portato un PC in assistenza? Hai visto quanto costa? Io te lo aggiusto gratis se tu mi controlli la caldaia ogni due anni ;) Un mio amico, in cambio di lezioni di matematica e sua figlia, mi ha costruito una cucina in giardino, con lavandino e barbecue.
Abbiamo capacità incredibili, sopratutto quando siamo alle strette! Non dobbiamo perdere fiducia in quello che sappiamo fare!
I tuoi esempi non sono banali, io stesso ho una paura folle di sbagliare, di ritrovarmi a rimpiangere le mie scelte; non posso prevedere se mi ammalerò di cancro e non potrò pagarmi le cure che mi salverebbero la vita, non posso sapere se la pensione minima scomparirà o se mi prenderà fuoco il tetto e dovrò sborsare decine di migliaia di euro per rifarlo.
Però, non posso nemmeno prevedere che domani mattina, appena promosso a super dirigente, uscendo dal lavoro, verrò investito da un camion e lascerò la mia famiglia senza un padre... oppure che la mia azienda chiuda e io resti senza lavoro dall'oggi al domani. Oppure compro un gratta e vinci e divento milionario in meno di 5 minuti.
Queste paure sono lecite, ma per me non sono abbastanza per fermarmi dal tentare, i calcoli (ti do completamente ragione) lasciano un po il tempo che trovano, ma la fiducia in noi stessi, quella si che conta, conta più di ogni altra cosa, e se ce l'hai, non fallirai mai :)
Ah, ecco. La censura scatta con le domande. Classico.
RispondiEliminaNon ho censurato nessuna domanda.
EliminaCiao Francesco,ammiro la tua perseveranza e condivido la filosofia di fondo che poi riesci anche ad applicare. Io da tempo sono giunto alle stesse conclusioni. Ho sempre risparmiato, evitato le imposizioni consumistiche, cercato di pianificare e programmare, inseguito l'autonomia energetica, ecc (anche la mia formazione è tecnica, informatica ed ingegneristica). Il tuo articolo però sembrerebbe più orientato a persone che possono pensare solo a se stesse. Dovendo ragionare al plurale, magari con un solo reddito, quando ci sono i figli, ancor di più quando escono dall'adolescenza, i cervelli che dovrebbero condividere queste impostazioni aumentano, e quindi diminuisce la capacità di attuarle. I figli non è detto che avranno le tue stesse aspirazioni, ....anzi....ma anche le avessero dovranno vivere il primo periodo della loro vita immersi nel mondo che tu (ma anche io) vorresti fuggire, e questo è un grande stress, per i genitori e per il bimbo/a che potrebbe non capire perché lui è 'diverso' dagli altri.
RispondiEliminaIo ho superato le soglie che hai considerato tu (ho compiuto da poco 50 anni), ma ancora avrei le stesse aspirazioni (smettere di lavorare!) ogni giorno di più, e ti dico che moltissime delle strategie che hai trattato le ho applicate, forse male..., ma mi sento incastrato in un percorso che non posso interrompere senza causare traumi alla famiglia.
Ho iniziato a lavorare solo per avviare l'autosufficienza per poi dedicarmi ad altre cose. Per 10 anni ho fatto due lavori, ma il tempo passa, le esigenze crescono, gli imprevisti ci sono, ed il lavoro 'provvisorio' ti ruba tutto il tempo e diventa definitivo. Il dovere diventa dittatore.
