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Conviene il solare termico, quanto di risparmia |
Conviene un impianto solare termico, cioè l'installazione di una serie di pannelli per la produzione di acqua calda, quanto è possibile risparmiare e si può guadagnare come per la produzione di energia elettrica domestica? In quest'articolo facciamo due conti realistici e in linea coi tempi, sulla reale convenienza di installare un impianto solare termico per riscaldare l'acqua di cui abbiamo bisogno.
Valuteremo quali sono gli incentivi oggi disponibili, come vanno calcolati e la loro reale incidenza sul costo totale dell'impianto.
Come funziona e quale impianto solare termico scegliere
L'impianto solare per la produzione acqua calda è sostanzialmente formato da una serie di "collettori solari" (o pannelli solari) attraversati da un fluido termovettore che viene riscaldato e che, in seguito, cede il suo calore all'acqua presente nel boiler della caldaia. In alcuni impianti, più semplici e comunemente chiamati “a circolazione naturale”, questo fluido è l'acqua stessa, ma questa scelta comporta grande dispersione di calore. In quelli più complessi i tubi (tipicamente sottovuoto) contengono glicole propilenico, un liquido simile al glicole etilenico (quello che c'è nei radiatori delle automobili).
In quest'articolo parleremo proprio di quest'ultima tipologia d'impianti, tipicamente detti “a circolazione forzata” perché più moderni e dal rendimento estremamente più elevato. Un piccolo appunto va fatto sulla scelta di far circolare il fluido all'interno di tubature sotto vuoto: è vero che la dispersione termica viene ridotta di molto, ma i tubi sono piuttosto delicati e più facilmente soggetti a rotture.
Ridurre i costi del metano (gas naturale)
La riduzione dei costi inerenti il metano o addirittura il vecchio gasolio, si attua in due passaggi fondamentali, uno dei quali riguarda l'autoproduzione di acqua calda tramite un impianto a pannelli solari abbinato ad un bollitore, che consente di soddisfare interamente la produzione di acqua calda sanitaria nei mesi estivi e di intervenire a supporto della caldaia nelle stagioni intermedie. Più complessa e dispendiosa è la realizzazione di un analogo sistema che vada ad integrare anche il riscaldamento domestico, per il quale più avanti analizzeremo una soluzione di risparmio dedicata.
Cerchiamo quindi di capire insieme quanto effettivamente ci costa riscaldare l'acqua che quotidianamente utilizziamo e, di conseguenza, quale sia il risparmio effettivo in presenza di un sistema in grado di elevarne la
temperatura gratuitamente. Va specificato fin da subito che si tratta di stime, valori medi che servono a darci un'idea dell'ordine di grandezza del nostro risparmio, le variabili in gioco, anche solo quelle legate al luogo dove viviamo, sono innumerevoli, pertanto diamo a questi calcoli il loro vero valore.
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Iniziamo col dire che la produzione di acqua calda si può generalmente ottenere in quel periodo dell'anno che va da marzo ad ottobre; nei mesi di giugno, luglio ed agosto abbiamo piena produzione con addirittura un surplus, mentre, per i mesi di marzo, aprile, maggio, settembre e ottobre si può parlare solo di un contributo integrativo al normale funzionamento della caldaia a gas. Immaginiamo pertanto che, nell'arco del periodo che stiamo valutano, solo il 50% dell'acqua che consumeremo verrà riscaldata gratuitamente.
Quanta acqua calda consumiamo? In linea generale possiamo dire che:
- Per fare un bagno in vasca si consumano mediamente 140 litri d'acqua.
- Per fare una doccia di 5 minuti se ne consumano 80.
- Per lavare i piatti a mano: 20 litri.
- Per un carico di lavastoviglie: 40 litri.
- Per un carico di lavatrice: 100 litri.
- Uso del bidè: 10 litri.
- Uso del lavandino: 10 litri.
Ipotizziamo di fare la doccia un giorno si e uno no, di fare un bagno ogni 2 settimane, di lavare i piatti a mano due volte al giorno, ma di usare la lavastoviglie una volta a settimana, e di fare una lavatrice ogni 2 giorni. In questa valutazione ipotizziamo di possedere lavastoviglie e lavatrici che possano essere alimentate anche con l'acqua calda che produciamo. Consideriamo anche la spesa relativa all'uso quotidiano del bidè e del lavandino. In questo caso avremmo:
- 16 bagni = 2240 litri
- 104 docce (tolti i 16 bagni) = 7680 litri
- 32 lavaggi in lavastoviglie = 1280 litri
- 416 lavaggi di piatti (tolti i 32 lavaggi in lavastoviglie) = 8320 litri
- 75 lavaggi in lavatrice = 7500 litri
- 224 bidè = 2240 litri
- 224 lavaggi di mani e faccia = 2240 litri
Il consumo totale è quindi di 31500 litri
Quanto si risparmia
Per calcolare quanto si risparmia occorre valutare quanto costerebbe aumentare la temperatura di questa mole d'acqua di 35°, cioè portarla dai 15° ai quali si trova nelle tubature, ai 50° del boiler. Risparmiandovi le noiose formule di termodinamica, possiamo dire che, tenendo conto di molti fattori tra cui la dispersione termica, la lunghezza media delle tubature e la temperatura dell'acqua nell'impianto idrico comunale, mediamente riscaldare un litro d'acqua costa 0,008 euro.
