Conviene la Stufa a Pellet, Quanto si Risparmia?

Come Risparmiare con le Stufe a Pellet
Quale è il risparmio reale
con una stufa a pellet
In molti mi avete chiesto di parlare delle stufe a pellet, di capire se conviene dotarsene e quanto è possibile risparmiare utilizzandole. Non ho diretta esperienza sull'argomento, perché da anni, l’inverno, utilizzo la normale stufa a legna, pertanto mi sono informato e ho basato questo articolo su una tesi di laurea che ho trovato in rete, integrando con i consigli ad alcuni conoscenti che vendono tali prodotti.

In questo articolo capiremo il funzionamento delle stufe a pellet, quali scegliere, quale sia il modo migliore per riconoscere pellet di qualità, come si accede agli incentivi, il tutto condito dai soliti conti per stabilire il risparmio reale.



Come funzionano


Le stufe a pellet sono molto simili a quelle tradizionali a legna; molti modelli, per funzionare, necessitano anche della corrente elettrica, questo perché i pellet, cioè il combustibile che utilizzano per riscaldare, viene "infiammato" da una resistenza elettrica, inoltre il tiraggio della canna fumaria è indotto da una ventola, anche quella alimentata elettricamente. Il consumo elettrico è comunque trascurabile.

Le stufe a pellet sono dotate di un vano (serbatoio) che solitamente si riempie dall’alto e può contenere dai 15 a 60kg di pellet, il meccanismo di alimentazione è autonomo, pertanto è sufficiente caricare il serbatoio della stufa e questa preleva un po’ alla volta i pellet da bruciare, senza necessitare d’intervento alcuno.

Serve ovviamente un camino, tipicamente meno largo delle normali stufe a legna (dagli 80 a 100mm) che deve essere realizzato in un materiale speciale, in Italia regolamentato dalle norme UNI; il materiale tipicamente utilizzato è l'acciaio AISI 316.

Le stufe più moderne sono dotate anche di una bocchetta che da verso l’esterno della casa, da cui prelevare l’aria da riscaldare; questa tipologia di stufe è ottima per le case di nuova concezione, cioè quelle completamente isolate dall’esterno. Il calore prodotto viene distribuito all’intero della stanza grazie ad una ventola (anche questa alimentata elettricamente), meccanismo particolarmente efficace per riscaldare rapidamente gli ambienti.

Chi fabbricasse una casa e prevedesse l’utilizzo di una stufa a pellet, deve sapere che esistono dei modelli che hanno più canali d’uscita dell’aria calda; studiando un sistema di canalizzazione del calore all’interno dei muri di casa, è possibile riscaldare più ambienti contemporaneamente.

I modelli moderni sono anche dotati di un crono termostato in grado di accedere e spegnere la stufa a pellet in modo programmato, di regolare automaticamente l’accensione e la velocità di rotazione delle ventole di diffusione del calore e forzarne lo spegnimento una volta raggiunta la temperatura desiderata.


Stufe a pellet quanto consumano e quanto si risparmia


Non è facile determinare il consumo e il risparmio derivante dalle stufe a pellet, perché il rendimento e la capacità di generare tutto il calore di cui abbiamo bisogno, dipendono da moltissimi fattori. Prima di buttarci nei conti va specificato che la stufa a pellet non è un sistema che permette di riscaldare intere abitazioni di grandi dimensioni, esattamente come accade per la classica stufa a legna, stiamo parlando solo di un sistema integrativo, che può riscaldare gli ambienti più frequentati durante il giorno. Tuttavia, chi vive in piccoli appartamenti, diciamo di 60 o massimo 80mq, potrebbe ottenere tutto il calore di cui ha bisogno da questi dispositivi. Va ricordato che  il 30 % del calore prodotto dalla stufa rimane nella stanza in cui essa è situata, quindi gli open space sono l’ideale per una resa e un risparmio ottimale.

I nostri conti saranno relativi alle stufe ad aria, cioè quelle che diffondono il calore per irraggiamento e tramite ventole, ma è bene sapere che esistono anche stufe ad acqua che, collegate alla caldaia, scaldano appunto l’acqua che circola nell’impianto di riscaldamento.