Ora il mio primo figlio potrebbe affrontare il percorso da te proposto, ma come ho detto all'inizio, lui è una persona che si sta facendo le sue opinioni in QUESTA società, ha le proprie aspirazioni, anche illusioni,..e se ti ricordi quali erano le idee ed i sogni a 20 anni, puoi renderti conto di cosa voglio dire. Tra l'altro la sua persistenza in famiglia o la disponibilita di una eventuale abitazione, andrebbe in contrasto con quelli che potrebbero essere i miei piani. Voglio dire che le cose, con poche risorse, sono sempre piu difficili. Per essere in linea con i tuoi propositi , essere felici, quello che io cerco di consigliare ai miei figli è di far emergere, cercare di capire, cosa piacerebbe fare, quindi puntare su quello, perché l'obiettivo non deve essere 'smettere di lavorare', ma lavorare con passione senza che questo sia un peso; in questo caso non staresti ad aspettare la pensione, la carriera non sarebbe fonte di stress o obiettivo necessario, e sicuramente si sarebbe più felici. Alberto
Condivido su tutta la linea il commento al blog di Alberto... Pur essendo d'accordo sulle linee guida del blog di Francesco, al tempo stesso trovo molto adatto ad un "single" la filosofia di vita proposta da Francesco... e difficilmente applicabile in "famiglia"...
EliminaBeh ognuno deve trovare il suo equilibrio Alberto, essere felici ha significati diversi a seconda delle persone, la tua strada o quella di tuo figlio non possono essere uguali alla mia, sai che noia se fosse tutto uguale, se tutti facessero le stesse cose!
EliminaAd ogni modo questo articolo si intitola proprio "6 possibili mosse" sono solo spunti, per alcuni può essere un linea guida per altri una serie di propositi senza senso, non si può pretendere che si possa applicare a tutte le situazioni, nemmeno la legge lo è.
Ciao Francesco, sono davvero felice di aver trovato qualcuno che la pensi come noi. Il problema per me quando parlo di queste cose con altre persone è che in genere vengo considerato come minimo un sociopatico. E questo mi dispiace perchè le persone non capiscono che queste scelte (o meglio desideri) sono frutto di un punto di vista filosofico, di un desiderio di libertà.
RispondiEliminaIo vorrei vedere la vita, osservare la pioggia in un giorno di tardo autunno, invece di essere in un ufficio a svolgere mansioni che arricchiranno altri e a me daranno di che campare (vivere è un'altra cosa).
Anche io sto cercando di muovermi nella tua stessa direzione ma non è facile. Ho un figlio in età prescolare e pensare di trasferirmi dalla grande città dove vivo in un piccolo paese mi da un grande entusiasmo ma al tempo stesso tanta paura per le posibilità che avrà mio figlio. Assistiamo allo spopolamento delle zone rurali a favore delle città e non credo che il futuro possa riservare un'inversione di tendenza. Anzi, è probabile che tra 15 anni sarà inpensabile o quasi vivere isolati, a meno di non rituffarsi nella schiavitù del lavoro con l'aggiunta del pendolarismo. Non so, ogni volta che ci penso e che dico che si può fare mi sento un grandissimo egoista pensando a mio figlio e già immagino i suoi rimproveri in un futuro non troppo lontano.
Si, io ho 41 anni e ho finito il mutuo, ho una casa di proprietà che, vendendola, mi permetterebbe di comprare una casa in una zona rurale e di contare su una rendita di 800 euro (lordi, acquisto di una casa da affittare) e forse anche di avere un piccolo gruzzolo da parte per le emergenze....
Ma poi? Potrei davvero iniziare la mia ricerca della felicità compromettendo (forse) quella di mio figlio?
So che non puoi darmi consigli ovviamente, ma credo che questo sia lo scoglio più grande contro il quale cozzano le speranze di noi sognatori di libertà.
Un saluto e una fraterna stretta di mano
Ciao Francesco, ho letto con attenzione i tuoi post e li trovo molto interessanti. Vorrei sapere ad oggi come procede il tuo percorso.
RispondiEliminaavrà tagliato pure l'uso del compurer :D
RispondiEliminaEh ragazzi, che vi devo dire, non ci sto dietro a rispondere a 20, 30 commenti che tutti i giorni fate... proprio non so come fare... mi spiace :(
EliminaCiao Francesco, molto interessante la tua storia. Una domanda mi nasce spontanea sul grande risparmio, perchè su alcune cose un po' costose soprattutto se si ha famiglia con bambini non credo si possa risparmiare. Ad esempio per la scuola, comprare libri e attrezzature scolastiche costa un bel po' e non si possono evitare, tu come fai per risparmiare su questo se lo fai?
RispondiElimina