Andare all'Estero: Hai Tutte le Carte in Regola per Farlo?

Andare all'Estero: Hai Tutte le Carte in Regola per Farlo?
Cosa serve veramente per trasferirsi
in un altro Paese
Spesso si sogna di trasferirsi e andare a vivere all'estero, di frequente sento pronunciare la famosa frase: “Basta, mando tutti a quel Paese e mi trasferisco in un’isoletta sperduta”, ma oltre alle belle intenzioni, ci siamo mai chiesti se veramente abbiamo tutti i requisiti necessari per cambiare vita ed andare all'estero?

In questo articolo scopriremo quello che serve realmente per andare via dall'Italia e costruirsi una nuova vita in un Paese straniero, punti fondamentali per attuare il cambiamento e metterci al riparo da possibili fallimenti, così da stabilire se siamo mentalmente e tecnicamente pronti per affrontare il cambiamento.




E’ facile andare all'estero?


Prima di entrare nel vivo dei punti sui quali vale la pena riflettere, penso sia il caso di capire a grandi linee se sia o meno facile andare all’estero, per dare una svolta alla propria vita. Purtroppo le statistiche parlano chiaro: se valutiamo l’intera percentuale d’italiani che tentano il trasferimento, ci rendiamo conto che quelli che ce la fanno sono solo una minima parte, la stragrande maggioranza rientra in patria prima dei tre anni.

L’elevata percentuale di fallimenti è dovuta al fatto che, generalmente, si prende sottogamba una scelta che nasconde moltissime incognite e svariati aspetti negativi. Per quanto io possa stimare una persona che trova il coraggio di andare all'estero, non posso esimermi dal definirla uno sprovveduto, qualora non elabori con attenzione e precisione un piano d’azione sul breve e lungo termine. Di recente ho parlato con alcuni amici che hanno tentato di trasferirsi all'estero senza successo, rientrando dopo pochi mesi; alcuni hanno scelto di trasferirsi con l’intera famiglia, altri, essendo single, si sono mossi in totale autonomia. In entrambi i casi è emerso come il fallimento derivasse dalle troppe aspettative riposte in un Paese estero mitizzato da racconti e articoli letti in rete, ma rivelatosi assolutamente inadatto alle esigenze di persone abituate a tenori di vita ben diversi.

Le statistiche, poi, mostrano chiaramente come la stragrande maggioranza delle persone (quasi il 95%) si trasferisca, non in paradisi tropicali dove condurre una vita semplice ed economica, ma in quelle zone del mondo dove il lavoro è al centro dell’esistenza, come gli Stati Uniti o l’Europa.

Questi numeri dovrebbero farci quantomeno riflettere sulla realtà che si nasconde dietro alle storie di giovani avventurieri scappati dalla metropoli per vendere cocktails sulla spiaggia, casi isolati di pochissimi fortunati, che purtroppo riecheggiano in televisione e su noti portali specializzati in "trasferimento all'estero", illudendo migliaia di lettori sull'apparente semplicità con cui tale scelta può essere eseguita.

E’ colpa di questo meccanismo, ancora una volta votato al solo scopo di “fare notizia” e attirare pubblico se, tra le fila di chi rischia tutto per cambiare vita, sono presenti più casi di fallimento che di successo. Oggi, in questa sede, cercheremo di capovolgere il punto di vista e, partendo dalle buone intenzioni, proveremo a capire insieme cosa serve per andare all’estero, e come colmare le eventuali mancanze.


Perché vogliamo andare all'estero?


Gli astronauti non vanno sulla luna perché odiano l’ossigeno, ma per la grande voglia di esplorare. Allo stesso modo, chi decide di andare all'estero non lo deve fare perché odia il posto in cui si trova, ma perché ama quello in cui vorrebbe vivere. Questo concetto è di vitale importanza e va capito a fondo, perché la voglia di scappare e cambiare vita, rischia di annebbiarci la vista e impedirci di giudicare in modo lucido quello che stiamo facendo. L’uomo tende infatti a dare maggior importanza agli aspetti che accondiscendono la sua visione, trascurando quelli che la contraddicono, in modo da autoconvincersi della scelta che sta effettuando. Questo meccanismo è molto pericoloso, soprattutto quando si tratta di trasferirsi all’estero, un processo che ci cambierà completamente la vita.