Insisto un istante su questo valore, specificando che i fattori in gioco sono numerosi e possono variare sensibilmente da abitazione ad abitazione; lo scopo di questo calcolo non è tanto mostrare il reale risparmio in denaro, quanto dare un'idea sulla convenienza di installare o meno questa tecnologia.
31500 litri x 0,008 euro = 252 euro a persona
Se applichiamo questo conteggio ad una famiglia media di tre persone, triplicheremo solo alcuni di questi valori: per esempio le docce, da una ogni due giorni, diventano tre ogni due giorni, mentre i dati relativi ai consumi legati ai cicli della lavatrice e della lavastoviglie rimarranno pressoché invariati. In definitiva, una famiglia di tre persone, consuma mediamente 60300 litri di acqua calda, che equivalgono a circa 480 euro.
Dicevamo che, nel periodo che abbiamo considerato, non possiamo certamente dire che il nostro impianto solare termico produrrà tutta l'acqua calda di cui abbiamo bisogno, soprattutto perché nei mesi primaverili e invernali i raggi solari non hanno la stessa intensità in quelli estivi; come precedentemente detto stimiamo che solo il 50% dell'acqua calda consumata venga prodotta dal nostro impianto, quindi dimezziamo la spesa e consideriamo un risparmio totale complessivo di 240 euro annui.
Immaginiamo che il costo complessivo per l'installazione del nostro impianto solare termico si aggiri attorno ai 4000 euro, a questo punto abbiamo due possibilità (una esclude l'altra):
- Accedere alla detrazione fiscale del 55% in 10 anni
- Sottoscrivere un conto energia tramite il GSE (due anni di incentivi)
Nel primo caso recuperiamo il 55% dell'intero costo in 10 anni, quindi ci vengono restituiti 2200 euro, mentre nel secondo caso il calcolo è più complesso da eseguire, perché dipende principalmente dalla superficie in mq dei collettori solari, ma semplificandolo possiamo ricavare la seguente formula:
Prezzo al mq X Superficie totale = 170 euro x 4mq = 680 euro / anno
Siccome l'incentivo dura due anni, ci vengono restituiti circa 1350 euro. Sembrerebbe quindi più conveniente accedere alla detrazione del 55%, ma non abbiamo considerato l'inflazione media annua del 2%, cioè la svalutazione del denaro che ci viene restituito. Come già spiegato l'inflazione svaluta annualmente i soldi che ci spettano del 2%, pertanto:
2200 euro = dopo 10 anni = valgono 1.830 euro
1350 euro = dopo 2 anni = valgono 1.290 euro
Conclusioni
Lascio alla necessità del singolo scegliere se recuperare i soldi dopo due anni o avere qualcosina in più dopo 10 anni. Se consideriamo che gli impianti moderni possono avere una durata anche superiore ai 30 anni, diciamo che il costo iniziale può essere assorbito in circa 10 anni. Per il restante lasso di tempo che ci separa dall'inevitabile dismissione dell'impianto (20 anni se va bene), una famiglia di tre persone può arrivare ad un risparmio complessivo che si aggira intorno ai 5000 euro.
Il solare termico quindi ha una convenienza relativa, non garantisce un azzeramento delle bollette durante tutto il corso dell'anno e gli incentivi sono limitati al recupero di parte dell'investimento iniziale, non permette un guadagno come nel caso del fotovoltaico, ma garantisce comunque un risparmio interessante.
Secondo la mia personale filosofia, che riassumo spesso nella frase “tutte le torte sono fatte di briciole” non posso che consigliare il solare termico, soprattutto perché i costi di realizzazione sono contenuti e l'energia, soprattutto in tempi di crisi, ha il brutto vizio di costare sempre di più.
Secondo me conviene installare su tutto il tetto il fotovoltaico e poi riscaldare l'acqua con l'elettricità perché d'inverno il fotovoltaico ha un rendimento maggiore del solare.
RispondiEliminaIn Germania è pieno di pannelli fotovoltaici e pale eoliche. Risultato: tutto elettrico e neanche uno scaldabagno a gas.
RispondiEliminacon 4mq di pannelli, qui al sud, anche d'inverno, tranne se capita un lungo periodo piovoso, riesco ad avere l'acqua calda per almeno il 50% del tempo. Aggiungo che, se si utilizzano lavatrici e lavastoviglie che consentono l'immissione diretta di acqua calda, c'è una notevole riduzione dei consumi elettrici dovuti a questi elettrodomestici, che, altrimenti, dovrebbero portare lacqua in temperatura con la resistenza elettrica. Non so se questo sia stato tenuto in conto nel calcolo del periodo necessario al pareggio dei costi.
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