Sono Contento se il PIL Scende

Se il PIL scende vuol dire che sto spendendo meno soldi, cioè che ho bisogno di lavorare meno
Il PIL non misura il nostro benessere, ma solo
quanto produciamo e spendiamo. Per me
produrre e spendere sono concetti da evitare
quindi il PIL non misura la qualità della mia
vita
Le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale (FMI) confermano che la crescita economica mondiale è in rallentamento. Quest’anno il PIL mondiale dovrebbe aumentare del +3,3%, dopo il +3,8% del 2011 ed il 5,2% del 2010. Le maggiori preoccupazioni espresse dal FMI riguardano i Paesi sviluppati, con una crescita per l’area OCSE stimata in un modesto +1,2% (USA +1,8%, Giappone +1,7% ed Eurozona in recessione, -0,5%), ma rallentano anche le economie emergenti, crescendo, nel complesso, del 5,4% (Asia +7,3% e America Latina +3,6%).


Noi stiamo messi male, siamo in piena recessione. Leggo su molti blog e siti di finanza svariate strategie da attuare per riprendere a crescere e superare questo momento particolarmente delicato, numerosi i commenti dei lettori che suggeriscono questo o quell'intervento; si parla sopratutto di rilanciare la competitività internazionale e di attuare importanti riforme strutturali.

Ma è questa la vera soluzione? Continuare a crescere è veramente la strada giusta e sopratutto: E' veramente possibile crescere sempre?

Per PIL si intende la produzione totale di beni e servizi dell'economia, diminuita dei consumi, questo vuole dire che per mantenere il benessere e la stabilità economica, occorre produrre sempre di più.

La prima domanda che mi frulla in testa è: ma come è possibile rincorrere una crescita infinita, se viviamo in un mondo finito, con risorse limitate? La risposta è tanto semplice quanto disarmante: non si può, prima o poi le risorse finiscono e non si cresce più! Ma allora perché ci ostiniamo a credere che il PIL sia veramente un indicatore del nostro benessere?

In questo momento sono seduto davanti al PC, smetto di scrivere e cerco di pensare ai momenti belli della mia vita, cioè quando sto veramente bene. Penso a mia moglie e mia figlia, a quando la mattina facciamo colazione tutti assieme con il pane fatto in casa, quando raccolgo la verdura dall'orto o mi riscaldo davanti al focolare mentre nevica. Penso a quando adiamo al lago a fare il bagno, o quando vado a funghi la mattina presto. Queste azioni non producono PIL, non fanno aumentare la produzione di niente, anzi la diminuiscono perché non compero il pane, non compero la verdura o i funghi e consumo meno metano; eppure mi danno benessere, mi rendono felice e mi fanno vivere bene.

Ma allora il benessere sta nel PIL o no?

Mi sa che c'è qualcosa che non va! Il PIL cresce se comperiamo più iPhone, più macchine che consumano benzina e intasano le strade o se passiamo più tempo nei centri commerciali. Cioè, più in generale, dipende da quante ore in più ognuno di noi passa a lavorare/spendere, invece che vivere la propria vita, facendo quello che veramente gli piace fare.

Se le cose stanno così io non voglio che il PIL cresca anzi, sono più contento se decresce, perché vuol dire che sto spendendo meno soldi e che sto contribuendo a porre fine a questa folle corsa che non porta a niente di buono.

Credo che la vera soluzione alla crisi che stiamo vivendo, che a mio avviso non supereremo mai, sia l'autoproduzione. Se mi autoproduco i beni di cui ho bisogno non dipendo più dai mercati, l'aumento dei prezzi non mi tange, ho più soldi in tasca e allo stesso tempo obbligo chi produce a puntare più sulla qualità che sulla pubblicità.

In questo 2012, che mi vede impegnato a vivere sobriamente per capire quanti soldi veramente mi servono, sto capendo che devo cercare di produrmi le cose da me, come unica strada che mi porterà a lavorare meno e vivere meglio.

8 commenti:

  1. È da una settimana circa che seguo il tuo blog, e ho raccolto spunti importanti per cambiare la mia vita. Ti ringrazio:)
    C'era una domanda, però, che volevo porti: è un dato di fatto che siamo schiavi di un sistema basato sul consumo e sullo spreco, però, da questo sistema dipende anche il funzionamento di settori importanti, come la sanità e l'istruzione. Se le persone cominciassero a consumare molto di meno, a vivere con lo stretto indispensabile, non si ridurrebbero anche le entrate degli ospedali pubblici e delle scuole?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Shuren e benvenuto sul blog. No, non credo che gli ospedali e le scuole ne risentirebbero, perchè l'unica cosa che si eviterebbe sarebbero stipendi da 20.000 euro al mese ai manager e sprechi assurdi come convegni alle Hawaii o premi produzione da capogiro. Tutti rimarrebbero a vivere con poco, e ci sarebbe una distribuzione più equa del denaro! :)