E’ meglio disilluderci che fare qualcosa in cui non crediamo veramente, la forza di una mente lucida, che sa ragionare al di sopra di ogni impulso emotivo, è la nostra unica àncora di salvezza. 


Soluzione


E’ assolutamente necessario scrivere nero su bianco i motivi per cui vorremmo andare all'estero, ragionando poi sulla possibilità di agire sulla nostra condizione attuale, al fine di migliorarla senza ricorrere ad un cambiamento così drastico. Sembra brutto a dirsi, ma andare all'estero è un processo talmente difficile e rischioso, che sarebbe meglio evitarlo; prima di considerare la partenza sarebbe opportuno concentrarsi sulla possibilità di cambiare la propria vita restando in Italia, perché questa forma di cambiamento incontrerebbe meno ostacoli dello spostarsi all'estero, magari con tutta la famiglia al seguito.


Il posto dove vogliamo andare è come lo immaginiamo?


Per conoscere veramente un luogo occorre viverci per un periodo piuttosto lungo, zone del mondo che riteniamo meravigliose, solo perché ci siamo stati in vacanza per un paio di settimane, potrebbero rivelarsi un vero e proprio inferno. Moltissimi dei paradisi tropicali pubblicizzati attraverso squarci meravigliosi di spiagge ed acqua cristallina, si trasformano in posti invivibili, per lunghi periodi dell’anno. Piogge torrenziali che durano settimane, invasioni di zanzare oltre ogni livello di sopportabilità, blackout continui, epidemie anche molto pericolose, strade impraticabili per giorni e giorni, freddo intenso, stress dovuto a megalopoli cresciute in modo troppo rapido e disorganizzato, sono solo alcune delle testimonianze che ricevo da persone che mi scrivono per invogliarmi a trattare questi temi dal giusto punto di vista.

Un altro aspetto al quale si da poca importanza è il rapporto tra il costo e il tenore di vita; è vero che in molti Paesi esteri industrializzati vivere costa meno, e vengono assicurate pensioni di buon livello, ma nei paradisi tropicali, quelli che stanno al centro dei nostri sogni, quali sono i servizi a cui possiamo accedere e il loro grado di affidabilità? Sto parlando della sanità e dell’istruzione, capisaldi irrinunciabili che possono garantire, a noi e alla nostra famiglia, il medesimo livello di sicurezza e cultura presente nel nostro Paese.
Andare all'estero, soprattutto se si ha famiglia, significa attuare un cambiamento che non coinvolge solo noi stessi: se avessimo bisogno di cure serie, il luogo dove vogliamo andare potrebbe fornircele? I nostri figli riceverebbero il medesimo grado d’istruzione che in Italia e, una volta cresciuti, qualora volessero rimpatriare, ne avrebbero i mezzi? I titoli di studio conseguiti permetterebbero loro di trovare lavoro e rifarsi una vita in un altro Paese? L’istruzione e la sanità hanno costi sostenibili?


Soluzione


In questo caso è molto importante trovare un contatto fidato nel luogo di destinazione; non è necessario affidarsi ad italiani che, sotto cospicuo compenso, ci danno un aiuto per andare all'estero; è sufficiente contattare qualcuno che vive lì da qualche anno, e farsi elencare i pro e i contro della vita all'estero. Internet è piena di siti web e gruppi di Facebook che trattano l’argomento, è sufficiente avere la pazienza di cercare qualcuno con cui parlare a tu per tu, magari sfruttando Skype.

Un paio di community interessanti sono Vivere all'Estero e Lavorare all'Estero. Questi gruppi di Facebook fanno capo a siti dove ci sono anche servizi a pagamento, ma possiamo limitarci ad utilizzarli per contattare persone a cui chiedere consigli. Ad esempio, ricercando su Youtube informazioni sul costo della vita in Germania, mi sono imbattuto in questo video:



Lambrenedetto, il protagonista del video, è proprio uno dei tanti personaggi che si trovano in rete, e che è possibile contattare tramite la sua Pagina di Facebook allo scopo di ricevere consigli su come andare all'estero.

