Il sottotitolo di questa terza parte sulle strategie da
attuare nel nostro percorso verso l'abbandono definitivo del lavoro è:
"Non avere paura". Nella Prima parte ho esposto le CIPS, quattro regole base da seguire per cambiare la propria
vita, il risparmio ha un’importanza strategica nella pianificazione e i soldi
sono una variabile da tenere continuamente sotto controllo. Nella Seconda parte
ho precisato il significato della frase "smettere di lavorare", tema centrale
del blog e analizzato i meccanismi malati che governano le aziende,
sottolineando l'importanza di autosostenersi attraverso un impiego nobile, equo
e realmente utile. In questo terzo capitolo vorrei cercare di analizzare la
paura che abbiamo nell'affrontare il grande salto, spiegare perché è
ingiustificata e cercare di capire come è possibile vincerla.
RESISTENZA AL CAMBIAMENTO
In psicologia il concetto di resistenza al cambiamento è ben
noto, gli esseri umani infatti tendono ad essere conservatori e a respingere le
innovazioni, questo perché le nostre giornate, le nostre settimane, i nostri
anni si compongono di azioni ripetute; facciamo sempre le stesse cose. L’80%
dei gesti quotidiani sono basati sulle abitudini, azioni che ripetiamo di
continuo e che abbiamo assimilato talmente bene, da permetterci di compierli
mentre facciamo altro. Guidare mentre fumiamo, mangiare mentre guardiamo la
televisione, sono solo alcuni esempi. Per questo motivo tutto quello che è nuovo ci spaventa, perché
viviamo di abitudini, piccole certezze che ci fanno guardare ogni cambiamento
con occhio critico. Se non mangiamo moriamo di fame, ogni giorno quindi
ripetiamo il gesto del nutrirsi perché ne conosciamo le conseguenze.
Se questa analisi psicologia è vera per le azioni che
compiamo quotidianamente, lo è ancora di più per i cambiamenti interiori; il
nostro equilibro mentale e psicofisico si basa infatti su poche solide
certezze, pilastri che negli anni abbiamo ben consolidato, derivanti appunto da
quelle azioni che ogni giorno ripetiamo ossessivamente, da cui deriva quella
sicurezza che, in quanto essere umani, andiamo costantemente cercando.
I FINTI PILASTRI
Se concetti come l'onestà o il rispetto sono pilastri giusti
su cui basare i nostri comportamenti, altri come la ricchezza o il potere sono
indotti dal sistema in cui viviamo, pilastri che naturalmente non si sarebbero
sviluppati se non venissero costantemente alimentati dal subdolo meccanismo del
consumismo. Su questi falsi punti di appoggio oggi basiamo molti dei nostri
comportamenti e quasi tutte le convinzioni; come conseguenza diretta finiamo
quindi per ritenere essenziale guadagnare quanto più denaro possibile, al fine
di alimentare azioni futili, diventate però parte di quella routine che ci
garantisce equilibrio psicofisico, o meglio, che ci fanno credere ci
garantisca.
Il consumismo infatti fa esattamente questo, indurci a
ripetere azioni inutili così che queste diventino routine e finiscano per
manipolarci emotivamente, manipolarci quel tanto che basta ad indurci a non
cambiare. Esso tuttavia non dichiara mai apertamente i suoi intenti, non dice
mai che Dio è il Denaro e che noi dobbiamo riempircene le tasche per essere
emotivamente equilibrati (leggasi felici), si limita a mostrarci quando si è
vincenti, belli e giovani, se si hanno i soldi.
PAURA DI SMETTERE DI LAVORARE
Per mantenere invariato lo stato delle cose, per la
resistenza al cambiamento, per avere i soldi, noi lavoriamo. Il sistema è così
bravo a mantenerci statici, che la nostra resistenza allo smettere di lavorare
è quanto di più forte ci sia. Anche se non ce ne rendiamo conto, viviamo in uno
stato di costante terrore, e la cosa buffa è che siamo noi stessi ad
alimentarlo, con i nostri comportamenti quotidiani; il sistema in questo
scenario vince sotto tutti i punti di vista. Quando dico che siamo terrorizzati
dall'idea del cambiamento alludo esattamente a questo, milioni di persone
costantemente tenute sotto scacco da pochissimi individui, estremamente abili
nel insinuare bisogni continui, che possono essere soddisfatti solo passando la
vita a lavorare.
LE PECORE E IL CANE
Le pecore hanno paura del cane, restano tutte vicine e si
muovo in gruppo perchè temono che il cane possa far loro del male, in questo
modo il cane può guidarle nella direzione che vuole con pochissimo sforzo.
Siccome le pecore soffrono della sindrome di "resistenza al cambiamento"
non hanno altra soluzione che obbedire; non riescono a cambiare il loro modo di
agire, anche se la soluzione è semplicissima. Non si rendono conto infatti che,
se ognuna di loro prendesse una direzione diversa, il cane non saprebbe più
come fare per riunirle, ma (aspetto ancora più inquietante) non capiscono che
se il cane facesse loro veramente del male, l'uomo lo picchierebbe.
Pochissime persone, capaci però di abbaiare forte, ci
tengono tutti sotto scacco, guidano i nostri gusti e le nostre decisioni, ci
inducono bisogni sfruttando le paure e noi non possiamo fare altro che
ascoltarli. La voce però, quella con cui ci abbiano contro, è l'unica loro
arma, se noi osassimo, non potrebbero fare niente. Essere consapevoli di questo ci rende liberi.
ESSERE INTRAPRENDENTI PER VIVERE FELICI
Le persone che fanno le cose che hanno sempre fatto,
ottengono i risultati che hanno sempre ottenuto.
L'intraprendenza è il peggior nemico del sistema, le persone
intraprendenti studiano, si informano e finiscono per rompere gli schemi. Non
hanno paura di fare una scelta controcorrente, proprio perchè sanno che la
corrente non va quasi mai nella direzione giusta, sanno che il sistema non
incoraggia il cambiamento; tutto deve restare il più statico possibile, perchè
ciò che è statico può essere facilmente contenuto, controllato e previsto.
Il coraggio di intraprendere una strada diversa è la chiave
per vincere la paura, bisogna iniziare dalle piccole cose, io ho cominciato
smettendo di bere il caffè,
sono certo che i miei colleghi mi guardano male (leggasi deridono) per questo,
ma quando quel giorno ho trovato il coraggio di cambiare, ho immediatamente
smesso di avere paura.
Piccoli passi in una direzione nuova sono sufficienti per
rendersi conto che, appena svoltato l'angolo, le strade da scegliere sono
infinite. Non c'è più un unica superstrada asfaltata dove tutti corrono nel
medesimo senso di marcia, non ci sono più caselli, pedaggi e distributori di
benzina, ma tanti piccoli sentieri che si inoltrano le bosco; ed è la, dopo una
bella camminata all'aria fresca, che si intravede la vetta, dove soffia il
vento, che spazzerà via tutte le nostre paure.
Avere preparato lo zaino?
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