Cambiare Vita Seguendo la Linea di Minor Resistenza

cambiare definitivamente la propria vita, usando la forza del volere
cambiare vita seguendo i "voglio" del nostro cuore
Vi siete mai chiesti come mai le bolle hanno forma sferica? Voglio dire, per quale motivo sono così perfettamente rotondeggianti? Non potevano essere quadrate o triangolari? Esiste ovviamente una spiegazione fisica ben precisa: "La bolla è sferica perché quella è la sua configurazione energetica più stabile".

Tutto nel mondo si lascia plasmare dalle forze esistenti, per questo gli oggetti presenti in natura hanno la loro forma; anche la nostra vita tende alla sua configurazione più stabile, e per farlo seguirebbe la "linea di minor resistenza", se solo noi non cercassimo in tutti i modi di cambiare direzione.


Oggi voglio parlare della "linea di minor resistenza", il percorso che tutti dovremmo seguire, quando intenzionati a cambiare vita e vivere felici, cioè la strada naturale che la nostra vita imboccherebbe, se la lasciassimo andare, dove il nostro cuore la porterebbe.


Jack London e la linea di minor resistenza


vita-voglio
copertina
Per Jack e Roscoe, nessuna cosa al mondo sarebbe stata più esaltante che compiere il giro del mondo in barca a vela, quella sera ne parlarono quasi per gioco, ma in loro il desiderio era così forte, che non ci misero poi molto a decidere di mollare tutto, costruire con le proprie mani lo "Snark", e fare rotta verso Port Mary, nell'isola di Santa Anna.

Gli amici tuttavia non capivano la ragione di questo viaggio, nessuna spiegazione riusciva a convincerli che, in realtà, stavano semplicemente seguendo la loro "linea di minor resistenza".


Ecco un passo interessante, tratto dal libro La crociera dello Snark

«Questo stato d'animo deriva da un eccessivo predominio dell'"ego". Non possono evadere da loro stessi; non riescono a uscire da loro stessi quel tanto che basti per capire che la loro linea di minore resistenza non è necessariamente quella degli altri. Del loro bagaglio personale di desideri, simpatie e antipatie essi fanno il metro con cui misurano desideri, simpatie e antipatie di ogni altro essere; questo non è onesto e lo dico, ma loro non riescono a uscire da loro stessi quel tanto da ascoltarmi. Mi credono pazzo - in ricambio io li compatisco. E' questo uno stato d'animo che mi è familiare. Siamo tutti propensi a credere che c'è qualcosa che non va nel modo di ragionare di quelli con cui non andiamo d'accordo. »

In parole povere, per loro, mettersi per mare con una barca, era semplicemente molto più facile che rimanere sulla terraferma, il problema (il nostro problema) è trovare il coraggio di farlo.


Cos'è la linea di minor resistenza


Quante volte, nell'arco della nostra vita, ci siamo trovati di fronte ad un bivio e abbiamo intrapreso la direzione che ci suggeriva il cuore? Non posso generalizzare parlando della vita di tutti, ma sono pronto a scommettere che la maggior parte delle volte abbiamo scelto, contro il nostro volere, la strada che ci indicava il cervello, il denaro o quella più consona ai canoni della società in cui viviamo. Difficilmente abbiamo trovato il coraggio di scegliere qualcosa di economicamente o socialmente sconveniente; anche se avremmo voluto, la ragione ha vinto sul cuore, obbligandoci a rinunciare al tentativo di realizzare un sogno, cambiare vita, o semplicemente essere felici, anche se solo temporaneamente.

La linea di minor resistenza, quando ci troviamo dinanzi ad un bivio, punta sempre verso le scelte che ci suggerisce il cuore, perché è la direzione naturale verso la quale la nostra vita andrebbe, se noi non girassimo bruscamente il volante verso della scintillante autostrada, per paura di imboccare le vie periferiche, poco illuminate.