La qualità della stufa è decisiva in questa valutazione, in commercio ne esistono numerosi modelli, saper scegliere la stufa a pellet giusta fa la differenza, sia in termini di resa, sia per la durata nel tempo. Anche la qualità dei pellet gioca un ruolo fondamentale nella capacità di riscaldare efficacemente gli ambienti; pellet economici producono poco calore, sporcano molto la stufa e si consumano rapidamente. Più avanti nell’articolo dedicherò un capitolo apposito su ciò che dobbiamo tenere in considerazione quando acquistiamo una stufa a pellet.
Iniziamo dunque a valutare se e quanto si risparmia con la stufa a pellet. Immaginiamo di voler riscaldare, per l’arco dell’intero inverno e una piccola parte della primavera e dell’autunno, i due locali che frequentiamo maggiormente durante il giorno e nelle ore serali, cioè la cucina ed il salotto. Ipotizziamo che, per una casa di grandi dimensioni, si tratti di una superficie di circa 60mq, mentre, per chi vive in appartamenti di piccole dimensioni, consideriamo questa metratura la complessiva dell'appartamento, con l’ovvio vantaggio di riuscire a scaldare, almeno in parte, anche la zona notte.

Eseguiamo i calcoli immaginando di possedere una stufa a pellet di media qualità, che programmeremo per accendersi alle 7 del mattino, in modo da permetterci una colazione confortevole, e si spenga alle 7 di sera, così da sfruttarne il calore residuo fintanto che non ci corichiamo, limitando i consumi.

Si stima un consumo medio di 15kg di pellet per 12 ore, cioè un sacco intero che, mediamente, per pellet di qualità discreta, ha un prezzo che si aggira attorno a 3,50 euro. 

  • 1 metro cubo di metano sviluppa circa 10 kWh di potenza
  • 1kg di pellet sviluppa circa 4,8 kWh di potenza

Questo significa che ci vogliono 2,083 Kg di pellet per produrre lo stesso calore di un metro cubo di metano. Se, in un giorno, consumiamo 15Kg di pellet, significa che stiamo risparmiando 7,2 metri cubi di metano. 

Siccome un metro cubo di metano costa circa 0,78€, abbiamo che  0,78 x 7,2  = 5,61 euro.

In pratica, ogni giorno, invece di spendere 5,61 euro ne spendiamo 3,5 (il costo di un sacco di pellet da 15kg), con un risparmio quotidiano di 2,11 euro. Ipotizzando che, soprattutto nelle regioni del nord Italia, si incominci a riscaldare a metà ottobre e si smetta alla metà aprile (per un totale di 180 giorni circa), in un anno si ottiene un risparmio di circa 380 euro.

A questo punto valutiamo il prezzo d’acquisto e installazione di una stufa di media qualità; stando ai prezzi di mercato possiamo ipotizzare una spesa di 1500 euro e un costo d’installazione complessivo di 500 euro. Questo importo può essere in parte recuperato accedendo alle detrazioni irpef del 36% (fino all’01/07/2013 erano del 50%) oppure, in alcuni casi particolari che contemplano la sostituzione di un vecchio generatore di calore, si può accedere al Conto Termico (D.M. 28 dicembre 2012) del GSE.

Qui un PDF preso dal sito del GSE con i dettagli del funzionamento e in quali situazioni è concesso.

A seconda del tipo di incentivo o detrazione a cui abbiamo diritto ad accedere, recupereremo una parte della spesa iniziale; nel caso della detrazione irpef la spesa sarà di 1280 euro (2000 – il 36%) mentre, se abbiamo accesso all’incentivo concesso dal GSE, la spesa si riduce in base alla zona in cui viviamo: per il nord Italia sono 2 rate da 524 euro l’una, per un totale di 1048, quindi 2000 – 1480 = 952 euro.

In entrambi i casi, semplificando, con un risparmio annuo di 380 euro, recuperiamo i costi iniziali in circa 3 anni.