      Elimina
    2. Ciao sono Mirko,
      concordo pienamente con questo modo di vedere la vita, ma finche' non ci sara' una ripartizione equa del denaro e dei beni e servizi, ho paura che dobbiamo sperare che il PIL salga...
      per il semplice motivo che se in un'area e' presente un PIL in diminuzione vuol dire che sono in diminuzione certo i cosunsumi, ma questo porta anche una diminuzione del lavoro, e quindi la creazione di innumerevoli problemi disagianti partendo dalle classi sociali più deboli, perché come ho visto ben sai, chi ha soldi da investire... sorride nella crisi perché sa che e' il momento fare affari a scapito di chi ne ha sempre meno

      Elimina
  2. Ciao Francesco, complimenti x il blog, scrivi bene. Vivo in Texas e leggo sempre:"The economist". Hai ragione che non s puo' solo vivere x il pil ma in USA se lavori coi computer vivi bene, in Italia t sfruttano. Qua il problema e' che lavori troppo, xro quando fai la spesa butti tutto nel carrello senza guardare troppo e se t gira d mangiare sushi te lo puoi permettere. Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Chang e benvenuto sul blog! Com'è la vita in Texas, a parte il discorso soldi dico, si sta bene?

      Elimina
  3. Ciao, volevo complimentarmi con te per il tuo bel blog..vivo sulla tua stessa frequenza, intendo dire che a me delle cose materiali non frega pressoché nulla e invece cerco solo più tempo per il mio reale benessere anche se io arrivo anche a rinunciare quasi del tutto alla "vita sociale" perché mi serve tempo per le mie meditazioni e poi perché ormai la gente sa solo parlare di cose futili, di effimere ambizioni..in tutto questo però riconosco di essere un piccolo "parassita sociale"; mi spiego meglio: questo lusso di poter dire "rallento" ce l'ho solo perché tutti gli altri continuano a correre..il tuo bellissimo progetto di autosostentamento si scontra aimhé con la realtà del mondo: se il mio bel raccolto per cause naturali se ne va in fumo muoio di fame?se il legname per scaldarci lo vogliamo in troppi e non mi bastano gli alberi che si fa?..a me oggi va bene perché se la mia insalata non cresce trovo al supermercato un bel caspio pronto da essere mangiato..se tutti facessero come me (e te) che succederebbe?..e senza dimenticare chi non nasce nel mondo fortunato come il nostro ma nasce nel mondo degli schiavi, loro non se lo possono proprio permettere il lusso di dire "speriamo che il PIL cali" sennò muoiono e a nessuno fregherebbe niente tra l'altro..è chiaro che questo modello consumista non va bene, è chiaro che oggi si è spinto ad un livello troppo estremo di competizione e invece per me si dovrebbe basare di più sulla collaborazione (ma purtroppo per collaborare tutti si dovrebbe avere un progetto comune che non c'è)..vivere con meno, se tutti lo facessero, vorrebbe dire un mondo di stampo pre-industriale, vallo a dire ad un 80enne che magari faceva davvero il contadino se era più semplice: alzatacce SEMPRE, non solo quando mi va, lavorare sodo col freddo e col sole che ti brucia la pelle..era una vita dura anche quella..non prendere il mio (troppo) lungo post come una critica, spero solo di averti fatto porre nuovi quesiti..ciao e in bocca al lupo..

    RispondiElimina
  4. Sostengo l'autoproduzione da qualche tempo... Complimenti x il tuo blog! Tienici aggiornati. Io sono sul tuo percorso, seppur vivendo già nel luogo collinare che amo, sono costretta a pendolarizzare da 11 anni e con un ritmo e stile di vita devastante... Appena mio figlio ha tutti gli strumenti x spiccare il volo e fare le sue scelte in autonomia, allora anche io spiccherò il mio...

    RispondiElimina
  5. Sono d'accordo anche io si tutto qui si deve capire che questo sistema è finito Non può esserci una crescita infinita in un mondo finito quindi si deve cambiare è cambiare significa decrescere per poter stare meglio è vivere si più il nostro tempo perché questo sistema ci porta a Non avete più il tempo è nostra disposizione è ci rende schiavi del lavoro

    RispondiElimina

Sono molto felice che tu abbia deciso di lasciare un commento, la tua opinione è molto interessante per me, tuttavia prima di commentare tieni presente le seguenti informazioni:

1. Prima di fare una domanda usa il form di ricerca in alto a destra e leggi la sezione Contatti, dove ci sono le risposte alle domande più frequenti.
2. Vengono accettati solo commenti utili, interessanti e ricchi di contenuto.
3. Non linkare il tuo sito o servizio per farti pubblicità, non servirebbe, i link sono tutti no_follow e comunque il commento non verrebbe pubblicato.
3. Se il commento è offensivo (anche in modo sottile e indiretto) non verrà pubblicato.