La società e le sue regole condizionano la maggior parte delle nostre decisioni, l’insicurezza, il timore di restare senza lavoro, senza soldi, di deludere i propri cari, di non riuscire a garantire un futuro ai figli e la paura del giudizio della comunità, ci spingono a decisioni che vanno spesso contro la nostra linea di minor resistenza, cioè nella direzione opposta a quella dei nostri desideri, sogni e aspirazioni.

Se, per un istante, immaginassimo di perdere tutto: casa, affetti e denaro, cioè se venisse fatta tabula rasa del contesto in cui viviamo e dovessimo ricominciare tutto d’accapo, cosa faremmo della nostra vita? Forse, privati di tutto, daremmo finalmente sfogo alle nostre passioni, facendo veramente quello che ci piace, che ci permette di essere felici, e non quello che "è giusto fare" moralmente o socialmente. Liberi dai paletti che il contesto sociale moderno ci impone, sceglieremmo di intraprendere vie periferiche, inesplorate e rischiose, proprio perché verrebbe annullata la paura che tutti abbiamo di compromettere l’equilibrio in cui siamo abituai a vivere.

Con tutta probabilità finiremmo poi per essere felici.

Purtroppo però sono le paure che spesso dettano le scelte, non la nostra volontà, per questo motivo finiamo inevitabilmente per dirottare la nostra vita in direzioni che non ci piacciono, rinunciando e limitando le nostre potenzialità, quando invece desidereremmo fare tutt'altro.


Voglio cambiare vita


le strade della vita

Ognuno di noi sa quello che vorrebbe fare, possiamo non essere sicuri che una volta realizzato il sogno questo sarà esattamente come lo immaginavamo, ma dentro di noi, fin da quando siamo nati, sappiamo bene cosa dovremmo fare per sentirci realizzati e vivere felici. "Voglio fare il musicista", "Voglio fare lo scrittore", "Voglio fare l’astronauta", lo dicevamo sempre da piccoli, ma poi siamo riusciti a dare esito ai «voglio» sognanti, che pronunciavamo quando ci chiedevano: "Cosa voi fare da grande?".

Probabilmente no. Probabilmente abbiamo seguito gli studi che, in quel momento storico i nostri genitori pensavano ci avrebbero garantito un impiego sicuro e poi perso al volo il primo lavoro che ci è capitato sotto mano, condizionati dalla necessita di avere i soldi per vivere, di non deludere la famiglia, cercando di ricalcare il copione dell’esistenza standard, quella sicura, giusta, già intrapresa da altri, che funziona.

Ecco allora che ci ritroviamo incatenati al nostro lavoro, a fare cose che non ci piacciono, e se ci piacciono difficilmente riusciamo a farle nel modo migliore, mettendoci del nostro, sentendoci realizzati e liberi di scegliere. Scontenti del lavoro, che ci ruba praticamente tutto il tempo a disposizione, finiamo per vivere una vita infelice, piena di doveri e priva di soddisfazioni.

Leggi anche: Come Sopravvivere al Lavoro per Cambiare Vita

Per cambiare tutto questo dobbiamo chiederci: "Cosa voglio fare?", "Cosa mi renderebbe veramente felice adesso?". Sono queste le domande cui dobbiamo dare immediatamente risposta, e poi iniziare a ponderare le scelte, allo scopo di realizzare esattamente l’obiettivo che vogliamo raggiungere. Voglio cambiare vita è il desiderio che adesso dobbiamo realizzare, e per farlo è necessario riuscire a seguire la nostra linea di minor resistenza, cioè lasciarla libera di guidare la nostra vita, senza condizionamenti né paure.

Ci costerà tempo e fatica, forse dovremo prendere decisioni che non piaceranno a tutti, perderemo qualche amicizia e metteremo in secondo piano cose e persone che prima occupavano posizioni di rilevo; qualcuno storcerà il nasco, qualcun altro ci dirà (come accadde a Jack e Roscoe) che siamo pazzi, ma pazienza, quello che conta è che lentamente vedremo cambiare la nostra vita e prendere la piega che abbiamo sempre desiderato.