Quali stufe e quali pellet scegliere


Iniziamo dalla stufa:


Di modelli ce ne sono moltissimi, alcuni molto validi altri estremamente economici ma di qualità inferiore. Le prime info le troviamo già sul tagliandino di vendita: è importante che sia presente il simbolo CE, e che riporti la sigla EN 14785:2006, che identifica una stufa a pellet certificata. La potenza viene indicata in kW, si va da un minimo di 6 kW a un massimo di 15 kW; la scelta della potenza dipende dalla grandezza degli ambienti che s’intende riscaldare, dalla loro disposizione e dal tipo d’isolamento termico della casa, pertanto, prima dell’acquisto è sempre consigliato un sopralluogo da parte del fornitore, che saprà consigliarci su quale modello comprare. Le stufe a pellet possono essere ricoperte di ceramica o di acciaio, la prima non scotta e ha il pregio di mantenere a lungo il calore, la seconda ha il vantaggio di raggiungere temperature più elevate, ma si raffredda piuttosto rapidamente.

Oggi si trovano stufe a pellet di fascia media a partire da 1500 euro, ai quali dobbiamo aggiungere un certo importo relativo all'installazione, che può variare anche di molto a seconda della tipologia d’intervento necessario alla messa in funzione dell’apparecchio. Diciamo che, mediamente, possiamo stimare una cifra che si aggira attorno ai 500 euro. Anche l’estetica al suo costo, stufe adatte ad ambienti raffinati, ad esempio, raggiungono tranquillamente i 5000 euro. 

Vale quindi sempre la regola di farsi prima fare un preventivo completo in ogni suo aspetto, cifra che può essere valutata con precisione solo dopo un sopralluogo da parte del rivenditore/installatore.

Passiamo ai pellet


Pellet di buona qualità hanno una resa termica superiore anche del 20% rispetto a quelli di cattiva qualità. In commercio se ne trovano di moltissimi tipi e non esiste uno standard di qualità preciso; l’AIEL (associazione italiana energie agroforestali) ha creato l’unico sistema di attestazione della qualità dei pellet in Italia, chiamato PELLET GOLD, ma (per ora) non è ancora certificato. In ogni caso, questo pseudo standard sembra essere piuttosto virtuoso, perché basato sulle norme CEN/TS I 4961 I, DINplus, OENORM M 7135 e sui limiti introdotti dal PELLET FUEL INSTITUTE (PFI) americano.

La prima regola per scegliere un buon pellet è osservarlo attentamente, perché quelli di qualità sono generalmente lucidi e lisci, hanno forma e lunghezza molto regolare, e il più possibile privi di polveri o “segature” residue sul fondo del sacco. Il secondo test di qualità, che tuttavia si può effettuare solo dopo l’acquisto, è provare ad immergerli nell’acqua: se galleggiano sono di cattiva qualità. La D.Lgs n. 152/06 stabilisce che il legno per la creazione dei pellet deve essere vergine, assolutamente privo di formaldeide, cioè che sia stato trattato solo in modo meccanico.

E’ molto importante scegliere pellet di qualità perché questi producono meno residui, quindi fanno durare di più la stufa, perché riducono la formazione di incrostazioni nella camera di combustione. In realtà queste formazioni possono dipendere anche da un errato settaggio della stufa, ma si da per scontato che l’installatore imposti correttamente i parametri necessari ad corretto funzionamento dell’apparecchio.

In generale si può affermare che il pellet migliore è quello ottenuto dal legno vergine di faggio e abete (meglio se c’è almeno il 70% di faggio) pertanto deve avere un colore chiaro. Esistono in commercio anche pellet di colore scuro, questi non sono necessariamente di bassa qualità, perché tale colorazione più essere dovuta ad una forte riduzione dell’umidità, a partire dal legno originale, ma se vogliamo andare sul sicuro è più semplice scegliere quelli di colore chiaro.