Io stesso, che da qualche anno progetto un trasferimento alle Canarie, ho trovato numerosi contatti che periodicamente interpello per sondare la situazione Spagnola, sia in merito alla crisi finanziaria che all'andamento del mercato immobiliare.




Conosciamo la lingua?


Sembra una banalità ma spesso si fantastica sugli aspetti più interessanti dell’andare all'estero, dimenticandosi di quelli basilari, come ad esempio la conoscenza (ad un livello almeno sufficiente) della lingua locale. E’ molto importante saper parlare, leggere e scrivere correttamente nella lingua del posto, non solo per avere più chances di trovare un posto di lavoro all'estero, ma anche per essere autonomi nello sbrigare le pratiche necessarie al trasferimento, come l’apertura di un conto corrente in una banca estera, la richiesta di residenza, la piena comprensione del contratto di lavoro e dei contratti di fornitura dell’energia e dell’acqua. 

Anche l’acquisto di una casa o il contratto d’affitto necessitano d'essere letti da qualcuno che conosce bene la lingua; a tal proposito molti tendono ad affidarsi a personaggi che, in loco, svolgono un servizio di intermediazione, aiutandoci ad espatriare. Spesso si tratta d’italiani all'estero che si sono trasferiti da ormai diversi anni, e conoscono a sufficienza i passi da seguire quando s’intende andare all'estero; purtroppo, in questo campo sono pochi i professionisti affidabili e le testimonianze di truffe e raggiri sono argomento di accese discussioni sui forum di mezza rete.


Soluzione


Come al solito chi fa da se fa per tre, nulla può sostituire una pianificazione attenta e la ricerca d’informazioni in modo autonomo e approfondito, ma l’ostacolo della lingua va ben tenuto in considerazione. In questo caso, se abbiamo bisogno di imparare o migliorare la nostra lingua, possiamo iniziare con il frequentare qualche corso o, meglio ancora, scambiare le nostre competenze per lezioni di lingue straniere, magari Appoggiandosi alle Banche del Tempo o ospitando gratuitamente qualcuno che ci insegni la lingua, come ho spiegato In Questo Articolo.

In seguito occorre perfezionare la nostra comprensione della lingua straniera, andando all'estero il più possibile e sforzandoci di comunicare con le persone del luogo. 



Trovare lavoro all'estero


Spesso si crede che andare all'estero equivalga a spostarsi in un luogo dove le opportunità di lavoro aumentino automaticamente, ma non è così. La regola, in qualunque posto del mondo, è sempre la medesima: troviamo lavoro se l’offerta coincide con la domanda, cioè se le nostre competenze sono quelle ricercate dal datore di lavoro. Il lavoro, nonostante sia definito e percepito come un diritto, nella realtà dei fatti non lo è. Se abbiamo difficoltà a trovare lavoro in Italia, dovremmo prima valutare in che misura questa condizione dipende dalla nostra mancanza di competenze ed esperienza professionale e, solo allora, valutare di andare all'estero.

Il passo successivo è quello di capire se la nostra formazione e i nostri studi possono competere con lo standard richiesto nel luogo di destinazione; in molti Stati, infatti, per trovare lavoro in alcuni settori potrebbe non essere sufficiente il medesimo titolo di studio richiesto in Italia.

Vanno infine tenuti in considerazione i pro e i contro di cercare lavoro all'estero. Molti consigliano di iniziare la ricerca restando in Italia e sfruttando i numerosi siti di annunci di lavoro all'estero, ma questa scelta ha molti aspetti negativi: per affrontare anche un solo colloquio dovremmo metterci in viaggio e, andare all'estero, ha dei costi piuttosto elevati. Inoltre non avremo la possibilità di farci un’idea del luogo, se sia facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto, o se si trovi in una città dove il costo della vita è adeguato allo stipendio. Al contrario, trasferirsi prima di iniziare la ricerca, significa dover affrontare un periodo più o meno lungo di assenza di lavoro (e denaro); in questo caso è molto difficile stabilire quanto questa situazione durerà e di quanti soldi avremo bisogno per vivere mentre ricerchiamo un impiego.