Come fare per cambiare vita: imparare dalle bolle


A inizio articolo abbiamo accennato all'esistenza di una legge che determina la forma delle cose, la cosiddetta "configurazione energetica"; la bolla, poiché oggetto inanimato, non può certamente influenzare la sua forma, cercando di rassomigliare a qualcosa di diverso da ciò cui è destinata per natura. Fin dal primo istante, le forze che sono in lei compiono un lavoro costante, al fine di raggiungere e mantenere la forma più stabile, seguendo semplicemente le leggi della natura.

Abbiamo molto da imparare osservando le bolle, esse ci insegnano che, per trovare la nostra stabilità, non abbiamo altra via che lavorare costantemente al fine di raggiungerla, e poi perseguire nell'impegno per mantenerla.

  • Dice il Dalai Lama: "Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere".

La via è tracciata dalla nostra linea di minor resistenza, sarà sufficiente seguirla attuando ogni giorno scelte che puntano in quella direzione, seguendo i desideri che abbiamo sempre coltivato in fondo al cuore, consci del fatto che riusciremo ad essere felici solo attraverso quel percorso.

In definitiva (per vivere meglio)


Anche se abbiamo chiamato in causa la fisica per spiegare come sia intrinseco nella natura umana, seguire i desideri e cercare di realizzare i sogni, per cambiare vita non servono complicati teoremi o strane formule da imparare: per vivere felici è sufficiente, ogni giorno, prendere grandi e piccole decisioni, volte a indirizzare la nostra vita lungo la sua naturale linea di minor resistenza. Si tratta cioè semplicemente di realizzare che, dire "voglio", non significa automaticamente ottenere ciò che desideriamo, ma occorre lavorare quotidianamente scegliendo con il cuore e fabbricando, gradino per gradino, la scala che conduce agli obiettivi che, siamo certi, ci daranno la felicità che cerchiamo.

Cambiare vita, ormai lo sappiamo, non è certo una passeggiata, serve costanza e una ferrea volontà di rinnegare gran parte dei principi che fino ad oggi abbiamo creduto imprescindibili; in quest’articolo abbiamo scoperto però che, fin dalla nascita, camminiamo già sulla strada della felicità, ma crescendo immersi nella follia della società moderna, ci convinciamo di "dover" fare alcune scelte e ci dimentichiamo della purezza dei "voglio" che pronunciavamo da piccoli.

Strada facendo si scopre poi che è molto più facile seguire il percorso che porta ai nostri sogni, che rinnegarli costantemente, come facciamo oggi; bisogna solo trovare il coraggio di scegliere con il cuore.

13 commenti:

  1. Hai ragione.Molte volte manca il coraggio e la paura di perdere quel che si ha vince.Forse a 20 anni era più facile ma forse c'erano anche meno responsabilità e rischi.Quando mi stancavo di un lavoro o di una situazione la cambiavo (a volte anche troppo frettolosamente) ma ero anche a casa con i genitori.
    Quando a 23 anni ho voluto uscire da casa l'ho fatto.Quando dopo 6 mesi mi sono separato comunque ho voluto continuare a vivere da solo. Perchè lo volevo! Ora ne ho 36 di anni e rimanenti 10 di mutuo. Dentro di me il coraggio saprei dove andarlo a trovare, (audaces fortuna iuvat ), il domandone che rieccheggia nella mia testa è:Se smetto di fare il dipendente autista cosa m'invento?? Quella è la risposta che devo cercare e che di certo gli altri non possono darmi! E intanto gli anni passano . .

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    1. Secondo me te la devi creare prima l'alternativa, e poi mollare tutto quando hai le spalle un po coperte. Parlo della famosa entrata di denaro parallela, che secondo me è essenziale per non rischiare troppo, se le cose andassero male.

      Ci sarà pure qualcosa che ti piace fare, vuoi non riuscire a mettere su carta un progettino per ricavare un po di denaro dalle tue passioni?