Per comodità, nella seguente tabella riporto quelli che possono essere considerati i valori di riferimento per pellet di qualità, quando acquistiamo controlliamo l’etichetta o chiediamo di poter visionare la scheda tecnica che il produttore dovrebbe sempre consegnare assieme ai pellet, confrontiamola con questa tabellina e agiamo di conseguenza.

stufe a pellet
tabella rendimenti ottimali pellet per stufe


Ho resto disponibile per il DOWNLOAD la tabella di cui sopra (in formato PDF) così da poterla stampare in formato A4, e portare con sé quando ci si reca presso il proprio rivenditore di fiducia.


Conclusioni


Le stufe a pellet convengono certamente, sono più pulite delle normali stufe a legna anche se quest’ultime, come ho Spiegato in un Apposito Articolo, permettono di risparmiare ancora di più, soprattutto se la legna ce la si procura tagliandola nel bosco.

Un preventivo accurato e un sopralluogo da parte dell’installatore è la prima mossa da compiere, questo perché esistono stufe a pellet di diversa potenza e dotate di sistemi tecnologici adatti agli ambienti in cui verranno installati, per cui, o si esegue un acquisto totalmente consapevole, oppure è assolutamente consigliato affidarsi all'esperienza dei rivenditori.

Per la stesura di questo articolo ho preso e rielaborato alcune informazioni da questa completissima Tesi di Laurea sulle Stufe a Pellet, scritta da Michele Brugnaro per la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Padova. E’ il documento più completo e preciso che sia stato in grado di trovare, ne consiglio caldamente la lettura completa (67 pagine).

Aggiornamento 22/12/2014: Attenizone perchè nella legge di stabilità del 2015 è previsto un aumento dell'iva sui pellet dal 10 al 22%, pertanto questi conti vanno rivisti aumentando il prezzo dei pellet del 12%!

7 commenti:

  1. Interessante....
    casa mia è strutturata su 4 piani:
    interrato: garage, taverna, cantina e lavanderia --> scaldo solo la lavanderia (ci facciamo la doccia) con termosifone... taverna solo all'occorrenza (metti conto 1 volta al mese) con ventil
    piano terra: cucina/soggiorno open space, bagno --> riscaldamento a pavimento
    primo piano: camera, bagno e studio --> non scaldo! avendo la scala aperta il calore sale dal soggiorno
    secondo piano: due camere e bagno --> saranno le future camere dei bambini, per ora non vengono scaldate
    QUINDI, ad oggi, tengo acceso il termo della lavanderia (circa 10h al giorno, perchè causa impegni lavorativi io e mio marito ci facciamo la doccia in orari diversi) + riscaldamento a pavimento in zona giorno che però mi scalda anche il primo piano (24h su 24). Mediamente, in un anno, spendo 1.300 euro. Mi sembrano tanti!

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  2. ti conviene una stufa con aria canalizzata!!il risparmio e garantito!!la metti al piano terra e poi mandi su i tubi con aria calda!!

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  3. pare che l'iva sul pellet sia tornata al 10 % http://www.qualenergia.it/articoli/20151106-pellet-legge-stabilit%C3%A0-2016-l-iva-torna-al-10-per-cento-testo

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  4. metti una stufa a idro....l'attacchi alla caldaia...e ti vanno i riscaldamenti .....ora hai un casino di incentivi statali tra conto termico e 65 %

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  5. Tiziana 01/05/16. Volevo un consiglio, su una casa anni 60, unico cambiamento gli infissi,quindi senza muri isolati,soffitta non isolata, un magazzino al piano terra non riscaldato. Il mio appartamento e' di 135mq. Spendo circa 3.000euro l'anno di metano ammetto che amo il caldo, in tutte le stanze circa 22 gradi.ho fatto fare dei preventivi per la stufa a pellett, vorrei sapere mi conviene fare la spesa della stufa o la caldaia nuova,il costo è' simile. Grazie dell'aiuto.


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  6. Possiamo accendere anche un fuoco in casa ma la cosa principale ISOLARE IL PIU POSSIBILE muri cappotto e infissi poi vale riscaldare. ISOLARE provato sulla mia pelle

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