Soluzione


Prima di tutto va eseguita un’analisi precisa del Paese estero in cui vogliamo andare, al fine di capire quali sono le opportunità che l’economica locale offre e se queste combaciano con le nostre competenze. Per faro un buon punto di partenza è la lettura dell’articolo Come Conoscere l’Economia di Ogni Paese, dove viene spiegato come reperire informazioni sempre aggiornate sull'andamento dell’economia di un Paese estero.

In seguito va creato un curriculum nella lingua correntemente parlata ed eseguito un primo tentativo di trovare lavoro direttamente dall'Italia, appoggiandosi, per esempio, al portale Eures, che permette di Consultare Offerte d’Impiego Aggiornate in tempo reale, per ben 32 Paesi esteri. Oppure usando il servizio di VivaStreet, specifico per la ricerca di lavoro all'estero.

Se questa strategia non risultasse vincente, cerchiamo di recarci nel luogo di nostro interesse e prendiamo contatto con i locali, chiedendo se esistono agenzie di collocamento e quale sia il percorso giusto per introdursi nel mondo del lavoro. Alle volte le occasioni più interessanti nascono dal nulla.




Avere un piano B


Considerando l’alto livello di fallimenti conseguiti da chi ha deciso di andare all'estero, è assolutamente necessario progettare fin da subito un’alternativa al nostro progetto principale. Se le cose dovessero mettersi male, abbiamo sostanzialmente tre possibilità:

  1. Restare nel Paese estero in cui ci siamo trasferiti, ma cambiare i traguardi, magari accontentandosi temporaneamente di un lavoro umile o meno interessante, di vivere in un luogo diverso da quello prestabilito e quindi progettare “in loco”, con maggior cura e realismo, il completamento del nostro progetto di cambiamento.
  2. Ritornare in Patria: se, dopo essersi trasferiti all’estero, si realizza che la scelta non era stata ben congegnata o il luogo si è rivelato diverso dalle aspettative, dobbiamo tenerci aperta l’opportunità di un rientro in Italia, e di ritornare alla nostra vecchia vita. In questo senso può essere una buona idea stanziare un piccolo capitale per fronteggiare il rientro e un certo periodo di ricerca di un nuovo lavoro. In visione di questa possibilità e alla luce della facilità con cui si sottovaluta l’andare all'estero, converrebbe restare in buoni rapporti con il nostro precedente datore di lavoro o evitare di chiudere un’attività in proprio, almeno per il primo anno, in modo da poter riprendere la vita di prima, qualora il trasferimento all'estero non andasse a buon fine.
  3. Cambiare destinazione: se si realizza di amare il cambiamento ed essere in grado di adattarsi alle situazioni di vita più disparate, si può valutare di andare all’estero, ma in un luogo differente, sia dopo un breve ritorno in Italia, che direttamente dal Paese in cui si troviamo.  Un mio caro amico, qualche anno fa, dopo essersi trasferito in Giappone, ha capito che quel luogo non faceva al caso suo, così ha optato per la “vicina” Australia; oggi vive stabilmente la, lavorando e conducendo la vita che aveva tanto sperato.


Una buona strategia di cambiamento deve necessariamente includere un piano di riserva, un’alternativa che ci possa salvare, se le cose non andassero secondo quanto prestabilito. In questo modo vivremo il nostro “andare all'estero” con maggior tranquillità, perché consci che il rischio che ci stiamo assumendo non è poi così elevato.


Per quante parole si possano spendere sul giusto percorso da compiere quanto s’intende andare all'estero, nessuna strategia può prescindere dalla prudenza e dalla pianificazione, il tutto ben condito da una profonda sincerità vero noi stessi, in modo da essere certi che questa forma di cambiamento sia realmente la soluzione ai nostri problemi. E’ importante pensarci bene, perché nulla ci può salvare da noi stessi e dall'incapacità di individuare con precisione la causa del nostro malessere.

1 commento:

  1. Bell'articolo.
    Probabilmente con la quantità maggiore di informazioni a disposizione che si hanno oggi prendere fregature è diventato più difficile per chi non sia un'analfabeta funzionale (in tal caso meglio non provarci neanche ad espatriare).

    Espatriato nel 2012 dall'Italia alla Svizzera, posso dirvi che le informazioni su tutto ciò che serve sono facilmente reperibili dai siti istituzionali e dalle mille community in rete, prime su tutte englishforum.ch e comparis.ch.

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