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    2. Le ho le passioni Francesco. Non mi annoio di certo anche se costretto in casa anche per giorni. Se i libri meritano li leggo volentieri, lo sport lo pratico da sempre e anche il computer non mi annoia. Farne un progetto che mi renda anche solo la metà di quello che guadagno come autista è la parte più difficile. Non ho nessun tipo di specializzazione e di qualifica! Lo so,sono stato un c______e a smettere di studiare. Certo,non è mai troppo tardi per farlo anche solo come arricchimento personale. Per quanto riguarda l'altro aspetto in questo momento non ho le spalle scoperte e anche se ho un mutuo da saldare non sono senza soldi e un minimo di autonomia non mancherebbe. Poi le patenti in tasca restano e si può sempre tornare a fare l'autista. Ma sinceramente qualora venisse l 'IDEA e il conseguente progetto te l'apriresti un'attività in questo momento ?? Faccio riferimento alle spese che si devono sostenere avendo una P.I.

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    3. Ciao Paolo. Inizialmente non hai bisogno della P.I. L’apertura della partita IVA è obbligatoria se l’attività viene svolta in via abituale, mentre non lo è se è svolta in via occasionale: non esistono limiti economici (reddito annuo) o numerici (numero di pazienti o numero di prestazioni) che possano identificare la abitualità o meno dell’esercizio.

      Quindi puoi iniziare a lavorare sul tuo progetto parallelo, inizialmente, senza spese (almeno spese di questo tipo). Poi, per quanto riguarda le competenze io (lo ricordo sempre) ho costruito e messo in attività un piccolo studio di registrazione, ma non avevo nessuna competenza ne di edilizia ne di ingegneria del suono, ho solo letto libri e scaricato guide da internet.

      Tu puoi fare lo stesso, da soli si può imparare tutto, tutti possono fare tutto, basta iniziare e poi tenere duro!

      Io credo tu ce la possa fare :)

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    4. Cosa ti devo dire . .grazie della fiducia !! :) Come che diceva H.Ford ??
      "Nella vita che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione" A presto e grazie!

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  2. Mi è piaciuto moltissimo il tuo articolo, specialmente nella prima parte, dove spieghi qual'è la linea di minor resistenza. Proprio in questo momento io mi trovo di fronte ad un bivio, dove il cuore e la ragione puntano in direzioni contrarie. Ho un compagno/fidanzato italo argentino che ha deciso di tornare nel suo paese perchè lì ci sono ora entrambe sue figlie. Essendo comunque una persona di cultura latino americana non è una persona che vie di certezze o di programmi, come invece sono io. Non mi ha promesso nulla insomma. Il mio cuore mi dice di andare con lui, con tutte le precauzioni del caso, ma la ragione mi dice che lui non mi dà certezze, sicurezza, che perderò un lavoro fisso in un ente pubblico,una casa con ancora 20 anni di mutuo per seguire l'amore, non per seguire un sogno che porto dentro dalla nascita. Se guardo i miei sogni non sono qui dove abito ma non sono nemmeno in una metropoli. Se guardo i miei sogni desiderei solo essere serena e per qualche momento felice... ed invece questa scelta mi sta devastando e non perchè abbia dubbi sul mio amore, ma perchè ho dubbi sul suo e sul futuro. Se tutto dovesse andare male mi ritroverei a domandare l'elemosina... Ho già più di 40 anni.

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  3. Desideravo viaggiare per il mondo e sono stato accontentato, volevo diventare maestro di ginnastica e sono stato accontentato, desideravo fare il prestigiatore ed anche qui la vita mi ha dato la possibilità. Insomma la lista continua e posso dire che la vita è stata buona con me senza peraltro togliere le normali sofferenze da un passaggio all'altro che aprono la crescita per accedere a nuove sfere sociali...tuttavia ora, in un tempo che dura da 6 anni lavoro (senza essere pagato) ad un progetto, un'idea che rivoluzionerebbe la scuola obbligatoria nella sua innovazione ed evoluzione più consona e contemporanea ai tempi attuali. Tutte le mie "vittorie" in campo lavorativo le ho sempre trovate fuori dall'Italia eppure ora qui mi trovo bloccato in un paese che non offre nulla e ritorno alle sofferenze citate pur tuttavia continuando la ricerca nella soluzione allo sviluppo del progetto..senza ormai sapere dove andare ma con un ideale di sviluppo. Ho cambiato vita tante volte mettendomi in nuovi vestiti.

