Come Essere Felici e Come Fare per Restarlo a Lungo

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"come essere felici", imparare a vivere
felicemente senza soldi
Qual è lo scopo della nostra vita, se non essere felici? Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, tutto quello che facciamo, le parole che pronunciamo e i pensieri che formuliamo, sono volti da un unico desiderio: aumentare il nostro livello di felicità.

Per riuscirci però occorre seguire la strada giusta, cioè incanalare i nostri sforzi nella direzione più appropriata; spesso accade invece di muoversi esattamente all'opposto, convinti che sia quello il percorso da seguire, in realtà la serenità può essere raggiunta solo avendo ben chiari alcuni concetti.



Oggi proveremo a capire insieme quali sono i passi fondamentali da compiere allo scopo di essere felici, perché nella vita si possono avere soldi, successo e notorietà, ma tutto questo non ha nulla a che vedere con il raggiungimento del benessere che tutti vanno cercando. 

Principi basilari di felicità


Ogni persona possiede un livello base di felicità, che dipende sostanzialmente dal modo in cui interpreta la vita, ma anche da come e dove è stato educato, e in che modo si rapporta con gli altri. Gli eventi che accadono quotidianamente alzano o abbassano questa asticella per un certo lasso di tempo, rendendoci temporaneamente felici o tristi. Da qui deduciamo la prima importantissima regola da tenere sempre in considerazione: qualunque cosa succeda, la felicità è temporanea, e con il passare del tempo, si tende a tornare al nostro livello base di felicità.

Se essere felici non può essere uno stato d'animo persistente, occorre allora lavorare continuamente, al fine di evitare che l'indicatore della nostra serenità, torni al suo livello originario, limitando i cali e massimizzando la durata dei picchi.

Chiarisco questo passaggio fondamentale, con un semplice grafico:


felicissimo


Se oggi vincessi alla lotteria e potessi vivere felice senza lavorare, avrei un picco mostruoso di felicità, che tuttavia tenderebbe lentamente a tornare alla normalità; se infatti non continuo ad eseguire azioni che mantengano alto il mio grado euforico, anche ottenendo quello che ho sempre desiderato, non riuscirei ad essere felice a tempo indeterminato.

Poiché ognuno di noi ha a disposizione un certo ammontare di tempo (la propria vita) è di grande utilità capire come suddividerlo tra le diverse attività che quotidianamente eseguiamo (lavoro, famiglia, salute, rapporto con il prossimo, stabilità emotiva, autodisciplina) allo scopo di aumentare la propria felicità. Essere felici, infatti, significa tracciare un grafico che rimanga il più a lungo possibile al di sopra della nostra linea di felicità base.


Fare colpo sugli altri


"Quali sono le attività cui dedicarsi per essere felici?" A questa domanda, apparentemente, sembra vi sia un'unica risposta: "La felicità è un fattore soggettivo, quindi ognuno deve scegliere a cosa dedicarsi per essere felice". In realtà quest'assunzione è errata, proprio perché, come accennavo prima, si tende a credere che, una volta raggiunto un certo grado di felicità quello permanga invariato.

Di conseguenza quasi tutti inseguiamo traguardi che finiscono inevitabilmente per donarci una felicità immediata, che tuttavia risulta effimera e temporanea. Cercare di fare colpo sugli altri, acquistando oggetti che hanno un alto valore sociale, come vestiti costosi, cellulari di ultima generazione o macchine prestigiose, è probabilmente la via più gettonata.

Funziona in questo modo: si acquista un bene che ha un grosso valore economico e sociale, lo si fa perché apparentemente si crede di averne bisogno, in realtà lo scopo inconscio è quello di fare colpo sugli altri, sapendo che il sentimento di “superiorità” dato dal possesso dell'oggetto, ci renderà felici.

Per approfondire: Cosa Serve Veramente per Vivere Meglio

Il problema in questo caso è che l'effetto euforico dura poco, cioè dona un picco di felicità immediato ma volatile, che ci fa tornare al nostro livello base in poco tempo. La mossa successiva sarà allora quella di acquistare un nuovo bene, ponendoci nuovamente, psicologicamente, un gradino sopra gli altri, al fine di prolungare ancora un po' lo stato di benessere mentale sperimentato.

In questo caso la felicità (o l'illusione di essa) che traiamo dal bene di consumo, dipende soprattutto dal valore relativo del consumo stesso, cioè da quanto questo differisce da quello degli altri, con i quali ci confrontiamo.


Per essere felici bisogna essere almeno in due


Il modello di felicità che abbiamo appena chiarito funziona, cioè è efficace ai fini di trovare la serenità che cerchiamo, tuttavia ha un costo elevatissimo in termini di tempo, perché necessita di una ricerca continua di beni da acquistare. Il sistema in cui viviamo alimenta questo percorso e attua il cosiddetto "processo di sostituzione", cioè spinge l'offerta di costosi sostituti "artificiali", a quelli che invece sarebbero i naturali e gratuiti beni relazionali, cioè i rapporti tra persone.

Detto in parole povere, il sistema immette sul mercato sempre nuovi oggetti del desiderio, noi li comperiamo al fine di sentirci ammirati dagli altri, raggiungere un picco di felicità, per poi buttarci alla ricerca del prossimo gingillo che ci donerà nuovi istanti sereni. L'individuo è così indotto ad “accumulare denaro” per riuscire a vivere felice in una società in cui, gratuitamente, si riesce a fare sempre meno.

Il legame tra soldi e felicità diventa quindi indissolubile, chi ha soldi riesce a mantenere più spesso la curva di benessere sopra il proprio livello base.

L'uomo, oggi, per tutto questo, paga un prezzo altissimo: la sua libertà, perché, per accumulare denaro, lavora tutta la vita come uno schiavo.

come-si-vive-feliciL'Economist ha tracciato un grafico dei Paesi dove le persone sono più felici, ed è emerso come le Nazioni nelle quali il consumismo fa da padrone, siano anche quelli con la popolazione mediamente più serena.

Mi sono permesso di "italianizzare" in parte l'immagine, al fine far passare più facilmente il concetto

Il risultato è evidente, i soldi fanno la felicità, o almeno quella a cui tutti siamo abituati.








L'università di Leicester ha disegnato la mappa mondiale della felicità, grazie alla quale abbiamo la conferma di quanto ipotizzato dai giornalisti dell'Economist: le zone più ricche del Mondo, corrispondono a quelle dove le persone si sentono maggiormente felici.

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Raccapricciante vero? Il legame denaro-felicità è così radicato, da essere ormai la via d'accesso più diffusa, in tutti quegli Stati dove il meccanismo del consumismo spadroneggia.

Come ottenere la felicità, gratis


Inizialmente accennavamo al fatto che per raggiungere il benessere psicologico è necessario impiegare il nostro tempo in attività che permettano uno stato di felicità duraturo. Tante piccole azioni, che danno brevi picchi di felicità, possono essere sostituite da atti che invece sono capaci di donarci una felicità maggiormente duratura.

“Un paio di giorni fa, nel bel mezzo di un pomeriggio lavorativo, sono andato con un caro amico a passeggiare nei boschi, quattro o cinque ore di chiacchiere immersi nei colori autunnali, lontani dalla confusione della città, discutendo di stili di vita semplice, consumismo e filosofie orientali. Possono affermare con certezza che, sia per me che per lui, si è trattato di ore decisamente felici, e la felicità ricavata da una tale esperienza, è perdurata per giorni e giorni. Eppure non abbiamo speso denaro per impressionarci a vicenda”.

Le azioni di cui stiamo parlando fanno sempre parte della sfera sociologica; riguardano cioè il rapporto con gli altri, ma non sono volte a fare colpo sulle persone, ma a stare bene con esse.

Questo è il secondo grande segreto da custodire e coltivare se si vuole capire come essere felici: Nessuno vuole sentirsi inferiore agli altri, di conseguenza impressionare le persone, per fare colpo su di esse, non è una strategia vincente; le persone (noi tutti) vogliamo semplicemente trovare qualcuno con cui stare bene, che ci capisca, che ci ascolti, di cui ci possiamo fidare, che ci parli sinceramente e ci faccia sentire a nostro agio. Quando riusciamo a circondarci di una o più persone con le quali ci sentiamo a casa, ecco che siamo felici.

E' in questa direzione che vanno incanalati tutti gli sforzi, perché il grado di serenità che una sfera sociale piacevole può donarci è elevato, duraturo ed economico!