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  4. Ciao Francesco, è da qualche mese che seguo e leggo i tuoi blogs, i consigli e le metodologie in cui credi. Vorrei farti i complimenti,
    Mi trovo d'accordo con la tua linea di pensiero e trovo questo spazio web uno dei più utili e completi, nonché aggiornati. Grazie!!! ��

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    1. Grazie Nicolas, sei molto gentile, spero sempre di avere idee utili e interessanti, anche se non è facile! a presto!

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  5. un bell'articolo in generale ,
    ma spiegami una cosa quale è il senso della minor resistenza ?
    sembra quasi che devo far scorrere la corrente e lasciarmi andare dalle onde per finire alla deriva ?
    forse non ho capito bene questo punto.

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  6. Salve. Credo che contrapporre ragione e cuore nel modo in cui lo fai in quest'articolo, per la maggior parte della gente finisca per significare qualcosa di diverso da ciò che immagino intenda tu. Una famosa pubblicità recita "il cuore ha sempre ragione". Spingono sull'emotività per vendere prodotti, poichè sanno che la ragione non produrrebbe mai alcuna motivazione razionale per quella scelta illogica. Dunque perchè scrivi che occorre seguire il cuore? So cosa intendi. Intendi che dovremmo seguire le nostre idee personali, anzicchè adeguarci a modelli che riteniamo sbagliati. Ma è espresso in un modo che non rende per niente l'idea e che anzi rischia di essere confuso in modo eclatante. Dal mio punto di vista, se le persone invece di scegliere col cuore (istinto primordiale, emotività, paure), scegliessero con la ragione (logica, razionalità, ragionamento serio e onesto), il mondo in cui viviamo sarebbe molto diverso e probabilmente migliore. Per me, il cuore non solo non ha sempre ragione, ma anzi, ha quasi sempre torto. Porta a scelte stupide, infantili. Dettate dalla ricerca del piacere immediato, anzicchè di una felicità e serenità duratura. Il cuore non vuole soffrire. Vuole tutto e subito. La ragione invece, usa la logica per comprendere la Verità che il cuore ignora.

    PS: credo che le bolle, cosi come i pianeti, siano sferiche poichè la Natura tende a minimizzare ogni forma di energia potenziale.

    Daniele.

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  7. ma seguire la linea di minor resistenza è uguale all'auto-osservazione?

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  8. Concordo con la sostanza del messaggio: quando si ha una "vocazione" (ad es. "voglio fare il musicista") ma per "cause di forza maggiore" non si riesce a seguirla (o ci si riesce solo a piccole dosi intermittenti, "con il contagocce" come si suol dire) e questa vocazione è magari anche sostenuta dal talento ma non si riesce a perseguirla, si è, nel lungo termine, destinati alla rassegnazione, alla frustrazione all'infelicità e si può arrivare addirittura ad invidiare chi una "vocazione" non ce l'ha (conosco tante persone il cui problema è, appunto, quello opposto: cioè il non sentire di avere una vocazione, il non sapere "cosa fare" nella vita). C'è poi da prendere in considerazione anche la possibilità che non sempre il seguire la linea di minor resistenza ci porti verso la felicità, anzi, a volte può portarci verso il raggiungimento di un obbiettivo per poi, una volta ottenuto ciò che avevamo desiderato, costringerci a dover riconoscere che avevamo sbagliato obbiettivo. Infatti il Dalai Lama ha anche detto: "A volte è una benedizione che ciò avevamo desiderato non si sia realizzato"! In parole povere: dobbiamo anche imparare a desiderare ciò che, nel lungo termine, ci renderà davvero felici piuttosto che ciò che ci renderà appagati e felici soltanto nel breve termine. E' dunque necessario, forse, in ogni caso, saper "pulire/purificare la soglia della percezione" (William Blake) ...un modo per farlo potrebbe essere quello di meditare regolarmente per "quietare" la mente e concedere più spazio all'intuito...

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