Servono i soldi per raggiungere questo obiettivo? No!

Allora concludiamo questo lungo articolo sulla felicità con un bel video sul significato della stessa, un monologo che ci insegna che i rapporti umani e la capacità di godere del presente sono gli ingredienti fondamentali per essere felici.




Conclusioni


Nella società del consumismo, tutto complotta per spingerci a perseguire la felicità attraverso l'acquisto; se tutti prendessimo improvvisamente coscienza del fatto che possiamo raggiungere la felicità, coltivando in modo sereno il rapporto con gli altri, le basi sulle quali la società moderna si fonda, subirebbero un duro colpo. Il consumismo infatti vuole vederci tutti diligentemente seduti al nostro posto di lavoro, con la schiena piegata a produrre, certi che, più soldi faremo, più felici saremo, ma l'unico risultato certo, in questo folle scenario, è la schiavitù del genere umano.

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Per questo semplice motivo, imparare ad essere felici coltivando buoni rapporti con gli altri, rende liberi, perché, per sedersi a parlare con un amico, non servono vestiti firmati o cellulari da 700 euro.

13 commenti:

  1. E fallo capire alla gente :-) tutti rinchiusi a riccio :-)

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    1. io l'ho capito sulla base della mia esperienza che lavorare come uno schiavo non ti fa stare bene! in breve questa è la mia esperienza : ho studiato metalmeccanico, finito di studiare ho cominciato a lavorare subito in quell'ambito. Già dopo qualche mese io mentre lavoravo mi scorrevano questi pensieri e non mi vergogno di dirli: "che schifo lavorare, meglio morire che fare sempre questo lavoro, e se mi uccidessi?"

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  2. Anche la felicità è una conquista,e ha la tendenza a non farsi "sottomettere" . Come dire . . anche lei vuole essere libera :). Blog interessante. Complimenti all'autore

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    1. Ciao Paolo, sto lavorando proprio in questi giorni ad un articolo sulla sottomissione e lo stato di insicurezza in cui ci condanna, ho letto alcune cose di Zygmunt Bauman e mi ha aperto la mente... spero che il post sarà di tuo gradimento :)

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  3. Se posso permettermi: la tua teoria è giusta, ma a mio parere non sono principalmente i soldi a contribuire all'innalzamento del livello medio di felicità.
    Dalla mappa si vede che nei paesi più poveri c'è più infelicità. Ma da cosa è data quest'infelicità oltre all'assenza o carenza di denaro?
    Dalla mancanza di un sistema sanitario efficiente per esempio. Se hai 5 figli e tutti e 5 muoiono a causa di una "banale" dissenteria, voglio ben vedere se ti va di andare in giro col sorriso sulle labbra.
    Vogliamo parlare del governo? Nei paesi in cui la situazione politica è molto instabile e dove purtroppo avvengono guerre civili un giorno sì e l'altro pure, è abbastanza difficile essere felici.
    I paesi più pacifici, con un governo stabile, i diritti di tutti rispettati, un ottimo sistema sanitario e d'istruzione sono, in genere, quelli in cui si è più felici. E questi fattori portano sì ad arricchirsi, ma è solo una conseguenza di un paese ben gestito, tutto qua.
    Mio modesto parere. :)

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  4. Ciao Francesco, mi ritrovo a 40 anni in depressione (almeno per ora non sono in cura), senza lavoro, la mia partner mi ha lasciato, non ho capacità lavorative se non quelle che non richiedono nessuna esperienza e capisci che in questo periodo di crisi non vado bene per il mercato. Inoltre ho completa sfiducia in me stesso e negli altri, mi mancano le forze fisiche e mentali. Aggiungo che abito coi miei genitori e che sto cercando di scappare da questa realtà, anche se non ho il coraggio di farlo da solo. Forse mi trasferirò a Roma tra qualche mese, perché lì c'è un mio caro amico che (se non ci saranno imprevisti) dovrebbe coabitare con me, dato che da solo non me la sento di vivere essendo molto fragile, specie in una città "difficile" come la capitale. Ho una piccola entrata (500 euro mensili, avendo lavorato per 16 anni ho almeno un bilocale, ma togliendo le tasse me ne rimangono sì e no 300) e da parte ho sui 50000 euro. Vivo le giornate in piena noia e angoscia per il presente, il futuro e il passato che si è rivelato un'illusione. Diffido fortemente da chi mi chiede denaro, psicologi e psichiatri compresi. Se puoi aiutarmi in qualche modo, indirizzarmi a chi potrebbe dedicarmi il suo tempo in modo efficace, ti ringrazio.

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  5. ciao francesco scusami io sono stefano ma tu sei lo stesso francesco che av^bitava a Bhakthapur io abito in Nepal da anni ed ho sentito tanto parlar di te ma non sono mai riuscito a conoscerti io mi considero felice non son molto ricco ma posso fare cio che mi piace crescere cereali e verdure e produrre latticini e questo loo co nsidero l unica via poer renderci indipendenti dalla societa capitalistica se ti fa piacere scrivimi su omcheese@yahoo.com

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  6. Ottimo articolo Francesco, come al solito!

    La felicità è semplicemente un atteggiamento mentale. Avere pensieri felici aiuta a essere felici. Amarsi aiuta ad essere amati.

    Per questo motivo in questo mondo ottengono successo solo le persone sicure di sé.

    Mi piace il tuo blog perché sprona le persone a ragionare con la propria testa e a farsi una semplice, quanto spietata, domanda: "Sto vivendo la vita che vorrei davvero vivere?". Perché una seconda possibilità, su questa terra, non viene data!

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  7. il video mi è stato molto utile , avevo dimenticato molte cose ultimamente , mi auguro di sapermi riprendete e non essere troppo severa con me stassa, grazie

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  8. Io posso affermare dalla mia esperienza che la felicità è tutta nella semplicità e nell'adattabilità.

    Sono costretto a vivere tagliando il superfluo, spendendo poco e trovando espedienti per risparmiare.

    Ma quello che all'inizio sarebbe potuto sembrare una strada verso l'infelicità e la rinuncia, una vita di stenti e mancanza di momenti di gioia, si è trasformata invece in una riscoperta di cosa conta veramente.

    Parlando con mia cugina che ha un compagno che lavora come insegnante, lei stessa insegna chimica al mattino, gestisce un'enoteca di giorno e insegna internet agli anziani di seri, mi rendo conto di quanto una vita dedicata al lavoro e un tenore di vita molto alto la rendano comunque eternamente stressata e infelice, allora tutto diventa un problema, non si riesce più ad apprezzare nulla. E non trovo strano che quindi per lei è impensabile che si possa vivere con poco felicemente. Lei immagina la mia vita triste, cupa, di stenti, senza poter comprare quello che desidero, senza cultura. Ma è proprio il contrario ma non lo capirà mai, è troppo schiava di una forma-mentis ormai consolidata.

    Quello che posso dire è che tanto più il mio stile di vita povero mi rende una persona felice, adattabile, soddisfatta e capace di divertirsi intensamente con poco, tanto più le altre persone cercano di imitarmi, trovano gli stessi benefici applicando certi metodo o consigli che do loro e tanto più affermano di preferire i momenti di "povertà" con me (grigliata di carne povera al limite della scadenza e verdura dell'orto, coperte sull'erba e una chitarra) che non i lussuosi momenti di persone dal tenore di vita alto (noiose serate in locali chic in cui non c'è niente da dirsi)

    Specialmente l'adattabilità che il mio stile di vita mi ha imposto io lo vedo come un grandissimo regalo e non come una limitazione.

    Imparando a spendere poco di trasporti ho cominciato ad andare in bici ovunque. Ora faccio facilmente 20 km, senza problemi di ingorghi, parcheggio, benzina e ho così guadagnato un passatempo e uno strumento per la mia salute.

    La necessità di risparmiare sul riscaldamento mi ha portato ad abituarmi a temperature basse con il risultato che esco quando voglio, anche con la pioggia, senza ammalarmi, faccio il bagno nei fiumi o al mare anche a novembre (che mi da una sensazione di vigore favolosa e dicono essere molto salutare) viaggio leggero, non mi lamento mai del tempo.

    Il bisogno di risparmiare sul cibo mi ha portato a mangiare in un modo, basato su cibi economici poco lavorati, che rende la mia alimentazione, dati INRAN alla mano, estremamente più sana di quella di chi spende centinaia di euro per il cibo.

    Da una mia ricerca confrontando le tabelle INRAN ho scoperto che chiunque, bambini compresi, potrebbero vivere benissimo mangiando solo patate e uova. E chissà quanti non si rendono conto che in tante sere che non si sa cosa cucinare e tutti sembra poco appetitoso, forse proprio un'economica patata e due uova fresche di campagna, rappresenterebbero uno dei piatti più sfiziosi che si può mangiare.

    L'impossibilità di abbonarmi ad una palestra, mi ha fatto scoprire il mondo del calisthenics, dei bar brothers... mi ha permesso di allenarmi, rafforzare il mio corpo in qualsiasi parco dove fosse presenta una barra dove appendersi, aprendomi un mondo di amici in Italia e all'estero e di gente strepitosa e stili di vita unici.

    Tutte queste cose messe insieme hanno come risultato che a differenza dei benestanti germo-fobici, freddolosi che imbacuccano i bambini e pensano che sia più sano stare in casa alla tv che uscire solo perchè "è freddino" io non mi ammalo mai, da anni non prendo un raffreddore, mentre proporzionalmente tanto più le persone sono freddolose e impongono a figli rituali di sterilizzazione estreme impedendo uscite se non scafandrati e con 30 gradi all'ombra, tanto più sono periodicamente ammalate.

    continua...

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  9. A livello di svago ho potuto scoprire quanto più bello è fare una grigliata economica con amici con senso dell'umorismo e stile di vita rilassato che non spendere soldi in un locale. Ho organizzato il compleanno di mio cugino, dopo quello dell'anno prima in un ristorante/sala ricevimenti con maxi schermo, lusso ovunque, dj con balli di gruppi e lenti è stato noioso e costoso. Praticamente non spendendo nulla, sfruttando il baratto con un agriturismo (sistema che uso anche per fare vacanze a costo quasi zero) e cibo a chilometro zero, ne è venuto fuori una festa diverntentissima, piene di ragazzi e bambini veramente felici che dopo la mezzanotte erano ancora a tagliarsi salame e pane, distesi sulle coperte a guardare il cielo. Quella è stata una delle volte più "forti" in cui ho potuto veicolare il mio messaggio di frugalità e semplicità, in quanto tanti hanno visto che era vero: le cose più semplici ed economiche erano anche le migliori.

    Da allora tanti mi chiedono consigli, si domandano perché in mia compagnia tutto sembra più leggero e facile e quelli che sembravano problemi risultano non esserlo, ma si rivelano soltanto capricci. E mi chiedono come fare con figli di 6 anni annoiati dai 100 giocattoli che possiedono e la loro iperattività.
    Alche consiglio di vendere almeno il 90% dei giochi e portare i figli in campeggio, al parco, cucinare un piatto con loro, passeggiare. E ogni volta mi ringraziano dicendomi che non avrebbero creduto, ma una volta che hanno cominciato a coinvolgere i loro figli in attività semplici ed economiche, questi hanno preferito raccogliere lena per accendere un falò o sbattere le uova e lavare i piatti piuttosto che giocare con il Nintendo DS.

    L'adattabilità e la semplicità mi hanno regalato tanto anche sul fronte vacanze.
    Dover scegliere la spiaggia libera si è rivelato in realtà la scoperta di quanto il lato più selvaggio e libero di una vacanza siano quelli migliori, di quanto si sta meglio nello spiaggia libera che nei lettini degli stabilimenti e di quanto la gente che si incontra è molto più interessante e ricca di personalità dei tipici clienti degli stabilimenti.

    Ho scoperto allora che passeggiare per un sentiero di un monte costiero, poteva essere il modo più bello di godere di una vacanza spendendo poco. Che gli ostelli sono perfetti per una persona come me che ama "fare" e non vuole che ci siano altri rifargli il letto o portargli la colazione in camera. Tra baratti con i bed and breakfast, ostelli a costi irrisori, inviti di amici, scambi culturali attraverso programmi di lingue affiliati con le biblioteche posso veramente fare vacanze favolose, (che non significa certo spendere un patrimonio per stare 50% del tempo in una stana e 50% in un lettino mezzi addormentati ma stare con persone nuove, cucinare con loro e scoprire la loro cultura, vedere posti meravigliosi tanto più è faticoso raggiungerli) a costo quasi zero.

    continua...

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  10. Pago pochissimo d'affitto, prendendo gli appartamenti più trasandati e risistemandoli io: aggiustando porte e finestre, pitturando i muri, pulendo le finestre.
    Non solo facendo così riesco a stare in affitto a prezzi bassi ma lo stesso padrone al momento di pagare, mi lascia sempre qualcosa.

    I mobili li prendo tutti gratis, cercando gli annunci di persone che traslocano e per fretta regalano tutto a chi lo viene a prendere. Dormo su un letto eminflex praticamente nuovo, con un materasso comodissimo e l'ho pagato 0 €.
    Certo, c'è il costo del viaggio per andarlo a prendere, della benzina, l'auto era imprestata.

    Un forno mi regala il pane, piadine, focacce in eccedenza, in cambio distribuisco i loro volantini.
    Coltivo un piccolo orto che mi da melanzane, carciofi, cime di rapa, pomodori, lattuga, radicchio, rape, fave, zucchine, cetrioli, broccoli, cardi e cresce tutto benissimo.

    A volte con la mia bicicletta di città faccio spesa per persone che non possono raggiungere il supermercato e quando non ottengo una mancia, ottengo un invito a cena e il risultato è che tutti otteniamo un altro momento per stare insieme, ridere, cucinare in compagnia, divertirci.

    Tantissimi corsi, guide, lezioni tra internet e varie associazioni, scuole, biblioteche sono gratuiti, basta cercare. Così dedico parte del mio tempo a imparare cose nuove come suonare la chitarra, pattinare, alexander technique, lingue, danza moderna.

    Ho sotto gli occhi gli esempi di parenti o conoscenti molto più benestanti che da uno stile di vita sfarzoso e basato sul consumismo hanno solo sviluppato un'avversione per "qualsiasi attività produttiva" cioè dopo il lavoro riescono solo a buttarsi sul divano con una birra in mano e trovano inconcepibile che io possa trovare piacevole fare così tante cose che richiedono un impegno pari al lavoro, ma non si rendono conto che è proprio il lavoro istituzionalizzato, la mancanza di creatività, di qualità e vedere i loro guadagni buttati in uno stile di vita che non li diverte o gratifica che toglie la voglia di "fare" (così come la scuola dell'obbligo uccide la voglia autentica di imparare e conoscere) ma che senza l'effetto demotivante di esso "nessun essere umano sarebbe pigro" perché è insito nel nostro DNA il piacere di fare, di portare a termine un progetto, di vedere il frutto del nostro impegno.

    So che se avessi tanti soldi e un lavoro fisso che mi prometteva entrate significanti sarei come loro: annoiato, soggiogato da rituali quotidiani svolti in automatico, privo di passioni reali, di un senso di avventura.

    Quindi posso solo ringraziare la mancanza di benessere economico per avermi permesso di sperimentare quanto la vita può essere avventurosa, significativa, interessante, piacevole quando si esce da certi schemi e si impara che le cose migliori sono quelle semplici e frugali e di come vivendo così si entra in contatto con persone meravigliose, piene di personalità, di semplicità.

    Se diventassi ricco in qualsiasi modo continuerei con il mio regime alimentare frugale e sane, continuare a usare la bici invece dell'auto, continuerei a stare in spiaggia libera e ostelli invece che stabilimenti e hotel a 5 stelle, continuerei a fare grigliate invece che andare al ristorante, continuerei a tenere una bassa temperatura in casa e a non abituarmi a temperature alte che ti fanno sentire sempre freddo, continuerei ad acquistare di seconda mano e a fare piccoli favori e baratti e a consigliare una scampagnata e un lavoro di gruppo come divertimenti per bambini e grandi piuttosto che un pomeriggio in sala-giochi.

    E lo farei sopratutto per non rovinare il mio stile di vita e finire ad essere un consumista annoiato che non vede le cose migliori e veramente importanti della vita.
    E così facendo, da ricco, risparmierei così tanto da arrivare alla vecchiaia con un capitale talmente grande, da poter regalare casa a tutti gli amici e parenti.

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